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    Predefinito 10 maggio (15 maggio) - S. Isidoro l'agricoltore

    Dal sito SANTI E BEATI (con modifiche mie):

    Sant'Isidoro l'agricoltore Laico

    15 maggio

    Madrid (Spagna), ca. 1080 - 15 maggio 1130 (o 30 novembre 1172)

    Nacque a Madrid intorno al 1070 e lasciò giovanissimo la casa paterna per essere impiegato come contadino. Grazie al suo impegno i campi, che fino allora rendevano poco, diedero molto frutto. Nonostante lavorasse duramente la terra, partecipava ogni giorno all'Eucaristia e dedicava molto spazio alla preghiera, tanto che alcuni colleghi invidiosi lo accusarono, peraltro ingiustamente, di togliere ore al lavoro. Quando Madrid fu conquistata dagli Almoravidi si rifugiò a Torrelaguna dove sposò la giovane Maria. Un matrimonio che fu sempre contraddistinto dalla grande attenzione verso i più poveri, con cui condividevano il poco che possedevano. Nessuno si allontanava da Isidoro senza aver ricevuto qualcosa. Morì il 15 maggio 1130. Venne canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa madrilena di Sant'Andrea. (Avvenire)

    Patronato: Madrid, agricoltori, contadini.

    Etimologia: Isidoro = dono di Iside, dal greco

    Martirologio Romano. A Madrid nella Castiglia in Spagna, sant’Isidoro, contadino, che insieme con sua moglie la beata Maria de la Cabeza attese con impegno alle fatiche dei campi, cogliendo con pazienza la ricompensa celeste più ancora dei frutti terreni, e fu vero modello di contadino cristiano.

    Martirologio tradizionale (10 maggio): A Madrid sant'Isidoro agricoltore, il quale, illustre per miracoli, dal Papa Gregorio decimoquinto fu iscritto nel catalogo dei Santi, insieme coi santi Ignazio, Francesco Saverio, Teresa e Filippo Neri.

    Forse è stato messo poco in risalto l’ambizioso traguardo di “santità di coppia” che due semplici contadini di Madrid sono riusciti a raggiungere nel XII secolo: probabilmente perché la pratica devozionale ha fatto prevalere, nel marito, l’aspetto prodigioso e miracolistico, e la popolarità che lui si è guadagnato praticamente in tutto il mondo come patrono dei raccolti e dei contadini ha finito per oscurare un po’ quella di lei, che pure si è fatta santa condividendo gli stessi ideali di generosità e laboriosità del marito, raggiungendo la perfezione tra casseruole, bucati e lavori nei campi. Parliamo di San Isidoro di Madrid e della beata Maria Toribia, la cui festa si celebra nel mese di maggio (il 10 o il 15, dipende dai calendari), anche se lui, per il fatto di essere patrono dei campi, viene invocato e festeggiato praticamente in ogni stagione dell’anno, al tempo della semina come al tempo dei raccolti. Isidoro nasce a Madrid intorno al 1070 da una poverissima famiglia di contadini, contadino egli stesso tutta la vita, per necessità. Non sa né leggere né scrivere, ma sa parlare con Dio. Anzi, a Dio dedica molto tempo, sacrificando il riposo, ma non il lavoro, al quale si dedica appassionatamente. E quando l’urgenza di parlare con Dio arriva anche durante il lavoro, sono gli angeli a venirgli in aiuto e a guidare l’aratro al posto suo: un modo poetico e significativo per dire come Isidoro abbia imparato a dare a Dio il primo posto, senza venir mai meno ai suoi doveri terreni. Per i colleghi invidiosi è facile così accusarlo di “assenteismo”, ma è il padrone stesso a verificare che Isidoro ha tutte le carte in regola, con Dio e con gli uomini. L’invidia, che è davvero vecchia quanto il mondo, gli procura anche un’accusa di malversazione e di furto ai danni dell’azienda, perché ha il “brutto vizio” di aiutare con i generosità i poveri, attingendo abbondantemente da un sacco, il cui livello tuttavia non si abbassa mai. E pensare che la generosità di Isidoro non si limita alle persone, ma si estende anche agli animali della campagna, ai quali d’inverno non fa mancare il necessario sostentamento. In questo continuo esercizio di carità e preghiera è seguito passo passo dalla moglie Maria, che una certa agiografia ha dipinto dapprima avara e poi “conquistata” dall’esempio del marito. Certo è comunque che sulla strada della perfezione avanzano entrambi, sostenendosi a vicenda e aiutandosi anche a sopportare i dolori della vita, come quello cocente della morte in tenerissima età del loro unico figlio. Isidoro muore nel 1130 e lo seppelliscono senza particolari onori nel cimitero di Sant’Andrea, ma anche da quel campo egli continua a “fare la carità”, dispensando grazie e favori a chi lo invoca, al punto che quarant’anni dopo devono a furor di popolo esumare il suo corpo incorrotto e portarlo in chiesa. A canonizzarlo, però, nessuno ci pensa. Ci vuole un grosso miracolo, cinque secoli dopo, in favore del re Filippo II a sbloccare la situazione. E il 25 maggio 1622 papa Gregorio XV gli concede la gloria degli altari insieme a quattro “grossi” santi (Filippo Neri, Teresa d’Avila, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio) in mezzo ai quali, qui in terra, l’illetterato contadino si sarebbe sentito un po’ a disagio. E da allora, come recita l’enciclopedia dei santi, diventa il “patrono degli affittuari agricoli, dei birocciai, di Centallo e di Verzuolo”.

    Autore: Gianpiero Pettiti

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    Nasce in una Spagna che per buona parte è in mano araba, e nell’infanzia sente raccontare le gesta di tre grandi condottieri. Ecco Alfonso VI il Bravo, re di Castiglia e di León, che ha conquistato tante città. E poi Yusuf ibn Tashufin, capo della dinastia musulmana degli Almorávidi, che ha sconfitto Alfonso nel 1081 e ha incorporato i domìni arabi di Spagna nel suo impero nordafricano. Infine, c’è il condottiero dei condottieri, l’eroe nazionale Ruiz Díaz de Bivar detto il Cid, el que en buena çinxo espada (colui che in buon’ora cinse la spada).
    Isidoro non ha spada né cavallo. Orfano del padre fin da piccolo, va poi a lavorare la terra sotto padrone, nelle campagne intorno a Madrid.A causa della guerra, cerca rifugio e lavoro più verso nord, a Torrelaguna. E vi trova anche moglie: Maria Toribia, contadina come lui.
    Isidoro è un credente schietto. Partecipa ogni giorno alla Messa mattutina, e durante la giornata lo si vede spesso appartato in preghiera. Questo gli tira addosso le accuse di altri salariati: ha poca voglia di lavorare, perde tempo, sfrutta le nostre fatiche. È già accaduto agli inizi, nelle campagne di Madrid; poi continua a Torrelaguna, e più tardi a Madrid ancora, quando lui vi ritorna alla fine dei combattimenti. A queste accuse Isidoro non si ribella, ma neppure si piega. Il padrone è preoccupato, non si fida di lui? E allora sorvegli, controlli, verifichi i risultati del suo lavoro... E questo fa appunto il padrone, scoprendo che Isidoro ha sì perso tempo inginocchiandosi ogni tanto a pregare, ma che alla sera aveva mietuto la stessa quantità di grano degli altri. E così al tempo dell’aratura: tanta orazione pure lì, ma a fine giornata tutta la sua parte di terra era dissodata.
    Juan de Vargas si chiama questo proprietario, che dapprima tiene d’occhio Isidoro con diffidenza; ma alla fine, toccata con mano la sua onestà, arriva a dire che quei risultati non si spiegano solo con la capacità di lavoro; ci sono anche degli interventi soprannaturali: avvengono miracoli, insomma, sulle sue terre.
    E altri diffondono via via la voce: in tempo di mietitura, il grano raccolto da Isidoro veniva prodigiosamente moltiplicato. Durante l’aratura, mentre lui pregava in ginocchio, gli angeli lavoravano al posto suo con l’aratro e con i buoi. Così il bracciante malvisto diventa l’uomo di fiducia del padrone, porta a casa più soldi e li divide tra i poveri. Né lui né sua moglie cambiano vita: è intorno a loro e grazie a loro che la povera gente incomincia a vivere un po’ meglio. Nel tempo delle epiche gesta di tanti conquistatori, le imprese di Isidoro sono queste, fino alla morte.
    A volte certi suoi atti fanno pensare a Francesco d’Assisi. Per esempio, quando d’inverno si preoccupa per gli uccelli affamati: e per loro, andando al mulino con un sacco di grano, ne sparge i chicchi a grandi manciate sulla neve; ma quando arriva al mulino, il sacco è di nuovo prodigiosamente pieno.
    Lavorare, pregare, donare: le sue gesta sono tutte qui, e dopo la morte lo rendono famoso come Alfonso il Bravo e come il Cid. S. Isidoro muore il 30 novembre 1172 sui 90 anni circa, e viene sepolto nella chiesa madrilena di Sant’Andrea, sua parrocchia, e col tempo la sua fama si divulga in Spagna, nelle colonie spagnole d’America e in alcune regioni del Nordeuropa. Beatificato soltanto il 14 giugno 1619 da papa Paolo V, il 12 marzo 1622, Isidoro l’Agricoltore fu canonizzato da Gregorio XV (con Ignazio di Loyola e Francesco Saverio). La morte del Papa ritarda la pubblicazione della Bolla di canonizzazione Rationi Congruit, che verrà promulgata da Benedetto XIII il 4 giugno 1724.
    Nel 1697 papa Innocenzo XII proclama beata sua moglie Maria Toribia. Le reliquie di sant’Isidoro si trovano ora nella cattedrale di Madrid.
    Giovanni XXIII, con la bolla Agri Culturam del 16 dicembre 1960, lo elegge patrono degli agricoltori e contadini.

    Autore: Domenico Agasso










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    Dal sito SANTI E BEATI:

    Beata Maria Toribia (Maria de la Cabeza) Moglie di s. Isidoro l’agricoltore

    9 settembre

    Castiglia, secolo XII

    Isidoro, di poverissima famiglia, agricoltore, fin da ragazzo premetteva sempre al lavoro la Messa. Sposò Maria Toribia e ne ebbe un figlio che morì bambino. Osteggiati per invidia, i due sposi lavorarono sotto vari padroni, gareggiando a santificarsi l'un l'altro: modelli di fedeltà agli obblighi di lavoro, alle pratiche di pietà, alla carità operosa verso ,i più poveri; vissero in unione di spirito con un amore che trascende la carne. Semplice esistenza di onesti contadini intessuta di lavoro, animata dalla fede: le sole umili grandi gesta dei due sposi` che li fecero santi e modelli per i nostri tempi.

    E' presente nel Martirologio Romano. Nella Castiglia in Spagna, beata Maria de la Cabeza, che, moglie del contadino sant’Isidoro, condusse vita eremitica umile e laboriosa.

    Le poche notizie riguardanti l'esistenza della beata Maria Toribia sono contenute nella ‘Vita’ di s. Isidoro l’agricoltore suo marito, scritta da Giovanni Egidio di Zamora, nella seconda metà del sec. XIII.
    Fino alla fine del secolo XVI, quando ebbe inizio il suo processo di beatificazione, non esiste nessun documento scritto che parla di lei; morta verso il 1175 in Castiglia, fu sepolta davanti al convento-eremitaggio di S. Maria, presso il fiume Jarama.
    Il suo corpo fu ritrovato soltanto nel 1596; ma il suo culto era già molto diffuso da vari secoli, per cui in data sconosciuta era stata prelevata la reliquia della testa e posta alla venerazione dei fedeli, nello stesso romitaggio di S. Maria.
    Poi questo eremitaggio a causa della presenza della testa della santa, venne denominato di S. Maria de la Cabeza (testa in spagnolo) e anche alla santa donna fu dato lo stesso nome di Maria, mentre alcune tradizioni antecedenti al secolo XVI, riportavano che il suo vero nome fosse Toribia.
    Naturalmente nel processo di beatificazione istruito nel 1615, si poté tener conto solo delle tradizioni popolari riguardo la vita e le virtù della santa moglie di s. Isidoro, del quale rispecchiava la cristiana e umile vita.
    Non è possibile stabilire il luogo di nascita, perché tradizionalmente ben sette città spagnole si disputano la priorità; nei pressi del convento di S. Maria, esisteva da tempo immemorabile una confraternita intitolata a Santa Maria de la Cabeza, che ne festeggiava la ricorrenza il 9 settembre.
    Le reliquie furono trasferite nel 1615 a Torrelaguna quando iniziò il processo di beatificazione; papa Innocenzo XII, l’11 agosto 1697 ne confermò il culto di Beata.

    Autore: Antonio Borrelli






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    St. Isidore the Labourer

    A Spanish daylabourer; b. near Madrid, about the year 1070; d. 15 May, 1130, at the same place. He was in the service of a certain Juan de Vargas on a farm in the vicinity of Madrid. Every morning before going to work he was accustomed to hear a Mass at one of the churches in Madrid. One day his fellow-labourers complained to their master that Isidore was always late for work in the morning. Upon investigation, so runs the legend, the master found Isidore at prayer, while an angel was doing the ploughing for him. On another occasion his master saw an angel ploughing on either side of him, so that Isidore's work was equal to that of three of his fellow-labourers. Isidore is also said to have brought back to life the deceased daughter of his master and to have caused a fountain of fresh water to burst from the dry earth in order to quench the thirst of his master. He was married to Maria Torribia, a canonized saint, who is venerated in Spain as Maria della Cabeza, from the fact that her head (Spanish, cabeza) is often carried in procession especially in time of drought. They had one son, who died in his youth. On one occasion this son fell into a deep well and at the prayers of his parents the water of the well is said to have risen miraculously to the level of the ground, bringing the child with it, alive and well. Hereupon the parents made a vow of continence and lived in separate houses. Forty years after Isidore's death, his body was transferred from the cemetery to the church of St. Andrew. He is said to have appeared to Alfonso of Castile, and to have shown him the hidden path by which he surprised the Moors and gained the victory of Las Nevas de Tolosa, in 1212. When King Philip III of Spain was cured of a deadly disease by touching the relics of the saint, the king replaced the old reliquary by a costly silver one. He was canonized by Gregory XV, along with Sts. Ignatius, Francis Xavier, Teresa, and Philip Neri, on 12 March, 1622. St. Isidore is widely venerated as the patron of peasants and day-labourers. The cities of Madrid, Leon, Saragossa, and Seville also, honour him as their patron. His feast is celebrated on 15 May.

    Bibliography

    His Life, as first written in 1265 by John, a deacon of the church of St. Andrew, at Madrid, and supplemented by him in 1275, is printed in Acta S.S., May, III, 515-23. It served as the basis for LOPE DE VEGA's religious poem San Isidro (1599). Acta SS., loc. cit., 512-559; BUTLER, Lives of the Saints, 10 May; BARING-GOUID, Lives of the saints, 10 May; TAMAYO Martyrologium Hispanicum, III (Lyons, 1655), 191-98; QUARTINO, Vita di, S. Isidoro agricola (Turin, 1882).

    Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. VIII, 1910, New York

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    Lightbulb Re: 10 maggio (15 maggio) - S. Isidoro l'agricoltore

    10 MAGGIO 2018: decimo giorno di Maggio Mese Mariano, sesto giorno della Novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima, DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO; ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO AL CIELO (Doppio di prima classe con Ottava)…



    «ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE.»
    "Guéranger, L'anno liturgico - Ascensione di Nostro Signore"
    Guéranger, L'anno liturgico - Ascensione di Nostro Signore
    http://www.unavoce-ve.it/pg-ascensione.htm
    "Ascensione di Nostro Signore."




    «O mi Iesu, dimitte nobis debita nostra, libera nos ab igne Inferni, perduc in Caelum omnes animas, praesertim illas quae maxime misericordiae tuae indigent. Amen.»
    «Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. Amen.»


    Maggio mese di Maria: 10° giorno - Il peccato
    http://www.stellamatutina.eu/maggio-...ria-10-giorno/
    "Maggio mese di Maria: 10° giorno."


    https://www.radiospada.org/wp-conten...-di-Fatima.pdf
    "13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
    Novena di preparazione DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO.
    Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”






    Lezioni di Catechismo, Omelie e Sante Messe celebrata da Don Floriano Abrahamowicz:


    309/2 Catechismo S. Pio X - giovedì 10 maggio 2018.
    https://www.youtube.com/watch?v=T2_HL_VlfXo
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/ca...o--pio-x-1.php
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php





    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «TEMPO DI ASCENSIONE
    ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE
    Stazione a San Pietro.
    Doppio di I classe con ottava privilegiata di III ordine.
    Paramenti bianchi.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...5d&oe=5B9800D5





    «ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, 10 MAGGIO 2018.
    Sul monte Oliveto Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo.
    Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4e&oe=5B54EB59





    «CATECHESI SULL'ASCENSIONE da: Mons. Giuseppe Riva, Manuale di Filotea, Milano 1901.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...dc&oe=5B958C3A





    “TEMPO DI ASCENSIONE
    ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE
    Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo. (Disc. sull'Ascensione del Signore, ed. A. Mai, 98, 1-2; PLS 2, 494-495)

    Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.
    Ascoltiamo l'apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.
    Cristo è ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 4). E così pure: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 35).
    Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l'amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra: Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo (cfr. Gv 3, 13).
    Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l'unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell'uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.
    Così si esprime l'Apostolo parlando di questa realtà: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12, 12). L'Apostolo non dice: «Così Cristo», ma sottolinea: «Così anche Cristo». Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo. Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l'unità del corpo non sia separata dal capo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...33&oe=5B4F2861






    Ascensione - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/6992-2/
    «10 maggio 2018, Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, festa di precetto.

    “L’ineffabile successione dei misteri dell’Uomo-Dio è sul punto di ricevere l’ultimo complemento. Ma l’allegrezza della terra è salita fino al cielo; le angeliche gerarchie si preparano a ricevere il capo già promesso, mentre i loro principi sono vigili alle porte, pronti ad aprirle, quando risuonerà il segnale del divino Trionfatore. Le sante anime, liberate dal limbo già da quaranta giorni, attendono il felice momento in cui la via del cielo, chiusa per il peccato, si aprirà improvvisamente, ed essi potranno percorrerla al seguito del loro Redentore. L’ora incalza, ed è tempo ormai che il divin Risorto venga a mostrarsi, ed a ricevere l’addio di coloro che l’attendono di minuto in minuto, e che deve lasciare ora in questa valle di lacrime”.
    O Dio onnipotente, te ne preghiamo, concedi a noi che crediamo nell’Ascensione al cielo del tuo Unigenito, nostro Redentore, di vivere sempre con la mente in cielo.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...46-211x300.jpg





    Della festa dell'Ascensione - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/della-festa-dellascensione/
    «Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Ascensione del Signore.

    84 D. Che cosa si celebra nella festa dell’Ascensione?
    R. Nella festa dell’Ascensione si celebra il giorno glorioso, in cui Gesù Cristo, in presenza dei suoi discepoli, sali per virtù propria al cielo, quaranta giorni dopo la stia risurrezione.
    85 D. Per quali motivi Gesù Cristo è salito al cielo?
    R. Gesù Cristo è salito al cielo,
    1. per prendere possesso dell’eterno regno conquistato colla sua morte;
    2. per prepararci il nostro luogo, e servirci di mediatore ed avvocato presso il Padre;
    3. per mandare lo Spirito Santo a’ suoi Apostoli.
    86 D. Nel giorno dell’Ascensione, entrò in cielo il solo Gesù Cristo?
    R. Nel giorno dell’Ascensione non entrò in cielo Gesù Cristo solo, ma vi entrarono seco le anime degli antichi Padri, che aveva liberate dal limbo.
    87 D. Come si trova Gesù Cristo in cielo?
    R. Gesù Cristo in cielo siede alla destra di Dio Padre; cioè come Dio è uguale al Padre nella gloria, e come uomo è innalzato sopra tutti gli Angeli e tutti i Santi, e fatto Signore di tutte le cose.
    88 D. Che cosa dobbiamo noi fare per celebrare degnamente la festa dell’Ascensione?
    R. Per celebrare degnamente la festa dell’Ascensione dobbiamo fare tre cose:
    1. adorare Gesù Cristo nel cielo come nostro mediatore e avvocato;
    2. distaccare intieramente il nostro cuore da questo mondo, come da un luogo d’esilio, e aspirare unicamente al Paradiso, come alla nostra vera patria;
    3. risolvere d’imitare Gesù Cristo nell’umiltà, nella mortificazione e ne’ patimenti, per aver parte alla sua gloria.
    89 D. Che cosa devono fare i fedeli nel tempo che corre dalla festa dell’Ascensione sino alla Pentecoste?
    R. Dalla festa dell’Ascensione sino alla Pentecoste i fedeli devono, ad esempio degli Apostoli, prepararsi a ricevere lo Spirito Santo col ritiro, col raccoglimento interno, e con perseverante e fervorosa orazione.
    90 D. Perché nella festa dell’Ascensione, letto il vangelo della Messa solenne, si estingue e poscia si leva il cero pasquale?
    R. Nella festa dell’Ascensione, letto il vangelo della Messa solenne, si estingue e poscia si leva il cero pasquale per rappresentare la dipartita di Cristo dagli Apostoli.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...mo-300x212.jpg









    Ascendit Deus in iubilatione, alleluia! - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.centrostudifederici.org/a...ione-alleluia/
    “Ascendit Deus in iubilatione, alleluia! 10 maggio 2018
    Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Ascendit Deus in iubilatione, alleluia!
    Auguri a tutti per la festa dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.
    Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Ascensione del Signore.”
    Della festa dell'Ascensione - Sodalitium
    http://www.centrostudifederici.org/w...-1-300x225.jpg


    "Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Ascensione del Signore
    Catechismo Maggiore di San Pio X ? Dell?Ascensione del Signore « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/2018/05/ca...e-del-signore/
    Segnalazione del Centro Studi Federici
    Auguri a tutti per la festa dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.
    Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Ascensione del Signore.”
    Della festa dell'Ascensione - Sodalitium
    Ascendit Deus in iubilatione, alleluia! - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.agerecontra.it/wp-content...-1-300x225.jpg
    http://www.agerecontra.it/wp-content...de-Berry-1.jpg
    Ascensione di Nostro signore Gesù Cristo « www.agerecontra.it





    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    “Ascension de Notre Seigneur Jésus-Christ.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...6c&oe=5B82A197





    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour l'Ascension de Notre Seigneur Jésus-Christ (2016).
    http://prieure2bethleem.org/predica/2016_05_05_mai.mp3”
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    10 mai : Saint Antonin, Archevêque de Florence (1389-1459) :: Ligue Saint Amédée
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    10 mai : Saint Antonin, Archevêque de Florence (1389-1459) :: Ligue Saint Amédée
    “10 mai : Saint Antonin, Archevêque de Florence (1389-1459).”
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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    A causa del provvidenziale Pellegrinaggio Osimo-Loreto del 12 e 13 maggio 2018 (*), SVRSVM CORDA® n° 112 del 13 maggio 2018 verrà spedito domani a tutti gli Associati. Anche sul sito sarà disponibile probabilmente già da domani.
    Disponibili alla lettura i seguenti contenuti:
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-112.html

    - Comunicato numero 112. San Giovanni Battista e Gesù;
    - Preghiera a San Gregorio di Nazianzo;
    - San Tommaso: è necessario che il Re abbia abbondanza di ricchezze;
    - Preghiera a San Michele Arcangelo sul Gargano;
    - Gli anatemi del Concilio di Costantinopoli II, numeri 1 e 2;
    - Vita e detti dei Padri del deserto: Padre Giovanni Nano (parte 6);
    - Preghiera a San Stanislao, Vescovo e Martire;
    - Dizionario di teologia dommatica. Il Fine ultimo;
    - Preghiera a San Giovanni alla Porta Latina;
    - Dizionario di teologia dommatica. I Fraticelli;
    - Teologia Politica 101. Il bene comune;
    - Racconti miracolosi n° 60. Quello che succede ad un morto senza battesimo.
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    da SVRSVM CORDA N° 112 del 13 maggio 2018. Pubblicato e spedito in anticipo poiché sabato e domenica, Dio volendolo, saremo in pellegrinaggio:Pellegrinaggio Osimo - Loreto 2018 - Sodalitium »

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    “9 maggio 1897. È sempre dolce ricordare quelle parole, che Cristo poco prima di lasciare la terra disse ai suoi discepoli: "È bene per voi che io vada, perché se non andrò, non verrà sopra di voi il Paraclito; ma se andrò, ve lo manderò" (Gv 16,7). In queste parole egli diede come principale ragione della sua partenza e del suo ritorno al Padre, soprattutto l’utilità per i suoi cari che deriverà dalla venuta dello Spirito Santo, ed essendo egli che lo manda, dimostra in tal modo anche da sé procede come dal Padre e che lo stesso Spirito, come avvocato, come consolatore e come maestro, avrebbe compiuto nel mondo l’opera da sé cominciata. Vale a dire il compimento della redenzione era giustamente riservato alla virtù molteplice e ammirabile di questo Spirito, che nella creazione aveva "ornato i cieli" (Gb 26,13) e "riempita la terra" (Sap 1,7). Da SS Leone XIII - Divinum illud munus.”
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    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
    “Pietro Ferrari - Lettura del commento storico e dogmatico del Messale Romano per la Festa della Ascensione.”






    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
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    Edizioni Radio Spada - Home
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    “10 MAGGIO 2018: ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE (Doppio di prima classe con Ottava).”
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    https://www.radiospada.org/2018/05/v...no-di-francia/
    “[VITA EST MILITIA] Conte Orlando d’Anglante, paladino di Francia
    Nota di Radio Spada; continua oggi, Ascensione del Signore, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
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    https://www.radiospada.org/2017/05/u...r-il-presente/
    «Uniatismo Martire: storie del passato e consigli per il presente di Giuliano Zoroddu.

    (...) stiamo parlando delle Chiese uniati però, di quelle comunità cioè che a partire del secolo tornarono XV a Cristo nell’obbedienza a Pietro, rigettando lo scisma e l’eresia.
    (…) Davanti a loro stava un bivio: o passare alla sedicente ortodossia o subire il carcere, le torture, la morte. Scelsero la morte: il martirio per Cristo e per il Papa. Il primo a migrare al Cielo fu Monsignor Aftenie, il quale, poiché era di indole dolce e pacificatrice, fu creduto erroneamente tendente al compromesso. Il presule al contrario, convinto che “la fede non è una camicia da notte che si toglie al mattino”, quando in cambio della vita gli fu proposta l’adesione al Marxismo e la sua elevazione a “patriarca” di Bucarest, rispose lapidariamente: “Né la mia fede né la mia nazione sono in vendita”. Torturato barbaramente - il suo corpo fu trovato mutilo delle braccia - spirò il 10 maggio dell’Anno Santo 1950. (...)
    NOTE.
    1.Epistola XV. Ad Damasum Papam, I. (…)
    4.Pio XII, Orientales omnes Ecclesias, 23 dicembre 1945.
    5.Cfr. Concilio Ecumenico Fiorentino, Sessione VI (6 luglio 1439), Bolla “Lætentur cœli” sull’unione coi Greci. Qui il testo completo: https://w2.vatican.va/content/eugeni...ulii-1439.html .
    6.Discorso a Blaj, 5 ottobre 1948.»
    https://www.radiospada.org/2017/05/u...r-il-presente/
    https://i0.wp.com/www.radiospada.org...sile.jpg?ssl=1






    “La buona pastora, Maria.”
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    Guéranger, L'anno liturgico - Ascensione di Nostro Signore
    http://www.unavoce-ve.it/pg-ascensione.htm
    «ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE.

    L'ineffabile successione dei misteri dell'Uomo-Dio è sul punto di ricevere l'ultimo complemento. Ma l'allegrezza della terra è salita fino al cielo; le angeliche gerarchie si preparano a ricevere il capo già promesso, mentre i loro principi sono vigili alle porte, pronti ad aprirle, quando risuonerà il segnale del divino Trionfatore. Le sante anime, liberate dal limbo già da quaranta giorni, attendono il felice momento in cui la via del cielo, chiusa per il peccato, si aprirà improvvisamente, ed essi potranno percorrerla al seguito del loro Redentore. L'ora incalza, ed è tempo ormai che il divin Risorto venga a mostrarsi, ed a ricevere l'addio di coloro che l'attendono di minuto in minuto, e che deve lasciare ora in questa valle di lacrime.
    Al Cenacolo.
    Tutto ad un tratto egli appare in mezzo al Cenacolo. Trasalisce il cuore di Maria; i discepoli e le pie donne adorano con emozione colui che si mostra quaggiù per l'ultima volta. Gesù si degna prendere posto a tavola con loro; accondiscende a dividere ancora una volta il pasto, non più con lo scopo di renderli sicuri della sua Risurrezione - sa che non ne dubitano, ormai - ma tiene a dar loro questo segno affettuoso della sua divina familiarità, nel momento di andare ad assidersi alla destra del Padre. Quale pasto ineffabile è questo in cui Maria gusta per l'ultima volta sulla terra l'incanto di essere seduta vicino al Figliolo; in cui la santa Chiesa, rappresentata dai discepoli e dalle pie donne, è ancora visibilmente presieduta dal suo Capo e suo Sposo!
    Chi potrebbe esprimere il rispetto, il raccoglimento, l'attenzione dei convitati; riprodurre gli sguardi posati con affetto così intenso sul Maestro tanto amato? Essi aspirano ad ascoltare ancora una volta la sua parola; parola tanto cara in questo momento della separazione! Finalmente Gesù schiude le sue labbra; ma il suo accento è più grave che tenero. Comincia col ricordare loro l'incredulità con la quale accolsero la notizia della sua Risurrezione (Mc 16,14). Al momento di affidare la missione più imponente che sia mai stata trasmessa agli uomini, egli vuole richiamarli all'umiltà. Tra pochi giorni dovranno essere gli oracoli del mondo, e il mondo dovrà credere la loro parola, credere ciò che non ha visto, ma quello che essi soli hanno veduto. È la fede che mette gli uomini in comunicazione con Dio; e questa fede essi stessi, in principio, non l'ebbero: Gesù vuole ricevere un'ultima riparazione di quella incredulità passata, per fondare il loro apostolato sull'umiltà.
    L'evangelizzazione del mondo.
    Prendendo poi quel tono di autorità che conviene a lui solo, disse loro: "Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crede e sarà battezzato si salverà; chi non crede sarà condannato" (Mc 16,15-16). Come compiranno essi questa missione di predicare il Vangelo nel mondo intero? Con quali mezzi riusciranno ad accreditare la loro parola? Gesù lo indica: "Or questi sono i miracoli che accompagneranno i credenti: nel nome mio scacceranno demoni; parleranno lingue nuove; prenderanno in mano serpenti, e se berranno qualche veleno mortifero non ne avranno danno; imporranno le mani agli ammalati e guariranno" (ivi 16,17-18)". Egli vuole che il miracolo sia il fondamento della sua Chiesa, come l'aveva scelto quale argomento della sua missione divina. La sospensione della legge della natura annunzia agli uomini che l'autore di questa stessa natura sta per pronunciarsi: ad essi, allora, il dovere di ascoltare e credere umilmente.
    Ecco dunque questi uomini sconosciuti dal mondo, sprovvisti di ogni mezzo umano, eccoli investiti della missione di conquistar la terra e di farvi regnare Gesù Cristo. Il mondo ignora anche la loro esistenza; assiso sul trono, Tiberio, che vive nel terrore delle congiure, non suppone affatto tale spedizione di nuovo genere che si sta iniziando, dalla quale l'impero romano sarà conquistato. A questi guerrieri, occorre un'armatura ma di tempra divina, e Gesù annuncia che stanno per riceverla. "Voi però rimanete in città, finché siate dall'alto investiti di vigoria" (Lc 24,49). Ma quale sarà quest'armatura? Gesù lo spiegherà, ricordando la promessa del Padre, "la promessa che avete udito dalla mia bocca. Perché Giovanni battezzò nell'acqua, ma voi sarete battezzati nello Spirito Santo di qui a non molti giorni" (At 1).
    Verso il Monte degli Ulivi.
    Ma l'ora della separazione è giunta. Gesù si alza, e tutti i presenti, al completo, si dispongono a seguire i suoi passi. Centoventi persone si trovano là riunite, insieme con la Madre del Trionfatore che il cielo reclamava. Il Cenacolo era situato sulla montagna di Sion, una delle due colline situate entro le mura di Gerusalemme; il corteo traversa una parte della città, dirigendosi verso la porta orientale che si apre sulla vallata di Giosafat. È l'ultima volta che Gesù percorre le strade della città reproba. Invisibile ormai agli occhi del popolo che l'ha rinnegato, avanza alla testa dei suoi, come un tempo la colonna luminosa che dirigeva i passi degli Israeliti. Quanto è bello ed imponente questo incedere di Maria, dei discepoli, e delle pie donne, al seguito di Gesù, che non dovrà più fermarsi che in cielo alla destra del Padre! La devozione nel medio evo lo ricordava con una processione solenne che precedeva la messa di questo grande giorno. Secoli felici, i cui cristiani amavano seguire tutte le orme del Redentore, e non si contentavano, come noi, di qualche vaga nozione che non può suscitare che una pietà altrettanto vaga!
    La gioia di Maria.
    Allora si meditava sui sentimenti che dovevano avere invaso il cuore di Maria durante questi ultimi istanti in cui godeva la presenza del suo figliolo. Ci si domandava se in questo cuore materno era superiore la tristezza di non vedere più Gesù, oppure la felicità di sapere che Egli entrava finalmente nella gloria che gli era dovuta. Nel pensiero di questi veri cristiani la risposta era immediata ed ora la rivolgeremo a noi stessi. Gesù aveva detto ai suoi discepoli: "Se mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre" (Gv 14,28). Ora, chi amò Gesù quanto Maria? Il cuore della Madre era dunque nell'allegrezza al momento di questo ineffabile addio. Ella non poteva pensare a se stessa, trattandosi del trionfo del suo Figliolo e del suo Dio! Dopo gli orrori del calvario, poteva essa aspirare ad altro che a veder glorificato finalmente colui che sapeva essere il sommo Signore di tutte le cose, colui che aveva visto, pochi giorni prima, rinnegato, bestemmiato, spirare in mezzo alle torture?
    Il corteo ha attraversato la valle di Giosafat, ha passato il torrente Cedron, e si dirige verso il pendio del monte degli Ulivi. Quanti ricordi si affollano nella mente! Questo torrente, di cui il Messia nella sua umiliazione aveva bevuta l'acqua fangosa, oggi è divenuto per lui il cammino della gloria, secondo quanto aveva annunciato David (Sal 109,7). Si lascia a sinistra l'orto che fu testimone dell'Agonia, la grotta in cui il calice per l'espiazione del mondo fu presentato a Gesù e da lui accettato. Dopo aver superato una distanza che san Luca stima essere press'a poco quella che permettevano gli Ebrei di percorrere in giorno di sabato, si arriva nel territorio di Betania, il villaggio in cui Gesù chiedeva ospitalità a Lazzaro e alle sue sorelle. Da tale punto della montagna degli Ulivi si godeva la vista di Gerusalemme, che appariva magnifica col suo Tempio e i suoi palazzi. Questo spettacolo commuove i discepoli. La patria terrestre fa battere ancora il cuore di questi uomini; per un momento essi dimenticano la maledizione pronunciata sull'ingrata città di Davide, e sembrano non ricordarsi più che Gesù li ha fatti poco prima cittadini e conquistatori di tutto il mondo. Il sogno della grandezza umana di Gerusalemme li ha sedotti improvvisamente ed essi osano indirizzare questa domanda al Maestro: "Signore, lo ricostituirai il regno d'Israele?" Gesù risponde a questa richiesta indiscreta: "Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti che il Padre si è riservato in suo potere". Queste parole non toglievano la speranza che Gerusalemme fosse un giorno riedificata dallo stesso Israele divenuto cristiano; ma la restaurazione della città di Davide non dovrà aver luogo che verso la fine dei tempi. Non era dunque conveniente che il Salvatore facesse conoscere allora questo segreto divino. La conversione del mondo pagano e la fondazione della Chiesa: ecco ciò che doveva adesso preoccupare i discepoli. Gesù li riporta subito alla missione che aveva loro affidato poco prima, esclamando: "Riceverete la virtù dello Spirito Santo che verrà sopra di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea, e nella Samaria, e sino all'estremità del mondo" (At 1,6-8).
    L'Ascensione al cielo.
    Secondo una tradizione che rimonta ai primi secoli del cristianesimo [1], si era sull'ora del mezzogiorno, l'ora stessa in cui Gesù era stato alzato in croce. Ed ecco che, volgendo sugli astanti uno sguardo di tenerezza, che dovette arrestarsi su Maria con speciale compiacenza filiale, elevò le mani e li benedisse tutti. In quel momento i suoi piedi si staccarono dalla terra, e cominciò ad innalzarsi verso il cielo (Lc 24,51). I presenti lo seguivano con lo sguardo; ma presto egli entrò in una nube che lo nascose ai loro occhi (At 1,9).
    I discepoli guardavano ancora il cielo, quando improvvisamente due Angeli bianco vestiti si presentarono dicendo: "Uomini di Galilea, che state a guardare il Cielo? Quel Gesù che, tolto a voi, è asceso al Cielo, verrà come l'avete visto andare in cielo" (At 1, 10-11). Ora il Signore è risalito al cielo, da dove un giorno ne ridiscenderà a giudicare: tutto il destino della Chiesa è compreso tra questi due termini. Noi viviamo dunque presentemente sotto il regime del Salvatore, poiché egli ci ha detto che "Dio non ha mandato il Figlio suo nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per opera di lui" (Gv 3,17). Ed è per questo fine misterioso che i discepoli hanno ricevuto poc'anzi la missione di andare per tutta la terra ed invitare gli uomini alla salvezza, mentre v'è ancora tempo.
    Quale compito immenso Gesù ha loro affidato! e, nel momento in cui si tratta d'iniziarlo, egli li lascia! Soli, dovranno scendere dal monte degli Ulivi, dal quale egli è partito per il cielo! Eppure il loro cuore non è triste; hanno con sé Maria, e la generosità di questa Madre incomparabile, si comunica alle loro anime. Amano il Maestro: d'ora in avanti la felicità sarà quella di pensare che è entrato nel riposo. I discepoli tornarono a Gerusalemme, "pieni di gioia", ci dice san Luca (Lc 24,52), esprimendo con questa sola parola una delle caratteristiche della festa dell'Ascensione, improntata ad una dolce malinconia, ma nella quale si respira, allo stesso tempo e più che in qualunque altra, la gioia ed il trionfo. Durante la sua Ottava, cercheremo di penetrarne i misteri e di mostrarla in tutta la sua magnificenza; per oggi ci limiteremo a dire che questa solennità è il complemento di tutti i misteri del nostro Redentore, e che essa ha reso per sempre sacro il giovedì di ogni settimana, giorno già così degno di rispetto per l'istituzione della santa Eucarestia.
    Antichi Riti.
    Abbiamo parlato della processione solenne con la quale si celebrava nel medio evo il cammino di Gesù e dei suoi discepoli verso il monte degli Ulivi; dobbiamo ricordare pure che, in quel giorno, si benediceva solennemente il pane ed alcuni frutti novelli, in memoria dell'ultimo pasto che il Salvatore aveva fatto nel Cenacolo. Imitiamo la pietà di quei tempi, in cui i cristiani avevano a cuore di raccogliere anche i minimi episodi dell'Uomo-Dio, e di farli propri, per così dire, riproducendo nella loro vita attuale tutte le circostanze rivelate dal santo Vangelo. Gesù Cristo, in quei tempi, era veramente amato e adorato; e gli uomini si ricordavano senza tregua che è l'onnipotente Signore. Ai nostri giorni, è l'uomo che regna, a suo rischio e pericolo; Gesù Cristo è confinato nel più intimo della vita privata. Ma egli è in diritto di essere la nostra preoccupazione di tutti i giorni e di tutte le ore! Gli Angeli dissero agli Apostoli: "verrà come l'avete visto andare in Cielo". Ci sia dato il potere di amarlo, servirlo con tanto zelo, durante la sua assenza, in modo da poter osare di sostenere il suo sguardo quando egli apparirà!
    MESSA
    La Chiesa Romana ci indica oggi, come chiesa stazionale, la Basilica di S. Pietro. È stata una bella idea, quella di riunire in questo giorno la comunità dei fedeli intorno alla tomba di uno dei principali testimoni dell'Ascensione del Maestro. In questa Basilica, come nella chiesa più umile della cristianità, il simbolo liturgico di questa festa è il Cero pasquale, che vedemmo accendere durante la notte della Risurrezione, e che era destinato, per mezzo della sua luce, lungo i quaranta giorni, a raffigurare la durata del soggiorno del Signore risorto tra coloro che egli si era degnato chiamare fratelli. Gli sguardi dei fedeli radunati insieme, si fermano con compiacenza sulla sua fiamma, che sembra brillare di più vivo splendore, man mano che si avvicina l'istante in cui dovrà soccombere. Benediciamo la santa Madre Chiesa, alla quale lo Spirito Santo ha ispirato l'arte d'istruirci e di commuoverci con l'aiuto di tanti simboli; e rendiamo gloria al Figlio di Dio che ci dice: "Io sono la luce del mondo" (Gv 8,12).
    EPISTOLA (At 1,1-11). - Nel primo libro parlai, o Teofilo, di tutto quello che Gesù fece ed insegnò dal principio fino al giorno in cui, dati, per mezzo dello Spirito Santo, i suoi ordini agli Apostoli, che aveva eletti, ascese al cielo; ai quali si fece anche vedere vivo, dopo la sua passione, con molte riprove, apparendo ad essi per quaranta giorni e ragionando del regno di Dio. Ed essendo insieme a mensa, comandò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare la promessa del Padre, la quale avete udita (disse) dalla mia bocca, perché Giovanni battezzò con l'acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, di qui a non molti giorni. Ma i convenuti gli domandavano: Signore, lo ricostituirai ora il regno d'Israele? Rispose loro : non sta a voi di sapere i tempi e i momenti che il Padre si è riservato in suo potere; ma voi riceverete la virtù dello Spirito Santo che verrà sopra di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, e nella Samaria e fino all'estremità della terra. E detto questo, mentre essi lo guardavano, si levò in alto; ed una nuvola lo tolse agli occhi loro. E mentre stavano a mirarlo ascendere al cielo, ecco due personaggi in bianche vesti presentarsi loro e dire: uomini di Galilea, perché guardate il cielo? Questo Gesù, che, tolto a voi, è asceso al cielo, verrà come l'avete visto andare in cielo.
    Gesù risale in cielo.
    Abbiamo assistito, leggendo questa narrazione, alla dipartita dell'Emmanuele per il cielo. Può esservi qualcosa di più commovente di quello sguardo dei discepoli, fisso sul Maestro che improvvisamente s'innalza benedicendoli? Ma una nube viene ad interporsi fra Gesù ed essi, e i loro occhi bagnati di lacrime hanno perduto la traccia del suo passaggio. Ormai sono soli sulla montagna; Gesù li ha privati della sua presenza visibile. Nel deserto di questo mondo quale sarebbe la loro pena, se la grazia non li sostenesse, se lo Spirito divino non fosse prossimo a discendere su di essi, creandovi un nuovo essere? Non è più che in cielo, dunque, che rivedranno colui il quale, pure essendo Dio, si degnò di essere loro Maestro durante tre anni e di chiamarli amici suoi, nell'ultima Cena! Ma tale lutto non esiste solamente per loro. Questa terra che riceveva, fremendo di felicità, l'impronta delle orme del Figlio di Dio, non sarà calpestata più dai suoi sacri piedi. Ha perduto quella gloria attesa da sì lungo tempo, la gloria, ossia, di servire d'abitazione al suo Creatore. Le nazioni vivono nell'attesa di un Liberatore; però, all'infuori, della Giudea e della Galilea, gli uomini ignorano che egli è venuto e che è risalito al cielo. Ma l'opera di Gesù non si fermerà qui. Il genere umano conoscerà la sua venuta; e, in quanto all'Ascensione al cielo avvenuta in questo giorno, ascoltate la voce della Chiesa, che risuona nelle cinque parti del mondo, proclamando il trionfo dell'Emmanuele. Diciannove secoli sono trascorsi dalla sua dipartita, e il nostro addio, pieno di rispetto e d'amore, si unisce ancora a quello che gl'indirizzarono i discepoli, mentre s'innalzava al cielo. Noi pure piangiamo la sua assenza ma siamo felici di vederlo glorificato, incoronato, assise alla destra del Padre. Tu sei entrato nel riposo, Signore; ti adoriamo ai piedi del trono, noi che siamo oggetto del tuo riscatto e della tua conquista. Degnati benedirci, attirarci a te e fa' che la tua ultima venuta, sia per noi speranza e non timore.
    VANGELO (Mc 16,14-20). - In quel tempo: Gesù apparve agli undici mentre erano a tavola, e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, per non aver creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato. E disse loro: Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo; chi poi non avrà creduto sarà condannato. Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: In nome mio scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue, maneggeranno i serpenti e, se avranno bevuto qualche veleno, non farà loro male; imporranno le mani agli infermi ed essi guariranno. E il Signore Gesù dopo aver loro parlato, ascese al cielo e siede alla destra di Dio. Quelli poi andarono a predicare da per tutto, con la cooperazione del Signore, il quale confermava la parola coi prodigi che l'accompagnavano.
    Desiderare Gesù Cristo.
    Appena il diacono ha pronunciato queste parole, un accolito sale l'ambone e spegno il Cero che ci ricordava la presenza di Gesù risorto. Questo rito espressivo annuncia il principio della vedovanza della Santa Chiesa, e avverte le anime nostre che d'ora in avanti, per contemplare il nostro Salvatore devono aspirare al cielo dove egli risiede. Come è passato rapidamente il suo soggiorno quaggiù! Quante generazioni si sono succedute, quante ne seguiranno ancora, prima che egli si mostri di nuovo!
    Lontano da lui, la Santa Chiesa prova i languori dell'esilio; nondimeno persevera ad abitare in questa valle di lacrime, poiché è qui che ella deve allevare quei figli dei quali lo Sposo divino l'ha resa Madre, per mezzo del suo Spirito; ma la vista di Gesù le manca, e, se siamo cristiani, essa deve mancare anche a noi. Oh! quando verrà quel giorno in cui, nuovamente rivestiti della nostra carne, "saremo rapiti sulle nubi in aria incontro al Signore, e così saremo sempre col Signore?" (1Ts 4,16). Allora, e solamente allora, avremo raggiunto il fine per il quale fummo creati.
    Tutti i misteri del Verbo incarnato che noi abbiamo visto svolgersi fin qui, dovevano concludersi con la sua Ascensione; tutte le grazie che noi riceviamo, giorno per giorno, avranno termine con la nostra. "Passa l'apparenza di questo mondo" (1Cor 7,31) e noi siamo in cammino per andare a raggiungere il nostro Capo. In lui è la nostra vita, la nostra felicità; sarebbe vano volerlo cercare altrove. Per noi è buono tutto ciò che ci riavvicina a Gesù; mentre quello che ne allontana è cattivo e funesto. Il mistero dell'Ascensione è l'ultimo bagliore che Dio fa splendere ai nostri sguardi per mostrarci la via. Se il nostro cuore aspira a ritrovare Gesù, è segno che vive della vera vita; ma se resta concentrato nelle cose create, in modo che non senta più l'attrazione di quel celeste amante che è Gesù, vuoi dire che esso è morto. Alziamo dunque gli occhi come i discepoli e seguiamo, col desiderio, colui che oggi risale al cielo per prepararci un posto. In alto i cuori! Sursum corda! È il grido di addio che ci mandano i nostri fratelli che vi salgono al seguito del divin Trionfatore; è il grido dei santi Angeli che accorsero incontro all'Emmanuele e che c'invitano ad andare ad accrescere le loro file.
    MEZZOGIORNO
    Una tradizione venutaci dai primi secoli e confermata dalla rivelazione dei santi, c'informa che l'ora dell'Ascensione del Salvatore fu quella del mezzogiorno. Le Carmelitane della riforma di santa Teresa onorano con un culto particolare questo pio ricordo. All'ora in cui siamo esse sono riunite in coro, assorte nella contemplazione dell'ultimo dei misteri di Gesù, seguendo col pensiero e col cuore l'Emmanuele, lassù in alto dove il suo volo divino lo condusse!
    Seguiamolo anche noi; ma prima di fissare lo sguardo su questo radioso meriggio che illumina il suo trionfo, torniamo un momento col pensiero al punto di partenza. Egli apparve nella stalla di Betlemme, a mezzanotte, nel più fitto delle tenebre. Quell'ora notturna e silenziosa conveniva all'inizio della sua missione. Tutta la sua opera era davanti a lui; per compierla dovevano esservi impiegati trentatré anni. Questa missione doveva svolgersi anno per anno, giorno per giorno, e stava andando alla fine, quando gli uomini, nella loro malizia, s'impadronirono di lui e l'inchiodarono su di una croce. Si era nel mezzo della giornata, allorché egli vi fu innalzato; ma il Padre suo non volle che il sole illuminasse ciò che era una umiliazione e non un trionfo. Dense tenebre coprirono tutta la terra; il mezzodì non rifulse in questa giornata. Quando il sole riapparve, era già l'ora Nona. Tre giorni dopo, Gesù usciva dal sepolcro alle prime luci dell'aurora. Oggi la sua opera è compiuta. Egli ha pagato col suo sangue il riscatto dei nostri peccati, ha vinto la morte risuscitando gloriosamente; non ha, allora, il diritto di scegliere per la sua dipartita l'ora in cui il sole, immagine sua, riversa tutti i suoi raggi infuocati e inonda di luce tutta questa terra che il suo Redentore lascerà per andare in cielo? Salve, dunque, ora del mezzodì due volte sacra, poiché tu torni a parlarci ogni giorno della misericordia e della vittoria dell'Emmanuele! Gloria a te per la doppia aureola che porti: la salvezza degli uomini per mezzo della croce, e l'entrata dell'uomo nei regni dei cieli!
    Ma non sei forse tu stesso la piena luce delle anime nostre, o Gesù, Sole di giustizia? E questa medesima pienezza di luce alla quale noi aspiriamo, questo ardore dell'amore eterno che solo può renderci felici, dove trovarlo se non in te che sei venuto sulla terra per rischiarare le nostre tenebre e fonderne il ghiaccio? Con questa speranza, ascoltiamo la parole melodiose di Geltrude, tua Sposa fedele, e sollecitiamo la grazia di poterle un giorno ripetere insieme con lei: "Oh! amore, oh! meriggio dall'ardore così dolce, tu sei l'ora del riposo sacro; e la pace completa che si gode in te forma la nostra delizia. Oh! amato mio Bene, eletto e scelto al disopra di tutte le creature, fammi conoscere, mostrami il luogo dove pasci il tuo gregge, dove prendi il tuo riposo nell'ora del mezzogiorno. Il mio cuore s'infiamma al pensiero di questi dolci momenti. Oh! se mi fosse dato di avvicinarmi a te, non soltanto per esserti vicina, ma per restare in te! Sotto la tua influenza, o sole di giustizia, tutti i fiori delle virtù spunterebbero in me che sono soltanto cenere e polvere.
    Fecondata dai tuoi raggi, o mio Maestro e mio Sposo, l'anima mia produrrebbe nobili frutti di ogni perfezione. Rapita da questa misera valle, ammessa a contemplare la tua immagine tanto desiderata, la mia felicità eterna consisterebbe nel pensare che tu, specchio senza macchia, non avevi disdegnato di unirti ad una peccatrice quale sono io" [2].
    SERA
    Preghiera.
    O nostro Emmanuele! sei giunto finalmente al termine della tua opera ed oggi stesso ti vediamo entrare nel celeste riposo. Al principio del mondo, impiegasti sei giorni per lo sviluppo di tutte le parti dell'universo create dalla tua potenza; dopo di che ti riposasti. Più tardi, quando volesti risollevare la tua opera decaduta per la malizia dell'Angelo ribelle, il tuo amore, durante il corso di trentatré anni, ti fece passare attraverso una successione sublime di opere, per mezzo delle quali si compì la nostra redenzione, ristabilendoci così in quel grado di santità e di gloria che avevamo perduto. Nulla hai dimenticato, o Gesù, di quanto eternamente era stato deciso dai voleri della Trinità, di quanto i Profeti avevano annunciato. La tua Ascensione mette il suggello a quella missione che compisti nella tua misericordia. Per la seconda volta, torni nel riposo; ma vi entri con la natura umana innalzata, d'ora in avanti, agli onori divini. I giusti della nostra stirpe che liberasti dal limbo prendono posto nelle fila dei cori angelici, e tu ci dicesti nel lasciarci: "Io vado a preparare un posto per voi" (Gv 14,2).
    Fiduciosi nella tua parola, risoluti a seguirti in tutti i misteri che non furono compiuti che per noi, ad accompagnarti nell'umiltà di Betlemme, nella partecipazione dei dolori del Calvario, nella Risurrezione della Pasqua, aspiriamo ad imitarti anche, quando l'ora sarà venuta, nella tua trionfale Ascensione. In questa attesa noi ci uniamo al coro degli Apostoli ed al loro saluto, ai nostri Padri, la cui moltitudine ti accompagna e ti segue,
    Volgi i tuoi sguardi sopra di noi, o divino Pastore! il momento della riunione non è ancora giunto. Proteggi le tue pecorelle, e veglia affinché neppure una si perda e manchi all'incontro. Istruiti, d'ora in avanti, sulla nostra fine, saldi nell'amore e nella meditazione dei misteri che ci hanno condotti a quello di oggi, noi l'adottiamo in questo stesso giorno, quale oggetto di nostra attesa e meta dei nostri desideri. È stato lo scopo della tua venuta in questo mondo, discendendo così fino alla bassezza nostra, per elevarci, poi, alla gloria, facendoti uomo per far di noi degli dèi.
    Ma finché venga quel momento che ci riunirà a te, cosa faremmo quaggiù se la Virtù dell'Altissimo, che ci hai promesso, non scenderà presto sopra di noi, se non verrà a portarci la pazienza nell'esilio, la fedeltà nell'assenza, l'amore che solo può sostenere un cuore che sospira per il possesso? Vieni dunque, o divino Spirito! Non ci lasciare languire, affinché il nostro sguardo resti fisso nel cielo, ove regna e ci attende il nostro Salvatore, e non permettere che questo nostro occhio umano sia tentato, nella sua stanchezza, di abbassarsi su di un mondo terrestre, dove Gesù non si lascerà più vedere.
    PREGHIAMO
    O Dio onnipotente, te ne preghiamo, concedi a noi che crediamo nell'Ascensione al cielo del tuo Unigenito, nostro Redentore, di vivere sempre con la mente in cielo.

    [1] Costit. Apost., l. v, c. xix.
    [2] Esercizi di santa Geltrude, V giorno.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 213-223.»





    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
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    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

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  6. #6
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    Lightbulb Re: 10 maggio (15 maggio) - S. Isidoro l'agricoltore

    15 MAGGIO 2019: quindicesimo giorno di Maggio Mese Mariano; Santi Torquato, Tesifonte, Secondo, Indalezio, Cecilio, Esichio ed Eufrasio martiri, S. Dinfna o Dimpna, martire, Beato Andrea Abellon, Domenicano, SAN GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE, CONFESSORE…



    «San Giovanni Battista de la Salle, confessore, 15 maggio.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm





    Maggio mese di Maria: 15° giorno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino.
    http://www.stellamatutina.eu/maggio-...ria-15-giorno/





    “15 maggio (1° maggio) - SS. Torquato e sei compagni martiri.”
    “Dal sito SANTI E BEATI (con modifiche ed integrazioni): Santi Torquato, Tesifonte, Secondo, Indalezio, Cecilio, Esichio ed Eufrasio.”
    https://forum.termometropolitico.it/...i-martiri.html

    “10 maggio (15 maggio) - S. Isidoro l'agricoltore.”
    https://forum.termometropolitico.it/...ricoltore.html

    “15 Maggio - Beato Andrea Abellon, Domenicano.”
    15 Maggio - Beato Andrea Abellon, Domenicano

    “15 maggio (30 maggio) - S. Dinfna o Dimpna, martire.”
    https://forum.termometropolitico.it/...a-martire.html

    “15 maggio (7 aprile) - S. Giovanni Battista de La Salle.”
    https://forum.termometropolitico.it/...-la-salle.html

    https://it.wikipedia.org/wiki/Giovan...ta_de_La_Salle
    “Giovanni Battista de La Salle fu sepolto nella chiesa di Saint-Sever, un quartiere di Rouen. Nel 1734 il suo corpo fu riportato a Saint-Yon nella cappella del suo pensionato, poi nel 1835 fu traslato in quella della Scuola normale di Rouen. A Reims fu fatta costruire, nel 1898, una chiesa dedicata a lui. Nel 1937 le sue reliquie furono trasferite a Roma. Il processo di beatificazione cominciò nel 1835 e, l'8 maggio 1840, fu dichiarato venerabile. Fu proclamato beato il 19 febbraio 1888 e santo il 24 maggio 1900, canonizzato da papa Leone XIII. La sua memoria liturgica si celebra il 7 aprile.

    Il 15 maggio 1950 Papa Pio XII lo dichiarò santo patrono degli insegnanti e degli educatori.”
    https://upload.wikimedia.org/wikiped..._JBS_Rouen.jpg





    San Giovanni Battista de La Salle - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-giovan...a-de-la-salle/
    «15 maggio, San Giovanni Battista de La Salle, Confessore (Reims, 30 aprile 1651 – Rouen, 7 aprile 1719), fondatore della Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

    O glorioso San Giovanni Battista de La Salle, apostolo dell’infanzia e della gioventù, è alto nel cielo la vostra guida e protezione. Intercedi per noi, assistici, affinchè siamo preservati da ogni macchia di errore e di corruzione, e rimanere fedeli a Gesù Cristo e al Capo infallibile della Chiesa, il Papa. Fate che esercitando le virtù in cui siete stato campione in modo ammirevole, meritiamo di essere partecipi della gloria nella patria celeste.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-237x300.jpg






    SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "Torino - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

    "Modena - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

    "Rimini - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

    "Pescara - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

    "Potenza - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

    "Roma - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
    II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
    II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
    Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
    Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
    Santa Pasqua (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
    Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
    Sabato Santo (Veglia Pasquale)
    https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
    Venerdì Santo
    https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
    Giovedi Santo
    https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...3d&oe=5D62AAA2






    https://tradidiaccepi.blogspot.com/
    https://tradidiaccepi.blogspot.com/2...ssore.html?m=1
    «SANT'ISIDORO AGRICOLA, CONFESSORE.
    Patrono della città di Madrid.

    Isidoro nacque a Madrid intorno al 1070 e le ristrettezze famigliari lo portarono a dedicarsi al lavoro dei campi fin da giovanissimo. Ciò non gli impedì di vivere devotissimamente, ascoltando ogni giorno la Santa Messa e accompagnando ogni cosa con la orazione. Si racconta di come non poche volte gli Angeli conducessero l’aratro per consentirgli di pregare e di come miracolosamente si moltiplicasse il grano da lui mietuto. Assieme alla moglie, la beata Maria de la Cabeza, si distinse nell’aiutare i poveri e i bisognosi. Così carico di meriti si addormentò nel Signore il 15 maggio 1130. Paolo V ne celebrò la beatificazione il 2 maggio 1619. Gregorio XV infine, il 12 marzo 1622, iscriveva l’umile contadino nei fasti dei Santi, assieme a Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio e Teresa d’Avila. Il suo corpo si venera a Madrid nella ex Cattedrale. Sant’Isidoro è Patrono di Madrid, dei contadini e la sua protezione viene invocata sui campi.»
    https://4.bp.blogspot.com/--I3yUxJ9v...74514536_n.jpg
    https://4.bp.blogspot.com/-AlTJMx7BR...IC_6366186.jpg










    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    https://www.sursumcorda.cloud/settim...sum-corda.html
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    “[VIDEO] Ecumenismo Smascherato - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata «ecumenismo».
    https://m.youtube.com/watch?v=ZQ8VnQMEwL0
    Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
    Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...a-eretico.html

    “Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere.html
    "La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc "

    https://www.sursumcorda.cloud/sostie...no-detail.html
    “Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
    Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”

    «Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/







    http://www.radiospada.org/
    http://www.edizioniradiospada.com/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/
    «15 maggio 2019: San Giovan Battista Lasalle, confessore.

    Nacque a Reims in Francia il 30 aprile 1651 da una famiglia cattolica influente. A undici anni riceve la tonsura e a sedici diventa canonico della cattedrale di Reims. Alla morte dei genitori deve occuparsi dell'amministrazione dei beni di famiglia e della tutela dei suoi fratelli. Ciò nonosante continua i suoi studi di teologia, che terminerà con il dottorato nel 1680. Divenuto sacerdote il 9 aprile 1678, lasciò presto il canonicato per dedicarsi interamente all'educazione e all'istruzione dei fanciulli delle classi povere e alla preparazione degli insegnanti. Per realizzare ciò abbandona la casa natale e va a vivere con loro. Da questa comunità, fondò i "Fratelli delle scuole cristiane" e operò una notevole rivoluzione nel mondo dell'educazione: fu infatti il primo a sostituire la lingua latina con quella parlata nell'insegnamento. Ha inoltre rinnovato radicalmente il metodo scolastico, mettendo le basi per la diffusione dell'istruzione popolare, elaborando nuovi principi pedagogici. La congregazione da lui fondata, fra difficoltà enormi, fu il primo istituto laicale e agli inizi incontrò la diffidenza delle stesse autorità ecclesiastiche che non vedevano di buon grado la costituzione di una comunità di laici consacrati alla conduzione di scuole gratuite. Morì a Saint Yon, vicino a Rouen il mattino del 7 aprile 1719, venerdì santo.
    La sua spiritualità si modella su quella della scuola francese del secolo XVII e le sue costituzioni sono servite a lungo come modello per altre congregazioni. Papa Pio XII lo ha dichiarato patrono dei maestri cattolici, perché essi sentano l'esigenza di una autentica formazione popolare cristiana. E' stato beatificato il 19 febbraio 1888, canonizzato infallibilmente il 24 maggio 1900 e proclamato Patrono degli insegnanti il 15 maggio 1950.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...f3&oe=5D64DA80





    «15 maggio 2019: Ottava del Patrocinio universale di San Giuseppe.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...64&oe=5D6DD51A






    "Sant’Isidoro di Madrid, il contadino dei miracoli."
    https://www.radiospada.org/2019/05/s...-dei-miracoli/
    https://i1.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=528&ssl=1






    «Il 14 maggio 1948 nasceva lo “Stato di Israele”. Il 15 maggio l'Osservatore Romano commentava: “Il sionismo moderno non è il vero erede dell’Israele biblico ma uno stato laico […] La Terra Santa e i suoi luoghi santi appartengono al Cristianesimo, il Vero Israele”.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...79&oe=5D6CAAF4










    www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    http://www.agerecontra.it/

    "Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
    Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale
    http://www.centrostudifederici.org/

    "sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
    sito dedicato alla crisi dottrinale nella chiesa cattolica
    http://www.crisinellachiesa.it/

    "Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
    http://www.centrosangiorgio.com/


    C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
    http://www.cmri.org/ital-index.html





    https://www.truerestoration.org/


    https://novusordowatch.org/


    ": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
    http://www.fathercekada.com/

    "Home | Traditional Latin Mass Resources"
    http://www.traditionalmass.org/





    "Como ovejas sin Pastor"
    http://sicutoves.blogspot.com/


    https://moimunanblog.com/





    “Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
    https://profidecatholica.com/


    https://johanlivernette.wordpress.com/


    https://lacontrerevolution.wordpress.com/


    https://sedevacantisme.wordpress.com/


    "Sede Vacante -"
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    http://wordpress.catholicapedia.net/


    https://fidecatholica.wordpress.com/


    https://militesvirginismariae.wordpress.com/




    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    “Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

    Messes :: Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/messes

    15 mai : Saint Jean-Baptiste de la Salle, Fondateur des Frères des Écoles Chrétiennes (1651-1719) :: Ligue Saint Amédée
    “15 mai : Saint Jean-Baptiste de la Salle, Fondateur des Frères des Écoles Chrétiennes (1651-1719).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...de_lasalle.jpg







    AVE MARIA!!!
    REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!

    «O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
    CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
    Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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