Ucraina, sale la tensione
«Al voto a fine settembre»

Sale ancora la tensione in Ucraina, nella disputa che vede opposti il presidente Yushenko, ostile a Mosca e filo-Usa, e il premier filo-russo Yanukovich. Il presidente Viktor Yushchenko, che all'inizio della settimana aveva assunto il controllo delle forze speciali del ministero dell'Interno fedeli al suo rivale, ha detto venerdì che sarà rottura se le elezioni anticipate non si terranno al massimo in sessanta giorni (la Rada Suprema, il Parlamento di Kiev, deve approvare i termini stabiliti dal pacchetto legislativo preparatorio, indispensabile per andare al voto,m e si annuncia battaglia), ovvero il 30 settembre prossimo, come concordato domenica scorsa tra il presidente della Repubblica, il filo-occidentale Viktor Yushchenko, e il suo rivale di sempre, il premier filo-russo Viktor Yanukovich, al termine di estenuanti trattative. Il monito è stato lanciato dallo stesso Yushchenko dopo che i parlamentari ieri non erano riusciti a rispettare la scadenza di 48 ore, entro le quali avrebbero dovuto varare le norme. Il capo dello Stato ha concesso loro una dilazione, autorizzando la prosecuzione dei lavori fino alla mezzanotte di ieri, quando l'assemblea sarà ufficialmente sciolta; ma ha avvertito che, in caso di un ennesimo nulla di fatto, «le elezioni si svolgeranno automaticamente nel giro di sessanta giorni, come prevede la Costituzione».
Il numero uno della Rada, Oleksander Moroz, ha però preannunciato che per portare a termine l'adempimento con ogni probabilità la seduta dovrà proseguire ancora domani; sia Moroz sia la maggioranza dei deputati sono ostili a Yushchenko. Nella Repubblica ex sovietica si profila così un nuovo braccio di ferro tra fazioni contrapposte, potenzialmente foriero di imprevedibili conseguenze: è lo spauracchio che tutti i quotidiani oggi agitano nei titoli a nove colonne delle rispettive prime pagine. La tensione in Ucraina resta altissima dopo che una settimana fa, quando un'intesa con Yanukovich era ancora distante, il presidente aveva assunto il controllo delle forze speciali del ministero dell'Interno esautorandone il titolare, Vassilij Tzuskho, e aveva ordinato loro di marciare su Kiev per garantire l'ordine pubblico e tutelare le isttuzioni e la popolazione civile. Le unità scelte avevano giurato fedeltà a Yushchenko, ma in diversi casi erano state bloccate lungo il tragitto dalla polizia stradale appoggiata dai sostenitori del capo del governo; si era pure registrato uno scontro armato, seppure rimasto a quanto sembra isolato.
Quanto alle forze di sicurez Yushschenko, ha trasferito sotto il suo comando i 40mila agenti delle forze anti sommossa del ministero degli Interni, denunciando l'esistenza di una minaccia alla sicurezza nazionale. Dopo che ieri il Presidente aveva allontanato dall'incarico il procuratore generale Svyatoslav Piskun, il ministro degli Interni, Vasyl Tsushko, aveva ordinato agli agenti di prendere posizione intorno al suo ufficio. Gli agenti avevano circondato il palazzo, in gesto di sfida. Nelle prossime ore, Yushschenko incontrerà il premier, Viktor Yanukovich, tornato di fretta a Kiev da una missione sul mar Nero, per cercare di trovare una soluzione di compromesso a questo nuovo elemento di crisi, dopo che la tensione fra i due si era allentata, con un inizio di soluzione sul dossier delle elezioni anticipate che non era mai confluita nella definizione di una data precisa. Piskun accusa Yushschenko di averlo licenziato perchè si era rifiutato di incriminare i tre giudici della corte costituzionale, anche loro allontanati dall'incarico dal presidente.

Liberazione

02/06/2007