Sarà che io la considero solo una piccola, debole impostora, nata in uno dei momenti di più densa ipocrisia che la storia ricordi, ma non me la vedo questa repubblichetta italiana darsi tanta pena ad ammazzare in incognito o a combinare assassinii. E sarà poi che di Sofri mi sembrano falsi pure gli starnuti ma l’indiscrezione che dopo decenni ha tratto dal suo cilindro magico – il capo dell’ufficio affari riservati sarebbe andato da lui, allora garzoncello di anni trenta appena, a proporgli un assassino in tandem – mi sa di menzogna lontano un miglio. A quel melanconico ragazzotto pieno di struggimenti sociali, che poi – lui dice, perché non ci sono terzi in questo minimistero – avrebbe mostrato con un semplice cenno del viso la porta all’aspirante co-killer, chi poteva essere così disperato da chiedere una mano per la causa del male? Sofri è un innocente – così come a Napoli intendono questo imbarazzante aggettivo -: è l’innocente per antonomasia, buono nemmeno, oggi, a farsi la galera che gli toccherebbe, per quel gran mal di pancia che accusò qualche stagione fa. Ammazzare in consorzio con Sofri? La repubblica buona, nata in contrasto con il regime cattivo, che ammazza?? Ma andiamo…
3 giugno 2007
Tratto da www.cultrura.net