Maurizio Blondet
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«Siamo vicini al momento in cui, guardando indietro, diremo che abbiano fatto delle scemenze… occorre più sanità mentale in un periodo in cui ciascuno si sente invincibile e pensa che stavolta sarà diverso»: così Ken Lewis, capo esecutivo della Bank of America Corp, il 9 maggio scorso.
L'accenno era all'immensa bolla del credito, che alimenta la bolla di Wall Street e delle Borse mondiali, la bolla immobiliare nel mondo, la bolla dei derivati, la bolla cinese… ma non basta.
C'è qualcosa di più, di apparentemente folle.
In questo momento, i signori dello pseudo-capitale stanno acquistando a prezzi insensatamente alti qualunque «attivo» concreto, dai metalli all'antiquariato ai quadri di grandi autori.
In questo preciso momento, le Banche Centrali stanno vendendo oro a tonnellate.
Perché?
Chi, se fosse mentalmente sano, venderebbe «l'attivo degli attivi» per eccellenza, la moneta-merce usata da millenni come serbatoio di ricchezza reale?
Se i mercati si accaparrano a qualunque prezzo il rame e i Picasso, perché i banchieri centrali distribuiscono il più reale dei beni reali a mani private, che pagano con moneta-credito creata dal nulla?
Naturalmente alle banche non importa se comprate un Picasso o salumi, purchè voi (il mondo) compri a ritmo sempre accelerato, cosicchè il loro armeggiare e manipolare i «tassi di crescita» sia facilitato.
Ma questa svendita dell'oro a tonnellate può segnalare un'atmosfera da «fine di partita».
Le economie basate sullo pseudo-capitale (fiat-currency, moneta creata ex nihilo) sono destinate a sprofondare su se stesse di tanto in tanto, come nel '29, e le banche lo sanno.

Il sistema funziona dapprima creando (col credito gonfiato) inflazione, che per definizione consiste nell'espansione della base monetaria.
Troppo «denaro» cerca di comprare troppo pochi beni, quando il tasso di crescita dell'inflazione supera il ritmo di distruzione del capitale naturale, il che provoca l'aumento generale dei prezzi.
La distruzione accelerata del capitale naturale finisce per provocare rallentamento economico con rincari (stagflation, stagnazione più inflazione); le Banche Centrali reagiscono accelerando la produzione di pseudo-capitale, e ciò provoca le infinite bolle speculative, perché la moneta creata dal nulla, e i profitti irreali, vanno alla caccia sempre più affannosa di «attivi» d'ogni genere, spesso dettati dalla moda.
Si cercano in particolare «attivi» i cui prezzi sono ancora «bassi» rispetto all'inflazione generale. Gran parte del trucco consiste infatti nel semplice fatto che tra la creazione di nuovo pseudo-capitale e il rincaro dei beni reali, c'è un certo divario temporale: prima che la gente si accorga dell'aumentata massa monetaria, chi sa e chi può approfitta comprando beni reali che sono ancora «bassi» e aumenteranno sicuramente domani.
Il guaio è che a forza di eccedere nel gioco di mettere in circolo moneta adulterata, di fatto cambiali e promesse di pagamento, il divario temporale diminuisce.
L'accelerazione ulteriore delle iniezioni di «denaro» nell'economia drogata diventa sempre meno efficace, anche perchè le cosiddette «industrie» create dalla disponibilità di credito e liquido non sono produttrici di ricchezza reale: sono le finanziarie speculative, gli hedge funds, le private equities companies, i «servizi finanziari» e non finanziari.
Entità incapaci di rigenerare una sana economia, che scremano profitto reale succhiando dal sistema produttivo gli interessi.
La resa dei conti s'avvicina quando - come ora - le economie occidentali giungono rapidamente allo stadio super-maturo, bloccate negli stadi ultimi del sistema di moneta ex-nihilo sopra descritto.
Una industria «matura» (non-innovativa, che produce sedie, mortadelle e ventilatori anziché computer e farmaci avanzatissimi) può campare e persino prosperare in un sistema economico «sano», perché sedie e ventilatori sono comunque richiesti dai consumatori.
Il fatto è che non producono gli altissimi profitti da cui le banche e il sistema pseudo-monetario possa continuare a scremare gli altissimi interessi di cui ha bisogno per continuare ad esistere.
La produzione di mortadelle, se ben fatta, può dare un profitto annuo, poniamo, del 10-12%: ottimo tasso, se l'imprenditore di mortadelle si auto-finanzia con capitale proprio, che non gli costa nulla.
Ma se ha aperto un fido con le banche, sono queste a volere il 12% d'interesse.
Così, dopo aver risucchiato il profitto del fabbricante di mortadelle fino all'osso, ecco che gli pseudo-capitalisti gettano i loro pseudo-capitali là dove i profitti promessi al prestito sono più alti.
In Cina, come caso esemplare.

L'effetto del sistema di fiat-money è dunque questo: che ha di fatto svuotato l'Occidente «maturo» di ogni industria reale, rigenerativa del capitale naturale, e l'ha mandata in Asia per sfruttare i benefici dei bassissimi salari.
Le economie asiatiche sono state risucchiate nel travolgente casinò «globale», sono diventate la componente industriale del vorticoso sistema finanziario globale, ad esso soggette.
In tal modo fra l'altro la crescita di una classe media cinese (o indiana) alimenta coi suoi pseudo-risparmi il famelico sistema bancario-finanziario occidentale, consentendo che la giostra continui a girare.
L'effetto netto è però l'accelerazione sempre più folle della crescita del credito.
Da qui l'esaltazione pubblicitaria degli straordinari tassi di crescita cinese, 12-13% annui, sostenuti per decenni: un fatto in sé preoccupante (surriscaldamento, sovrapproduzione, speculazione in Borsa) che viene additato come un enorme successo della globalizzazione, perché la finanza globale ha bisogno di pubblicità per continuare a vendere i suoi pseudo-prodotti finanziari.
Dicono in fondo le banche: non dubitate della nostra moneta, vedete che ha una base solida nella crescita cinese, perché noi abbiamo investito là…
Viene il momento però in cui questi tassi di crescita stupefacente l'Asia dovrà decelerare o magari bloccarsi per infarto speculativo.
La «crescita» non basta più ad alimentare il sistema bancario-finanziario occidentale (il solo settore che, in USA e in Europa, abbia guadagnato dalla globalizzazione): e allora il risultato può essere o l'iper-inflazione (come nella Germania anni '20) o la deflazione più gelida, come negli anni '30 in USA.
In questa fase finale, per perpetuare una così astronomica bolla creditizia, il sistema delle Banche Centrali deve togliere di mezzo qualunque mezzo di pagamento reale, alternativo alla moneta creata dal nulla.
Di qui la vendita semi-segreta di tonnellate d'oro, la «moneta primaria» di sempre, la sola che ha in sé il proprio «attivo» e non lo deve alla promessa di pagare di qualcuno, dall'altra parte del mondo, che è probabilmente insolvente (o certamente nel caso di Washington, immenso emettitore delle cambiali chiamate Buoni del Tesoro).
Il gioco è facilitato dalla cecità dei consumatori.

Intere civiltà sono state corrotte dal sistema del credito facile, che ha promesso e dato, per un certo tempo, una «bella vita» fatta di auto a rate, telefonini multicolori, gadget elettronici, jeans made in China fatti sentire, dalla pubblicità, come «necessari», «cose di cui non potete fare a meno» per non essere disprezzati dal vicino.
Il sistema della finanza creata dal nulla è infatti radicalmente corruttore dell'umanità, ha bisogno di una umanità corrotta da falsi desideri e da febbrili ricerche di godimenti per durare.
Le dosi di moneta cattiva, di moneta falsa, vengono continuamente aumentate e richieste dai popoli corrotti dal consumismo scemo, a sua volta eccitato dall'edonismo propagandistico.
«Soddisfa la tua sete», «non rinunciare a nulla», invita incessantemente la pubblicità: tutto quello che vuoi e non puoi permetterti, lo puoi avere a credito.
Ma intanto, viene decretata la fine dell'abbondanza, con la scusa del riscaldamento climatico («troppe industrie, troppi viaggi di piacere, è ora di ridurre i consumi»).
Intanto, sotto gli occhi ciechi dei consumatori consumisti, i veri protagonisti del grande trucco finanziario si stanno ritirando dai mercati speculativi.
Crescono le «private equities», entità che comprano imprese quotate a mazzi, e le tolgono dalla quotazione di borsa: le azioni di queste imprese non sono più offerte al pubblico, ma in mano a pochi privati.
Di fatto, in questa tendenza va riconosciuto un enorme, silenzioso accaparramento di beni reali.
Sotto i nostri occhi, si intraprendono guerre insensate, che giustificheranno le future miserie che le mani forti ci stanno preparando.
Le mani forti non fanno che moltiplicare conflitti: da ultimo, con la Russia di Putin.
La speranza è in una deflagrazione: tanto, lorsignori, in guerra non ci vanno mai, e non ci hanno mai perso nulla.
E sotto i nostri occhi chiusi, le Banche Centrali vendono il nostro oro - oro dei cittadini contribuenti, la riserva della nazione, i suoi risparmi - di fatto sottocosto.
Ad un prezzo controllato, non troppo basso (manderebbe un segnale di deflazione), ma nemmeno troppo alto, perché ciò smaschererebbe la pseudo-moneta che vogliono teniamo in tasca.
Un prezzo manipolato.

E chi se ne avvantaggia?
Chi sono le mani private che accaparrano il bene-rifugio per eccellenza?
Quasi certamente le «private equities», che si liberano dei loro enormi pseudo-profitti da speculazione mettendo in cassaforte ricchezza reale per i tempi duri.
E' una fin de partie.
Così finiscono i turbo-capitalismi: a spese vostre e nostre.
«Abbiamo bisogno di nuovi attentati sul suolo americano come quello che abbiamo avuto [l'11 settembre]; allora i criticoni torneranno subito ad apprezzare l'impegno del presidente Bush e il sacrifico fatto dagli uomini e donne che proteggono questo paese»: tale la dichiarazione del nuovo presidente del Partito Repubblicano in Arkansas, Dennis Milligan, al giornale locale Arkansas Democrat Gazette.
Un auspicio rivelatore: ci vuole un altro attentato per dimostrare a voi, corrotti idioti di massa, che la vostra sicurezza è in buone mani.
Dovete rimpiangere la felicità perduta, e continuare a credere che Bush vi sta proteggendo dall'Iran, da Mosca, dall'imprendibile Al Qaeda.
Come dubitarne?
Già avete creduto che l'11 settembre l'abbia fatto Mohamed Atta.
Avete creduto che l'invasione dell'Iraq era giustificata dal fatto che Saddam aveva armi di distruzione di massa.
I vostri media fanno finta di credere che Bush sia uno statista ragionevole, e non venga al G8 con lo scopo precipuo di assoggettare ancora l'Europa come ai tempi della vera guerra fredda, di impedirle l'integrazione con la Russia.
E voi ripetete: Sì, la Russia non è democratica… tout se tient, in questo finale di partita.

La «sanità mentale» invocata da Ken Lewis di Bank of America è più lontana che mai.
Siamo nel pieno dell'insania, mentre ci stanno derubando.