ROMA - Il 18 giugno del 1982 il banchiere Roberto Calvi fu trovato impiccato a Londra. A venticinque anni da quella morte, oggi un tribunale, la seconda corte di assise di Roma, proverà a fare chiarezza su una morte ancora avvolta dal mistero pronunciandosi su quattro richieste di condanna all' ergastolo per concorso in omicidio.

I giudici in camera di consiglio, nel pomeriggio renderanno nota la loro decisione, leggendo nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia il dispositivo di una sentenza con la quale scriveranno la parola fine ad un processo cominciato nell'ottobre del 2005. Decine di udienze e centinaia di testimoni escussi in aula.

Tutto, per chiarire le posizioni delle cinque persone rinviate a giudizio: l' imprenditore Flavio Carboni; l'ex cassiere della mafia PippoCalò: l'ex compagna di Carboni, Manuela Kleinszig; Ernesto Diotallevi, e l'ex contrabbandiere Silvano Vittor. Il pm Luca Tescaroli ha chiesto ai giudici di condannare all'ergastolo Carboni, Calò, Diotallevi e Vittor. Non così per l'ex compagna dell'ex impreditore, Manuela Kleinszig, per la quale ha sollecitato l'assoluzione. Roberto Calvi fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra. Per anni, quella morte fu ritenuta un suicidio; fino a quanto alcune perizie apertamente parlarono di 'morte provocata', di omicidio.

A conclusione delle indagini, il pm andò addirittura oltre. Dietro la morte del banchiere - ha sostenuto - si nasconderebbero una serie di intrecci 'torbidi': dalla cattiva amministrazione del denaro di Cosa Nostra affidato al banchiere milanese, al pericolo che fossero rivelati segreti di riciclaggi compiuti attraverso il Banco Ambrosiano, alla volontà dei mandanti di quella morte di acquisire maggiore peso negoziale nei confronti di coloro che erano in rapporti con Calvi, ovvero massoneria, P2, Ior, referenti politici e istituzionali, enti pubblici nazionali.

I difensori degli imputati fin da subito di sono detti convinti, sulla base di consulenze di parte, che l'ex presidentedel Banco Ambrosiano si sia suicidato. Ma il processo che oggi vedrà la sua sentenza probabilmente è destinato a rimanere solo 'una pagina' di questa vicenda, in quanto sulla morte di Calvi in procura a Roma c'é un secondo fascicolo aperto: un'indagine-stralcio sui mandanti che vede indagate una decina di persone tra le quali Licio Gelli.