Quando il comitato di redazione di SINTESI mi ha comunicato che avrei dovuto (…a noi non piacciono le decisioni democratiche…) scrivere un articolo sullo “STILE”, mi è venuto immediatamente l’istinto incontrollabile di guardarmi attorno, di dare un’occhiata un po’ più approfondita sui componenti dello stesso comitato, per rendermi conto di cosa poteva essere questo tanto sbandierato “stile”…sicuramente mi sono immediatamente reso conto di non trovarmi nella redazione di VANITY FAIR o VOGUE…
Tornando a casa, tra un semaforo e l’altro, tra un insulto al tassista indisciplinato e un prolungato sguardo alla minigonna di un’avvenente signorina, mi sono reso conto che in fondo lo STILE non è solo abbigliamento, non è solo appartenenza ad un gruppo ben riconoscibile…lo STILE è altro, è comportamento quotidiano, è coerenza, è la capacità di non perdere di vista i valori in tutti i gesti della vita, dal più semplice al più complicato.
…l’appartenenza al gruppo…ecco la chiave di volta, ecco la “rovina” di gran parte del mio, del vostro, del nostro ambiente cari lettori…
Siamo partiti dal “libro e moschetto” di Gentiliana memoria, passando per gli occhiali a goccia dei Sanbabilini arrivando alle teste rasate degli Skinheads senza tralasciare i giubbini verdi dei Mods…in tutte queste situazioni abbiamo cercato l’appartenenza al branco, scambiando questo essere omologati per stile…quando invece lo stile è innanzitutto originalità, è coerenza nell’affrontare la vita.
“…i suoi militanti parlavano il linguaggio dell’epoca e vestivano come i giovani di allora, erano sinceramente, gioiosamente e persino esageratamente ribelli eppure erano disciplinatissimi a causa della formazione di TP.
Terza Posizione identificava la chiave di volta della rivoluzione nel conflitto esistenziale e manifestarsi nel quotidiano: con il sacrificio e con l’esempio.”
(Tratto da “Noi Terza Posizione” di G. Adinolfi e R. Fiore edizioni Settimo Sigillo)
Questo interessante passo ci pone nelle condizioni di pensare che esisteva anche allora, in epoche relativamente vicine ma socialmente molto lontane da quella attuale, la ricerca di uno STILE controcorrente, originale e caratterizzante, capace di distinguersi senza divenir “macchietta”, di innalzarsi senza perdere il contatto con la realtà, trovando attraverso questi semplici strumenti l’esempio da consegnare alle generazioni future.
Poco più di una settimana fa chiesi a qualcuno molto vicino a noi la sua opinione a proposito dello stile che oggi dimostriamo di avere…mi ha risposto con il solito sarcasmo tipico del personaggio, con il solito irriverente taglio ma con la consueta sincerità dicendo: “Siamo il surrogato della caricatura dello stereotipo!!!”
…PAM!!!…quella frase mi si è infilzata nella mente come un chiodo, permettendomi di guardarmi attorno, come feci non appena saputo l’argomento del mio articolo, ma osservando tutti con occhi diversi…ero riuscito a trovare la chiave, la soluzione per comprendere questo stramaledetto STILE…
Marciare compatti è la soluzione alle mie domande…creare uno stile nostro capace di ribaltare i pronostici che ci danno per finiti, che ci danno per schiacciati dietro tribù suburbane di violenti o di nostalgici degli anni piombo…
Siamo e vogliamo essere altro…non un branco, ma un gruppo coeso capace di esportare nella vita di ogni giorno il valore della coerenza, di quella lealtà agli ideali di cui tanto ci siamo vantati ma che siamo riusciti a rendere ridicolo, credendo che lo stile fosse solo un look, apparenza quindi.
Nei miei precedenti interventi ho sempre sottolineato come le diversità naturali in un ambiente variegato come il nostro potessero un giorno diventare forza, ecco, è anche in queste cose che dobbiamo dimostrarlo, è in analisi su argomenti apparentemente secondari come questo che dobbiamo dimostrare quanto l’originalità dei nostri atteggiamenti può diventare RIVOLUZIONE!
Non è il jeans di marca a differenziare il camerata ricco dal camerata proletario, non è il possedere una macchina sportiva a rendere più o meno (…a seconda di chi lo osserva…) interessante l’argomento di cui si sta parlando…non è nemmeno il vestirsi tutti nello stesso modo a dare l’idea di compattezza ad un gruppo, ma è come ci si muove nel mondo, come si affronta la vita, come si riesce ad argomentare qualcosa cercando di convincere uno scettico che la nostra idea è vincente, è moderna.
Questo è lo stile per come lo intendo io, questo è lo stile che deve contraddistinguere una comunità politica…usciamo dagli schemi del branco che fino ad ora hanno solo ridicolizzato l’idea.
Il progetto di SINTESI avrà compimento solo quando attorno a questa grande idea sapranno unirsi tutti coloro che hanno come me questo grande sogno…qualcuno ha cercato, cerca e cercherà di farci credere che è un’utopia…sta a noi dimostrare che si sbaglia…dimostriamolo con STILE!!!
Yuppies
Hanno la macchina col telefono
ed un orologio d'oro
la brillantina nei capelli
e parlano di lavoro
la notte puoi trovarli
in discoteca sorridenti
con la bottiglia nel secchiello
e delle donne appariscenti
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia un po' americana
sempre meno contadini
sempre piu' figli di puttana
loro vivono alla grande
tra Cortina e le Maldive
mangerebbero spaghetti
fanno piu' scena le ostriche vive
hanno la segreteria
e per favore lasciate un messaggio
ho bisogno di compagnia
quando ritorno da questo viaggio
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia che sta crescendo
sempre meno contadini
sempre piu' fondi d'investimento
giovani rampanti intraprendenti
fanno passi da giganti
nei debutti in societa'
sempre pronti ad ogni avvenimento
ho un appartamento in centro
tanto poi paga papa'
E di politica non ne parlano
evitano il discorso
loro votano solamente
chi gli fa vincere un concorso
si occupano di moda
e di pubbliche relazioni
tutti giri di parole
sono i nuovi vitelloni
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia che promette
che di giorno sembra per bene
e di notte fa le marchette
sono i figli di quest'Italia
quest' Italia cosi' vincente
che nella testa c'ha l'Europa
e nel sedere il Medio Oriente
giovani rampanti intraprendenti
fanno passi da giganti
nei debutti in societa'
sempre pronti ad ogni avvenimento
ho un appartamento in centro
a pranzo vado da mamma'
hanno la macchina col telefono
le iniziali sul taschino
quando sono di buon umore
l'orologio sul polsino
opportunisti come i gatti
sempre a caccia di sorprese
sono yuppies oppure (yappis)
per chi mastica l'inglese
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia che va di corsa
toglie i soldi dal materasso
e li sputtana tutti in borsa
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia antifascista
se cerchi casa non c'e' problema
basta conoscere un socialista
sono i figli di quest'Italia
quest'Italia'un po' paesana
simm' tutte figli 'e mamma
e della canzone napoletana
sintesi.milano@hotmail.com