Originariamente Scritto da
Franzele
Tema interessante. Mi piacerebbe se qualcun altro scrivesse la propria.
Più che un movimento ci sono tanti movimenti che si trovano per iniziative. E’ difficile trovare un’elaborazione culturale comune che vada oltre slogan generici e alcune battaglie concrete (che sono pure importanti: si pensi alla contrarietà alla guerra e alla privatizzazione dell’acqua, al sostegno al commercio equo e solidale). E’ un bene, perché la diversità è ricchezza, è un limite perché è difficile presentare all’opinione pubblica un’immagine precisa (gran parte della popolazione rimane colpita soprattutto dalle “imprese” di estremisti e facinorosi e identifica i “no global”, espressione che non mi è mai piaciuta, con l’estrema sinistra extraparlamentare: insomma “niente di nuovo sotto il sole”).
I movimenti riescono a vincere alcune battaglie, soprattutto quando coinvolgono la “gente comune”, ma la capacità di cambiare seriamente le cose mi sembra ancora alquanto scarsa.
In Italia la situazione si complica perché una sinistra che si è sempre detta vicina ai movimenti (e per certi versi lo è) si confronta con un’esperienza di governo non facile, piena di contraddizioni.
Ciao