"L'ateismo è la negazione di Dio", come riportano i dizionari. Con il termine "Dio" non si intende solamente il monoteismo ma piuttosto qualunque "realtà divina". L'ateismo si deve intendere quindi, più precisamente, come la negazione del trascendente. L'ateismo è la negazione di tutte le credenze monoteiste, politeiste, della reincarnazione, della vita ultraterrena, eccetera. E' un dogma perché nessuno può o potrà mai fornire prove scientifiche dell'esistenza di un ordine divino oltre alla realtà che vediamo, perché non esistono e non possono esistere strumenti scientifici inequivocabili per appurare tale esistenza o inesistenza.
L'agnosticismo considera inconoscibile tutto ciò che è al di là del dato sperimentale in quanto non sottoponibile ai metodi delle scienze positive. Questo termine ha anche il significato di non prendere posizione su di un determinato argomento religioso o politico. Pertanto quasi sempre, di fatto, l'agnosticismo è ateismo, visto che nessuno può e potrà mai portare la prova scientifica inequivocabile dell'esistenza o inesistenza di Dio o di un ordine divino.
Fino a qui è stato fatto il punto sul significato dell'ateismo-agnosticismo ed ora procediamo all'analisi delle loro caratteristiche e conseguenze.
Principalmente possono esistere due tipi di ateismo: l'ateismo inserito in un'ideologia che possiede un codice morale che viene imposto a tutti credenti in tale ideologia, oppure l'ateismo generico, che rifiuta di definire un codice morale unico, come invece fanno le religioni o le ideologie. Qui di seguito non parlerò strettamente del primo caso, perché rarissimo e necessiterebbe di esaminare la singola ideologia atea con il relativo codice morale; tuttavia, esaminando il secondo tipo di ateismo, che è in pratica la forma normale dell'ateismo, alcune implicazioni e riflessioni sono valide anche per il primo tipo di ateismo.
Nel cattolicesimo, per esempio, i credenti possono sostenere opinioni diverse purché rientranti nel campo dei valori e delle credenze della propria religione, la quale ha un codice morale supremo piuttosto dettagliato; se un cattolico svia dal suo credo sa che Dio ne è a conoscenza e che lo attenderà una punizione. Nell'ateismo ogni ateo può sostenere letteralmente qualunque cosa, in quanto l'ateismo non ha un codice morale supremo al quale conformarsi: essere ateo, vuol dire che si decide totalmente con la propria testa, in maniera individuale e anarchica, cosa è giusto e sbagliato. Un ateo può credere in qualunque cosa gli aggradi è servo esclusivamente delle sue passioni e della sua ragione ed, eventualmente nel caso le sue idee siano contro le regole sociali, il suo timore è unicamente quello di non essere scoperto. Sia nel campo della sessualità (monogamia, poligamia, orientamento sessuale, promiscuità, orge, incesto, sadomasochismo, eccetera) sia nel campo generico dell’etica, l’ateismo permette di sostenere qualsiasi opinione.
Per tutti gli atei la vita è esclusivamente solo quella che vediamo tutti i giorni, che ha inizio dal concepimento e fine con la morte su questa terra.
Alcuni atei possono credere nell'imposizione autoritaria di un certo tipo di morale ma in genere l'ateismo porta di regola a sostenere il liberalismo ed il relativismo: lo Stato non solo deve essere laico ma anche astenersi rigorosamente dall'indicare principi morali, se non in misura strettamente limitata agli aspetti legali di protezione dell'integrità fisica personale e della proprietà. Anche questi aspetti minimi di protezione dell'individuo tuttavia, sono del tutto indefiniti e dipendono totalmente dal risultato della tumultuosa volontà popolare.
La vita ha tanti lati positivi ed altrettanti lati negativi: spesso comporta molte difficoltà faticose da accettare e superare; riflettete bene a quanti motivi di infelicità; esistono tragedie, ingiustizie, sciagure, malattie, la rabbia che può produrre la vita nel quotidiano e nel complesso. Pensate che tutte le persone possiedano la ragione, l'intelligenza e la forza di astenersi dal male e di capire chiaramente cosa sia giusto e sbagliato? No, alcuni riescono a capire alcune cose ed altre no; tutti hanno una propria opinione diversa su tutto e tutti sono convinti di aver ragione. E ancora: anche coloro che hanno capito alcune regole morali in alcune circostanze più favorevoli riescono a seguirle ma in altre circostanze no. Gli esseri umani possiedono una natura mutevole ed ambivalente, e sono “animali sociali”, ovvero molto influenzabili dall’esempio, buono o cattivo, altrui. Alcuni sono per natura buoni, altri sono aggressivi e violenti, e la maggior parte è una via di mezzo molto influenzabile.
Proviamo ad ipotizzare una società atea, e chiediamoci: che cosa spronerebbe in maniera efficace una persona a faticare per affrontare la vita, per cercare la Verità ed agire virtuosamente seguendo le regole morali, migliorare se stessa e la sua società? Che cosa bloccherebbe tanta gente infelice ed insoddisfatta, per esempio, dallo sfogare tutta la propria frustrazione e disperazione verso le persone verso le quali si nutre rancore oppure dal suicidarsi? Oppure per contrastare le manie di potere e di dominio sugli altri, o il disinteresse verso la virtù e gli altrui diritti?
In una società atea che valore saldo ed assoluto può avere ciò che affermano lo Stato e la maggioranza, e le leggi da essi emanate? Le leggi sono solo pezzi di carta scritti ed approvati da altre scimmie evolute, perché mai dovrei sottomettermi e credere ad esse e non seguire la mia libertà? Come è possibile la sicurezza ed in generale il concetto stesso di "società civile" quando questa è completamente senza saldi stimoli e freni?
Per l'ateismo l'amore, la solidarietà, l'odio, il disprezzo, sono solo fenomeni elettrochimici del cervello, non sono anche categorie morali inquadrate in un ampio quadro di regole espresso dall'ordine divino. Perché un ateo dovrebbe porsi dei problemi, nell'aver "stimolato" delle reazioni elettrochimiche negative (come dolore e sofferenza), in altri aggregati cellulari casuali forgiati dall'evoluzione? Avete la consapevolezza dell'enorme estensione e profondità del male, ogni giorno, in tutto il mondo? Il male si può risolvere cosi, secondo l'ateismo, dicendo semplicemente alle persone che hanno un comportamento violento o sbagliato "ravvediti per amore del bene"? Il bene ovvero ciò che per l'ateismo è solo una delle numerose interpretazioni di una serie di manifestazioni elettrochimiche del cervello?
Inoltre come si può pensare che tutto ciò che ci circonda, l'immensità dell'universo, le innumerevoli forme di vita, sia lasciato totalmente al caos, privo di un valore profondo ed ordine superiore? Come si può pensare che all'origine di tutto, non ci sia nulla? Che miliardi e miliardi di vite, in miliardi e miliardi di anni abbiano vissuto nel caos e le loro vite siano limitate a quel breve intervallo di tempo e null'altro e nessuna Giustizia? L'ateismo dunque, è il peggior incubo dell'umanità: sostenere che oltre alla vita che vediamo tutti i giorni non esista null'altro, nessuna Giustizia; che siamo solo delle scimmie evolute, o, più precisamente che siamo solo degli organismi cellulari complessi e casuali frutto dell'evoluzione; chi potrebbe descrivere una "verità" più cupa e tenebrosa?
Considerando attentamente queste domande e conoscendo la natura umana e l'umanità, converrete dunque quanto sia irrazionale l'idea dell'esistenza di una società civile che sia priva di riferimenti al Divino, il quale rappresenta lo stimolo ed il freno più saldo. Converrete sull’importanza individuale e sociale che possiede Dio ed il trascendente. E' proprio la consapevolezza del senso divino del tutto, il motivo saldo che sprona a ricercare il giusto, a salvare se stessi ed aiutare gli altri; a spingere con forza le persone al bene, alla volontà di essere civili, alla comprensione delle verità più profonde, all'agire virtuoso. E' proprio questa consapevolezza che gli esseri umani non sono solo "aggregati cellulari casuali forgiati dall'evoluzione", come sostiene l'ateismo!
Ovviamente "ateo" non significa "cattivo", vi possono essere atei molto morali, in quanto ogni ateo ha una sua propria morale; gli atei vanno rispettati come persone ma non l'ateismo, dottrina assolutamente assurda, con gravi conseguenze individuali e sociali. Ateo non vuol dire neanche "stupido" perché all'ateismo si può arrivare anche per motivi di ignoranza, di emotività e di disinformazione. Spesso per esempio, l'ateismo è semplicemente una posizione superficiale ed emotiva di reazione ad una particolare cultura religiosa del luogo in cui vive; il non voler vedere oltre una o più determinate interpretazioni religiose e/o degli errori di esse. Un atteggiamento emotivamente distruttivo, piuttosto che un ragionamento costruttivo e razionale.
Allo stesso modo essere religioso non vuol dire essere perfetto, buono o intelligente. Semplicemente però, e non è poca differenza, significa impegnarsi per essere obbedienti ad importanti verità divine, e quindi salde e profonde, e chiaramente codificate nella religione, sul valore della vita e della moralità delle azioni.
L'ateismo è un eccessivo e quindi erroneo atteggiamento scientista, che sostiene che la questione del divino possa venire trattata come una qualsiasi analisi di laboratorio, che analizza dati scientifici inequivocabili nell'affermare se una cosa esista oppure no. Tutto ciò che percepiamo può essere spiegato dalla scienza. Anche ciò che ancora non ha trovato una spiegazione, riguardo il funzionamento dell'universo, oppure di fenomeni che riguardano la natura umana, un giorno potrà avere la sua spiegazione scientifica. Ma si badi bene: la scienza può illustrare l'aspetto "meccanico" del funzionamento delle cose, il "come" ma non il suo "perché" profondo e nemmeno potrà mai spiegare perché alcune cose siano giuste ed altre sbagliate. Quando mai la scienza potrebbe dimostrare alcuni concetti, come per esempio, che uccidere o drogarsi sia sbagliato? Può illustrare il danno che avviene fisicamente e chimicamente, può illustrare le modalità di azione del danno; ma non può dimostrare che ciò sia giusto o sbagliato. La ragione può dimostrare tutto, ma la scienza no. La scienza integra la ragione, ma la scienza da sola è del tutto miserabile cosa. Cosi come la ragione a sua volta, per alcuni concetti teologici e metafisici, si deve avvalere della fede.
Secondo le attuali stime sulla religiosità nel mondo ( Major Religions Ranked by Size ) gli atei rappresentano circa l'8 % dell'umanità, mentre il 92 % dell'umanità crede in un qualsivoglia ordine divino, di una religione ufficiale o in base ad un proprio ideale laico.