Originariamente Scritto da
Esmor
Mi ero ripromesso di non parlare di queste futili polemiche, che tolgono spazio alle problematiche serie e reali, tanto è vero che ieri ai miei colleghi universitari che mi domandavano cosa ne pensassi, ho risposto scherzosamente che, essendo un eterosessuale single e "non praticamente" (nel senso di rapporti) non avevo particolari interessi nel difendere né la famiglia, né i dico.
A parte gli scherzi, e venendo alle considerazioni, non riesco a tacere sull'argomento come mi ero riproposto, causa la profonda imbecillità che percepisco da entrambe le parti. Family day e orgoglio laico, laici e cattolici, una cosa in comune l'hanno sicuramente: la strumentalizzazione alla quale entrambi si prestano nel far balzare al vertice dell'agenda dei media, e quindi del discorso pubblico, un tema non pericoloso e "non eversivo" per chi detiene il potere, togliendo quindi spazio a temi, come quelli inerenti la questione sociale, che possano mettere in discussione lo stesso ordine politico-economico funzionale agli interessi dei ceti dominanti. Un'altra cosa che hanno in comune è una lettura dei rispettivi problemi scevra da qualsivoglia lettura in chiave socio-economica.
Tutto ciò significa che si fa una manifestazione a favore dei dico, i quali non sono altro che un'istituzionalizzazione/statalizzazione di legami che dovrebbero attenere alla vita privata delle persone e scaturire dal libero amore, senza nessuna ingerenza dello Stato, il quale invece secondo alcuni dovrebbe mettere il cappello e il timbro sui sentimenti, facendoli diventare inoltre dei contratti funzionali esclusivamente all'acquisizione dei diritti di eredità sulla proprietà del futuribile deceduto (viva il sentimento !). Mentre Boselli e i suoi si occupano di "orgoglio laico", i socialisti di ieri, e quelli che dovrebbero essere anche i veri socialisti di oggi, erano e dovrebbero essere nei luoghi di lavoro, accanto ai lavoratori, dei disoccupati, delle popolazioni in lotta contro le nocività ambientali (vedi nel napoletano la protesta contro la futura discarica la cui apertura è stata decretata da Sua maestà Guido Bertolaso).
Riguardo al Family Day, similmente se ne può dire tutto il male possibile. In quella che come atmosfera sembra una processione verso Santiago de Compostela, i suoi organizzatori e partecipanti sostengono di voler difendere la famiglia. E a cosa addebitano la crisi della famiglia, in cosa vedono le minacce ? niente di meno che nei dico e nel divorzio (!). Bravi coglioni, se pensate che siano questi i motivi di disgregazione della famiglia (e dell'intero tessuto sociale) e non piuttosto l'assenza di condizioni materiali come il precariato e i contratti a tempo determinato che impediscono alle giovani persone - che lo vogliano, si badi bene - di costruirsi una famiglia o l'ossessione per il lavoro e la carriera, funzionale solo all'accumulazione di profitti da una minoranza che impone la sua logica del produci-consuma-crepa, che provocano lo sfasciamento di famiglie a causa del poco tempo libero che resta e quindi per il ridursi degli spazi di dialogo. Forse, cari tontoloni, il problema si risolve non inveendo ideologicamente e irrazionalmente contro omosessuali e divorzio, ma reclamando materialsiticamente e razionalmente maggiori diritti sociali, un reddito sociale come eppur esiste in altri paesi, una riduzione degli orari di lavoro e portando avanti una battaglia culturale, questa sì seria, contro la società di massa dello spettacolo, della carriera, del "vivi per lavorare" che più in generale toglie spazi di convivialità.
Perciò, siccome negli ultimi due decenni i vari governi che si sono succeduti, tra cui quelli della Casa delle Libertà e dell'Unione, hanno solo portato attacchi ai diritti sociali, se il family day fosse stata una manifestazione seria e non una puttanata ideologica, i politici che si facevano vedere in piazza sarebbero stati presi a zampate nel culo o, più moderatamente, allontanati.
Non se ne può più di sentire "neocons" che si indignano moralisticamente come comari di campagna per la scomparsa dei valori facendo finta di non capire (che non lo capiscano davvero ? che tante persone siano davvero stupide e non tanto articolate come penso ?) che la crisi dei valori è dovuta alle condizioni materiali che vengono in essere con il sempre maggiore dispiegarsi delle forze di produzinoe capitalistiche funzionali all'arricchimento indecente di pochi. Non si possono unire valori umani e morali (di qualsiasi tipi, tranne quelli di borsa) con la difesa di sistemi economici che non sono funzionali ai bisogni degl iesseri umani, ma nei quali al contrario gli esseri umani sono ridotti a ingranaggi funzionali alla riproduzione ed accrescimento del sistema stesso.
In conclusione è ora di finirla: è ora di finirla con l'ideologia, è ora di finirla con la moralistica scandalizzante, è ora di finirla con le futili e sterili contrapposizioni laici-cattolici. E' ora di iniziare a scandaglaire le vere cause dei mali della società presente, è ora di (ri)creare un nuovo tipo di cotrapposizione sociale che non si basi su caratteristiche ascritte e di apaprtenenza religiosa, ma sulla dicotomia oppressi-oppressori, è ora di prospettare una società in cui ciascuno viva i sentimenti umani nel modo e nelle modalità che ritenga a sé più confacenti, senza il bisogno di nessuna ingerenza da parte dell oStato nella vita privata delle persone.