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  1. #21
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    Ti faccio i complimenti per l'ottimo italiano e non è una insinuazione.
    Per il resto hai la mia solidarietà anche se non penso te ne possa fregare di meno.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da diocleziano Visualizza Messaggio
    I turchi non mi stan simpatici, sono un popolo di invasori ipocriti che spesso interpretano la parte delle vittime quando in realtà sono loro stessi gli oppressori. Basta vedere CIPRO!

    E poi non sono europei veri, I TURCHI derivano dai Turkmeni cinesi cacciati via dai mongoli di Gengis Khan e fuggiti verso occidente.

    Sui turkmeni ti potrei fare delle critiche, ma torno ora da un congresso infuocato e nn ho voglia di mettermi qua a disctere . Domani ti posto un bel discorso.
    Comunque anche i finlandesi e gli ungheresi sono popolazioni ugrofinniche, discendenti dei popoli che vengono dall'asia centro settentrionale.
    Anche i bulgari e i macedoni sono in parte di origine turcanica....
    E tutti gli indoeurpei vengono dalla zona iran-afghanistan.... quindi rimangono solo i baschi come legittimi europei, secondo il tuo ragionamento.
    Ciao ciao.

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Rexal Visualizza Messaggio
    Ti faccio i complimenti per l'ottimo italiano e non è una insinuazione.
    Per il resto hai la mia solidarietà anche se non penso te ne possa fregare di meno.
    Grazie,ma studiando in un paese finisci con l' imparare bene la lingua locale,quindi è normale.

    Sul secondo punto,ti sbagli e ti ringrazio.Per fortuna l' Italia è libera da vicini di casa "problematici" e quindi la politica estera diventa un hobby che ,a causa della moda e dei potenti lobby,si gira intorno al medio oriente.Di quello che succede accanto alla loro porta non sanno niente e purtroppo se dovesse succedere qualcosa,starebbero a imparare la storia di decenni in un minuto dal CNN,che avrà posizioni filoturche.Per cui,non essendo palestinese o Israeliano,sono abituato a vedere l' indifferenza oltre che la totale ignoranza sulle relazioni greco-turche.La parte che "non me ne frega di meno" ha a che fare appunto con questa indifferenza.Io metto certe cose,chi vuole leggerle,va bene,chi non vuole,va bene lo stesso,anchio capisco l' importanza del medio oriente.

    Quello che a me importa è che alcune cose grossolane,anche se 2 gatti,le sappiano.Perchè circola tanta propaganda,specie su internet e convincere l' ignaro lettore di una cosa è facilissimo quando non sa elementi basilari.Questo articolo del Washington Times è un tale esempio.Un lettore americano ,l' unica cosa che avrà capito alla fine,è che i Greci sono entrati nello spazio aereo turco in una località chiamata "Limnos".Nel 1996,la CNN scriveva "Grecia e Turchia quasi sono andati in guerra per un isoletta che gli uni chiamano Imia e gli altri Kardak,e dista 3,5 miglia dalla costa turca e 6 miglia dall' isola greca di Kalimnos".Il lettore americano che legge questo,automaticamente,pensa che "è più vicino alla Turchia,quindi dev' essere turco".L' articolo ha preso arbitrariamente Kalimnos come punto di riferimento,anzichè per esempio Kalolimnos da cui dista 1,5 miglia,ma peggio ancora non dice che il trattato di Losanno,dice che la Turchia rinuncia ogni sovranità su isole oltre 3 miglia dalla sua costa.Quindi l' isola non può essere turca.E così che si può presentare in modo facilissimo una situazione nel modo che i media vogliono e presentare il cattivo a seconda delle necessità politiche.
    Avere la solidarietà di semplici cittadini,è l' unico sollievo a cui uno possa sperare (i governi dietro le maschere di perbenismo,fanno politica estera basata su interessi e basta,non su sentimentalismi e "giustizia").

    Io poi in Grecia,mostro spesso posts in vari forum,appunto per far capire che all' estero non sanno una mazza,che il nostro governo che avrebbe dovuto fare campagna informativa sta a dormire,mentre gli altri no e che appunto,se noi non contiamo solo su noi stessi,nessun altro si fregherà se un giorno il grilletto sarà premuto e di sicuro nessuno se ne frega se noi diamo 4+% del PIL da decenni per la difesa,mentre dal 90 in tutta europa i paesi della taglia della Grecia a stento danno 1%.

    Poi ho parlato via internet con molti Turchi e conosco le loro posizioni meglio di molti di loro e so abbastanza la loro mentalità ,da poter dire che anche il più moderato,non c'è modo di convincerlo di nessuna cosa,per cui non so dove andrà a finire questa storia,visto che l' opinione pubblica turca è convinta al 100% che hanno ragione dapertutto e che fanno pazienza mentre la Grecia li provoca.Questo significa,che è improbabile la pacificazione dei Turchi nel futuro a medio termine,perchè ogni arretramento dalle loro rivendicazioni oppure ricorso a mezzi legali che avrebbero come risultato la non soddisfazione al 100% delle posizioni turche,provocherebbe caos in Turchia.Cioè il governo di turno sarebbe accusato di tradimento!

    Prima o poi mi stancherò anche in questo forum,come mi è successo anche in altri,e la smetterò di scrivere di queste cose.Ma se so che 2 persone in più la prossima volta che leggeranno un articolo come quello sopra o quello del CNN ,avranno uno spirito più critico e avranno dubbi,mi basta.Se non altro saranno 2 in meno ai quali dovrò spiegare le cose basilari,perchè spesso in Italia il solito pensiero è che per esempio i Greci non vogliono i Turchi in europa perchè ci sono vecchie ruggini.Ma che vecchie...O l' altro ritornello nei media italiani è che il problema fra Grecia e Turchia,vera spina,è Cipro.Errore.Cipro si appoggia politicamente nel limite possibile,ma per fino PM greci ,hanno fatto chiaro,che le relazioni grecoturche sono indipendenti dal problema cipriota.Noi abbiamo i nostri guai,Cipro pensa ai suoi.In altri paesi d' Europa,la situazione è ancora peggiore.Non sanno proprio nulla.PEr questo faccio questi posts,o questo:

    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=293881

    o questo:

    http://www.politicaonline.net/forum/...=343473&page=3

    Perchè leggo pure analisi della Signora Bonino ed altri per esempio (con sponsorizzazione di Soros) sulla Turchia,e sembra uno specchio magico.Vedo cosidetti "europeisti" infuocati per l' ingresso della Turchia e non posso resistere dal mostrare queste cose,per mostrargli quando sono ridicoli,loro e la loro "filoeuropaicità".C'è un loro "partner" con casus belli,un' altro che è occupato da 40 anni ,e loro fischiano indifferenti.Beh,quindi non posso che abbassarli i pantaloni moralmente e lasciarli in mutande. Anche perchè spesso si scrive sulla europaicità della Turchia,il fatto che l' Ionia greca era sulla costa turca,che santi della cristianità erano dall' odierna Turchia e quindi non posso non mostrare che fine hanno fatto questi in Turchia.Perchè sono stufo di vedere la cultura turca presentata tramite le culture dei popoli che hanno massacrato.Non possono dire solo le cose offerte dai Turchi alla cultura europea?Hanno distrutto Bisanzio,benissimo,e cosa hanno dato in cambio di meglio in sua sostituzione?L' islamizzazione dei Balcani che ancora oggi li tormenta?Perchè si rifugiano ad Omero e San Nicola?Io per la piccola Grecia moderna,senza andare ai tempi antichi o bizantini,che è 1/7 della popolazione della Turchia,e non esisteva come stato libero 200 anni fa,ho più esempi da dare che loro di Turchi.Da El Greco,a Papanikolaou del Pap test che acora oggi è il miglior test per la prevenzione del cancro per la cervice uterina,a Elitis e Seferis i nobelisti poeti,ad Angelopoulos che ha sbancato i premi di regia europei,a Maria Kallas,Gavras (regista in Francia),Vangelis (compositore),Yanni(idem),Kazantzakis (l' Ultima tentazione di Cristo,Zorba the greek fatti films),Theodorakis (che ha inventato un ballo-il sirtaki-che hanno imparato tutti come greco) etc.La Turchia era padrona e dissanguava economicamente la Grecia,con popolazione multipla,non è stata distrutta nella 2a guerra mondiale nè ha avuto la guerra civile come la Grecia,cosa ha dato alla cultura europea?Ah,già,Efeso sta oggi in Turchia e San Nicola è nato a Mira.Meglio dire ste cose,perchè se mettiamo da una parte la distruzione che ha fatto e dall' altra i contributi,mi sa che la bilancia si capovolgerà dalla differenza di pesi.


    Vedi amico mio,alla fine,la solidarietà è l' unica cosa alla quale uno può sperare.Io non aspetto che venga a combattere nessuno in Grecia in caso di scontro.Ma spero che le opinioni pubbliche non staranno a mangiare la prima caramella che gli butterà la CNN.Tutto qui.E la solidarietà da un comforto morale,che almeno,alcuni non dimenticano la storia e che uno non potrà fare sempre ciò che vuole senza punizione,nemmeno morale.Perchè questo accade.Anche perchè i Turchi negano tutto sempre.Anche noi li abbiamo massacrati,anche se in entità molto minore,la differenza è che i nostri storici le dicono queste cose.

    E per tornare al tuo commento.Oggi stavo guardando un documentario della tv greca sullo sterminio della divisione Acqui a Cefalonia nel 1943.L' ho scaricata grazie a un altro greco che l' ha uploadata come torrent.Anche un Italiano se va in Grecia e trova qualcuno che sa di questa storia,non si sentirà meglio sentendo di solidarietà?E mi rallegro che la tv greca fa documentari su queste cose,come le fa anche sulle stragi di Greci,perchè solo così il mondo diventerà migliore.

    2 veterani sopravvissuti italiani intervistati (ci sono anche altri,incluso Pampaloni):











    ^I giornalisti sono andati anche sullo stesso campo dove esiste ancora questo muro e hanno parlato anche con testimoni Greci dell' epoca.Uno ha detto che i Tedeschi stavano ammazzando gli Italiani "come le pecore".Gli sparavano ovunque li vedevano.

    Vabbè,giusto per capire.E inutile in un forum italiano spiegare di più visto che sapete meglio di me la storia di Cefalonia.Però giusto per capire,non credi che sia gli stessi sopravvissuti che tu,vi sentireste meglio se tutto il mondo sapesse meglio di quella storia?Perchè molti manco in Grecia la sanno.Figurati ad altri paesi.Potere dei media...Eppure è un' episodio da ricordarsi e meno male che avuto anche se INCOMPLETAMENTE,una giustizia,con i 4 anni di condanna (effettiva) di Lanz.Purtroppo,se non sei nel campo dei vincitori,episodi simili non diventano mai film di Hollywood e i media non diranno la tua storia facilmente fuori dai tuoi confini.

    Ciao

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Lupus in Fabula Visualizza Messaggio
    Sui turkmeni ti potrei fare delle critiche, ma torno ora da un congresso infuocato e nn ho voglia di mettermi qua a disctere . Domani ti posto un bel discorso.
    Comunque anche i finlandesi e gli ungheresi sono popolazioni ugrofinniche, discendenti dei popoli che vengono dall'asia centro settentrionale.
    Anche i bulgari e i macedoni sono in parte di origine turcanica....
    E tutti gli indoeurpei vengono dalla zona iran-afghanistan.... quindi rimangono solo i baschi come legittimi europei, secondo il tuo ragionamento.
    Ciao ciao.

    Geneticamente parlando,poco m' importa cosa sono i Turchi.Sono partiti dalle steppe al sud della Mongolia e si sono col tempo ottenuto corredo genetico da Iraniani e Arabi inizialmente e poi con cristiani dei Balcani ,che o si sono convertiti (se non altro per non essere cittadini di serie B,pagare extra tasse e stare inferiore in un tribunale rispetto all' ultimo dei Turchi) o erano rapiti fin da bambini e allevati come giannizzari (penso che i Turchi biondi devono avere ascendenza slava,specie di Serbi avevano preso molti bambini come gianizzari) o da odalische prese schiave nei harem.Ma il corredo genetico non ti fa diverso.E la coscienza che conta e l' educazione con la quale cresci.E ironico,ma geneticamente c'erano molti Greci che massacravano Greci,però i primi avevano coscienza e cultura turca ormai...

  5. #25
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    Comunque anche noi abbiamo i nostri problemi con i dittatoruncoli vicini di casa, solo che spesso lo scordiamo, visto che è un po' che non ci mandano i missili alle Isole Tremiti. Ed è vero comunque che per molti italiani, ma non per tutti, la politica estera è solo un hobby.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da Rexal Visualizza Messaggio
    Comunque anche noi abbiamo i nostri problemi con i dittatoruncoli vicini di casa, solo che spesso lo scordiamo, visto che è un po' che non ci mandano i missili alle Isole Tremiti. Ed è vero comunque che per molti italiani, ma non per tutti, la politica estera è solo un hobby.
    Intendi Ghedaffi?Beh,se non altro faceva anche ridere coi pescatori che trovavano i missili nell' acqua ,perchè era finito il carburante.

  7. #27
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    A,ed ecco un banner interessante che fino a ieri stava centrale in un sito di notizie turco (haber= notizia):




    Devo dire che fa impressione per fino a me.Va oltre Salonicco,include Creta,la maggior parte delle isole dell' Egeo,l' intero Cipro (giustamente,hanno già metà,quindi sarebbe un peccato lasciare l' altra metà) e parte della Siria.Manco se fosse sito di lupi grigi...

    Poi ironicamente la Turchia ha fatto campagna per oscurare ogni tv curda che "facesse propaganda espansionista" ai danni della Turchia.Però quando media turchi la fanno,va bene...

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Hyperion Visualizza Messaggio
    A,ed ecco un banner interessante che fino a ieri stava centrale in un sito di notizie turco (haber= notizia):




    Devo dire che fa impressione per fino a me.Va oltre Salonicco,include Creta,la maggior parte delle isole dell' Egeo,l' intero Cipro (giustamente,hanno già metà,quindi sarebbe un peccato lasciare l' altra metà) e parte della Siria.Manco se fosse sito di lupi grigi...

    Poi ironicamente la Turchia ha fatto campagna per oscurare ogni tv curda che "facesse propaganda espansionista" ai danni della Turchia.Però quando media turchi la fanno,va bene...
    La Turchia ha sempre avuto mire espansionistiche.

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da diocleziano Visualizza Messaggio
    La Turchia ha sempre avuto mire espansionistiche.

    Non immagini...Qui c'è un articolo fatto abbastanza bene con breve successione cronologica delle rivenicazioni turche,anche se non contiene tutte,a ma quelle più importanti (i Turchi ogni 2-3 anni trovano anche una nuova più piccola ,come "condimento"):

    Grecia-Turchia e petrolio, fonte di tensione nel Mediterraneo orientale

    Vincenzo Greco, 1 marzo 2007


    Il petrolio è un elemento prezioso per ogni società moderna, ma è anche una risorsa naturale che spesso porta con sé molti guai. Poiché oggi tale fonte di energia inizia a scarseggiare, persino la sola ipotesi della sua esistenza può creare attriti pericolosi nei rapporti fra Stati. Una situazione simile si presenta attualmente a Cipro dove, a partire dal 15 febbraio 2007, è stato indetto un bando per la concessione di licenze per la ricerca di petrolio nel fondale marino. I problemi sorgono dalle obiezioni della Turchia, paese aspirante all’adesione alla Unione Europea, che mira ad avere una parte delle eventuali ricchezze del Mediterraneo orientale, senza particolare riguardo per il diritto internazionale. Tutto ciò si collega con la questione cipriota, che esiste come problema internazionale sin dagli anni Cinquanta. In breve, Ankara non riconosce la Repubblica di Cipro (membro dell’Onu e della UE) e continua a occupare militarmente la parte nord dell’isola, appoggiando la cosiddetta ‘Repubblica Turca di Cipro del Nord’ (entità statale che esiste de facto dal 1983, ma che è riconosciuta oggi solo dalla Turchia). Nella presente circostanza, così, Ankara sostiene che anche i turco-ciprioti dovrebbero avere parte del petrolio, mettendo in dubbio il diritto della Repubblica di Cipro a procedere a ricerche petrolifere.
    In risposta alla determinazione mostrata dal presidente cipriota Tassos Papadopoulos a difendere i diritti legittimi del proprio Stato, il ministro per l’Energia turco Hilmi Guler ha dichiarato che anche la Turchia effettuerà ricerche per petrolio e gas naturale nel Mediterraneo orientale, non escludendo ricerche anche in Egeo. L’ultimo riferimento non è stato casuale e riporta in mente la più vasta controversia greco-turca per la delimitazione della piattaforma continentale del Mar Egeo: un’altra disputa che rimane aperta sino ai nostri giorni e che bisogna ricordare per capire meglio la pericolosità dell’atteggiamento turco.
    La disputa per la delimitazione della piattaforma continentale del Mar Egeo ebbe inizio nel 1973, in seguito alla scoperta di idrocarburi nella zona dell’isola greca di Thassos (circa 15mila barili al giorno, provenienti da due piattaforme di nome Prinos I e Prinos II). Ankara decise di procedere a ricerche, coprendo anche zone dell’Egeo nelle quali la Grecia aveva concesso licenze e considerava parte della sua piattaforma continentale. La controversia non fu risolta subito. Al contrario, la tensione fra Atene e Ankara si inasprì in seguito alla invasione turca di Cipro nell’estate del 1974, che portò alla divisione dell’isola.
    Dopo la caduta dei Colonnelli in Grecia (luglio 1974), il governo democratico di Costantino Karamanlis decise di risolvere pacificamente la crisi, lasciando all’Onu il compito di cercare una soluzione al problema cipriota e proponendo alla Turchia il ricorso alla Corte internazionale di giustizia per la delimitazione della piattaforma continentale. Il governo turco respinse l’idea del ricorso, chiedendo un negoziato bilaterale e rivendicando diritti sulla metà dell’Egeo che, secondo i turchi, non poteva essere solo “un lago greco”. A sostegno di tale posizione, i turchi allargarono la disputa ad altri temi.
    Ankara rivendicò il controllo dell’aviazione civile dell’Egeo orientale, concesso dall’Icao ad Atene sin dagli anni Cinquanta, mettendo in dubbio la legittimità del limite delle dieci miglia di spazio aereo greco, in vigore fin dal 1936. Il governo turco contestò pure il diritto greco all’estensione delle acque territoriali greche sino a 12 miglia, stabilito in sede Onu dal trattato di Montego Bay per il Diritto Mare del 1982 (non firmato dalla Turchia). Dopo la crisi di Imia del 1996, la Turchia avanzò la teoria delle ‘zone grigie’ nell’Egeo, secondo la quale ogni isolotto o scoglio presente in tale arcipelago, che non fosse espressamente attribuito dai trattati internazionali alla Grecia, appartiene alla Turchia quale erede dell’Impero Ottomano.
    Dopo l’occupazione di Cipro, le mosse turche in Egeo furono interpretate dai greci come una richiesta di un ‘Lebens Raum’ in Egeo e per estensione nel Mediterraneo orientale. Nessun governo ellenico avrebbe potuto accettare l’inclusione delle isole greche in una piattaforma continentale controllata dalla Turchia. Per tale motivo, il dialogo tra le due parti fu molto difficile e non mancarono anche pericolosi momenti di crisi, due in particolare assai gravi.
    Nel 1976 la nave turca Hora procedette a ricerche sismiche (necessarie per l’individuazione di giacimenti petroliferi) a ovest dell’isola greca di Lesbo. Undici anni dopo, nel 1987, la stessa nave (ribattezzata Sismik) comparve nelle acque dell’Egeo, accompagnata da naviglio militare turco. In ambedue i casi la crisi si risolse grazie all’intervento esterno. Nell’agosto 1976, il presidente del Consiglio dei ministri europeo, l’olandese Max van der Stoel, si recò ad Atene e convinse Karamanlis a non attuare la minaccia di affondare la nave turca per non compromettere la prospettiva europea del Paese. Nel marzo 1987 il primo ministro greco Andreas Papandreou mostrò maggiore risoluzione e gli americani esercitarono pressioni su Ankara, così che le navi turche non entrarono nelle acque territoriali della Grecia.
    A ciascuna crisi fece sempre seguito una pressione esterna, americana ed europea, per esortare le parti al dialogo al fine di ricercare una risoluzione della disputa dell’Egeo. Il dialogo si verificò senza reale prospettiva di risoluzione dei problemi, portando comunque a un impegno di moratoria di ricerche per il petrolio in Egeo.
    Uno scenario simile si sviluppò all’inizio del 1996 durante la crisi degli isolotti Imia (Kardak in turco), due grandi scogli situati tra le coste dell’Asia Minore e l’isola di Calimnos. Forse in modo non del tutto fortuito, la nave mercantile turca Figen Akad si trovò incagliata nelle acque basse di quelle rocce gemelle. La guardia costiera greca corse velocemente in soccorso ma, appena arrivata in loco, il capitano della nave rifiutò l’aiuto, sostenendo che gli isolotti appartenevano alla Turchia. In un primo momento, greci e turchi collaborarono e portarono in salvo la nave. Subito dopo, però, il ministero degli Esteri turco appoggiò ufficialmente la posizione del capitano e presto la situazione degenerò, coinvolgendo pure i privati cittadini e i media di ambedue le parti.
    Atene ricordò ad Ankara l’esistenza di accordi internazionali che espressamente le attribuiscono gli isolotti: gli accordi italo-turchi del 1932 e il trattato di Pace con l’Italia del 1947, con il quale tutto il Dodecanneso italiano fu riconosciuto alla Grecia. Il governo ellenico cercò di difendere anche militarmente il proprio territorio. Il 31 gennaio i due Paesi si trovarono ancora una volta a un passo dalla guerra. Su richiesta del primo ministro greco Costas Simitis, il sottosegretario di Stato americano Richard Holbrooke intervenne nella crisi riuscendo a trovare un compromesso.
    Nessuna delle due parti avrebbe potuto svolgere attività economica o esercitare controllo politico sugli isolotti (presenza di bandiera o di esercito nazionali). Nello stesso momento la Turchia allargava la disputa con la summenzionata teoria delle ‘zone grigie’ e non a caso. Secondo il Diritto del mare, infatti, anche gli isolotti hanno una propria piattaforma continentale. Il riconoscimento di un certo numero di essi come turchi offrirebbe alla Turchia più ampi diritti in Egeo. Quindi anche la crisi del 1996 era collegata alla probabile presenza di ricchezze petrolifere nel Mediterraneo orientale.
    Il coinvolgimento delle istituzioni internazionali, in particolare l’Unione Europea, fu importante. Nel contesto della prospettiva europea della Turchia, l’Ue mostrò un atteggiamento mirante non solo alla prevenzione delle crisi, ma anche alla risoluzione della disputa greco-turca nell’Egeo. Gli organi dell’Unione ricordarono alla Turchia che ogni Paese candidato all’adesione doveva rispettare i trattati internazionali, arrivando sino a fissare un meccanismo di risoluzione della disputa dell’Egeo. Sotto la spinta della diplomazia greca, il Consiglio Europeo di Helsinki (10-11 dicembre 1999) esortò la Turchia a fare ogni possibile sforzo per la risoluzione di controversie di frontiera. Qualora ciò non fosse possibile tramite negoziati diretti, si doveva sottoporre la questione al giudizio alla Corte internazionale entro la fine del 2004. Grecia e Turchia proseguirono a questo dialogo, ma fino a oggi non è stato mai possibile trovare un accordo su un compromesso, necessario per il ricorso all’Aia.
    A questo punto possiamo riprendere l’esame del nuovo contenzioso per il petrolio di Cipro. Le radici di tale questione risalgono a quattro anni fa. Più precisamente, essa nacque il 17 febbraio 2003, quando il legittimo governo di Cipro firmò con l’Egitto un accordo per la definizione dei limiti delle rispettive Zone economiche esclusive (Zee), in piena applicazione delle più moderne interpretazioni in tema di Diritto del mare. La Repubblica di Cipro si assicurò in questo modo i diritti esclusivi di sfruttamento in una zona che arriva a 177 miglia a sud-ovest delle sue coste. Sullo stesso modello, Nicosia intraprese negoziati per la conclusione di un simile accordo con Beirut, commissionando parallelamente a una società norvegese il compito di attuare ricerche sismiche nella sua zona esclusiva verso l’Egitto.
    La Turchia non reagì finché i risultati delle ricerche non diedero un risultato promettente, rivelando la probabile esistenza di otto miliardi barili di petrolio, di un valore stimato a 450 miliardi di dollari. La posizione di Ankara si è ulteriormente irrigidita dopo la conclusione dell’intesa per la definizione della Zee tra Cipro e Libano, concluso il 17 gennaio 2007. Tale accordo ha, infatti, aperto la strada per l’erogazione di licenze per ricerche petrolifere da parte di Cipro su una più vasta area del Mediterraneo orientale. Sulla base degli studi di una società norvegese, il 15 febbraio Nicosia ha avviato una procedura di concorso per erogazione di permessi a grandi compagnie petrolifere.
    Tre giorni dopo la firma dell’ultimo accordo, il ministero degli Esteri turco ha contestato all’Egitto e al Libano la conclusione di accordi con “l’amministrazione greco-cipriota che non rappresenta tutta la popolazione di Cipro”. Secondo Ankara, i due Paesi dovrebbero considerare che esiste anche una parte turca di Cipro e perciò dovrebbero astenersi da atti che potrebbero ledere il tentativo di risoluzione della questione cipriota. Subito dopo circolò la notizia di manovre della Marina turca a nord di Cipro, peraltro smentite da Ankara. Si trattava probabilmente di una mossa del cosiddetto ‘Stato profondo’ turco, vale a dire dell’apparato militare di Ankara, intesa ad intimidire Nicosia.
    Il presidente Tassos Papadopoulos difese invece il diritto sovrano della Repubblica di Cipro a firmare trattati internazionali, sostenendo che le risorse naturali appartengono allo Stato e non a un particolare gruppo o comunità. Una volta risolta la questione cipriota, disse il presidente, anche i turco-ciprioti potranno beneficiare delle risorse dello Stato. Al momento, tuttavia, il governo di Nicosia non può discutere formule di distribuzione del petrolio. Dalla posizione di Papadopoulos si intravede la volontà non solo di resistere alle pressioni di Ankara, ma anche di offrire ai turco-ciprioti un ulteriore incentivo per il loro ritorno allo Stato comune (l’altro è la loro automatica adesione nell’UE). Come risposta, abbiamo avuto le dichiarazioni del ministro dell’Energia turco per parallele ricerche della Compagnia Petrolifera della Turchia (Tpao).
    Tutto ciò riporta alla memoria lo scenario delle crisi precedenti, secondo una pratica ben nota, utile sul piano interno in vista delle imminenti elezioni in Turchia, ma anche per esercitare pressioni su Atene affinché possa dissuadere Nicosia dall’effettuare le ricerche. In assenza di un accordo, l’obiettivo sembra essere anche questa volta una moratoria e il clima di tensione serve a tale fine. Le moratorie però, per definizione, non eliminano i problemi. In ogni modo, questa volta un’escalation è ritenuta poco probabile per dell’ambizione turca a far parte dell’Europa.
    Senza dubbio, anche la Turchia dovrà avere una parte dalle ricchezze mediterranee, come del resto tutti gli altri Paesi rivieraschi. Per la definizione dei rispettivi diritti è però necessario il rispetto delle regole internazionali, condizione ovvia per ogni Stato europeo. La Grecia è ancora convinta che, nel contesto della prospettiva europea, Ankara cambierà atteggiamento e si renderà disponibile a un accordo di compromesso per Cipro e l’Egeo. Nel caso del petrolio, il Diritto del mare offre le regole di riferimento per la determinazione dei rispettivi diritti, in modo che tutti possano beneficiare in maniera equa delle risorse naturali, che oggi rimangono inutilizzate a causa dei problemi politici.
    Se la Turchia vuole veramente diventare un Paese europeo, deve riconoscere tale dato di fatto. L’Unione Europea, da parte sua, deve ricordare costantemente ad Ankara le regole del gioco. Solo così l’intervento esterno può essere provvidenziale per la risoluzione finale delle dispute greco-turche, le quali in ultima istanza sono anche problematiche euro-turche.

    http://www.paginedidifesa.it/2007/greco_070301.html

  10. #30
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    E una correzione d' obbligo.Perchè alcuni punti hanno errori piccoli,ma su questo devo rettificare:

    Il governo ellenico cercò di difendere anche militarmente il proprio territorio. Il 31 gennaio i due Paesi si trovarono ancora una volta a un passo dalla guerra. Su richiesta del primo ministro greco Costas Simitis, il sottosegretario di Stato americano Richard Holbrooke intervenne nella crisi riuscendo a trovare un compromesso.

    ------------------------------------------------------------------

    Gli USA non intervennero su richiesta greca,ma turca.La Turchia credeva di trovare la Grecia con le mutande abbassate quella notte,perchè il PM moriva all' ospedale e il nuovo governo aveva 3 giorni di vita,ma non è andata esattamente così.La flotta greca si è mobilitata molto meglio di quella turca e in zona ha ottenuto superiorità di tubi di lancio e secondo ufficiali di marina che hanno parlato poi su documentari,la battaglia navale sarebbe finita con distruzione delle navi turche e perdita di metà delle navi greche in zona.Anche perchè,per cattiva fortuna dei turchi (che hanno più aerei),quella notte,c'era tempesta nell' Egeo,tale che gli aerei di entrambe le parti non hanno volato,tranne che per i Mirage2000 greci (probabilmente a cause delle ali a delta o altre questioni aerodinamiche).

    Questo è dal libro delle memorie di Clinton ,che ha pubblicato quando ha lasciato la casa bianca:




    Quello che è vero è che a fine crisi il PM greco ha ringraziato Clinton per l' intervento diplomatico,perchè la Grecia eviterà sempre una guerra finchè si può,mentre i Turchi no (già,perchè in Turchia lo presentavano come vittoria,quindi non potevano ammettere che stavano implorando Clinton di intervenire per evitare che la flotta turca andasse ai pesci).

 

 
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