Consiglio a tutti di leggere il resoconto della seduta di oggi al Senato...capirete che la maggioranza si regge su 1 voto anche solo per dare dei mandati ai relatori.. e soprattutto saprete come si può riuscire a conquistarsi quell'unico voto...
PALMA (FI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALMA (FI). Signor Presidente, nel pomeriggio, in Commissione affari costituzionali dovevamo votare il mandato al relatore sul disegno di legge n. 772, d'iniziativa governativa, sui servizi pubblici locali. Orbene, nel corso della dichiarazione di voto il senatore Rossi Fernando, riprendendo delle argomentazioni che aveva già sviluppato nel corso della discussione generale, che non avevano trovato accoglimento nel testo uscito dalla Commissione, effettuava dichiarazione di voto contrario.
Atteso il numero delle presenze dei senatori della Commissione, era presumibile ed altamente probabile che il mandato al relatore non sarebbe stato conferito. Inutile dire, signor Presidente, che vi è stato un notevole tempo dedicato alle varie dichiarazioni di voto mentre, attese le presenze e le assenze che si registravano nell'Aula della Commissione, immagino fossero in corso dei conciliaboli.
Ciò è assolutamente legittimo, non essendovi dubbio che tra esponenti politici vi può essere un colloquio teso alla convinzione e agli inevitabili ripensamenti.
Fino a questo punto, signor Presidente, nulla di strano. Invece, appare davvero stravagante quanto è accaduto poco prima e nel corso della stessa votazione. Finite le dichiarazioni di voto, con grande cortesia il Presidente ha rivolto il suo saluto di ringraziamento al Governo, al relatore e ai componenti del Comitato ristretto, dopo di che ha dato la parola al relatore, il quale non si è limitato ad un intervento di ringraziamento, ma ha ritenuto di utilizzare quel momento per dare delle garanzie al senatore Rossi Fernando, nel senso che si sarebbe prestata particolare attenzione alle sue osservazioni.
Successivamente, si è passati alla votazione e davvero, per chi è stato testimone oculare di quella fase, è parso singolare che per circa un minuto vi fossero 13 mani alzate e 26 occhi rivolti al senatore Rossi, in attesa che quest'ultimo potesse, sia pur timidamente, alzare la mano per conferire il suo voto positivo. Nel frattempo si sono svolti altri conciliaboli finché il senatore Rossi non ha alzato la mano e finalmente è stata raggiunta la maggioranza.
Signor Presidente, al di là di qualsiasi discorso sui grandi concetti democratici, vorrei dire che effettivamente in tal modo si conferisce al singolo voto una grande pesantezza in ordine all'eventuale modifica del provvedimento. (Brusìo).
PRESIDENTE. Vi prego senatori, anche vicino al senatore Palma. Senatore Iannuzzi, il suo collega sta parlando.
PALMA (FI). Tralascio, inoltre, ogni considerazione sul fatto che, davvero, argomentazioni, che pure erano state esplicitate in sede di discussione generale e non avevano trovato accoglimento nel pensiero del relatore, improvvisamente dalla dichiarazione di voto del senatore Rossi al momento del voto hanno ricevuto particolare attenzione, tant'è vero che il relatore ha detto che da quel momento in poi vi si sarebbe prestata attenzione.
Signor Presidente, è in violazione del Regolamento il fatto che il relatore compia un intervento di natura politica e non di ringraziamento: si è trattato infatti di un discorso politico, come ha ammesso lo stesso senatore Rossi nel corso dei lavori della Commissione, avendo egli affermato che senza quell'intervento non avrebbe votato a favore del provvedimento. Mi lasci anche parlare della particolare lunghezza delle votazioni durante le quali, al di là del lato comico, 13 mani alzate aspettavano per oltre un minuto che si alzasse anche la quattordicesima.
Signor Presidente, il gioco della democrazia è molto semplice, valgono i numeri, se non anche le parole a volte, ma la vera questione è che il problema della democrazia si ancora al rispetto dei Regolamenti, che servono a dare ordine ai lavori delle varie sedute, ma principalmente rappresentano il presidio di garanzia delle opposizioni. Ci consenta di dire che in questa occasione tale presidio è stato violato e si è assistito a qualcosa di particolarmente grave.
In conclusione, signor Presidente, il clima in Commissione affari costituzionali si era ricostruito con molta calma, da qualche mese a questa parte si lavorava in tutta serenità. Non posso non considerare che quanto è accaduto oggi è destinato inevitabilmente a modificare il clima di quella Commissione, a partire dal comitato pareri. Mi rendo conto che vi sono sofferenze politiche nella maggioranza che tendono sempre più ad acuirsi e ad esplodere; però, signor Presidente, il gioco della democrazia impone che esse vengano svolte al di fuori di determinate Aule e sicuramente non possono aver luogo in aperta violazione dei Regolamenti. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Baldassarri).
BIANCO (Ulivo). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BIANCO (Ulivo). Presidente, intervengo solo per annunciare che fornirò doverosamente non solo alla Presidenza del Senato, ma anche ai colleghi che hanno sollevato questioni così delicate ogni opportuno elemento di valutazione, in modo che in una prossima seduta lei possa riferire per le questioni sollevate.
In questa sede, Presidente, vorrei soltanto aggiungere che effettivamente in Commissione affari costituzionali, che svolge un ruolo del tutto peculiare nel Parlamento, al di là della contrapposizione politica tra maggioranza e opposizione si è lavorato con particolare spirito di attenzione nei confronti delle delicate questioni che sono oggetto d'esame della Commissione. Mi adopererò in ogni modo perché, nel reciproco rispetto politico, questo possa continuare ad avvenire. Sollecito e sottolineo che su importanti provvedimenti all'esame della Commissione il rapporto è assolutamente paritario, tanto che la Commissione ha frequentemente relatori che appartengono anche all'opposizione. Mi adopererò in questo senso.
Mi consenta una sola osservazione letteraria, visto che il collega Rossi ha citato «Tanto rumore per nulla», un testo che appartiene alla grande letteratura inglese. Vorrei, pertanto, citare anch'io un testo di Bergson, secondo cui non c'è nulla di più relativo della percezione del tempo: i cinque minuti del condannato a morte non sono i cinque minuti del giocatore di poker. Capisco che ai colleghi il tempo di voto sia sembrato molto lungo, a qualcuno può essere sembrato molto breve. Mi limito a questo concetto della relatività del tempo.
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PRESIDENTE. Non era certamente un condannato a morte.
BIANCO (Ulivo). È Bergson che parla di condannati a morte.
PRESIDENTE. Tutti gli sguardi cui faceva riferimento il senatore Palma avranno sicuramente inciso. Comunque, il senatore Palma ha posto con grande correttezza il problema nel suo primo intervento. Lei, mi ha anticipato, presidente Bianco. Sono pienamente convinto di due cose: il primo criterio per garantire l'osservanza delle regole della democrazia è il rispetto formale delle regole sempre e il rammarico dovuto al cambiamento del clima di lavoro nella prima Commissione sarebbe anche il mio rammarico.
Comunque, prendo atte delle sue assicurazioni. Vediamo di approfondire nuovamente la questione. Mi riservo, comunque, di fornire agli intervenuti i chiarimenti del caso.