Sul leone ruggente
Maurizio Blondet
27/05/2007

Una mamma massacrata con la sua bambina di otto mesi in grembo.
Un uomo che prova a far da paciere fra due litiganti, accoltellato a morte.
Una prostituta rumena ammazza con l’ombrello nell’occhio una giovane italiana drogata.
Una ragazza finisce con cinquanta coltellate la madre e poi la «benedice» con una Bibbia.
Un vecchio che ammazza la convivente sordomuta, va a cercare la figlia della donna e ammazza anche lei, e infine si uccide.
Sono solo quelli più recenti di tutta una serie di delitti non solo efferati, ma insensati e irrazionali, che si susseguono da settimane e da mesi, insieme a violenze carnali e prepotenze feroci di branchi di ragazzini, uccisioni di ragazze perché vogliono lasciare il loro amante-persecutore, morti di spinello, brutalità adolescenziali e cieca arroganza, dura disonestà di chiunque ha il potere.
Spira sull’Italia una «atmosfera» maligna, rabbiosa e omicida, che spinge personalità deboli e disturbate al sangue.
Infuriano libere quelle che san Paolo chiamò «le potenze dell’aria», la legione satanica che influisce sullo psichismo collettivo, «l’aria» mobile e morbosa in cui viviamo.
No, non cediamo al pensiero magico.
Questi omicidi atroci e immotivati sono il risultato di una pedagogia ben precisa: la permissiva, la non-repressiva, la falsa ideologia che la libera espressione della sensualità sia non solo la felicità, ma il modo di placare l’aggressività («Fate l’amore non fate la guerra»), la derisione approvata di ogni autorità («autoritarismo»), la negazione di ogni compito superiore come sensato, l’educazione a vivere la vita come obbedienza immediata ai propri impulsi primari, senza «rinunce» e senza «sacrifici» e senza doveri.
Non sto esagerando.

Quando la TV, la pubblicità, la «cultura» edonista corrente suggerisce ossessivamente che la sola cosa che conti è godere, e che la sofferenza o la rinuncia non hanno dignità né valore, i più immaturi e squilibrati è ovvio uccidano la ragazza che vuole lasciarli.
Quando si è cresciuti con una tale «educazione», è ovvio che gli altri esseri umani siano vissuti come strumento del proprio piacere, o come ostacoli da azzerare.
Porre continuamente uomini e donne «senza inibizioni» come modelli gloriosi anziché dei malati produce il danno psichiatrico collettivo: dopotutto, galere e manicomi sono pieni di esseri «disinibiti».
La continua irritazione dei sensi prodotta dalle immagini pubblicitarie non lascia quiete anche ai maturi (bisogna re-imparare a non guardare): non solo sollecita subdolamente i centri profondi del cervello, quelli primordiali da cui partono insieme lussuria e aggressività, la bestia feroce che è in noi; essa libera una forza che viene captata.
E la corruzione infinita della nostra infanzia dalla pornografia internet, su cellulari e da discoteca (dove dodicenni seminude fanno le cubiste e poi hanno rapporti nei cessi), non repressa né bollata come vergognosa, è un male di cui cominciamo appena a vedere gli effetti, incalcolabili. Non meno dei milioni di aborti, il cui senso e scopo vero è forse di rendere possibile la comparsa nel nostro mondo di colui che ne dovrebbe essere escluso.
All’antica sapienza era ben noto che l’espansione della sensualità in età impropria, come il versare il seme «in vase innaturali» nell’omosessualità o nell’onanismo, o il versare sangue di piccoli esseri naturali, non lavati dall’acqua sacramentale, forniva materia energetica alla apparizione in questo mondo dell’essere preter-naturale che dovremmo temere.
Il sesso deviato e lo sperma degli impiccati (ricercato dalle streghe, procuratrici di aborti) serve a preparare un orrido parto: quello dell’Anticristo.
A questo alludeva il termine tecnico della magia, la coagulatio: gli esseri oscuri della morte e del marciume cadaverico, e il «Re delle Mosche», non può che prendere carne se non in questo modo, succhiando aborti e lussurie di adolescenti immaturi.
Ora è fra noi?
Dice l’Apocalisse: «Guai alla terra e al mare/ chè il diavolo è sceso tra voi:/ ha nel cuore un’ira fremente/ perché sa di avere poco tempo» (Apocalisse, 12, 12).
La nostra «aria», lo psichismo collettivo, è inquinato di morbi psichici, sfruttati dalle potenze dell’aria.
Già sotto il loro influsso i più deboli, le anime oscure e bavose (1), le prime ad essere possedute e invase, ammazzano senza ragione.

So che sarò deriso per quel che ho detto qui: ma so anche che il primo atto di un esorcismo efficace consiste nel dare al demone specifico il suo vero nome.
Oggi, «informare» contro la menzogna totale - altro segno anticristico inequivocabile - è già «nominare» l’innominabile, è la prima igiene.
Tengano presente i lettori che i «fatti di cronaca» che raccontiamo sono sintomi dell’azione anticristica nell’aldiquà.
Menzogna e guerra.
Mentre il mondo falso celebra come sacro un olocausto di ieri, e falsamente giura «mai più», sta compiendo un olocausto più immotivato e atroce.
In Iraq, l’occupazione occidentale ha provocato la morte, sparizione o fuga di 4-5 milioni di iracheni.
La mortalità infantile è aumentata dalla prima guerra del Golfo del 150%: nel solo 2005 sono morti 122 mila bambini iracheni, la metà neonati.
Quanto ai sopravvissuti, la metà soffrono di malnutrizione, e meno di un terzo vanno a scuola (sotto Saddam, la scolarità era del 100%).
L’Iraq di Saddam contava 34 mila medici; ora 18 mila hanno abbandonato il Paese, 2 mila sono stati uccisi sotto e dall’occupante americano.
Il 40% della classe professionista, colta e tecnica (dai docenti ai farmacisti) sono fuggiti ed ora vivono come profughi in Siria e Iran.
La disoccupazione dell’Iraq «liberato» supera, per ammissione ufficiale, il 48%.
L’inflazione è al 50%, la seconda nel mondo.
Il prodotto interno lordo è più che dimezzato, e 54 iracheni su cento vivono con un dollaro al giorno.
Le minoranze (anche cristiane) sono meno garantite, nell’Iraq di oggi, di quanto non lo siano nel Darfur. (2)
Questo genocidio non è causale, è deliberato.
Si procede a distruggere una società prospera in quanto potenzialmente ostile ad Israele.
E lo stiamo commettendo noi occidentali, noi virtuosi cultori del solo olocausto condannato e passato.
Qualche lettore mi continua a chiedere perché incolpo l’ebraismo, vittima minacciata, comunità fatta come tutti di buoni e cattivi…
Il modo infallibile di riconoscere gli anticristi ci è pur stato insegnato: «Dai frutti li riconoscerete. Può l’albero buono dare frutti cattivi?».
Leggete i fatti di cronaca come «frutti», imparate a diagnosticarli su questo sfondo.
Se non lo fate, non è tutta colpa vostra.

E’ agghiacciante che la Chiesa non nomini oggi, mentre è fra noi, il Leone Ruggente (la stessa Chiesa del resto ha abolito alla chiusa della Messa l’invocazione all’Arcangelo Michele, il difensore contro Satana).
E’ per contro significativo che il nome innominabile sia pronunciato da musulmani.
Lo sceicco Nasrallah, il capo di Hezbollah, che noi siamo obbligati a chiamare «terroristi», ha notato in questi giorni: è «strano» che gli USA, che non hanno aiutato il Libano quando è stato devastato da Israele, oggi spediscano aerei carichi di armi e munizioni al governo di Siniora, che sta massacrando un campo palestinese in cui è attivo un movimento militante nato di punto in bianco, all’«aria» della sragione dominante.
Infatti Bush ha mandato aerei pieni di armamento, e il Congresso ha votato in massa 770 milioni di dollari per «il Libano», e un terzo di questi «aiuti» sono armi e munizioni.
Il Congresso è a maggioranza democratica, ma non fa differenza: il progetto continua sempre, non viene interrotto mai, perché la lobby ha in ostaggio entrambi i partiti americani.
Obbediscono allo spirito malvagio della guerra.
Non si prega più «a peste fame et bello libera nos Domine», e peste, fame e guerra è ciò che porta colui ha «sa di avere poco tempo», l’Omicida fin da principio, il padre della menzogna.
Le sue azioni (i «fatti di cronaca») sono ormai così incalzanti, che rischiamo di dimenticarle.
Non ci ricordiamo che il generale Wesley Clark, già comandante supremo NATO in Europa, ha riferito di aver saputo al Pentagono già il 20 settembre 2001 che il piano era tutto delineato.
Ecco le sue parole, resoconto di un colloquio avuto con «un alto ufficiale del Pentagono» suo amico.
«Andiamo dunque alla guerra in Iraq», chiede Clark.
E l’amico: «O no, è peggio ancora. Vengo giusto dal piano superiore [l’ufficio del segretario alla Difesa, allora Rumsfeld] e ho questo memorandum qui [lo mostra] spiega come andiamo ad attaccare sette Paesi in cinque anni: cominciamo dall’Irak, poi con la Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan, e per finire, l’Iran». (3)
Ecco il progetto dichiarato in anticipo, e che vediamo attuare.
Dalla Somalia al Libano, e alla Siria.
Perché i carichi di armi al Libano di Siniora preparano la fase nuova della guerra infinita, e politicamente e razionalmente immotivata, se non dallo spirito omicida e dai suoi posseduti.
Ci dimentichiamo che già nel 2003 la Siria era stata accusata (falsamente) da USA e da Israele di stare fabbricando «armi di distruzione di massa».
E che l’ambasciatore siriano a Londra, Moufak Nassar, disse al proposito: «Mi chiedo perché stanno prendendo di mira un Paese arabo dopo l’altro con questa accusa, ignorando totalmente il Paese che possiede armi di distruzione di massa, Israele».

Le creature del leone ruggente hanno mandato altre navi da guerra davanti all’Iran: lì la guerra è già cominciata, per ordine di Bush sotto forma di sovversione e sabotaggio interno.
Ma la Siria viene prima.
Ancora una volta, il piano è già stato definito da tempo: nel 1996 il «Project for a new american century» e il documento dei neoconservatori chiamato «A clean break» insisteva che «Israele può e deve dare nuova forma al suo ambiente strategico, indebolendo, contenendo ed anche respingendo la Siria».
Infatti la Siria, per la sua posizione geopolitica, è alla giuntura critica tra Palestina, Libano e Iraq occupato, dove sono in corso tre guerre anticristiche complicate da azioni coperte, sovversione e genocidio, disinformazione e propaganda di menzogna.
La caduta di Damasco o l’irakizzazione della Siria cambierebbe profondamente «l’ambiente strategico» di Israele, fornendo tra l’altro la base militare avanzata per il balzo finale contro l’Iran. Per questo in Libano sono scoppiati «improvvisi» disordini armati, a Gaza si arrestano e ammazzano membri del governo di Hamas, e gli USA portano armi nel Libano, probabilmente nella base che stanno costruendo a Keilaat, vicino al campo palestinese massacrato.
Ne ha chiara visione Bashar Al-Assad, il presidente siriano, che ha detto il 30 aprile: «Ad oriente c’è la resistenza in Iraq, ad occidente c’è la resistenza in Libano, a sud c’è la resistenza del popolo palestinese. E noi, in Siria, siamo al centro di questi avvenimenti».
L’attacco alla Siria era sicuramente previsto già dopo l’assassinio di Hariri: ha subìto una battuta d’arresto perché Damasco, invece di resistere e cadere nella provocazione, s’è ritirata dal Libano.
Ma ora Israele ha fretta di cancellare la sconfitta subìta da Hezbollah.
In più, è sicuramente spinto e premuto dai suoi dèmoni specifici, i neoconservatori giudeo-americani.
Nel 2006, dopo l’attacco israeliano ad Hezbollah con distruzione del Libano come effetto collaterale, il dispetto dei neocon a Washington fu espresso chiaramente da Meyrav Wurmser, la moglie di David Wurmser, il consigliere di Dick Cheney per il Medio Oriente e ovviamente ebreo: «La nostra rabbia è che Israele non ha combattuto contro i siriani», disse madame Wurmser: «Invece di battersi contro Hezbollah, molti nell’amministrazione americana credono che Israele doveva puntare contro il nemico reale, che è la Siria, e non Hezbollah».
Perché?

Perché «è difficile per l’Iran esportare la sua rivoluzione [ossia ampliare la sua influenza nell’area] senza l’unione con la Siria, che è l’ultimo Paese arabo nazionalista [indipendente, ndr.]. Se Israele avesse colpito la Siria, il colpo per l’Iran sarebbe stato così grosso da indebolirlo e cambiare la mappa strategica del Medio Oriente». (4)
Lo stesso progetto, con le stesse parole del ‘96.
E così, andiamo ciechi e sordi verso altra guerra, peste e fame, verso altri genocidi di stampo iracheno, perché Israele e Bush sanno «di avere poco tempo».
Ed è significativo che nella vigna, nell’ultima ora, come predetto, siano rimasti i musulmani, e che sia loro il sangue che sarà spremuto come mosto d’uva.
Non è un caso che siano i soli ad avere il coraggio di «dare il nome» alla Bestia...
Come saremo giudicati noi cristiani, per non aver compiuto l’esorcismo primario, quello della verità?
Perché, se abbiamo cominciato con la cronaca nera italiana invasa dalle sue potenze dell’aria e finito con la cronaca internazionale più lorda di sangue e gravida di olocausti impuniti, non creda il lettore che le due cose non siano collegate: l’una propizia l’altra, e la causa è la stessa, le potenze dell’aria.
«Vidi uscire dalla bocca del dragone, della bestia e del falso agnello tre spiriti impuri, che somigliavano a rane. Sono infatti spiriti demoniaci che, muniti di poteri taumatrgici, hanno il compito di chiamare a raccolta i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio, l’Onnipotente» (Apocalisse, 16 13-14).

Maurizio Blondet