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  1. #1
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    Predefinito "Ecco come superare il precariato"

    La proposta presentata al Festival dell'Economia di Trento
    da Pietro Garibaldi, professore di economia a Torino
    Contratti, salario minimo e fisco
    "Ecco come superare il precariato"
    "A causa del lavoro atipico, fra 30 anni avremo alcuni milioni
    di persone che andranno in pensione senza copertura adeguata"
    dal nostro inviato ROSARIA AMATO
    http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/economia/precari-proposta/precari-proposta/precari-proposta.html
    TRENTO - Contratti a tempo indeterminato per tutti, dopo un periodo di prova di sei mesi e uno di inserimento di tre anni, salario minimo di 826 euro al mese, contributi previdenziali al 33 per cento: è la proposta presentata oggi al Festival dell'Economia di Trento da Pietro Garibaldi, professore di economia all'Università di Torino, direttore del Collegio Carlo Alberto ed economista della Voce.info, per superare l'attuale fase di 'precarizzazione' del mercato del lavoro, che ha come effetto riflesso quello del freno della produttività e quindi di rallentamento del sistema Paese.

    Dal '96 a oggi sono stati creati circa 2,5 milioni di posti di lavoro, una crescita che ha fatto quasi gridare al miracolo e che ha permesso al tasso di disoccupazione di scendere in 10 anni dal 12 al 7 per cento. Nella realtà non c'è stato alcun miracolo: il 60 per cento di questi nuovi posti di lavoro sono 'atipici', vale a dire 32 per cento in part-time permanente, 14 per cento a tempo determinato e per il 13 per cento sono forme di collaborazione. Le conseguenze sociali e umane di un contratto atipico sono state ampiamente denunciate negli anni da sindacati e lavoratori: carenza di prospettive, di motivazione, salari bassi, precarietà del lavoro che si traduce in precarietà dell'esistenza.

    Ma il nodo che il Festival dell'Economia, incentrato quest'anno sul tema 'Capitale umano, capitale sociale', intende affrontare è un altro: i cosiddetti contratti atipici non convengono al sistema Paese, frenano lo sviluppo, la crescita, il progresso. "I problemi principali legati ai contratti atipici - spiega Garibaldi - sono la poca formazione, la previdenza e il dualismo, cioè l'impossibilità di passare all'altra fascia di mercato, quella dei contratti a tempo indeterminato, una volta che si è iniziato un percorso da lavoratore precario (ci riescono in media non più del 10 per cento degli atipici)".

    "Il sistema - sottolinea l'economista - non è sostenibile intanto dal punto di vista previdenziale: tra 30 anni avremo alcuni milioni di persone che andranno in pensione senza una copertura adeguata. Ma c'è anche il problema della formazione: non s'investe sui precari, o comunque s'investe molto meno rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Investendo poco in capitale umano cresce anche poco la produttività: l'Italia ha infatti una crescita di produttività inferiore di 2/3 punti percentuali rispetto alla media Ue15. E inoltre le procedure di assunzione sono molto complesse, il paradosso è che per assumere un lavoratore diventa indispensabile ricorrere a un consulente del lavoro. Esistono troppe figure contrattuali, tanto che l'Istat già nel 2002 aveva censito più di 35 figure e aveva proposto una classificazione basata su tre criteri: stabilità del rapporto, orario del lavoro, diritti sociali. La sfida è affrontare tutti questi problemi simultaneamente".

    Come? "La nostra proposta (elaborata insieme a Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival dell'Economia, ndr) è di definire standard minimi per tutti i posti di lavoro in termini di salario orario, contributi e tutele. Il salario non dovrebbe scendere al di sotto dei 5 euro l'ora, con aggiornamenti effettuati sulle indicazione di una 'Commissione sui bhassi salari'. Nessun lavoratore guadagnerebbe dunque meno di 826 euro al mese, ovvero il 40 per cento del salario mediano".

    Un salario sicuramente basso, decisamente inferiore comunque ai 1217 euro della Francia e ai 1272 della Gran Bretagna, in linea con il salario minimo in Canada ma superiore a quello della Spagna (540 euro): al momento però almeno il 5 per cento degli atipici guadagna meno, pertanto sarebbe comunque un passo in avanti. Il vero progresso sarebbe però sotto il profilo dei contributi che, nella proposta Boeri-Garibaldi, non dovrebbero in nessun caso essere inferiori al 33 per cento dello stipendio, e delle tutele.

    Di fatto, i due economisti della Voce.info propongono l'eliminazione delle forme precarie, sia pure attraverso un percorso pluriennale che garantisce anche il datore di lavoro: "Noi proponiamo un periodo di prova di sei mesi, nel corso del quale il lavoratore possa essere licenziato in qualsiasi momento, seguito da un periodo di 'inserimento', che va dal sesto mese al terzo anno. In questo periodo il rapporto di lavoro potrà essere interrotto in qualsiasi momento senza ricorrere alla giusta causa, ma con un'indennità fino a sei mesi. Dopo i tre anni, tutti i contratti dovrebbero però diventare a tempo indeterminato, con tutte le tutele della normativa attuale (licenziabilità dunque solo per giusta causa o giustificato motivo)".

    I contratti a tempo determinato, di durata superiore a due anni, dovrebbero essere limitati solo a esigenze "a termine". In caso di passaggio a tempo determinato, non dovrebbe essere possibile per il datore di lavoro fruire del periodo di prova e di quello di inserimento.

    (2 giugno 2007

  2. #2
    Ian è di guardia qui
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    Non c'e niente di nuovo in questa proposta del Prof. Garibladi. Sul fatto del lavoro precario come generatore di un'esistenza precaria non capisco a quale testo o teoria psicologica si faccia riferimento. A prova di questo ci sono i dati inoppugnabili che riguardano gli altri paesi Europe, come ad esempio i Paesi Bassi in cui il 47% dei lavoratori è un "cosiddetto" precario, eppure non esiste in merito nessuna questione sociale. L'unica che si potrebbe mettere sul tavole, è che il passaggio ad un tipo di lavoro flessibile è avvenuto senza alcuna gradualità e questo ha generato panico tra chi era abituato a vedere i parenti trovare un lavoro a 18 anni ed arrivarci fino alla pensione. Oggi non è piu' cosi': siamo nella net economy e oltre a flessibilità la richiesta di specializzazione è estrema per via della competizione, quindi immaginare il lavoro come era una volta è solo un'utopia partorita dai politici per le loro sporche propagande. Chi vi promette un abbandono del precariato mente spudoratamente, lo stato non ha piu' i fondi necessari per regalare posti di lavoro e assistenzialismo a pioggia come avveniva in passato, quindi rimboccatevi le maniche e iniziate a vivere in modo flessibile come avviene in tutta Europa da molti decenni.

  3. #3
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    il problema dle lavoro precario e; ogettivamente la scarsa preparazione eprofessionalita' dei precari.

    in generale oggi la manodopera tra precari e immigrati ha dei livelli penosi:

    segretarie troiette decelebrate, neolaureati semianalfabeti con pretese da finanzieri d'assalto per tacer dei lavori manuali.

    perche' i nostri treni sono luridi come quelli rumeni?
    perche' gli appaliti delle puliize li vincono cooperative con soci rumeni,

  4. #4
    Hanno assassinato Calipari
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    ulan ha perso la ragione ormai.

  5. #5
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    La Rochefoucauld: "Maestà, il popolo di Parigi marcia su Versailles". Luigi XVI:"Si tratta dunque di una rivolta". La Rochefoucauld:"No, sire, è una rivoluzione".
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    Citazione Originariamente Scritto da POVERAITALIA Visualizza Messaggio
    Non c'e niente di nuovo in questa proposta del Prof. Garibladi. Sul fatto del lavoro precario come generatore di un'esistenza precaria non capisco a quale testo o teoria psicologica si faccia riferimento. A prova di questo ci sono i dati inoppugnabili che riguardano gli altri paesi Europe, come ad esempio i Paesi Bassi in cui il 47% dei lavoratori è un "cosiddetto" precario, eppure non esiste in merito nessuna questione sociale. L'unica che si potrebbe mettere sul tavole, è che il passaggio ad un tipo di lavoro flessibile è avvenuto senza alcuna gradualità e questo ha generato panico tra chi era abituato a vedere i parenti trovare un lavoro a 18 anni ed arrivarci fino alla pensione. Oggi non è piu' cosi': siamo nella net economy e oltre a flessibilità la richiesta di specializzazione è estrema per via della competizione, quindi immaginare il lavoro come era una volta è solo un'utopia partorita dai politici per le loro sporche propagande. Chi vi promette un abbandono del precariato mente spudoratamente, lo stato non ha piu' i fondi necessari per regalare posti di lavoro e assistenzialismo a pioggia come avveniva in passato, quindi rimboccatevi le maniche e iniziate a vivere in modo flessibile come avviene in tutta Europa da molti decenni.



    Sbagli, si prometteva flessibilità, non sfruttamento. Perchè è tale, te lo assicuro. I precari non si specilizzano in fico secco: svolgono nel 90% dei casi lavori che non hanno tempo di fare gli assunti, non fanno gli stessi corsi di formazione che invece fanno gli assunti, se no perchè asisterevvero l'adecco e agenzie varie second te? forniscono un oggetto, non un collaboratore. altrimenti le aziende potrebbero assumere con forme flessibili in maniera autonoma non credi? nei paesi bassi la rete di sostegno a chi resta senza lavoro è più stetta, inoltre lascia che te lo dica: un lavoro precario porta ad una vita precaria eccome, trovatene uno, poi ne riparliamo.

  6. #6
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    Nessuno dice che i precari pagano da soli i contributi. Già oggi si paga il 23%, addirittura si dovrà pagare il 33%. Praticamente si abbassa lo stipendio dei precari di un altro 10%.
    In Germania si va in pensione a 67 anni, c'è un minore indebitamento, c'è una vita media inferiore a quella italiana. Perchè invece di fare demagogia, non si risolve veramente il problema portando l'età pensionabile a 67 anni? Significa una differenza di 20 anni in termini INPS (10 anni in più di contributi e 10 anni in meno di pensione). Invece per farti andare in pensione a 57 anni ti massacrano di tasse e di contributi, non ti fanno sposare, non ti fanno vivere in una casa dignitosa, e praticamente non ti fanno vivere fino a quando non raggiungi i fatidici 57 anni.

  7. #7
    Ian è di guardia qui
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    Citazione Originariamente Scritto da Agata Visualizza Messaggio
    Sbagli, si prometteva flessibilità, non sfruttamento. Perchè è tale, te lo assicuro. I precari non si specilizzano in fico secco: svolgono nel 90% dei casi lavori che non hanno tempo di fare gli assunti, non fanno gli stessi corsi di formazione che invece fanno gli assunti, se no perchè asisterevvero l'adecco e agenzie varie second te? forniscono un oggetto, non un collaboratore. altrimenti le aziende potrebbero assumere con forme flessibili in maniera autonoma non credi? nei paesi bassi la rete di sostegno a chi resta senza lavoro è più stetta, inoltre lascia che te lo dica: un lavoro precario porta ad una vita precaria eccome, trovatene uno, poi ne riparliamo.
    Allora diciamo che il precariato Italiano non funziona, non l'istituto in se per se. Qui in Inghilterra funziona benissimo, lavoro per tutti e quando facevo recruiting in 500 o piu' colloqui che ho fatto un paio di volte si è parlato di contratti o cose affini. La gente non ha bisogno del contratto per mantenersi un posto di lavoro: casomai il problema sorge per le aziende che devono fare sacrifici economici enormi per mantenere i talenti, andando a ravare negativamente sul labor cost dell'azienda. Se un lavoratore è buono nessuno lo caccia, e di solito è lui che dopo aver acquisito il know how aziendale si vende al migliore offerente. Se in Italia gli imprenditori non capiscono che il lavoratore è il vero patrimonio dell'azienda, non si puo' criticare il sistema flessibile. Andate a chiedere ai lavoratori Ferrari o quelli della Tod's se hanno bisogno di uno straccio di contratto: solo quelle aziende, per mezzo di interazioni con altre realtà, hanno capito che nel mondo della competizione sfrenata l'unica cosa che non si puo' copiare è il LAVORATORE.

  8. #8
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    La Rochefoucauld: "Maestà, il popolo di Parigi marcia su Versailles". Luigi XVI:"Si tratta dunque di una rivolta". La Rochefoucauld:"No, sire, è una rivoluzione".
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    Citazione Originariamente Scritto da POVERAITALIA Visualizza Messaggio
    Allora diciamo che il precariato Italiano non funziona, non l'istituto in se per se. Qui in Inghilterra funziona benissimo, lavoro per tutti e quando facevo recruiting in 500 o piu' colloqui che ho fatto un paio di volte si è parlato di contratti o cose affini. La gente non ha bisogno del contratto per mantenersi un posto di lavoro: casomai il problema sorge per le aziende che devono fare sacrifici economici enormi per mantenere i talenti, andando a ravare negativamente sul labor cost dell'azienda. Se un lavoratore è buono nessuno lo caccia, e di solito è lui che dopo aver acquisito il know how aziendale si vende al migliore offerente. Se in Italia gli imprenditori non capiscono che il lavoratore è il vero patrimonio dell'azienda, non si puo' criticare il sistema flessibile. Andate a chiedere ai lavoratori Ferrari o quelli della Tod's se hanno bisogno di uno straccio di contratto: solo quelle aziende, per mezzo di interazioni con altre realtà, hanno capito che nel mondo della competizione sfrenata l'unica cosa che non si puo' copiare è il LAVORATORE.


    Questo discorso mi piace, ma se parliamo del precariato italiano è come ti dico io: il lavoratore non impara un emerito fico secco, nessuno investe su di lui, sono in mano alle agenzie ( raramente assunti a tempo determinato dalle aziende stesse, primo perchè così è più semplice liberarsene, secondo per creare una differenza tra loro e gli assunti ), lavorano come gli altri ma fanno lavori molto inferiori. Quando vengono assunti ( a volte succede ) allora assumono quel valore di cui parli tu. Iniziano corsi di aggiornamento ecc. Incominciano a fare lavori qualificanti.
    Vuoi il mio esempio? Tra un mese mi lasceranno a casa perchè altrimenti dovrebbero assumermi, secondo la legge. Son quasi due anni che lavoro lì. Se non andavo bene mi mandavano a casa prima, non credi? Perchè non mi fanno un contratto a tempo determinato con loro e mi tengono invece con l'agenzia? Per i motivi che ti ho spiegato.
    Vuoi sapere quanti corsi ho fatto in due anni? Zero, i miei colleghi assunti almeno 5 o 6 ( inglese e informatica ). Siamo 12 neo-laureati ( in svariate discipline, umanistiche e scientifiche ) tutti precari, tutti nella stessa condizione.

  9. #9
    Ian è di guardia qui
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    Citazione Originariamente Scritto da Agata Visualizza Messaggio
    Questo discorso mi piace, ma se parliamo del precariato italiano è come ti dico io: il lavoratore non impara un emerito fico secco, nessuno investe su di lui, sono in mano alle agenzie ( raramente assunti a tempo determinato dalle aziende stesse, primo perchè così è più semplice liberarsene, secondo per creare una differenza tra loro e gli assunti ), lavorano come gli altri ma fanno lavori molto inferiori. Quando vengono assunti ( a volte succede ) allora assumono quel valore di cui parli tu. Iniziano corsi di aggiornamento ecc. Incominciano a fare lavori qualificanti.
    Vuoi il mio esempio? Tra un mese mi lasceranno a casa perchè altrimenti dovrebbero assumermi, secondo la legge. Son quasi due anni che lavoro lì. Se non andavo bene mi mandavano a casa prima, non credi? Perchè non mi fanno un contratto a tempo determinato con loro e mi tengono invece con l'agenzia? Per i motivi che ti ho spiegato.
    Vuoi sapere quanti corsi ho fatto in due anni? Zero, i miei colleghi assunti almeno 5 o 6 ( inglese e informatica ). Siamo 12 neo-laureati ( in svariate discipline, umanistiche e scientifiche ) tutti precari, tutti nella stessa condizione.

    E questo è il motivo per cui l'Italia va male....ho decine di amici qui a Londra che occupano posizioni altamente manageriali che in Italia facevano lavoretti a 1000 euro..purtroppo è cosi'..

    io me ne sono andato apposta: magari lavoravo con un capo figlio della politica, e prendevo 1200 euro al mese..per carità

 

 

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