Accuse di usura ed estorsione nei confronti di tre direttori e di due dirigenti della Banca San Paolo Imi

26 maggio 2007, Ore contate per le banche truffaldine

L'era di insindacabilità dell'operato di dirigenti e funzionari bancari e della loro impunità è ormai giunta al termine…e nel modo più squallido. Lo scorso 26 maggio, infatti, il sostituto procuratore Emilio Arnesano ha formalizzato le accuse di usura ed estorsione nei confronti di tre direttori responsabili della filiale di Maglie dell'Istituto di credito San Paolo Banco di Napoli e di due dirigenti dell'istituto, entrambi legali rappresentanti della Banca San Paolo Imi, cui fanno capo le filiali. L'indagine ha avuto inizio grazie alla denuncia di un imprenditore magliese che fra il '98 e il 2004, sulla scorta di una prestazione di denaro erogata sul suo conto corrente aperto presso la filiale di Maglie dell'Istituto di credito San Paolo Banco di Napoli, sarebbe stato costretto a pagare interessi usurari e, comunque, superiori al tasso soglia. La notizia, per quanto sconvolgente, in realtà non giunge inaspettata; campanelli d'allarme, infatti, erano già stati lanciati da varie società e dalla stessa Eclipse srl che, grazie ad analisi dettagliate dei conti corrente e alle perizie tecnico/contabili effettuate secondo le modalità di calcolo imposte dalla legislazione bancaria e dal codice penale, avevano evidenziato uno stato oggettivo che normalmente sfugge all'occhio dell'utente dei servizi bancari. Ad oggi, infatti, pochi correntisti prendono coscienza dell'esosità del costo del credito bancario ed intraprendono una serie di cause civili per il recupero degli interessi anatocistici e di altre indebite competenze bancarie. Pochi utenti, dunque, si accorgono che detti costi, sommati, sfondano abbondantemente i limiti della tollerabilità e della legalità fissati dalla legge antiusura. Ciò che è successo a Maglie, purtroppo, non è un fatto isolato; anche a Palmi, dopo il rinvio a giudizio per usura nei confronti dei vertici di sei istituti di credito, lo scorso 5 ottobre è iniziato il processo contro gli alti funzionari di tre banche interessate: BANCA di ROMA Spa, BANCA NAZIONALE del LAVORO Spa e BANCA ANTONIANA VENETA Spa. L'anatocismo e l'usura sembrano pertanto toccati da ulteriori sviluppi e vanno assumendo forme sempre più eterogenee. Direttori di Banca imbroglioni e corrotti, questa volta, hanno cercato di mettere radici anche in Puglia; in questo caso, però, non hanno trovato terreno fertile grazie alle denunce di un imprenditore avveduto. Un monito altisonante, dunque, per cittadini e imprenditori affinché non si fidino ciecamente degli istituti di credito. Le certezze e le garanzie che questi danno, infatti, sono spesso frutto di un indegne affidamento alla buona fede del cliente e alla sua reticenza ad ulteriori controlli tecnici che attestino la correttezza del calcolo dei loro conti bancari. Casi come quello di Maglie dimostrano, invece, la necessità, nel momento in cui sorgono dubbi, di rivolgersi a periti che possano rendere al cliente truffato ciò che la banca ha ingiustamente tolto. Non si tratta di alimentare la cultura del sospetto. Si tratta di giustizia. Per tutti. Anche se a danno degli "intoccabili".
G.L.

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