Leggo dal Venerdì di Repubblica del 18 maggio l'ultimo gesto del Governo:
"Milano. Chi vuole potrà destinare il proprio cinque per mille, per la prima volta da quest'anno, anche alle streghe",
scrive gongolante il giornalista.
Segue una panoramica del movimento "Wicca", che solo in Inghilterra conterebbe 150mila seguaci e altrettanti negli Stati Uniti, e che anche in Italia starebbero aumentando.
il giornalista passa poi ad intervistare un santone di questa corrente neospiritualistica, facendogli decantare le bellezze "teologiche" della corrente: niente dogmi, ruralità a gogò, rivalutazione della stregoneria, vegetarianesimo, lotta ai pregiudizi, gioire e divertirsi, purificarsi con la magia, ecc. Per finire con il motto della Wicca: "fa ciò che vuoi, se non daneggia nessuno". Motto che ricorda molto Crowley e La Vey, cosa che il giornalista omette di dire (o ignora).
Noi cmq sappiamo bene chi è l'iniziatore di questo motto: il serpe antico che invogliò i nostri progenitori col miraggio di onnipotenza.