ROMA - Il Parlamento non funziona semplicemente perché il governo non ha la maggioranza a Palazzo Madama. L'unica soluzione concreta sarebbe lo scioglimento del Senato. A proporre la soluzione-choc è Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc ed ex presidente della Camera.
Presidente, il capo dello Stato ha detto che le Camere dovrebbero lavorare di più e l'opposizionecollaborare maggiormente. Ha fatto riferimento anche ai costi della politica.
"Un richiamo doveroso. L'opposizione può fare azione di snellimento dei lavori parlamentari. Ma il capo dello Stato è stato molto corretto pure sugli eccessi della decretazione d'urgenza. Il governo si presenta sempre a Palazzo Madama qualche giorno prima della scadenza del decreto per farselo votare senza discutere. Così si aggira il bicameralismo. Il Parlamento è vittima di questa situazione e non l'artefice".
E di chi è la colpa?
"Lo dico anche in qualità di ex presidente della Camera: il Parlamento non lavora non perché è pigro. La ragione è che c'è una maggioranza che rallenta i provvedimenti e che non ha il coraggio di affrontare l'esame del Senato. Da un anno Prodi soffre della sindrome dell'autosufficienza. I ritardi ci sono perché non c'è la maggioranza. Bertinotti ha fatto bene a difendere la dignità del Parlamento e di una Camera che soffre gli intoppi del Senato. Il tema dei costi della politica è quanto mai attuale ma c'entra ben poco con questo intoppo istituzionale. I parlamentari non sono sfaticati".
Se è così, l'unica soluzione sono le elezioni anticipate.
on error resume next plug =(IsObject(CreateObject("ShockwaveFlash.ShockwaveF lash.6")))"C'è anche un'altra possibilità".
Quale?
"Quella di sciogliere solo il Senato. E' un'ipotesi di scuola da prendere in considerazione. Fior di costituzionalisti ne confermano la praticabilità".
Il rischio è che esca un'altra maggioranza.
"Si assuma questo rischio. Il paese va avanti se c'è una maggioranza. Del resto l'Unione ha cercato di raccattare qualche parlamentare in più e si è appoggiata sui senatori a vita. Sarà allora meglio misurarsi con gli elettori. Anche perché alla fine tutti i provvedimenti a Palazzo Madama si fermano. I Dico non ci sono più. Il conflitto di interessi lì non arriverà mai. E non è colpa dell'opposizione se Mastella ha annunciato di volersi astenere proprio su quel ddl".
Immaginiamo che ci siano le elezioni per il Senato: l'Udc con chi si presenterebbe alle urne?
"Non certo con Prodi e Rifondazione comunista. Teorizziamo da tempo l'esistenza di due opposizioni. Evidentemente c'è un minimo comune denominatore che ci unisce agli altri gruppi di centrodestra. Se nessuno avrà il coraggio di ristrutturare il sistema politica italiano introducendo nuovi meccanismi elettorali, si perderà una grossa occasione e, sic stantibus rebus, non abbiamo alternative".
Ma non sarà appunto il caso di modificare prima la legge elettorale? O magari i regolamenti parlamentari?
"Il sistema elettorale non è la causa di questa paralisi. Anche nel '94 non c'era la maggioranza al Senato e si votava con il Mattarellum. La verità è che i due poli sono elettoralmente vicini. Eppoi l'unico obiettivo di Prodi è tenere insieme il governo, certo non quello di approvare la riforma elettorale".
Quindi, se non si scioglie il Senato prima, si andrà al referendum?
"Probabile. E' meglio di un pasticcio. Ma non è scontato che i quesiti ottengano il quorum".
Intanto il modello Sarkozy sembra fare presa. E non solo nel centrodestra.
"In effetti è il primo serio tentativo di superare concetti antiquati. Basta vedere quello che sta capitando in Italia".
A che si riferisce?
"Mi riferisco al tema della sicurezza. Una questione che non può che essere trasversale. Oppure la scuola. L'università meritocratica è di destra o di sinistra? Stesso discorso per le liberalizzazioni. In Europa il vero elemento di conservazione è proprio la sinistra come ha dimostrato la campagna della Royal".
Quindi ha ragione Walter Veltroni quando immagina un esponente del centrodestra come Gianni Letta in un governo guidato dal centrosinistra?
"Credo che il discorso sia più complesso. Ne ha colto una parte, ma l'ha banalizzato".
Ma allora tutto questo come dovrebbe concretizzarsi in Italia?
"Da noi la conservazione sta vincendo su tutti i piani. Ho visto i manifesti di An che dicono "Sarkozy, la destra al governo". Ma lì c'è qualcosa di più della semplice idea della destra al governo. Lì c'è la novità che supera i vecchi schemi".
Lei come la immagina la "novità" italiana? Sono le larghe intese?
"Di larghe intese mi sono ormai stancato di parlare. E' chiaro che i principali attori preferiscono stare nei propri fortilizi a difendere le rendite di posizione. Io dico solo che una destra moderna non organizza i tassisti e non marcia con le corporazioni".
A sinistra non ci può essere una "novità" del genere?
"Finora non la vedo. Anche sui valori ci sarebbe molto da discutere. Quando la legge permetterà a Nichi Vendola di esaudire la sua aspirazione di adottare un bambino, allora vorrà dire che resta più forte il desiderio della paternità del diritto del bambino alla affettività naturale. Questo siginifica che la sinistra difende i diritti dei più forti o dei più deboli?".
http://www.repubblica.it/2007/04/sez...ta-casini.html