La fretta - si sa - ma anche l'eccesso di zelo, fanno fare i gattini ciechi.
E un frutto isterico tira l'altro,
quando l'argomento è il sempre più tabuizzato "Olocausto" [intendendo con quest'espressione il presunto sterminio di Ebrei sotto il Nazismo, scientemente pianificato, ed attuato per mezzo di "camere a gas" omicide, nella magnitudine di "sei milioni" di vittime].
Dopo il libro di Giancarlo Elia Valori ("Antisemitismo Olocausto Negazione. La grande sfida del mondo ebraico nel Ventesimo Secolo", Mondadori, 2007)
si moltiplicano sui nostri quotidiani mainstream i commenti di zeloti e leccapiedi che, credendo di fare chissà quale opera di convincimento pro-olocaustica, rendono invece sempre più ridicola la tesi, facendo strame di ogni regola.
Sul Corriere della Sera di oggi, Giovanni Russo dedica un elzeviro al libro di Valori intitolato :
"Antisemitismo. Il Male recidivo".
Da notare innanzitutto la maiuscola, che ci dà subito la dimensione: quella religiosa, anzi metafisica.
Si pontifica su un fatto non affatto chiuso dalla ricerca (anzi, il dibattito deve ancora iniziare), servendosi di argomenti che sono tutto fuorché storiografici. Più costoro pontificano sullo "sterminio", e più si impaludano, poiché non possono fare a meno di uccidere la metodologia.
In breve, ecco cosa si dice nell'articolo:
- ci si chiede come è nato l'antisemitismo, legandolo all'"emersione del negazionismo"; in pratica, si vuole legare tra loro due "mali". se c'è la revisione storica è perché c'è l'antisemitismo.
- come dice Shimon Peres nella prefazione, l'autore conclude che tutto il Bene del mondo è oggi legato alla questione della "negazione" [della versione olocaustica di cui sopra, s'intende - tutto il resto, a partire da Dio stesso, da Gesù Cristo, ecc. è "negabile", aggiungo io].
- l'autore dice che Valori è un economista, ma non lo sfiora il dubbio di quali mezzi abbia Valori per pontificare su una controversia storica, ed essere preso sul serio, come ultima parola sull'argomento (d'altronde, ogni invettiva olocaustica si presenta come l'ultima parola).
- si fa una carrellata delle origini dell'antisemitismo, concentrandosi solo su cattolicesimo e protestantesimo (anche Lutero si macchiò della terribile colpa!), per finire con il mondo laico.
- l'autore focalizza ulteriormente su ciò che gli interessa veramente : la Chiesa Cattolica, colpevole dell'immondo crimine fino al Concilio Vaticano II (l'a. non dimentica di sparare la sua cartuccia su Pacelli, come vuole il piano per fermare la "scandalosa" beatificazione di pio XII).
- si passa poi a condannare l'antisemitismo del mondo laico, non sollo degli Illuministi, ma dei repubblicani, monarchici, comunisti, e praticamente di "tutte le aree politiche e sociali dei paesi europei". Insomma, non si salva nessuno [E, considerato che la cosa risale ai Babilonesi, forse varrebbe la pena di chiedersi quale sia il denominatore comune di questo antisemitismo eterno ...].
- Hitler è comunque l'apice [il primo potere europeo che cerca di inscatolare e rendere inoperante la presenza ebraica: l'operato nazionalista tedesco doveva essere trasformato in un qualcosa di mostruoso, dimodoché nessuno potesse più pensare di metter freni alla giudaicità. Ecco in sostanza il senso dell'invenzione dello "Sterminio" Assoluto e della criminalizzazione oltre-misura (oltre cioè le reali responsabilità, che pure vi furono)].
- Dopo cotanta carrellata nella macchina del tempo fornita da Giuda e marcata Sion, l'autore passa a riconoscere il merito fondamentale della somma opera di Valori: l'analisi dell'attualità. Il problema del mondo moderno è infatti: "revisionismo e negazionismo, le teorie della cospirazione sionista ed ebraica e il mondo islamico, mass media, propaganda antisemita e Iran, antisemitismo e antisionismo nell'Europa contemporanea". E' qui che dovrà concentrarsi il lavoro poliziesco e repressivo del potere mondiale (sempre più verso l'unificazione mondialista), sembra suggerire il nostro intellettuale. Sottomettere con la guerra chi mette bastoni tra le ruote del carro sionista, e togliere i diritti civili a quegli occidentali che "bestemmiano" la nuova religione mondiale dei goym.
- Infine, viene "la parte più coinvolgente" del libro: il rapporto tra cultura e Shoah. in sostanza: tutti i maggiori intellettuali (ma la cosa dovrà essere fatta nei confronti di tutti gli intellettuali in assoluto) vengono passati al setaccio kosher, per stilare un libro bianco ed uno nero. E' facilmente immaginabile quale sia il criterio che deve impostare questa sorta di Giudizio Universale.
- Termina la bugia più grossa: tutto il lavorio olocaustico e anti-revisionista viene fatto per evitare la seduzione della violenza e del sopruso dell'uomo su un altro uomo "che ancora agita il nostro tempo e del quale l'Olocausto è la più terribile manifestazione".
Nel momento stesso in cui pronunciano questa ennesima mastodontica bugia, i bugiardi sanno benissimo che è proprio tramite il dogma olocaustico che il sopruso dell'uomo sull'uomo oggi può essere perpetrato, non solo in Asia (a partire da due passi da noi), ma nel cuore stesso dell'Occidente, visto che si approntano inquisizioni e roghi per i "miscredenti" e per coloro che non vogliono rinunciare a combattere perché tutti rispettino la dignità dell'uomo e il comandamento cristico di amare il prossimo (e non: tutti tranne ebrei e americani).