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  1. #1
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    Predefinito Riunificazione delle chiese ortodosse russe e vostra posizione

    Scusate se intervengo, non è la prima volta che scrivo qui, anche lo stimato Mons. Silvano mi conosce. Ricorderà, forse, oltre ai miei interventi telematici, una piacevole e istruttiva (per me) conversazione ad Abbiategrasso, in compagnia di un mio amico.
    Mi interesserebbe sapere, non tanto il vostro parere sulla riunificazione della Chiesa Russa all'Estero col Patriarcato di Mosca di Alessio II, che do più o meno per scontato, quanto le conseguenze nei rapporti con la vostra Chiesa di riferimento. Se cioè romperete, o avete già rotto, per questo, la comunione con la Chiesa Russa all'Estero o meno e, nel secondo caso, che cosa è intervenuto per cui ritenete di poter stare in comunione con una chiesa che a sua volta è in comunione col Patriarcato di Mosca, vista la posizione che avete sempre avuto su di esso, almeno a partire dalla rivoluzione del '17.
    Vi ringrazio anticipatamente.

  2. #2
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    MOSCA - Il patriarca di Mosca Alessio II e il metropolita Lavr, capo della chiesa ortodossa russa all'estero, hanno firmato nella capitale russa, nella cattedrale di Cristo Salvatore, lo storico atto di riunificazione che mette fine ad uno scisma di oltre 80 anni. Alla cerimonia ha assistito, tra gli altri, anche il presidente Vladimir Putin, che nel 2003 promosse il primo passo concreto per il riavvicinamento delle due chiese consegnando al metropolita Lavr, a New York, dove ha sede la chiesa in esilio, un invito per una visita a Mosca da parte di Alessio II.

    Dopo la firma dell'atto di comunione canonica, è cominciata una cerimonia liturgica della durata di tre ore concelebrata da Alessio II e da Lavr, durante la quale il clero delle due chiese prenderà la comunione dallo stesso calice. La cattedrale, distrutta da Stalin nel 1931 e ricostruita nei primi anni novanta dal primo presidente russo Boris Ieltsin dov'era e com'era, è gremita da migliaia di persone. Per assistere alla storico evento centinaia di fedeli hanno atteso in coda fin dall'alba, sfidando una pioggia torrenziale. Per l'occasione sono state aperte le porte reali della cattedrale, un evento eccezionale che si verifica solo a Pasqua.

    Con la firma dell'atto di comunione canonica, il patriarca Alessio II è diventato il Capo della Chiesa riunificata ma la chiesa in esilio manterrà una sua autonomia: continuerà a nominare i suoi preti, manterrà il controllo delle sue proprietà e dei suoi affari quotidiani, e avrà diritto ad essere rappresentata alla conferenza annuale dei prelati a Mosca. Il patriarca della capitale russa avrà tuttavia il diritto di approvare le nomine dei nuovi capi della chiesa all'estero. Inoltre i preti delle due chiese potranno concelebrare l'eucarestia. La cerimonia, trasmessa in diretta dalla tv nazionale, rappresenta un tentativo della Russia di riconciliarsi con il suo passato pre-rivoluzionario e di rimarginare le ferite della rivoluzione bolscevica, della guerra civile e di decenni di ateismo propugnato dallo Stato comunista. Lo scisma si produsse negli anni venti, in seguito alle persecuzioni religiose del regime sovietico e ad una guerra civile nella quale l'armata bianca, e con essa gli ortodossi filozaristi, ebbero la peggio. Parte del clero si stabilì dapprima in Turchia e poi in Serbia, dichiarandosi Chiesa ortodossa russa all'estero nel 1921. Ma lo scisma si consumò nel 1927, dopo il proclama con cui il patriarca Serghi dichiarò la fedeltà della chiesa ortodossa al regime sovietico. Da allora si interruppe ogni legame tra le due chiese, fino alla ripresa del dialogo nel 2003.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    Scusate se intervengo, non è la prima volta che scrivo qui, anche lo stimato Mons. Silvano mi conosce. Ricorderà, forse, oltre ai miei interventi telematici, una piacevole e istruttiva (per me) conversazione ad Abbiategrasso, in compagnia di un mio amico.
    Mi interesserebbe sapere, non tanto il vostro parere sulla riunificazione della Chiesa Russa all'Estero col Patriarcato di Mosca di Alessio II, che do più o meno per scontato, quanto le conseguenze nei rapporti con la vostra Chiesa di riferimento. Se cioè romperete, o avete già rotto, per questo, la comunione con la Chiesa Russa all'Estero o meno e, nel secondo caso, che cosa è intervenuto per cui ritenete di poter stare in comunione con una chiesa che a sua volta è in comunione col Patriarcato di Mosca, vista la posizione che avete sempre avuto su di esso, almeno a partire dalla rivoluzione del '17.
    Vi ringrazio anticipatamente.
    Il Sinodo di Filì ha interrotto la comunione con la Chiesa Russa fuori frontiera a causa di questi accadimenti.
    Il Vescovo Silvano che ha partecipato alla riunione della Sacra Sinodo potrà dirti meglio.

    In Cristo Paolo monaco

  4. #4
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    Questa riunione è stata "sciagurata". La Chiesa Russa all'estero aveva posto due condizioni: 1 - L'abbandono del movimento ecumeno il che significava anhe il non riconosciumento dei sacramenti romanocattolici o (limitatamente al Battesimo) protestanti che la Chiesa Russa riconosce dall'epoca della sia latinizzazione dovuta a circostanze storiche che ora non posso spiegare, nella quale accettò la dorrin Agostiniana sui sacramenti; 2 - la dichiarazione di condanna formale e solenne dell'atto del Metropolita Sergio quando ordinò ai fedeli, sotto perna di scomunica, di obbedire al regime ateo dei bolscevichi.
    Ebbene, Mosca non ha accettato nè l'una nè l'altra condizione eppure l'unione si è fatta lo stesso, con buona pace di San Giovanni Maximovic (che ora il patriarcato ha cominciato a venerare già dallo scorso calendario 2007 ma che certamente questa riunione non avrebbe approvato senza le suddette condizioni) e del beato Metropolita Filarete che, con tutta la sua Sinodo lanciò l'anatema contro l'ecumenismo e che ora si volterà nella tomba, e delle sue magnifiche "Lettere dolorose" contro la servitù della Chiesa al Comunismo.
    Oggi credo finisca la possibilità della Chiesa Russa fuori frontiera di portare un vero spirito nuovo nel Patriarcato, e questa riunione è stata una vera unia: sottomissione senza condizioni a Mosca.
    Dio abbia pietà di Lavr e dei Vescovi che l'anno fatta.
    Molti anni a chi non la ha sottoscritta: due vescovi, uno dei quali mi onorerò di avere mio concelebrante nella glorificazione di papa Giovanni VIII.
    Memoria eterna del beato Metropolita Filarete, il Nuovo Confessore!

    Lacrime vere e sincere per il popolo russo che in nome della "russicità" da salvaguardare ad ogni costo, ancor prima della fede.

    Come è potuto accadere? Quete cose accadono quando i gerarchi governano la Chiesa "con la mentalità di questo mondo " come disse dei papi riformatori del 1000 una voce profetica emersa da un manoscritto dell'Angelica di Roma.
    Ma la stessa voce aggiunge: "per questo essi non possono scampare all'anatema apostolico"

  5. #5
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    Molte grazie dell'esaustiva e chiara risposta. In effetti, quando ho letto della riunificazione, mi aspettavo più o meno qualcosa di simile. In effetti, da una posizione esterna, comprendo bene le vostre ragioni, anche se capisco anche le loro. Però mi chiedo se le due condizioni da lei citate erano poi così difficili da accogliere dal Patriarcato. Il movimento ecumenico poi è notoriamente un conciliabolo massonico e protestantoide, dalla adesione al quale mi domando cosa mai possa venire di buono.
    La saluto rinnovandole la mia stima

  6. #6
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    In rete, a partire dal sito www.orthodoxie.com si possono leggere gli articoli di molti giornali riguardo alla concelebrazione tra il metropolita Laurus ed il Patriarca di Mosca.

    Uno di questi articoli riporta una delle frasi dette da Putin :

    Il ristabilimento dell'Unità della Chiesa è una condizione essenziale per la restaurazione della perduta unità del popolo russo.


    Mi domando e vi domando : è forse necessaria, per il bene dell'umanità, la restaurazione della perduta unità del popolo russo ?

  7. #7
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    Altrove, sempre in uno degli articoli a cui si viene rimandati da orthodoxie.com c'è un commento che dice press'a poco così :

    Codesta riunificazione fa solo il bonheur di Putin che cerca di controllare tutto quello che può...

    Non vi ricorda questa frase qualcosa di simile all'egemonia gramsciana di tanto deprecata memoria ?

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da xenia45 Visualizza Messaggio
    In rete, a partire dal sito www.orthodoxie.com si possono leggere gli articoli di molti giornali riguardo alla concelebrazione tra il metropolita Laurus ed il Patriarca di Mosca.

    Uno di questi articoli riporta una delle frasi dette da Putin :

    Il ristabilimento dell'Unità della Chiesa è una condizione essenziale per la restaurazione della perduta unità del popolo russo.


    Mi domando e vi domando : è forse necessaria, per il bene dell'umanità, la restaurazione della perduta unità del popolo russo ?
    Bene, bene vedo che qui si parla di discriminazione. E evidente! Voi avete paura di russi? Restaurazione della perduta unita del popolo russo sara un bel affaro per tutta l umanita.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da xenia45 Visualizza Messaggio
    In rete, a partire dal sito www.orthodoxie.com si possono leggere gli articoli di molti giornali riguardo alla concelebrazione tra il metropolita Laurus ed il Patriarca di Mosca.

    Uno di questi articoli riporta una delle frasi dette da Putin :

    Il ristabilimento dell'Unità della Chiesa è una condizione essenziale per la restaurazione della perduta unità del popolo russo.


    Mi domando e vi domando : è forse necessaria, per il bene dell'umanità, la restaurazione della perduta unità del popolo russo ?
    Beh, se la mettiamo su questo piano: non sarà necessaria per l'umanità, ma senz'altro è benefica per il popolo russo. Se mi dicessero che il ritorno all'Italia dei territori irredenti (Istria, Dalmazia, Tenda, Mentone, Corsica ecc.) non è positivo per l'umanità, direi che l'umanità può andare a farsi benedire.
    La conquista armata dello Stato Pontificio da parte dei massoni piemontesi fu un danno anche per l'Italia, oltre che per la Chiesa e per tutti, e fu attuata col pretesto di un finto patriottismo, perché non c'è niente di italiano nell'universalismo massonico, poiché il cattolicesimo fa parte dell'anima dell'italianità e un'Italia massonica e anticattolica in fondo è anti-italiana, come anti-italiano era lo stato post-unitario.
    Qui è diverso: qui c'è una fusione e un'identità profonda di interessi fra lo stato russo, finalmente non laicista e anticristiano, e la Chiesa Russa.
    Poi è giusto e legittimo formulare obiezioni di merito sulle posizioni e le responsabilità storiche del Patriarcato di Mosca, come ha fatto il vescovo Silvano, ma da qui a dire che i russi hanno torto a desiderare una chiesa unita, ce ne passa. Semmai penso che qualunque buon ortodosso, russo, greco, italiano o australiano che sia, senta come una ferita il fatto che l'ecumene ortodossa sia divisa e che sarebbe ben contento che fosse unita. Che poi questo non debba avvenire con l'adesione delle chiese che professano una fede integra a quelle che sono nell'errore, ché in questo caso è preferibile mantenere la separazione, non c'è dubbio, ma questa è una questione di merito, di contingenza, non di principio: la separazione non è un valore in sé, anzi.... La giusta dottrina è un valore e la separazione a volte può esserne la conseguenza triste ma inevitabile.

  10. #10
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    Due cose c'è da dire:
    1 - una riguarda il problema della diaspora ortodossa in se.Secondo i canoni un territorio deve avere un solo vescovo. Costantinopoli ritiene "de iure" di avere diritto alla giurisdizione su tutta la diaspora anche se di fatto oggi su un territorio c'è giurisdizioni di tanti vescovi quante sono le etnie presenti in quel luogo perchè ogni chiesa locale segue, di fatto, i suoi connazionali. Questo è completamente anticanonico e contrastante con la stessa ecclesiologia ortodossa. Non so con quale criterio si debba determinare (ci vorrebbe ub concilio) a chi spetta la giurisdizione sugli ortodossi in diaspora nei vari luoghi ma è certo che questa situazione, anche se durerà fino al giudizio, è anticanonica (e coinvolge anche noi perchè la Chiesa Romena di vecchio stile che è in perfetta comunione con noi ha le sue parrocchie in Italia che dipendono canonicamente dal metropolita Vlasie e la Chiesa greca tradizionale ha le sue che dipendono da me!).
    2 - La riunificazione in realtà non è stata tale, ma è stata una unia in cui la ROCOR ha completamente accettato di sottomersi al Patriarcato che non aveva accettato nessuna delle sue condizioni come ho già spiegato. Certo Putin e la "russicità" c'entrano molto: basta pensare ad un documento emanato dove, col pretesto di non contaminare con la degratada società occidentale i "russi" (attenzione, non gli "ortodossi"!) è bene che le parrocchie ortodosse siano in funzione di questa russicità da mantenere, evitando ogni integrazione.........
    3 - approfitto per darvi la traduzione della Dichiarazione del Vescovo Agakanghel di Tavria e Odessa che non ha accettato questa "riunificazione":

    """"" Il giorno della festa dell'Ascensione del Nostro Signore è avvenuto l'ingresso di una parte della ROCOR e dell'attuale Primogerarca e di membri della Sinodo nel Patriarcato di Mosca. E' mio dovere avvertire il mio gregge e tutti i figli fedeli della Chiesa Russa ortodossa fuori frontiera di quanto segue:

    - poichè fino ad oggi il Patriarcato di Mosca non è venuto a penitenza dei peccati del sergianismo e dell'ecumenismo come noi della ROCOR aspettavamo da molto tempo, ritengo che l'unificazione fra di noi e la comunione eucaristica è stata del tutto affrettata.
    Per di più trovo inconcepibile la negazione di tutta l'eredità spirituale da parte della Chiesa Russa fuori frontiera, eredità che non è possibile conservare in tutta la sua pienezza, viste le condizioni enunciate nell'atto di riunificazione canonica.

    - Per questo motivo io rimango nella situazione precedente definita dallo Statuto della ROCOR fino alla soluzione autentica delle domande principali che sono che sono fondamentali per la nostra Chiesa.

    - Continuo a considerare che qualsiasi direttiva o decreto da parte dell'Amministrazione del Patriarcato di Mosca come non aventi alcun valore canonico.

    +Agafanghel, vescovo di Tavria e Odessa della Chiesa Russa fuori frontiera.


    4 - Da questo ne deriva che tutti i vescovi della Chiesa Greca Tradizionale considerano Sua Eminenza Agafanghel ancora parte dell'antica ed autentica ROCOR di san Giovanni Maximovic e del beato Metropolita Filarete e mantengono con lui piena comunione canonica ed eucaristica.

    5 - Il 10 giugno (n.c.) il Vescovo Agafanghel sarà a Pistoia per la glorificazione di Giovanni papa di Roma antica e concelebrerà con noi.

 

 
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