Roma «Un progetto di legge molto semplice, composto da soli tre articoli ma che interviene drasticamente su uno dei principali oggetti del dibattito politico, la retribuzione dei parlamentari e l’assegno vitalizio. Il progetto di legge è stato presentato alla Camera e lo sarà al più presto anche al Senato». Lo annuncia Salvatore Cannavò deputato di Rifondazione Comunista ed esponente della corrente di minoranza interna Sinistra critica. Infatti, la stessa proposta di legge sarà presentata al Senato da Franco Turigliatto, ex collega di partito ed ora membro del gruppo misto di Palazzo Madama. Con questo provvedimento i due parlamentari puntano a dimezzare le indennità di base e ad eliminare il contributo diretto per l’assistenza parlamentare che sarà invece retribuito direttamente dall’amministrazione della Camera d’appartenenza. Complessivamente la retribuzione per i parlamentari scenderebbe dagli attuali 14mila euro a poco meno di 5mila. Resterebbero a disposizione i benefit minimi per svolgere l’attività di deputato o senatore come i viaggi, ma solo nel territorio nazionale, le spese telefoniche ma rigidamente documentate, i costi vari per convegni e stampa pubblicazioni ma con un tetto massimo tassativo. «La vera novità - sottolinea Cannavò - è l’abolizione dell’assegno vitalizio. Se la legge dovesse passare, infatti, anche i parlamentari dovrebbero sottostare alle norme valide per tutti i lavoratori: aspettativa non retribuita e contributi figurativi accreditati sulla cassa previdenziale di appartenenza o sulla gestione separata Inps». In pratica, si tratterebbe dell’abolizione del privilegio forse il più incomprensibile ed i due esponenti della sinistra radicale, proponendo questa legge, intendono intervenire efficacemente nel dibattito sulla moralizzazione della politica con una proposta concreta che accompagneranno con una proposta di legge sociale particolarmente rilevante.