Milano, scoperta lapide Calabresi
Anche Napolitano presente a cerimonia

Alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stata scoperta una lapide per commemorare il commissario di polizia Luigi Calabresi, ucciso 35 anni fa sotto la sua abitazione a Milano mentre stava recandosi al lavoro. ''Fedele servitore dello Stato", è scritto sulla targa affissa all'interno del centro congressi della Provincia di Milano, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia.

Napolitano, dopo la scopertura del cippo in via Cherubini, nel luogo dove fu assassinato Luigi Calabresi, ha detto che nel Giorno della Memoria, a ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi, ''celebreremo in modo continuativo tutte le vittime, le piu' note e le meno note''. ''Le cerimonie come queste - ha detto - belle e significative, si inseriscono in un quadro di attività diverse, tutte importanti, attraverso le quali le istituzioni nazionali e locali si impegnano a trasmettere la memoria storica legata a un periodo tragico della vicenda nazionale italiana, si impegnano ad onorare coloro che hanno perso la vita, che sono caduti vittime del terrorismo".

"A partire dall'anno prossimo -ha aggiunto- avremo un giorno in cui raccoglieremo tante testimonianze e in cui renderemo omaggio a tutte le vittime, indipendentemente dal grado di maggiore o minore notorieta'. Li ricorderemo e onoreremo tutti e' questo un formidabile insegnamento per il futuro, affinche' in Italia mai piu' si ripeta una spirale di odio e di fanatismo e violenza che si chiama terrorismo''.

Il ricordo di Calabresi
Il Presidente è stato accolto in città dal sindaco Letizia Moratti, dal presidente della Provincia, Filippo Penati, dalla vedova Calabresi, Gemma Capra e dal figlio Mario. "A Luigi Calabresi fedele servitore dello Stato vittima della spirale di violenza politica che bagnò di sangue innocente le strade di Milano. A 35 anni dal suo vile omicidio lo ricorda e lo onora la Provincia di Milano": questo il testo della lapide inaugurata e voluta da Penati che, a nome delle istituzioni, si è "scusato per il ritardo" con cui lo Stato ha riconosciuto il valore dei suoi caduti. "E' per me motivo di commozione e orgoglio - ha sottolineato Penati - ricordare e onorare un fedele servitore dello Stato. Noi che abbiamo vissuto quegli anni con angoscia e sgomento ma anche con la consapevolezza che la Repubblica stava attraversando una lunga notte che rischiava di minarne le fondamenta democratiche. Non possiamo non riavvertire la paura strisciante di quel tempo che ha contato quasi 3 mila attentati terroristici e 351 morti".

Ringraziamenti a nome della famiglia da parte di Mario Calabresi. "Sono passati 35 anni ma la sensazione è che non sia passato troppo tempo. Quando ci sono gesti così carichi di significato come le celebrazioni, il loro valore supera anche il ritardo. Questa è stata un'occasione colta, non sprecata. Non sia un gesto solo per la nostra famiglia. Sono sicuro che quello del Presidente Napolitano è un gesto fatto per recuperare la memoria di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi". Mario Calabresi ha quindi ricordato le stragi di Piazza Fontana a Milano, Piazza della Loggia a Brescia e ancora gli omicidi di Guido Rossa, dei giudici Alessandrini e Galli e del medico del Policlinico Marangoni. "Bisogna recuperarne la memoria perché il loro lavoro non sia stato sprecato. Sono esempi che questo Paese può recuperare, utili per andare avanti". Di Calabresi come "uomo giusto, leale, fedele allo Stato e alla Legge" ha parlato infine il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Li Gotti.