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  1. #1
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Indipendenza democratica e limba/lingua.

    L’UNIONE SARDA, 6 giugno 2007


    «Indipendenza democratica nel pieno ossequio dello Stato»


    Limba nelle scuole? «Io mi sento italiano».


    Da sempre il sindaco di Cabras Efisio Trincas sostiene l'obbligo dell'insegnamento del sardo nelle scuole dell'isola dando maggiore spessore alla sua istanza da quando è diventato segretario nazionale del Psd'Az. Recentemente ha risposto in limba alle domande di una tv nazionale, prima ancora era stato condannato in tribunale con tanto di sentenza stesa in lingua sarda.
    Ma un cittadino di Solanas, Giovanni Minnei, sottufficiale della Marina aeronautica in pensione, lo contesta a tutto campo, attraverso una lettera aperta: «Sono un militare che ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, alla sua Costituzione alle leggi dello Stato -scrive Minnei- e quando lei parla di nazione sarda offende i miei sentimenti di italiano e sardo». Minnei sottolinea anche che a causa dei diversi idiomi, «quando ci si sposta dal proprio paese di origine, per poter comunicare con gli indigeni occorre esprimersi in lingua italiana». E allora «In quali scuole - si chiede - dovrebbe essere insegnato il sardo? In quelle sarde, italiane o europee?».
    «In quelle sarde naturalmente - replica il sindaco - D'altronde c'è una legge, la n.492 del 1999, che riconosce a Cabras, Solanas e in altri Comuni della Sardegna quella sarda come lingua ufficiale. Io sono convinto della introduzione obbligatoria del sardo nelle scuole, d'altronde un popolo senza lingua non è un popolo. Se poi, quando ci spostiamo utilizziamo l'inglese, il francese o il catalano, non vedo perché chi viene in Sardegna non debba adeguarsi».
    Ma il quesito posto da Giovanni Minnei è più ampio di quanto si possa immaginare.
    Secondo il dirigente scolastico Paolo Casu, ad esempio, «se certamente la storia e le tradizioni devono essere tramandate alle giovani generazioni, oggi non mi sentirei di rendere obbligatorio l'insegnamento del sardo, una strada difficile da percorrere e applicare integralmente perché anche la società sarda è ormai globalizzata».
    Anche Angelo Spanu, a lungo docente e responsabile di scuole superiori e oggi direttore del Centro culturale Giovanni Marongiu, è scettico sull'introduzione del sardo nelle scuole anche se in effetti si è già verificato. «Ma renderlo obbligatorio è un'altra cosa - spiega Spanu - io sarei del parere che la scelta degli alunni debba essere facoltativa e solo nelle scuole dove esistono le condizioni. Penso alle enormi difficoltà che si incontrerebbero anche a livello di insegnanti». Ma la contestazione di Giovanni Minnei va oltre l'obbligatorietà del sardo nelle scuole e stigmatizza il duplice ruolo del sindaco sardista passando per il concetto di Nazione Sarda. «Non pensa - dic e Minnei - che le sue elucubrazioni esternate da segretario del PSd'Az siano in contrasto con il giuramento prestato da sindaco?»
    «Per niente - ironizza Efisio Trincas - dato che il sindaco non presta più giuramento, io poi non l'ho fatto neanche da militare. Come sardista il mio pensiero è per una indipendenza democratica, nel pieno ossequio dello Stato italiano ma anche rivendicando il giusto rispetto della nostra isola. Va da se che non siamo certamente dei terroristi».

    Gianfranco Atzori

  2. #2
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    beh,c'era da aspettarselo che qualche rompiscatole saltasse fuori...come fa uno a sentirsi offeso dal concetto di nazione sarda?misteri della fede (nello stato italiano)
    va da sè che la maggioranza dei sardi è favorevole al bilinguismo perciò che si attacchino al tram o alla portaerei visto che si parla di ufficiali della marina.

  3. #3
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    Assolutamente favorevole alla valorizzazione e al pieno recupero del sardo.Però non credo sia giusto farlo studiare nelle scuole.. penso sia meglio inserirlo alla scuola materna. Prima di attaccarmi,ragionate un attimo: se lo fai studiare alla scuola media,l'alunno lo deve studiare in modo sistematico e (appunto) scolastico,sui libri.. molti lo faranno (purtoppo) di controvoglia.. e poi alla fine a cosa servirà? Il ragazzo lo studia,lo impara un po'.. ma poi non lo parla!!! O almeno,penso che in molti casi succederà così..Invece,sentite secondo me cosa sarebbe la cosa giusta da fare. Alla scuola materna mettiamo insegnanti sardofone,che parlano in sardo al bambino,così lui lo impara e lo parla! .. e per lui diventa una cosa naturale. L'insegnamento del sardo deve avvenire nella più tenera età,dimodochè per il giovane sia normale parlare in sardo. Se prendi uno di tredici anni che magari già di suo il sardo lo parla poco,e glielo fai studiare da un libro,ci sono buone possibilità che lo faccia di mala voglia.. "uff,ma perchè devo perdere tempo con questo.." mi sembra già di sentirli. Aggiungici insegnanti svogliate,che lo insegnano malaccio,e la frittata è fatta.. Ripeto: sardo parlato dalla scuola materna, e non sardo studiato sui libri.

  4. #4
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    ma se è per questo ai ragazzi non piace nemmeno il francese,eppure alla fine lo si fa studiare...il fatto di parlarlo all'asilo è un idea senz'altro interessante,ma bisogna che si continui a studiare e a parlarlo nelle scuole usandolo anche per altre materie(ad esempio storia della Sardegna) ,in catalogna fanno così,non vedo perchè noi dovremmo essere da meno.
    e poi che senso ha parlarlo solo all'asilo se poi lo si abbandona appena entrati alle elementari?renderebbe vano lo sforzo iniziale di sviluppare un bilinguismo nell'individuo sin dalla più tenera età.

  5. #5
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    sono stanco di queste questioni portate avanti da gente che probabilmente non ha mai messo naso fuori dalla sardegna e non conosce il significato di plurilinguismo!
    vogliono la globalizzazione? allora facciamoli contenti, basta con l'italiano (lingua parlata solo in italia, quindi lingua che "emargina" nel mondo) e mettiamoci tutti a parlare in inglese! chissà se queste persone lo conoscono l'inglese, io si, e anche bene, così come parlo bene il sardo e l'italiano, e loro? di solito le persone che fanno questi ragionamenti no
    seu arrosçu ke sa petza pudesça

  6. #6
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    Guarda,sinceramente io l'italiano lo sento come mio.. pur riconoscendo l'importanza di parlare il sardo e farlo rinascere,la mia lingua madre è l'italiano,mi piace, lo parlo ecc ecc. L'ideale è il bilinguismo sardo-italiano.. E poi migliorare la conoscenza dell'inglese. Magari come terza lingua,boh.A proposito di inglese.. Quel tuo progetto di vendere prodotti sardi in america che fine ha fatto?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Gherradori Visualizza Messaggio
    Guarda,sinceramente io l'italiano lo sento come mio.. pur riconoscendo l'importanza di parlare il sardo e farlo rinascere,la mia lingua madre è l'italiano,mi piace, lo parlo ecc ecc. L'ideale è il bilinguismo sardo-italiano.. E poi migliorare la conoscenza dell'inglese. Magari come terza lingua,boh.A proposito di inglese.. Quel tuo progetto di vendere prodotti sardi in america che fine ha fatto?
    io sono per il trilinguismo perfetto, sardo, inglese e italiano

    no no, non volevo vendere prodotti sardi in USA, ma aprire un ristorante in scandinavia work in progress

  8. #8
    pesa sa conca sardigna mea
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    Predefinito ebbeeh

    mi riferisco all'articolo.

    Ritengo che la chiave per la globalizzazione o per comunicare con gli abitanti del pianeta terra non sia certo la lingua italiana, in quanto se non la smettiamo con questo stupido italocentrismo () che l'italiano sia una chiave per qualcosa solo perchè l'anno scorso ha vinto ai rigori una coppa del mondo e sono famosi per gli spaghetti e la mafia, non ne usciamo più fuori. molti italiani e sardi pensano che nel mondo tutti li pensino, che tutti li stiano ammirando, che tutti li invidino, che sono imprescindibili sennò il mondo non sarebbe così bello, non è verooo!, è una nazione come tante, in certi posti forse fanno fatica a sapere qualcosa dell'italia (barrrbari!), in certi altri posti ne conoscono e riconoscono solo il suono delle bombe.
    Questo fattore ne frega molti, sia italiani che a contatto con stranieri sfoderano il loro essere italiani come un fattore di status (ceeh sono troppo togo, ho vinto la coppa del mondo e voi non sapete manco come si fa il caffè..) -e per buona percentuale delle volte fanno la solita magra figura provinciale- , sia molti sardi che pensano che essendo solo "sardi" perdono l'orgoglio di annoverare nei libri di scuola i vari marco tullio cicerone, ottaviani augusti, cristofori colombi e garibaldi, di avere inventato i soliti spaghetti (pppff!), e della coppa del mondo vinta ai rigori, come se il calcio italiano fosse un orgoglio..

    dicevo la lingua, è sempre la solita storia, certi si sentono cittadini del mondo solo se sono italiani e non capiscono che è un atteggiamento provinciale fino al midollo, quando magari con uno spagnolo o un brasiliano se parli sardo condividi moltissime cose lo stesso a livello di lessico, di sintassi, di suono etc

    poi se ogni cittadino che si sveglia deve raccontarci il suo punto di vista (anche tramite giornale), di PAGATO PER GIURARE FEDELTA' a una cosa che neanche ha letto forse, allora siamo nei casini, se lo pagava la marina americana sicuramente avrebbe giurato di sentirsi americano, come se lo avesse pagato la marina della repubblica sarda sarebbe il più grande patriota sardo.


    Anche se ci dobbiamo fare i conti ogni giorno io non darei troppo peso a gente che si nutre di simili luoghi comuni, non ha mai tolto la testa da dove vive e pensa di scrivere al giornale grandi articoli illuminanti da sfoggiare col padroncino di turno.

    nonostante tutto, con rispetto.

    m,

  9. #9
    w i punkillonis
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    la cosa scandalosa di questo articolo non è neanche quella del militare, che probabilmente avrà subito un lavaggio del cervello talmente potente che non si potrà riprendere.. ma la posizione dei dirigenti scolastici....

    «se certamente la storia e le tradizioni devono essere tramandate alle giovani generazioni, oggi non mi sentirei di rendere obbligatorio l'insegnamento del sardo, una strada difficile da percorrere e applicare integralmente perché anche la società sarda è ormai globalizzata».

    «Ma renderlo obbligatorio è un'altra cosa - spiega Spanu - io sarei del parere che la scelta degli alunni debba essere facoltativa e solo nelle scuole dove esistono le condizioni. Penso alle enormi difficoltà che si incontrerebbero anche a livello di insegnanti»

    gia seus a frore!

  10. #10
    Su lassau est perdiu..
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    Do piena ragione a Marcu..sinceramente quando vado all'estero, sia per lavoro che per gita,provo vergogna che la Sardegna faccia parte dell'italia..in Borgogna, durante uno scambio culturale, i Francesi e gli Inglesi cercavano di prenderci per i fondelli con frasi del tipo: "italiano, vero macho latino", "pizza napoli", "spaghetti", "mafiosi" e fesserie del genere; alla fine durante un convegno a Dijion insieme ai Galiziani abbiamo creato gli Stati Indipendenti di Sardinna e Galicia. Storielle a parte, la nostra Lingua dovrebbero insegnarla da appena i bambini iniziano a parlare; nella nostra zona, a parte qualche italiofono, già da piccoli si parla il Sardo, sia in famiglia che nella vita di tutti i giorni e spero che così duri il più possibile...ps. a proposito di Galicia, sapevate che è una regione autonoma e che la lingua, il Galego, è riconosciuta ufficialmente?! per es. sia i documenti e che gli scritti d'ufficio ecc.. si scrivono in Galego!!??

 

 
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