Segnalazione poco importante...ma di questi tempi per l'Unione non saprei...
Matera
Dell'Acqua (Unione) 38,03%
Buccico (CDL) 28,57%
Acito (Liste Civiche) 26,7%
Al Ballottaggio tra Dell'Acqua e Buccico,Acito,evidente ago della bilancia,ha fatto sapere (tg3Basilicata di poco fa) che circa l'80% dei componenti della sua Lista sarebbe maggiormente disposto ad appoggiare la CDL...
Considerando tutto,si avvicina una durissima battaglia per la difesa di Matera per la Sinistra in Basilicata...
Una svegliata per fare che?! Aprire un ennesimo tavolo di discusione per i DICO, la riforma delle pensioni o la TAV? Per fare quello che vuole Di Pietro o quello che vuole Pecoraro? Per accontentare Mastella o Luxuria, Grillini e Pannela? Per mandare le immondizie napoletane in Romania o convincere la Campania che la sue se discariche se le deve costruire in casa invece che sprecare la valanga di soldi per costruire clientele? Meno male che una parte degli elettori di sinistra incomincia a capire e, per ora, si è limitata soprattutto ad astenersi. La prossima volta magari voterà in massa per il centrodestra.
Il salto di qualità che manca alla sinistra europea
di Giovanni Sabbatucci da Il Messaggero
ROMA (31 maggio) - “Non è avanzato il centro-destra, è arretrato il centro-sinistra”. La battuta sarcastica (e implicitamente autocritica) pronunciata da Giulio Tremonti in un’intervista apparsa ieri su “Repubblica” fotografa bene lo stato di sofferenza in cui versa la coalizione di governo all’indomani della netta sconfitta subìta nelle amministrative parziali di domenica e lunedì. Una sconfitta assai più grave, in termini di numeri complessivi, di quanto non dica il semplice computo delle amministrazioni locali perse o conquistate (ad oggi le proiezioni politiche, per quel che valgono, vanno fatte in base alla legge elettorale vigente, che assegna la vittoria a chi prende più voti su base nazionale). Una sconfitta che impone ai perdenti una riflessione capace di andare oltre il tradizionale palleggio delle responsabilità cui stiamo assistendo in questi giorni.
Va sottolineato innanzitutto - ma la considerazione non deve suonare autoconsolatoria - che la sinistra è oggi in difficoltà in tutta l’Europa Occidentale. In Francia il centro-destra guidato da Sarkozy sembra avviato a completare la vittoria nelle presidenziali con un largo successo nelle prossime legislative. In Gran Bretagna il fisiologico esaurimento della lunga stagione blairiana apre promettenti prospettive al ritorno di un ringiovanito Partito conservatore. In Germania la buona prova della Grosse Koalition si riflette positivamente soprattutto sull’immagine della sua leader, la cristiano-democratica Angela Merkel. In Spagna il socialismo zapaterista dà evidenti segni di stanchezza (anche qui il campanello d’allarme viene dalle amministrative). Persino le già immarcescibili socialdemocrazie scandinave incassano sconfitte con preoccupante regolarità.
Staremmo dunque assistendo a una crisi epocale, di cui le sofferenze del centro-sinistra italiano non sarebbero che una manifestazione fra le tante? Non credo che le cose stiano così. Le socialdemocrazie europee si trovano, è vero, in evidente difficoltà quando la scarsità delle risorse disponibili ostacola le politiche redistributive che costituiscono la loro missione e il loro tratto distintivo.
Ma a questa condizione si sono abituate ormai da tempo, sopperendo con una indiscutibile professionalità governativa arricchita da un piglio coraggiosamente modernizzante al venir meno dei grandi progetti di trasformazione della società. Possono dunque sperare che la crisi sia soltanto congiunturale, come del resto è accaduto altre volte, contando su una identità politica ormai consolidata e su una sperimentata tradizione di governo.
Non altrettanto si può dire della sinistra italiana, che non ha mai governato da sola, che è costretta per aspirare al potere a mettere insieme coalizioni quanto mai eterogenee, dai moderati agli estremisti, e sta attraversando un difficile processo di riassestamento i cui esiti appaiono tuttora incerti. Deve risolvere un problema non solo di contenuti - il che non è poco - ma anche di contenitore, essendo frammentata in una decina di formazioni diverse.
L’operazione Partito democratico, che doveva rappresentare la risposta a questo problema, ha avuto una partenza tutt’altro che esaltante: anziché galvanizzare il suo potenziale elettorato sembra, per il momento, averlo depresso (altrimenti non si spiegherebbe l’alto tasso di astensioni a sinistra) e ha finora prodotto la nascita di un ennesimo gruppo, la Sinistra democratica, che minaccia di togliergli voti e spazio politico.
In queste condizioni lo stare al governo, lungi dal rappresentare un vantaggio, si rivela un ulteriore impedimento all’adozione di scelte innovative, dal momento che ogni scelta mette a rischio il fragile equilibrio su cui la coalizione di centro-sinistra si tiene faticosamente insieme.
Al contrario, il centro-destra può avvantaggiarsi elettoralmente delle difficoltà degli avversari, tanto da far dimenticare le troppe non scelte del suo quinquennio di governo conclusosi appena un anno fa. Per fare il salto di qualità senza il quale non è possibile uscire dall’impasse, servirebbe un contenitore nuovo di zecca, con una leadership forte e un’identità programmatica ben definita.
E’ esattamente quel che oggi manca al centro-sinistra italiano. E che, duole dirlo, sempre gli mancherà fintantoché il suo problema principale sarà quello di far sopravvivere una maggioranza in cui anche il più piccolo dei partner può esercitare il suo incontestabile diritto di veto.
Romano Prodi si lamenta di questa situazione, alza la voce e dichiara di voler ricondurre all’ordine i suoi indisciplinati partner. Purtroppo lo ha già detto troppe volte senza che sia accaduto nulla: viene il sospetto che il problema stia altrove e che non si possa risolvere senza intervenire sulla legge elettorale e sui meccanismi costituzionali.
Io sono assolutamente preso dal possibile incredibile esito del Ballottaggio a Matera...è difficilissimo per la CDL perchè si sta mobilitando tutta la Regione per scongiurare questa catastrofe...ma la Lista Civica di Acito pare intenzionata ad appoggiare la CDL ed anche se solo la metà dei suoi Elettori la seguisse...
Per il resto c'è il Ballottaggio alla Provincia di Genova che potrebbe essere la chiave di svolta specie se in questi 15 giorni l'Unione e Prodi continuano così...
A matera il csx ha il 45%, gli basta un 5% della lista civica.
E' già un grosso risultato essere arrivati al ballottaggio lì,anche se poi si dovesse perdere.
Che qualcosa stia iniziando a sgretolarsi ?
Chi è questo Acito? Da dove viene? Ha avuto un risultato troppo grosso per essere un neofita della politica,vorrei capire quali movimenti ci sono