Originariamente Scritto da
Andrea I Nemesi
Kronadan, Capitale del Regno di Naggaroth: una città oscura, una distesa grigia segnata qua e là da enormi fessure tra gli edifici, rosse come terribili cicatrici, e da alte piramidi, in cui echeggiavano le litanie dedicate ad antichi massacri e le urla degli inumani soldati dei Druchii che subivano il rito della Possessione del Male. Al centro, il grande tempio dedicato a Kron, il Signore della Guerra, il dio a cui tutti i Re dei Druchii giuravano obbedienza ed eterna fedeltà nel compire le sue sanguinose missioni: ogni mese, una giovane vergine umana gli veniva sacrificata, per garantire il suo favore e, soprattutto, la vittoria finale.
Negli ultimi mesi, Kron doveva avere distolto lo sguardo.
Ben al di là delle nere mura che circondavano la città, mura che fino ad allora non avevano mai dovuto sostenere alcun assedio e vedere alcun morto, a parte i soldati di guardia che ogni giorno venivano sempre più consumati dal male, l’esercito di Thule si era radunato per distruggere infine il maggiore bastione dei nemici del Bene. Gli stendardi, blu con il Bianco Cerchio di Pietre di Aesir e la spada dall’elsa crociata, sventolavano lievemente ad ogni movimento d’aria viziata nella bonaccia generale. Gli arcieri preparavano i fuochi per le loro frecce; i fanti si scambiavano qualche parola, guardando la spada e controllando la resistenza dell’armatura e dello scudo; i cavalieri tentavano di calmare i cavalli, che s’imbizzarrivano continuamente, come se uno spiritello cattivo li agitasse e li spaventasse. Guardavano le mura di Kronadan, e impallidivano al pensiero di doverle scalare.
I Principi, a cavallo, passarono davanti all’esercito e si fermarono al centro. Ogni soldato poteva vedere i loro volti tesi, e ogni soldato capì che il loro Re stava per iniziare il suo discorso. Il silenzio scese sugli aridi campi occupati dai Thuleani, più imponente e inquietante delle piramidi di Naggaroth, da ognuna delle quali si levavano urla di dolore e di gioia truce. Re Templares parlò:
“Coraggiosi soldati del Regno di Thule, provenienti dalle colline della Cambria, dalle fertili pianure di Hleidr, dai monti di nuova Harondor, dalle coste di Raemas, dalle strade di Aesir! La vostra forza e il vostro animo ci hanno permesso di spingerci fino a qua, nel cuore pulsante dell’Impero Malvagio, nella Capitale di Naggaroth! Nessun uomo prima d’ora aveva mai calcato queste terre col nobile obiettivo di radere al suolo Kronadan: non le armate ispirate del Vicariato del Bene, non i dorati catafratti dell’Impero Iperboreo! Guardate allora ciò che nessun altro Soldato della Volontà Celeste aveva mai neppure immaginato: l’Oscura Città si stende davanti a voi, vi mostra le sue meraviglie e i suoi delitti, chiama tutte le sue forze per salvare la sua stessa sopravvivenza. Fate sì che le sue speranze siano vane, pregate l’Onnipotente Arbitro che ci assista in questa battaglia! La Storia probabilmente non ricorderà il singolo nome di ognuno di voi: ma l’impresa che compirete oggi, conquistando quelle mura e tutto ciò che vi è dentro, rimarrà per sempre nella memoria degli Uomini e di qualsiasi popolo coltivi ancora il Bene nel nostro mondo! Perciò combattete, fratelli: e non spaventatevi se vedrete marciare il nemico contro di voi all’unisono, con passi uno uguale all’altro, tutti posseduti dalla medesima volontà, dal Male stesso: l’Arbitro Celeste ha distolto lo sguardo da noi, ha lasciato nei tempi antichi che noi non fossimo burattini al suo servizio, ma uomini liberi. E non è forse più coraggioso un guerriero che combatta per la sicurezza della propria Patria, per la propria libertà, per la gloria della Giustizia, piuttosto che un servo che versi il sangue altrui soltanto per sfuggire un castigo più terribile di quanto possa immaginare, una consunzione eterna? Quindi non abbiate paura, non aspettate un solo momento a uccidere gli schiavi del male che vi si presentano davanti per uccidere prima voi, e poi i vostri cari a casa! Questo giorno vedrà la Gloria di Thule o la sua rovina: ma io vi assicuro che, come è sorto il Sole su Komoth, sorgerà anche su queste terre disgraziate! Soldati... La vittoria è sulla punta della vostra spada: conquistatela!”
A queste parole, le armate di Thule esplosero in un grandissimo boato: il discorso aveva rinvigorito tutti e riacceso le speranza di conservare la vita acquistando fama e onore sulle mura di Kronadan... Ma, nello stesso momento in cui Re Templares finì il suo discorso, l’esercito di Naggaroth uscì dalla città.
Migliaia di soldati marciavano ad un ritmo cadenzato, segnato dai rozzi tamburi dei troll; centinaia di volti rivoltanti e inespressivi guardavano i volti degli Uomini, in uno stato quasi catatonico; soltanto i Principi, segnati dalle automutilazioni che facevano per acquistare il favore di Kron, mostravano un fanatismo temibile, e sembravano non vedere l’ora di bere il sangue, nemico o amico, dagli stessi cadaveri...
Solo quella visione poté far tremare ancora i Thuleani; e allora ogni Principe gridò alla sua Compagnia: “Non avete sentito le parole del Re? Sono solo schiavi del Male, pupazzi al servizio delle Tenebre. Non preoccupatevi di loro, perché l’Arbitro Celeste dall’altro guiderà il vostro braccio a conquistare la meritata vittoria! Alle armi!”. E i soldati del Bene serrarono i ranghi, pronti a combattere.
Re Templares fece allora un cenno ai Principi degli Arcieri. Arwald I era tra loro. Capì il segnale.
Un attimo dopo, migliaia di scintille solcavano il cielo, pronte ad abbattersi per l’ultima volta sulle forze del Male...