Il Corriere delle Libertà.

Endorsement per tutti. E poi dice che uno si butta a destra.
Altro che le Cinque giornate di Milano. O si recuperano le copie perdute, o sarà la fine. In via Solferino tutti in corsa per appoggiare perinde ac cadaver il premier che verrà dopo Romano Prodi.
E tutti a chiedersi chi sarà. Nuovamente Silvio Berlusconi o Marcello Dell’Utri, Giulio Tremonti o Michela Vittoria Brambilla?

Endorsement per tutti. Comincia da par suo il direttore Paolo Mieli. Con un editoriale domenicale – pari per importanza solo a quello di Eugenio Scalfari detto il Fondatore pubblicato lo stesso giorno su Repubblica – il direttore del Corriere della Sera non rivela il nome dell’agognato premier ma ne tratteggia un profilo che non può prestarsi a equivoci: “L’Italia ha bisogno di un presidente del Consiglio che sappia spiritosamente indossare, se è il caso, una bandana e che sappia dare una speranza a tutti, anche a quelli –ahimè – senza capelli. Un premier virile, capace di reggere, non sulle mani, ma su un solo ginocchio e senza l’aiuto di Umberto Scapagnini, il peso di cinque giovanissime militanti”.

Il Corriere delle Libertà.
Altro endorsement pronto, con relativo editoriale, quello del vicedirettore Pierluigi Battista.
Notoriamente sensibile ai temi alti della cultura Battista fa il suo ritratto: “Il ceto dei colti reclama una personalità adusa alla lettura di libri antichi e seminuovi. Anche se di origine palermitana, e di formazione strettamente pubblicitaria, le sue frequentazioni con il Cav. lo pongono ormai come suo unico erede e nostra speranza”.

Endorsement eterodosso quello di Dario Di Vico.
Il vicedirettore in seconda, grande esperto di questioni economiche, non si preoccupa delle copie e terzisticamente indica il suo candidato: “L’Italia in rovina ha bisogno di un dolce nome e un doppio cognome:
Luca Cordero di Montezemolo”.
Si tiene abbottonato invece, Di Vico, sull’identità dei futuri ministri. Il successore di Padoa-Schioppa viene descritto così: “E’ un industriale con i piedi per terra. Con mocassini e tanti pallini. Fazzolettino nel taschino e un Mastella nel giardino”.

Il Corriere delle Libertà. E poi dice che uno si butta a destra.
Endorsement di carambola tra via Solferino e Saxa Rubra. Per evitare l’indignazione del cdr del Tg1, il direttore Gianni & Riotto detto Johnny rilascia ad Aldo Cazzullo un’intervista con la quale si schiera apertamente con l’ala siciliana della Casa delle libertà. “Prodi è un ingrato. S’è pubblicamente lamentato dei miei succulenti panini informativi. Cuffaro non l’avrebbe mai fatto. Resto al fianco di Totò, abbasso i panini, viva il pane con le panelle”.

Endorsement anche tra cervelloni.
L’agenda Giavazzi ha finalmente raggiunto il suo definitivo appuntamento. La pagina di pergamena, vergata con caratteri d’oro, scolpisce un solo nome: Giulio Tremonti. “L’unico degno erede della gens Julia”, scrive Giavazzi che oltre a sapere di conto e di economia sa pure di storia romana. “Da vecchio sacerdote del libero mercato auspico un premier che sappia fare tutto il contrario di ciò che ha combinato fino a oggi quel dilettante di Padoa-Schioppa”.

Endorsement glamour a via Solferino.
E poi dice che uno si butta liberaldemocraticamente a destra.
La prosa sgarzolina di Maria Laura Rodotà sorprende i lettori.
“Un premier che sappia giocare a burraco, un premier che sappia trovare il tempo per la ceretta, un premier che sappia anche mostrare con eleganza le autoreggenti, un premier vamp, dalla chioma rossa e dal tacco alto.
Scegliete voi, scegliete con me, scegliete lei: Maria Laura Brambillà”

saluti