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  1. #1
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    Post [FalceMartello] Sinistra autonomista o sinistra autonoma dalla propria base?

    Prc Sardegna: una rottura di vertice

    Scritto da FalceMartello - tendenza marxista del Prc (Sassari) Pubblichiamo una presa di posizione dei nostri compagni sardi riguardo l'uscita dal partito di tre consiglieri regionali del Prc.

    Sinistra autonomista o sinistra autonoma dalla propria base?


    1)La posizione dei consiglieri regionali Antonello Licheri, Peppuccio Fadda e Paola Lanzi, di rompere col gruppo PRC in regione e dar vita ad un nuovo gruppo consiliare (la cosiddetta Sinistra Autonomista) con l’ex Ds Renato Cugini (mozione Angius) e col PdCI Tore Serra, rappresenta una scelta grave che critichiamo con fermezza e determinazione. Niente può giustificare in alcun modo un’operazione che non esitiamo a definire politicista e di vertice.

    2)Le ragioni che sono state presentate a sostegno dell’operazione mirerebbero alla formazione di un “Laboratorio sardo della sinistra d’alternativa” in linea con quanto sostenuto dal partito a livello nazionale. Ci sembra quanto meno curioso che chi in questi anni ha condotto una battaglia d’opposizione alla linea nazionale in nome dell’identità comunista, si renda oggi disponibile a una “fuga in avanti” verso lo scioglimento del Prc attraverso un’operazione, a dir poco spregiudicata, che non solo è centrata sul piano istituzionale, ma che mentre dichiara di voler essere aggregativa e partecipata esclude totalmente i militanti di base che assistono attoniti a una rottura senza che nessuno li abbia chiamati ad alcun tipo di confronto. Persino molti compagni che appartengono alla componente del compagno Licheri sono stati informati dell’operazione solo a giochi fatti nell’incontro che si è tenuto a Mores.

    3)Ne emerge che chi fino a ieri si collocava formalmente in una posizione critica e di sinistra non è stato in grado di proporre un’alternativa credibile alla linea di maggioranza. Conoscendo da vicino i metodi con cui è stata diretta in questi anni la federazione di Sassari mentiremmo se dicessimo che non siamo affatto sorpresi di tutto ciò.

    4)La corrente Essere Comunisti, che nazionalmente fa capo a Claudio Grassi, con questa vicenda esce completamente demolita in Sardegna. Fino a due anni fa guidava compattamente il partito nell’isola, ma già al congresso regionale straordinario (16 mesi più tardi) entrava in frantumazione e si distribuiva su tre diverse mozioni. Oggi una parte sta in maggioranza mentre l’altra parte rompe da destra con il partito. Un fallimento più grande è difficile immaginarlo.

    5)Sono i risultati di metodi burocratici che per anni sono stati applicati nella costruzione del partito in regione e che hanno prodotto le stesse forme degenerative (se non peggiori) che venivano contestate alla maggioranza bertinottiana. Il peggior riformismo mascherato da vuoti appelli al marxismo e al leninismo. Abbiamo visto quanto contavano i richiami alla difesa della falce e martello e all’identità comunista contrapposti alle tesi “liquidazioniste” di Bertinotti. L’ex segretario regionale Valentini è oggi a Roma nel gruppo operativo centrale della Sinistra europea (stabilmente integrato nella maggioranza di Giordano), Ortu, il suo successore, è nella nuova maggioranza regionale e Licheri per parte sua da vita a un gruppo regionale che non si dichiara comunista nel nome, né lo è nei fatti.

    6)Mentre i militanti pensavano di trovarsi di fronte a una disputa politica erano in realtà strumentalizzati in una contesa dove gli argomenti erano “moneta di scambio” da utilizzare in una lotta tesa esclusivamente alla conquista di fette di potere e di privilegi all’interno delle istituzioni.

    7)Quella della “sinistra autonomista” è un’operazione ancor più arretrata di quella, che pure critichiamo, a livello nazionale. La nascita di un Cantiere delle forze alla sinistra del Partito democratico, così come viene avanzata da Giordano, si contrappone almeno nelle intenzioni alla nascita di un partito unico della sinistra. Rifondazione Comunista pertanto non andrebbe a sciogliersi in un nuovo contenitore. L’operazione di Licheri e compagni invece, oltre che nelle intenzioni, produce nei fatti una scissione senza dar vita a un soggetto politico comunista. Né per altro unitario.

    8)Non godendo del sostegno della segreteria regionale del Prc questa operazione non può che produrre nuovi divisioni a sinistra su basi politiche poco chiare. I comunisti hanno invece tutto l’interesse a cercare l’unità d’azione nella chiarezza delle diverse posizioni politiche.

    9)La scissione in casa Ds rappresenta oggi un fatto di per sé positivo. La decisione di Mussi al congresso di Firenze di non partecipare alla costituente del nascituro Partito democratico è un atto positivo di chiarimento rispetto a quel settore che, fondendosi con la Margherita, rinuncia una volta per sempre a rappresentare il mondo del lavoro in favore della più semplice, quanto ambigua e inflazionata, cittadinanza. Tutto ciò apre un terreno di interlocuzioni al quale Rifondazione Comunista non solo non deve sottrarsi, ma deve costruire i necessari punti di convergenza e azione comune.

    10)Pur tuttavia la Sinistra Democratica nasce su una linea di totale appoggio al governo Prodi e quindi, su temi come la riforma pensionistica, la guerra e le tre leggi vergogna del governo Berlusconi (Bossi-Fini, legge 30 e “riforma” Moratti), i comunisti devono mantenere la loro autonomia investendo sul conflitto sociale e su una rottura aperta e dichiarata con le politiche liberiste che guidano il governo Prodi. Su queste posizioni continueremo a batterci nei prossimi mesi a partire dalle scadenze più immediate su lavoro, pensioni e diritti civili.

    11)Facciamo appello a tutti i militanti di Rifondazione Comunista, a partire da coloro che all’ultimo congresso regionale hanno sostenuto il secondo e il quarto documento, a non lasciare il partito ma a continuare una battaglia d’opposizione nel Prc. Uniamo le forze in un percorso comune di lotta che miri a salvare un partito sempre più in crisi per l’unica via possibile, che non è quella di improbabili scissioni di vertice, ma attraverso una mobilitazione della base che punti a riappropriarsi del partito.

    12)Un partito che sarà di sinistra e del lavoro nella misura in cui sarà in grado di aprire la strada all’unica reale prospettiva di liberazione per i lavoratori e gli oppressi nella società: quella comunista.



  2. #2
    Bolivariano
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    Hmm... interessante.. io credo comunque che i militanti di falce e martello quando si troveranno di fronte ad un patto scritto tra mussi,angius,bertinotti,giordano,diliberto e grassi usciranno dal partito... ora quello che mi chiedo è : sinistra critica,falce e martello,pcl ferrandiano,pdac,area del pcl cacciata... rimarranno divisi ad attaccarsi a vicenda e rimanno ancorati a posizioni settarie?
    è una vera curiosità... forse riflettendo bene falce e martello potrebbe trovarsi con sinistra critica e con l'area cacciata del pcl... boh questa è fantapolitica... una cosa è certa... giordano ha perso,perde e perderà pezzi... li ritroverà a "destra" ma non potrà più prendere in giro nessuno definendosi comunista...

  3. #3
    assiduo luceat igne
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    Hmm... interessante.. io credo comunque che i militanti di falce e martello quando si troveranno di fronte ad un patto scritto tra mussi,angius,bertinotti,giordano,diliberto e grassi usciranno dal partito... ora quello che mi chiedo è : sinistra critica,falce e martello,pcl ferrandiano,pdac,area del pcl cacciata... rimarranno divisi ad attaccarsi a vicenda e rimanno ancorati a posizioni settarie?
    FM non uscrià mai. E' una tendenza che si caratterizza su scala internazionale per l'entrismo eterno nei partiti anche nazionalisti, oltre che riformisti di sinistra. Tra le fila dell'organizzazione di Alan Woods infatti non c'è neppure un partito, ma tutte frazioni. A supporto di questa linea c'è la loro idea secondo cui bisogna lottare sempre per strappare la base alla direzione ed il fatto che altre tendenze si spacchino o escano dal partito, li rende felici perchè restano in tal modo l'unica opposizione interna, consegnandogli più visibilità.

  4. #4
    Omia Patria si bella e perduta
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    Citazione Originariamente Scritto da diavolo Visualizza Messaggio
    FM non uscrià mai. E' una tendenza che si caratterizza su scala internazionale per l'entrismo eterno nei partiti anche nazionalisti, oltre che riformisti di sinistra. Tra le fila dell'organizzazione di Alan Woods infatti non c'è neppure un partito, ma tutte frazioni. A supporto di questa linea c'è la loro idea secondo cui bisogna lottare sempre per strappare la base alla direzione ed il fatto che altre tendenze si spacchino o escano dal partito, li rende felici perchè restano in tal modo l'unica opposizione interna, consegnandogli più visibilità.
    Dici il vero. Io conosco alcuni compagni di Falce e Martello e devo dire che è gente che si fa un mazzo incredibile nella militanza di base. Qualcosa di ammirabile (e che io ammiro), nessuno di loro occupa posti di dirigenza perché certe minoranze sono silenziosamente emarginate da Rifondazione.
    Pur sapendo che sono confinati nella militanza di base, che il partito va nella direzione opposta a quella da loro auspicata e che non contano un tubo, persistono nel loro entrismo. Pensano che Rifondazione sia il partito della classe operaia e che prima o poi gli operai prenderanno il potere dentro il PRC e ci sarà il vero partito rivoluzionario leninista.
    Amen.

    Per il momento fanno i militanti di base e gli attacchini per Giordano.

  5. #5
    assiduo luceat igne
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    Si sono compagni sempre in prima linea. Ora hanno certamente più spazio di ieri nella dirigenza, anche grazie al loro assiduo lavoro che li porta a volte in realtà e lotte dove il PRC non c'è. Posso anche testimoniare che spesso portano compagni da fuori Rifondazione, all'interno del partito...
    All'ultimo congresso del PRC prima di abbandonare il partito supportai, per varie ragioni, la loro mozione con un discreto successo inaspettato. Purtroppo tutto è disperso per via dell'entrismo profondo, del resto è il loro modo di rispondere alla distanza che separa le avanguardie dalle masse: usare le masse per spostare a sinistra i partiti riformisti o scalzare completamente le burocrazie. C'è da ricordare che han fatto parte del PSI, dei DS e ora di Rifondazione. In Inghilterra sono nel Labur Party. In Francia sono nel PCF...

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandokan80 Visualizza Messaggio
    Dici il vero. Io conosco alcuni compagni di Falce e Martello e devo dire che è gente che si fa un mazzo incredibile nella militanza di base. Qualcosa di ammirabile (e che io ammiro), nessuno di loro occupa posti di dirigenza perché certe minoranze sono silenziosamente emarginate da Rifondazione.
    Pur sapendo che sono confinati nella militanza di base, che il partito va nella direzione opposta a quella da loro auspicata e che non contano un tubo, persistono nel loro entrismo. Pensano che Rifondazione sia il partito della classe operaia e che prima o poi gli operai prenderanno il potere dentro il PRC e ci sarà il vero partito rivoluzionario leninista.
    Amen.

    Per il momento fanno i militanti di base e gli attacchini per Giordano.
    ...ammirabili per la costanza e la tenacia, ma anche per alcune analisi che fanno sul loro giornale/sito... Però non si può sempre sperare nell'avvento delle masse al potere... Siamo grandi ormai e il comunismo storico novecentesco dovrebbe aver insegnato qualcosa, no?

 

 

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