HIROSHIMA E NAGASAKI ANNIENTATE 60 ANNI FA’
Da spettatori della televisione abbiamo visto, negli ultimi decenni, la miseria di Soweto, l’odio tra greci e turchi a Cipro, l’emarginazione degli indiani d’America, gli orrori di mille guerre. Eppure, visitando il Museo di Hiroshima e poi quello di Nagasaki si rimane sconvolti dalla totale e assoluta devastazione causata da un piccolo involucro di metallo da cui si è sprigionata tanta energia quale mai l’uomo era riuscito a produrne in tutta la sua storia. “Ora sono diventato morte, il Distruttore dei mondi!” questi versi del testo sacro indù, Bhagavad Gita, pronunciati dallo scienziato israelita J. R. Oppenhei,mer, uno dei padri della bomba atomica, in occasione del suo primo test, il 6 e il 9 agosto 1945 si tramutarono in terribile realtà. Trecentomila persone morirono in pochi secondi a causa dello scoppio; altre centinaia di migliaia continuarono a morire negli anni, e fino a tutt’oggi, a causa delle radiazioni. Molte di esse evaporarono per il calore sprigionatosi; già, letteralmente evaporarono come gocce d’acqua, lasciando solo, leggeri aloni sui muri come testimonianza del loro passaggio su questo mondo. A sessant’anni di distanza le commemorazioni per il lancio delle prime bombe atomiche usate contro esseri umani si svolgeranno sotto tono; i giapponesi, in attrito con cinesi e nordcoreani, non vogliono rischiare di offendere l’alleato americano. I testimoni della memoria sono scandalizzati: “ Per questioni politiche rischiamo di dimenticare tutte le sofferenze causate dalle bombe atomiche. Tra poco non ci saranno più testimoni, chi racconterà alle nuove generazioni ciò che è accaduto?”. Nel 1966 ancora 277.955 giapponesi atomizzati erano viventi nonostante le gravissime malattie croniche causate dalle radiazioni. Tra il 45 e il 54 nella sola Nagasaki i nati malformati sono stai un settimo del totale: 4282 su 30150. La gente si chiede: “Può succedere ancora?” E’ difficile rispondere di no!
www.forzanuova.org