Il giocatore del Milan confessa: "La mia casta storia con Caroline"
"Se oggi la mia vita è così bella è perché abbiamo aspettato"
Kakà, Pallone d'oro, preghiere e cultura
"La sfida più dura? Vergine al matrimonio"
Kakà in azione
ROMA - La sfida più dura l'ha dovuta affrontare fuori dal campo da gioco. Agevole per lui, stella del Milan e della Nazionale brasiliana, saltare i difensori, meno facile, invece, "arrivare al matrimonio senza mai essere stato con una donna". Ricardo Izecson Dos Santos Leite, in arte Kakà, affida alle colonne di Vanity Fair la sua confessione. La moglie si chiama Caroline. I due si sono conosciuti in Brasile, si sono scambiati i numeri di telefono e poi si sono visti "per il quindicesimo compleanno" di Caroline. Kakà di anni ne aveva diciannove e in Brasile è già famoso. Nel 2002, al rientro dalla vittoria al Mondiale, i due si fidanzano. "Ho sempre pensato al matrimonio. Però abbiamo dovuto aspettare tre anni: uno in Brasile e due lontani, perché io sono venuto a giocare in Italia e lei era troppo giovane per seguirmi. Ma quel periodo è stato importante, ha messo alla prova il nostro amore", ricorda il giocatore.
Kakà, infatti, ha sempre tenuto lontane le tentazioni della vita notturna milanese. Mai in discoteca, e se si esce, "a mezzanotte a casa e ci si telefona". Ed è a questo punto che la stella brasiliana, di fede evangelica, parla della sua castità prematrimoniale: "La Bibbia insegna che il vero amore si raggiunge solo con le nozze, con lo scambio di sangue, quello che la donna perde con la verginità. Infatti, per noi, la prima notte è stata bellissima". Certo non è stato facile attendere. Ma di rimpianti neanche l'ombra: "Se oggi la nostra vita è così bella, penso sia anche perché abbiamo saputo aspettare".
Poi si passa al calcio. E al Pallone d'Oro che vede Kakà in veste di favorito: "Penso di aver lavorato bene e di meritarlo, ma non è che non ci dorma la notte. La mia serenità non dipende da un premio".
Modesto e "anomalo" in un mondo del calcio fatto, spesso, di veline e discoteche. Che c'entra uno che è appassionato di cinema, di arte e teatro? "In effetti ogni tanto i miei colleghi pensano che io sia strano". Non tutti però. "Costacurta, per esempio, è molto colto. E Ambrosini gira sempre con un libro in mano" rivela il giocatore.
Uno per cui Berlusconi stravede. Al punto di dare vita ad una delle sue proverbiali gaffe. "Mi ha definito "il genero ideale - ricorda Kakà - A me ha fatto piacere, a mia moglie un po' meno, soprattutto quando il presidente ha aggiunto: 'Peccato che sia già sposato'".
Repubblica 05.06.07