21/5/2007 (140) Prodi: "Tesoretto, cinque priorità"
Il governo dopo il vertice di ieri sera ha indicato le cinque priorità per l’utilizzo dell’extragettito fiscale
ROMA
Un piano in cinque punti per spendere il tesoretto: pensioni più basse e ammortizzatori sociali, infrastrutture, ricerca, piano casa, sostegno alla famiglia. Il governo dopo il vertice di ieri sera ha indicato le cinque priorità per l’utilizzo dell’extragettito fiscale.
Ma l’aerea radicale insorge e non ci sta all’isolamento chiedendo un vertice con tutti, altrimenti avverte, ci sarà un «no» al Dpef. Il Verde Paolo Cento, sottosegretario all’Economia, è chiarissimo: «Ieri c’è stato il vertice del Partito democratico, adesso c’è da fare il vertice dell’Unione. Nessuno pensi di ridurre il centro-sinistra all’accordo tra Prodi, Rutelli, D’Alema e Padoa-Schioppa perchè se quella è la strada, rappresentano a mala pena il 34-35% stando alle ultime elezioni politiche. Con quei voti non hanno la maggioranza in Parlamento». Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, sull’esito del vertice di Palazzo Chigi, dice: «non sono in condizione di commentare. E poi non mi hanno invitato... Preferisco pronunciarmi ex ante piuttosto che ex post - aggiunge - e siccome non mi è dato di pronunciarmi ex ante, non mi pronuncio neanche ex post». Per il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto «la dichiarazione del governo sulla utilizzazione del cosidetto tesoretto è un capolavoro di genericità e di ambiguità: sono annunciati una serie di titoli senza indicazioni qualitative e quantitative». Per Cicchitto, insomma, «ci troviamo di fronte ad una sorta di ’libretto dei sognì».
Il portavoce dell’UDC Michele Vietti è dell’avviso che «il vertice economico di Palazzo Chigi è stato solo uno spot elettorale». Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro afferma che «come ministro vorrei tanto anch’io tirare per la giacchetta Padoa-Schioppa. A lui invece dò i sensi del mio rispetto e stima per aver fatto in modo che questo tesoretto ci fosse. Senza la politica di rigore del centrosinistra -aggiunge- oggi non potremmo nemmeno parlare di tesoretto perchè non ci sarebbero i soldi». Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni assicura che al settore saranno garantite più risorse nel prossimo Dpef. «Non chiederemo -assicura Gentiloni- mai una lira del tesoretto. Chiarisco che non partecipo a questa discussione per evitare che qualcuno dica anche la banda larga nel tesoretto».
Il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, Roberto Calderoli, non ha dubbi: «è tornato Pino-Prodi e sono tornate le menzogne! I casi sono due: o tutte quelle priorità che sono state individuate nel vertice di ieri sera a Palazzo Chigi sono destinate a restare nel solito libro dei sogni oppure di risorse ne servono almeno dieci volte tante quelle del Tesoretto e quindi dietro l’angolo ci sarà un’altra Finanziaria carica di tasse. Va bene che siamo in campagna elettorale per le amministrative ma c’è un limte a tutto. Soprattutto al pudore!».