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  1. #1
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    Predefinito Una forza politica comunista all’altezza delle sfide del socialismo del XXI secolo

    Il compimento della deriva governista del Partito della Rifondazione Comunista, con la scomparsa di ogni opposizione di sinistra e di classe al governo dei poteri forti (Confindustria, banchieri, Vaticano, ecc.) ha aperto uno scenario politico tanto inedito quanto drammatico. Sono venute a mancare l’organizzazione e la rappresentanza politica – per quanto inadeguate e meramente formali – dei bisogni e degli interessi immediati di milioni di lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, disoccupati. Il passaggio della “sinistra radicale” nel campo governativo con le forze della borghesia sta anche determinando un irrigidimento autoritario che verifichiamo nei rapporti sociali in generale e, in particolare, nella repressione delle lotte non solo contro lo sfruttamento, ma anche in quelle contro il saccheggio e la devastazione dell’ambiente.

    La deriva del PRC – ormai governista almeno quanto il PdCI - è stata segnata anche dall’abbandono di ogni opposizione alla partecipazione italiana alla guerra imperialista: ormai da mesi, il movimento è costretto a fare i conti con questa realtà e ad organizzare le manifestazioni sapendo che fra i fautori ed i complici della guerra vi sono anche quelli che fino a ieri sfilavano al nostro fianco. Del resto, fino a quando si trattava di opporsi solo all’unilateralismo U.S.A., era semplice per i riformisti partecipare, ma lottare anche contro l’imperialismo europeo e italiano richiede un’autonomia politica e ideologica incompatibile con la volontà di governare a tutti i costi.
    In questo scenario, che vede anche l’inevitabile smarrimento di migliaia di compagni e di compagne, ricomporre una forza politica comunista organizzata è un compito difficile ma necessario. Una forza politica indipendente a livello locale e nazionale, fuori e contro il bipolarismo in cui si tenta di forzare ogni dialettica politica, con la riduzione della rappresentanza a due schieramenti solo falsamente contrapposti, perché in realtà convergenti nell’identificazione con il Capitalismo come unica prospettiva possibile, cosa che – fra l’altro – rende necessario rilanciare, nel breve periodo, la battaglia per il sistema proporzionale puro.
    La ricostruzione di una forza politica comunista all’altezza delle sfide del socialismo del XXI secolo è una necessità e un’esigenza collettiva a cui intendiamo dare risposte. Proveniamo da percorsi differenti e alcuni di noi hanno vissuto l’esperienza del PRC, esperienza ormai incompatibile con qualunque prospettiva di trasformazione dell’esistente e di alternativa di società e di sistema. Riteniamo che, oggi più che mai, vi sia il bisogno dell’unità dei Comunisti attorno ad un programma generale anticapitalista, marxista e rivoluzionario, in grado quindi di ricostruire un’alternativa a tutti i governi della borghesia, siano essi di centro-destra che di centro-sinistra. Questa necessità ci appare rafforzata dalla consapevolezza della centralità dello scontro tra capitale e lavoro salariato sul livello internazionale, del conflitto come pratica della lotta di classe e, dunque, della contrapposizione alla concertazione sindacale (altra faccia della medaglia del collaborazionismo di classe).

    Vogliamo sottrarci alla tenaglia che ci vorrebbe schiacciati fra chi il partito lo annuncia come già costituito e chi ne rimanda la definizione all’infinito. Noi pensiamo che un Partito Comunista non si proclami, ma si costruisca, anche a partire dalle esperienze rivoluzionarie e del movimento operaio sviluppatesi nel secolo che sta alle nostre spalle.
    Per questi motivi, proponiamo a tutti i compagni e le compagne un percorso per la ricomposizione politica dei comunisti, nella consapevolezza che si tratta di un percorso lungo e difficile, ma indispensabile. Un percorso in cui la presenza di contributi diversi non rappresenti un problema, ma arricchisca il dibattito e rafforzi la crescita collettiva di un processo di organizzazione dove l’autonomia delle esperienze territoriali non si cristallizzi nel localismo ma sia un contributo alla prospettiva generale del movimento e dell’organizzazione.
    Vogliamo dare vita da subito ad uno strumento di informazione e circolazione delle esperienze e ad un primo livello di coordinamento delle realtà esistenti, di cui la partecipazione alla manifestazione del prossimo 9 giugno a Roma, contro la visita di Bush e la complicità del governo Prodi con i guerrafondai di Washington e Tel Aviv, costituirà il primo momento visibile a tutti.
    Invitiamo tutti i compagni e le compagne a partecipare alla prima assemblea nazionale per l’unità dei Comunisti, che si terrà a Roma domenica 10 giugno, a partire dalle ore 10.00, presso la Casa della Pace, in Via Monte Testaccio n. 22.

    Il COORDINAMENTO PER L’UNITA’ DEI COMUNISTI

    Sezioni autoconvocate del PCL di Roma “Stefano Chiarini”, di Padova e dell’Umbria; Associazione “Unità Comunista”; Comitato comunista “Antonio Gramsci” di Roma; Assemblea Nazionale Anticapitalista; Associazione “Casa Rossa”

    Intervengono all’assemblea: Rete dei Comunisti; Associazione Comunista “Pianeta Futuro”

  2. #2
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    Linea Rossa - Comunisti nel XXI secolo

    Ricevo ed inoltro...

    Gli espulsi del Pcl (circa un terzo del movimento), il candidato a sindaco
    del Pcl a Vigonza (Padova) e tanti altri candidati nelle liste di Ferrando,
    fondano una nuova organizzazione, già superiore al Pcl nei suoi numeri
    militanti.


    Linea Rossa parteciperà come osservatrice alla loro prima iniziativa.


    Per maggiori info, leggete la nota più in basso e visitate i siti:


    www.arcipelago.org
    www.pclroma.info




    La redazione di LR
    ------------------------




    COMUNISTI NEL XXI SECOLO


    Con le modalità proprie delle soluzioni autoritarie, sono stati espulsi dal Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori decine di compagni di Roma, dell'Umbria e del Veneto. Senza nemmeno mostrare il coraggio delle proprie scelte, e definendo l'espulsione "separazione", sono statiestromessi dal movimento compagne e compagni che nel percorso politico cheha portato all'Assemblea Nazionale di Rimini del 14 - 15 aprile hanno sostenuto alcuni emendamenti al testo presentato dall'Esecutivo del Movimento per il PCL. La decisione di espulsione ha trovato anche l'opposizione, attraverso il voto contrario, di altri compagni, che non hanno accettato la logica antidemocratica contenuta in questo provvedimento, motivato anche con la colpa grave di aver pubblicato un intervento sulla rivista Contropiano, la stessa su cui, peraltro, ha più volte scritto Marco Ferrando.


    Un atto politico, quello della nostra espulsione, che fa chiarezza sulla realtà del Movimento per il PCL, portando alla luce la finzione di un Movimento che altro non è stato se non il volto ufficiale di un'operazione politica volta ad allargare la base di consenso di un piccolo gruppo che ha dimostrato incapacità di fare i conti con la realtà, che è, come sempre, giudice di ogni ipotesi politica.


    In questi 11 mesi, prima siamo stati insistentemente invitati dal gruppo promotore del Movimento per il PCL a costruire insieme il Movimento; ci è stato poi chiesto di definire le nostre posizioni politiche per far crescere il dibattito nel Movimento stesso e quindi, sulla base delle posizioni da noi espresse attraverso gli emendamenti e nell'intervento su Contropiano, ci hanno buttato fuori, perché (come recita testualmente il decreto di espulsione) il Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori non vuole
    essere: "né una formidabile palestra di libero confronto, né un luogo di cambio effervescente a tutto campo e senza reticenze." Ogni commento, al proposito, ci sembra superfluo.


    La nostra vicenda indica, purtroppo, che le speranze che il Movimento per il PCL potesse essere lo strumento per la ricomposizione politica dei comunisti si sono dimostrate erronee. La chiusura settaria del Movimento per il PCL, che ne sta determinando l'autostrangolamento, chiude una possibilità che, alla luce dei fatti, si è dimostrata illusoria ai fini della costruzione di un Partito di dimensione nazionale, espressione di situazioni reali, che non faccia solo propaganda o comunicati-stampa e che abbia la capacità di organizzare e rappresentare la parte più cosciente della classe operaia. Ai compagni ed alle compagne che si sono già sottratti alla logica reazionaria dei "dirigenti" del PCL, ed a quelli che lo faranno, indirizziamo la nostra gratitudine e l'invito ad impegnarsi, con noi con i tanti con cui ci stiamo unendo, per costruire un'organizzazione dei Comunisti all'altezza delle sfide del socialismo del XXI secolo.


    Una speranze ed una necessità, quella di un nuovo Partito Comunista, che non viene certo meno per l'inadeguatezza di qualche vecchio trombone e qualche nuova trombetta, e che troverà strade più credibili di costruzione, per le quali siamo già impegnati insieme a molti altri compagni, sottraendoci alle logiche di chi si proclama Partito senza esserlo e di chi ne rimanda all'infinito la costruzione.
    Il viaggio continua. Prossima stazione: Roma, 10 giugno, alle ore 10.00 alla Casa della Pace in Via Monte Testaccio n. 22. Accolto come si conviene il W.C. (War Criminal) George W. Bush, ci vediamo per discutere e organizzare i prossimi passaggi per il Comunismo, appunto.




    Primi firmatari:


    Ettore Magrini - operaio RSU SMMT - Spoleto


    Paolo Bernardini - operaio RSU Manini - Perugia


    Luigi Fucchi - infermiere RSU ASL 2 - Assisi


    Aurelio Fagiani - insegnante RSU IISS, consigliere comunale - Spoleto


    Enzo Carlini - RSU operaio Cementir - Spoleto


    Roberto Favaroni - operaio RLS Caltiber - Foligno


    Anna Laura Lauri - Call Center Maran - Spoleto


    Sandro Scarseggi - operaio SMMT - Spoleto


    Maria Piera Salviani - operaia SMMT - Spoleto


    Massimo Maiocchi - operaio Cementir - Spoleto


    Luciana Raspa - Coop "il Cerchio" - Spoleto


    Wladimiro Maiocchi - Infermiere ASL 3 - Spoleto


    Roberto Alimenti - Operaio Cementir - Spoleto


    Simon Luca Antimiani - Precario Scuola - Spoleto


    Paola Gobbini - ATA scuola - Spoleto


    Dario Achille - Disoccupato - Spoleto


    Carlo Romagnoli - Dirigente Sanità - Perugia


    Francesco Ramacci - Impiegato provincia - Perugia


    Simone Caligiana - CoCoPro Provincia - Perugia


    Enrico Santopaolo - Collaboratore Case Editrici - Assisi


    Enrico Cardinali - Disoccupato - Terni


    Anna Maria Scarficcia - Insegnante - Terni


    Cristina Silvestri - Lavoratrice autonoma - Assisi


    Amedeo Listanti - Lavoratore autonomo - Terni


    Teresa Cecconi - disoccupata - Roma


    Silvio Vasques - musicista - Roma


    Domenico Simonetta - disoccupato - Roma


    Nunzia P. Rinella - disoccupata - Roma


    Pasquale Bellone - operaio - Roma


    Massimo Margheriti - disoccupato - Roma


    Liliana Urbina - disoccupata - Roma


    Letizia Mancusi - libera professionista - Roma


    Germano Monti - operatore sociale, portavoce del Forum Palestina - Roma


    Alessandro Braghetti - disoccupato - Roma


    Nicola Matera - studente - Roma


    Claudio Lorenzoni - impiegato - Roma


    Lino Mandol - impiegato - Roma


    Maurizio Azzara - giornalista - Roma


    Marialuigia Campagnolo - operatrice socioassistenziale - Roma


    Maria Stacca - studentessa lavoratrice - Roma


    Pasquale Di Carlo - pensionato - Roma


    Paolo Pasta - pensionato - Roma


    Ivano Albanesi - operaio AMA - Roma


    Claudia Di Nardi - collaboratrice scolastica - Roma


    Francesco Basile - studente lavoratore - Roma


    Lello Pinna - ingegnere - Roma


    Patrizia Lepore - insegnante - Roma


    Katia Lauria - operatrice call center - Roma


    Sante F. Antonini - operatore sociale - Roma


    Giovanni Ciccone - R.S.A. FLAICA - CUB Cremonini - Roma


    Elena Simula - casalinga - Roma


    Maria Torres - domestica - Roma


    Romulo Torres - musicista - Roma


    Luz Vasquez - badante - Roma


    Hiver Vasquez - musicista - Roma


    Jacinto Vasquez - cameriere - Roma


    Wilfredo Torres - cameriere - Roma


    Rodolfo Auddino - usciere - Roma


    Giuseppe Gigante - impiegato - Roma


    Gino Bortolozzo - operaio calzaturiero, direttivo provinciale FILTEA CGIL -
    Vigonza (PD)


    Marco Vettore - RSA Elettroingros - Padova


    Nicola Nardiello - coordinamento provinciale NIDIL CGIL - Padova


    Michele Bettella - impiegato - Padova


    Giuliana Bernardi - casalinga - Padova


    Nicola Carraro - operaio carrozziere - Padova


    Aldo Romaro - redattore www.pane-rose.it - Padova

  3. #3
    Omia Patria si bella e perduta
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    Così nasce il partito comunista degli ex-PCL espulsi da Ferrando con l'aggiunta di qualche altro militante di varia provenienza.....

    Non è una bella premessa per chi si propone l'unità dei comunisti perché avranno il PCL come feroce e conseguente nemico, ma staremo a vedere sia pure con scarso ottimismo.

  4. #4
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    PRC, PdCI, PdAC, PCL, ex-PCL... Tutti contro tutti...

  5. #5
    email non funzionante
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    Si ma non capisco come si raggiunga l'unità dei comunisti mediante la scissione di una scissione O_o

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Lavrentij Visualizza Messaggio
    Si ma non capisco come si raggiunga l'unità dei comunisti mediante la scissione di una scissione O_o
    Poniamoci pure un'altra domandona da un milione di dollari: chi vuole l'unità dei comunisti? Ma, soprattutto, quali comunisti?

  7. #7
    assiduo luceat igne
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    eheh bravo.. tutti i gruppi dicono di volere "l'unità dei comunisti" poi sono i primi a dire che solo loro sono i "veri" comunisti.

  8. #8
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    Ecco, appunto. Allora, capiamoci: chi vuole quest'unione? Io penso che chi vuole qualcosa si applica per ottenrla e non per il contrario... Qui mi sembra che si stia frazionando l'atomo!!!

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da diavolo Visualizza Messaggio
    eheh bravo.. tutti i gruppi dicono di volere "l'unità dei comunisti" poi sono i primi a dire che solo loro sono i "veri" comunisti.
    Questo perchè forse sarebbe l'ora di finirla di appoggiarsi parassitariamente ai grandi marxisti del passato. Questi erano uomini del loro tempo ed il loro tempo lo pensavano e lo interpretavano ed avevano l'intelligenza, l'intuito e l'acume nonchè il coraggio di andare avanti. Questo lo fece Marx, lo fece Lenin, lo fece Mao, lo fece Guevara. Oggi sembra che quello che per Lenin o Mao fosse non solo legittimo ma fosse un merito sia diventato una eresia, e non solo oggi ci si ferma alla bieca e becera ripetizione sacerdotale delle idee di qualcun altro ma addirittura la si scarnifica e la si superficializza. In questo caso tutti i partiti e partitini comunisti parlamentari o extraparlamentari che siano hanno un solo obiettivo: creare l'avanguardia leninisticamente intesa, e diventare dunque a quel punto la sola ed unica avanguardia, perchè è chiaro in questa logica che non possono esistere cento avanguardie altrimenti svanirebbe la base in cui l'avanguardia si muoverebbe.
    A tutti costoro manca un passaggio fondamentale: Lenin teorizzò la teoria dell'avanguardia dopo aver analizzato il suo tempo e aver analizzato cosa ci fosse dietro l'avanguardia e perchè fosse necessaria. Lenin sapeva cosa ci fosse dietro l'avanguardia. Ma questi qui? Lo sanno cosa ci sta dietro di loro? Sanno di cosa siano avanguardia? Roba da Rieducational Channel.

    A luta continua

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da bixio_cv Visualizza Messaggio
    ma c'è bisogno delle avanguardie? nel 2007?

    Io credo di no personalmente. Ma soprattutto credo ci sia bisogno di RICOMINCIARE AD ANALIZZARE, TEORIZZARE, SINTETIZZARE E METTERE IN PRATICA, ma seriamente non cercando varianti all'interno di una logica in cui tutto il marxismo del passato viene attualizzato acriticamente. Non esiste alcuna altra teoria scientifica sociale o naturale che sia in cui questo avvenga oggi. Forse perchè nessuno, nemmeno più i comunisti ed i marxisti o sedicenti tali ritengono il marxismo una scienza sociale ma una ideologia.

    A luta continua

 

 
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