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  1. #261
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    Citazione Originariamente Scritto da No pasaran Visualizza Messaggio
    per fortuna ci siete voi della 4 internazionale a difendere i lavoratori
    invece i lavoratori ringrazieranno voi e la vostra proditoria azione di governo che ad oggi ci allunga l'età pensionabile, mantiene il lavoro precario, continua a spendere milioni di euro in spese militari...

  2. #262
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    È proprio vero che la libertà è preziosa; così preziosa che dovrebbe essere razionata.
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    Citazione Originariamente Scritto da pclfirenze Visualizza Messaggio
    invece i lavoratori ringrazieranno voi e la vostra proditoria azione di governo che ad oggi ci allunga l'età pensionabile, mantiene il lavoro precario, continua a spendere milioni di euro in spese militari...
    I lavoratori - questa categoria idealtipica tanto scomodata quanto a voi sconosciuta - certo saranno in parte delusi da questo goveno, ma ancora più spesso individueranno nel sottoproletariato, negli immigrati, nei lavavetri, nei chiassosi vicini di casa, nelle tifoserie avversarie ed in chissà quali altre categorie le cause delle loro perenni frustrazioni.
    Iniziate a riconnettervi alla realtà, che ad oggi è un tantino difforme dalla russia prerivoluzionaria del '17.

  3. #263
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    Citazione Originariamente Scritto da komsomol Visualizza Messaggio
    I lavoratori - questa categoria idealtipica tanto scomodata quanto a voi sconosciuta - certo saranno in parte delusi da questo goveno, ma ancora più spesso individueranno nel sottoproletariato, negli immigrati, nei lavavetri, nei chiassosi vicini di casa, nelle tifoserie avversarie ed in chissà quali altre categorie le cause delle loro perenni frustrazioni.
    Iniziate a riconnettervi alla realtà, che ad oggi è un tantino difforme dalla russia prerivoluzionaria del '17.
    Mi togli una curiosità, perchè usi quel simbolo? cerca di essere moderno non siamo nel 1917, siamo nel 2007 ed i "comunisti(???)" governano con prodi dini e mastella, e questi signori nel solo vedere quel simbolo si potrebbero impaurire

  4. #264
    ANTISTALINISTA
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    Citazione Originariamente Scritto da komsomol Visualizza Messaggio
    I lavoratori - questa categoria idealtipica tanto scomodata quanto a voi sconosciuta - certo saranno in parte delusi da questo goveno, ma ancora più spesso individueranno nel sottoproletariato, negli immigrati, nei lavavetri, nei chiassosi vicini di casa, nelle tifoserie avversarie ed in chissà quali altre categorie le cause delle loro perenni frustrazioni.
    Iniziate a riconnettervi alla realtà, che ad oggi è un tantino difforme dalla russia prerivoluzionaria del '17.
    I lavoratori saranno sconosciuti a voi, tzè! O meglio, li conoscete giusto per pigliarli per il culo, dato che nulla gli concedete con la scusa che nulla di più si può fare e che siete il meno peggio (che poi non è nemmeno così). Se poi ricercano le loro frustrazioni nelle cose che citi è "merito" anche della vostra informazione terrorista. Siamo ben connessi alla realtà, e la realtà è che siete dei traditori senza dignità (in Italia, mentre all'estero siete addirittura assassini).

  5. #265
    Lunga vita al Bolscevismo!
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    Citazione Originariamente Scritto da No pasaran Visualizza Messaggio
    per fortuna ci siete voi della 4 internazionale a difendere i lavoratori
    No dai ti prego, non dire così...

  6. #266
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    ...notavo che...ci sono solo falciemartello in questo topic...accompagnate da divisioni e ostilita'...

    ...ognuno elabori le proprie analisi...

  7. #267
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    Citazione Originariamente Scritto da komsomol Visualizza Messaggio
    I lavoratori - questa categoria idealtipica tanto scomodata quanto a voi sconosciuta - certo saranno in parte delusi da questo goveno, ma ancora più spesso individueranno nel sottoproletariato, negli immigrati, nei lavavetri, nei chiassosi vicini di casa, nelle tifoserie avversarie ed in chissà quali altre categorie le cause delle loro perenni frustrazioni.
    Iniziate a riconnettervi alla realtà, che ad oggi è un tantino difforme dalla russia prerivoluzionaria del '17.

    il vuoto non esiste. Se si abbandona una posizione questa verrà riempita da qualcosa di altro.
    Se oggi l'operaio, l'intellettuale, il giovane, ecc. giugono a conclusioni tanto funeste è perchè nessuno si muove a creare gli strumenti per analizzare i problemi e proporli a loro, assieme allo strumento per risolvere o almeno affrontare i problemi.
    Certo, per giungere a questo bisogna fare una grossa fatica intellettuale. Molto più facile scannarsi tra compagni.

  8. #268
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    NOTA SULLE ULTIME ESTERNAZIONI DEL PRC E SUL LORO SIGNIFICATO

    E’ interessante segnalare ciò che di nuovo si muove sul versante della politica del PRC e di Fausto Bertinotti in particolare. L’intervista recente del Presidente della Camera su “La Repubblica” (“il governo ha fallito”) può dare adito a letture sbagliate: o nel senso di vedervi una “svolta a sinistra”, fosse pure tattica, o nel senso di considerarla una sparata puramente propagandistica, priva di ogni possibile effetto concreto.
    Le cose non stanno così. Ed è utile una corretta lettura del più recente posizionamento del PRC perché disvela ancora una volta la natura reale del bertinottismo, la sua estraneità ad ogni principio o vincolo di classe nella determinazione delle proprie scelte, (ed anche, eventualmente, delle proprie svolte).

    1)L’irrigidimento del PRC verso il governo Prodi è, in un certo senso, reale: ma non ha alcun rapporto con le ragioni dei lavoratori (“precarietà, salari”) che vengono sventolate nella propaganda del partito come terreno dell’annunciata verifica di Gennaio. Quelle ragioni, come sappiamo, sono state colpite e tradite dal PRC per un anno e mezzo sino alla recente capitolazione sul 23 Luglio. Solo gli sciocchi possono pensare ad un’improvvisa sensibilizzazione di Bertinotti sul precariato, dopo che il PRC ha votato la salvaguardia della legge 30. E del resto il PRC, anche in questi giorni, continua a votare tutte le porcherie del governo: dalla finanziaria che detassa i profitti ai decreti xenofobi sulle espulsioni di immigrati. La ragione vera dell’irrigidimento del PRC, sino a ventilare per la prima volta “la possibile uscita dal governo e dalla maggioranza” (Ferrero) riguarda ben altro: il negoziato sulla legge elettorale e, con esso, la costruzione e il posizionamento della nuova “Sinistra Arcobaleno” nello scenario politico futuro.

    2)Il PRC ha bisogno di una legge elettorale funzionale alla nascita del nuovo soggetto e alla propria egemonia su di esso. La legge elettorale idonea è quella che prevede uno sbarramento elettorale (antidemocratico) nei confronti delle forze minori: o nei termini di una legge elettorale tedesca con lo sbarramento del 5 %; o nei termini di una legge mediata con l’impianto della proposta Vassallo fatta propria da Veltroni: che, prevedendo piccoli collegi, alza ulteriormente la soglia. E’ evidente che i piccoli partiti della maggioranza (UDEUR, SDI, PDCI, Verdi) osteggiano queste soluzioni perché distruttive della loro esistenza o del loro potere negoziale. E Prodi a sua volta si appoggia su queste resistenze: sia come leva di autodifesa della propria traballante maggioranza, sia come contrappeso al veltronismo. Qui sta la contraddizione con il PRC. Il PRC teme che Prodi si ponga di traverso al negoziato sulla legge elettorale sino a favorire di fatto lo sbocco del referendum di Segni-Guzzetta: ciò che sbaraglierebbe la costruzione del nuovo soggetto a sinistra. Da qui l’ultimatum del PRC a Prodi e l’annuncio della “verifica” a Gennaio.

    3)Il messaggio inviato dal PRC a Prodi è chiaro: “Se rimuovi l’ostacolo all’accordo sulla legge elettorale oggi in esame, siamo disponibili a concertare la continuità delle tue politiche (antiproletarie) e del tuo governo: ci dai la pezza di qualche concessione simbolica sul fiscal drag o sulla detassazione degli aumenti contrattuali, e noi diremo al nostro popolo che c’è un segnale “nuovo” e che si può andare avanti; se invece contrasterai la nuova legge elettorale e il cammino negoziale di Veltroni, allora sappi che noi possiamo staccare la spina: dicendo al nostro popolo che noi chiedevamo una vera svolta sociale e che la verifica è stata negativa”. In altri termini i cosiddetti contenuti sociali della verifica annunciata sono solo una copertura propagandistica del vero terreno dello scontro. Che non riguarda l’interesse generale del mondo del lavoro ma l’interesse particolare dell’operazione politica bertinottiana.

    4)Di più. Pur di ottenere la legge elettorale che gli serve, il PRC è disponibile ad un “governissimo” con Veltroni e Berlusconi. Cioè alla soluzione del cosiddetto “governo istituzionale”. E’ un fatto di gravità enorme. Indipendentemente dall’esistenza o meno degli spazi per una possibile concretizzazione di questa ipotesi, il fatto stesso che il PRC si dichiari disponibile ad essa o addirittura lavori in questa direzione, dà la misura della volgare spregiudicatezza – peraltro non nuova – del gruppo dirigente di Rifondazione. Un governo con Veltroni e Berlusconi – già di per sé inconcepibile da un punto di vista di classe – sarebbe tutt’altro che un impossibile governo “di carattere tecnico e neutro”. Sarebbe un governo borghese reazionario: in primo luogo perché impegnato a concretizzare i progetti convergenti di riforma istituzionale di Centrosinistra e Centrodestra (che prevedono entrambi il rafforzamento dell’esecutivo, una maggiore autonomia del governo dal Parlamento ecc.); in secondo luogo perché nell’anno prevedibile di durata (minimo necessario per ridisegnare collegi elettorali e varare le riforme istituzionali) il governo Veltroni, Berlusconi, Bertinotti gestirebbe la continuità delle missioni militari, dei sacrifici sociali, delle politiche antimmigrazione. O si vuole sostenere che un governo con Berlusconi potrebbe realizzare…il “risarcimento sociale”? Impressiona che nessuno a sinistra denunci lo scandalo e l’enormità di queste aperture del PRC alle destre.

    5)Qualcuno dirà: “E’ il passaggio necessario per ottenere finalmente una legge elettorale nuova che consenta alla sinistra di tornare all’opposizione senza più obblighi di coalizioni forzate”. Niente di tutto questo. Al di là del fatto che nessuna legge elettorale ha “obbligato” il PRC a entrare nel governo confindustriale di Prodi, il disegno della Sinistra Arcobaleno non è affatto la ricollocazione all’opposizione. Al contrario. Il nuovo soggetto si candida a rinegoziare il proprio ruolo di sinistra del Centrosinistra sulla base di un patto di governo col PD. L’ipotesi di legge elettorale oggi in discussione preserva pienamente lo spazio negoziale di un accordo di governo tra sinistra e PD. E sia il PRC, sia anche il PD, pur rivendicando una maggiore libertà negoziale nei loro rapporti reciproci, sono ben attenti a preservare per il futuro questo spazio. Naturalmente ciò non significa affatto escludere la possibilità di collocazioni alternative tra PD e sinistra in determinati passaggi politici. Significa, per dirla con Mussi, che il nuovo soggetto nasce più che mai con la vocazione di governo. E che una sua eventuale collocazione “obbligata” (quella sì) all’opposizione verrebbe concepita solo come leva contrattuale di rinegoziazione dell’accordo governativo. La stessa storia del PRC negli anni ‘90 è al riguardo emblematica.

    6)Ecco, allora, l’infinita ipocrisia della politica del PRC. Dopo aver affermato per anni che bisognava governare con Prodi per fermare Berlusconi, oggi si afferma che è possibile governare con Berlusconi pur di acquisire autonomia da Prodi e dal PD. Si è mentito ieri, come si mente oggi. La verità è che Bertinotti e il gruppo dirigente del PRC, nelle numerose giravolte della propria politica, hanno conosciuto e praticato un solo scopo: negoziare il proprio ruolo politico e istituzionale nel mercato della democrazia borghese.

    La storia del PRC è illuminante. Nell’autunno del ’94 dopo la crisi del primo governo Berlusconi, il PRC teorizzò per la prima volta un governo di transizione con Forza Italia e Lega per negoziare la legge elettorale; nel ’95 fece l’opposizione dura al governo Dini (sino a ipotizzare il voto a una mozione di sfiducia Berlusconi-Fini per farlo cadere) al solo scopo di liberare il campo al successivo accordo col primo governo Prodi; nel ’98 ruppe con Prodi, dopo due anni di sostegno alle peggiori politiche padronali, per favorire un accordo di ricambio con D’Alema (poi naufragato per via della scissione di Cossutta e dell’irruzione di Cossiga); nel 1999-2002 cavalcò e usò la stagione dei movimenti, e persino il referendum sull’articolo 18, per riaprirsi il varco dell’accordo col secondo governo Prodi, col relativo sostegno alle politiche padronali, in cambio di ministeri e presidenza della Camera; oggi recupera la disponibilità a un governo transitorio di unità nazionale con le destre per favorire la costruzione di una nuova sinistra del Centrosinistra (e intanto garantendosi, con la continuità della legislatura, la continuità della presidenza della Camera). L’unica vera costante è l’uso dei lavoratori e dei movimenti come pedina di scambio per vantaggi politico-istituzionali. Ogni volta alla ricerca del miglior offerente: normalmente di Centrosinistra, a volte, se occorre, addirittura di Centrodestra.
    Questa è la storia e l’approdo della sinistra cosiddetta…”radicale”.

    Richiamare la vera natura delle attuali direzioni della sinistra non è uno sfizio analitico. E’ fondamentale per dare senso e ragione alla costruzione del Partito Comunista dei Lavoratori.
    Tutte le sinistre “critiche”, che pur si differenziano oggi dal PRC e dalla Sinistra Arcobaleno, rimuovono (ieri come oggi) la natura materiale degli apparati delle sinistre, la loro funzione di classe nell’ordine borghese. Ieri abbellivano il bertinottismo, propagandandone le tesi movimentiste e presentandolo come voce dei movimenti. Oggi lo “criticano” per l’abbandono delle sue vecchie pose movimentiste. Magari un domani, se la “sinistra” si ritrovasse all’opposizione, ne riscoprirebbero le virtù, sempre “criticamente”, nell’ “interesse dei movimenti”. Nel migliore dei casi il riformismo è rappresentato come “un’altra strategia, un abbandono dell’antagonismo, persino una resa alla borghesia. Mai come un’agenzia della borghesia all’interno dei movimenti; una burocrazia d’apparato tutta interna alla democrazia borghese, ai suoi privilegi, ai suoi codici, organicamente estranea alle ragioni dei movimenti stessi e al tempo stesso funzionale alla loro subordinazione alla società borghese. Per questo “Sinistra critica” si separa oggi dal PRC, ma non costruisce un’alternativa di partito al PRC.

    Per noi, al contrario, la rottura col bertinottismo è inseparabile dalla costruzione di un’alternativa. Perché solo liberando il movimento operaio, a partire dalla sua avanguardia, da ogni illusione presente o futura verso i gruppi dirigenti della sinistra, si può aprire una prospettiva nuova per i lavoratori e i movimenti stessi. Solo smascherando costantemente la natura e la politica reale degli apparati riformisti, è possibile liberare la via ad un’egemonia alternativa tra le masse, che è condizione decisiva per la loro prospettiva di vittoria. E, a sua volta, solo un programma anticapitalistico e rivoluzionario può motivare e orientare la battaglia per l’egemonia alternativa. Da qui la necessità del Partito Comunista dei Lavoratori come strumento organizzato di quel programma e di quella battaglia. Ben al di là delle variabili contingenti della situazione politica e delle scelte mutevoli del PRC.

  9. #269
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    Citazione Originariamente Scritto da Susumu Kodai Visualizza Messaggio
    lcr non è trotzkista (seppure in versione "moderna")?
    perchè la lega comunista rivoluzionaria ha seguito??

  10. #270
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    Citazione Originariamente Scritto da No pasaran Visualizza Messaggio
    perchè la lega comunista rivoluzionaria ha seguito??
    LCR 4%
    PCF 1,5%

    notte dottò

 

 
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