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Discussione: Per non dimenticare...

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    Un po’ di memoria anche per i crimini israeliani

    L’invasione israeliana del Libano 2006, di Brian Harring (TBR News.org 1 aprile 2007)

    Nota: Durante un viaggio d’affari a Mosca per un colloquio con i miei editori, mi sono fermato a Parigi quattro giorni per affari, ricerca e turismo. In quell’occasione, un mio amico francese del loro Ministero degli Esteri mi ha dato una copia di una relazione e di un riassunto ufficiali sulle cause, le azioni e le perdite dell’invasione israeliana del Libano nel 2006. Questo documento consta di più di trecento pagine ed è accompagnato da carte, grafici e molte fotografie. Ecco una traduzione ed una sintesi di quella relazione per il vostro interesse. Brian Harring

    Oggetto: Cause dell’attacco
    Sia lo stato di Israele che gli Stati Uniti vedevano la Siria come un nemico potenzialmente pericoloso. I servizi segreti congiunti segnalavano che la Siria era un forte sostenitore del gruppo paramilitare sciita Hezbollah. Israele aveva programmato un’operazione militare punitiva in Libano sia per tarpare le ali ad Hezbollah che per mandare un messaggio forte alla Siria affinché desistesse e cessasse di fornire armi e denaro al gruppo anti Israele. Gli Stati Uniti segnalarono che, a causa del loro coinvolgimento in Iraq, non sarebbe stato loro possibile fornire truppe di terra, ma avrebbero certamente fornito ogni tipo di arma, comprese bombe, bombe a grappolo e munizioni per questa operazione programmata. Un casus belli è stato creato dall’assassinio da parte del Mossad israeliano di Rafik Haarri, popolare uomo politico libanese, e la successiva disinformazione, diffusa e istigata sia da Israele che dagli Stati Uniti, accusava dell’assassinio la Siria.
    All’IDF (Israel Defense Forces, Forze di Difesa di Israele, ndt) si stavano fornendo informazioni non attendibili e fuorvianti, provenienti apparentemente da fonti russe, che davano informazioni sbagliate sulle posizioni e sulle forze di Hezbollah, e quindi il progetto iniziale fu malamente invalidato.
    In pieno accordo con il presidente degli Stati Uniti, l’IDF ha lanciato il suo attacco brutale e omicida il 12 luglio 2006, continuando senza tregua finché Hezbollah non ha causato così tante perdite gravi tra le truppe israeliane, ed anche tra la popolazione civile di Israele, che il loro governo ha richiesto con impazienza alla Casa Bianca di imporre una tregua tramite le Nazioni Unite. Per Israele questo è stato fatto il 14 agosto 2006, e l’ultimo atto di questa aggressione omicida e non provocata c’è stato quando Israele ha rimosso il blocco navale dei porti Libanesi.
    L’incidente inventato che ha dato il via all’attacco da parte di Israele è stato un presunto attacco di Hezbollah in territorio israeliano, dove essi erano stati accusati di aver ‘rapito” due soldati israeliani e di avere successivamente lanciato un attacco missilistico per coprirsi la ritirata.
    Il conflitto ha ucciso più di seimila persone, la maggior parte delle quali era libanese, ha gravemente danneggiato le infrastrutture libanesi, ha dislocato 700.000-915.000 Libanesi e 300.000-500.000 Israeliani, ed ha sconvolto la normale esistenza da un capo all’altro del Libano e nel nord di Israele. Anche dopo il cessate il fuoco una gran parte del sud del Libano è rimasta inabitabile, a causa delle bombe a grappolo inesplose. Si è stimato che, al 1 dicembre 2006, 200.000 Libanesi sono ancora dislocati all’interno del territorio o profughi.
    Durante la campagna l’Aeronaitica Israeliana (IAF, Israel’s Air Force, ndt) ha fatto volare più di 12.000 missioni di combattimento, la loro marina militare ha lanciato 2.500 munizioni, ed il loro esercito ha sparato oltre 100.000 proiettili. Ampie parti delle infrastrutture civili libanesi sono state distrutte, comprese 400 miglia di strade, 73 ponti, e 31 altri obiettivi come l’Aeroporto Internazionale di Beirut, porti, impianti per il trattamento delle acque e dei liquami, impianti elettrici, 25 impianti per il rifornimento di carburante, 900 strutture commerciali, fino a 350 scuole e due ospedali, e 15.000 abitazioni. Circa 130.000 altre abitazioni sono state danneggiate.
    Il Ministro della Difesa israeliano, Amir Peretz, ha ordinato ai comandanti di predisporre dei piani di difesa civile. Un milione di Israeliani è stato costretto a stare nelle vicinanze di rifugi antiaerei, nei rifugi stessi o in camere di sicurezza, con circa 250.000 civili che evacuavano il nord e si trasferivano in altre zone del paese.
    Il 26 luglio 2006 le forze armate israeliane hanno attaccato e distrutto una postazione di osservatori dell’ONU. Descritto da Israele come un attacco non intenzionale, la postazione è stata presa a cannonate per ore prima di essere bombardata. Le truppe dell’ONU hanno effettuato ripetute chiamate per avvisare le truppe israeliane del pericolo che correvano gli osservatori dell’ONU, che sono rimasti uccisi tutti e quattro. I soccorritori sono stati presi di mira dall’artiglieria mentre tentavano di raggiungere la postazione. Secondo un’e-mail inviata in precedenza da uno degli osservatori dell’ONU rimasti uccisi nell’attacco, c’erano state numerose occasioni su base giornaliera in cui la postazione era finita sotto il fuoco sia dell’artiglieria che dei bombardamenti israeliani. L’osservatore dell’ONU, da quello che si dice, ha scritto che nel precedente bombardamento israeliano nei pressi della postazione non erano stati un obiettivo intenzionale, ma dovuto piuttosto ad una "necessità tattica", un gergo militare che, come il Maggior Generale canadese a riposo Lewis MacKenzie ha interpretato più tardi, stava ad indicare che gli attacchi israeliani miravano ad obiettivi di Hezbollah, nelle estreme vicinanze della postazione.
    Il 27 luglio 2006 Hezbollah ha teso un agguato alle truppe israeliane a Bint Jbeil, uccidendo diciotto soldati. Gli Israeliani hanno sostenuto, dopo questo avvenimento, di avere anch’essi inflitto pesanti perdite ad Hezbollah.
    Il 28 luglio 2006 i paracadutisti israeliani hanno ucciso 5 membri dell’élite del commando di Hezbollah a Bint Jbeil. In totale, l’IDF ha sostenuto che negli scontri di Bint Jbeil sarebbero stati uccisi 80 combattenti. Fonti di Hezbollah, in relazione con personaggi della Croce Rossa Internazionale, calcolano che le perdite totali di Hezbollah ammontano a 7, ed che i morti tra i civili libanesi non combattenti siano stati 129.
    Il 30 luglio 2006 un bombardamento aereo israeliano ha colpito un edificio residenziale a Qana, uccidendo almeno 65 civili, 28 dei quali erano bambini, con altri 25 dispersi. L’incursione aerea è stata ampiamente condannata.
    Il 31 luglio 2006 l’esercito israeliano e le truppe di Hezbollah hanno impegnato Hezbollah nella Battaglia di Ayta ash-Shab.
    Il 1 agosto 2006 i commando israeliani hanno dato il via all’Operazione Sharp and Smooth (affilato e spianato, ndt) e sono atterrati a Baalbek, catturando cinque civili compreso un omonimo del capo di Hezbollah, "Hassan Nasrallah". Tutti i civili sono stati liberati dopo il cessate il fuoco. Le truppe sono atterrate nelle vicinanze dell’ospedale di Dar al-Himkeh, nella zona occidentale di Baalbeck, come parte di un’operazione su vasta scala nella regione.
    Il 4 agosto 2006 l’IAF ha attaccato un edificio nella zona di al-Qaa, a circa 10 chilometri (sei miglia) da Hermel, nella Valle di Bekaa, in Libano. Sessantadue operai agricoli, per lo più Curdi siriani e libanesi, sono rimasti uccisi durante il bombardamento aereo.
    Il 5 agosto 2006 i commando israeliani hanno effettuato un raid notturno a Tiro, facendo esplodere un impianto per il trattamento delle acque, una piccola clinica ed uccidendo 187 civili prima di ritirarsi.
    Il 7 agosto 2006 l’IAF ha attaccato il sobborgo di Shiyyah nella capitale libanese di Beirut, distruggendovi tre edifici residenziali, uccidendo almeno 120 persone.
    L’11 agosto 2006 l’IAF ha attaccato un convoglio di circa 750 veicoli, che comprendeva polizia libanese, esercito, civili, ed un giornalista della Associated Press, uccidendo almeno 40 persone e ferendone almeno 39.
    Il 12 agosto 2006 l’IDF ha stabilito la sua autorità nel Libano meridionale. Durante il fine settimana le forze armate israeliane nel Libano meridionale sono quasi triplicate di numero, ed è stato loro ordinato di avanzare verso il fiume Litani.
    Il 14 agosto 2006 l’aeronautica israeliana ha riferito di aver ucciso il capo delle Forze Speciali di Hezbollah, che hanno identificato come Sajed Dewayer, ma questa affermazione non è mai stata dimostrata. 80 minuti prima della fine delle ostilità, l’IDF ha bersagliato un gruppo di Palestinesi nel campo di profughi di Ain al-Hilweh a Sidone, uccidendo un membro dello staff dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, Agenzia delle Nazioni Unite per i Profughi Palestinesi in Medio Oriente, ndt). Sessantadue profughi erano stati uccisi durante un attacco a questo campo sei giorni prima di questo episodio.
    Durante la campagna Hezbollah ha lanciato dai 3.970 ai 4.228 razzi. Circa il 95% di questi erano razzi Katyuscia da 122 mm (4.8 in), che avevano testate che arrivavano fino a 30 kg (66 lb) ed una gittata fino a 30 km (19 mi). Si stima che il 23% di questi razzi abbia colpito aree urbane, a dire il vero soprattutto civili.
    Tra le città colpite ci sono Haifa, Hadera, Nazareth, Tiberiade, Nahariya, Safed, Afula, Kiryat Shmona, Beit She'an, Karmiel, and Maalot, e dozzine di Kibbutz, di Moshav, e di villaggi drusi ed arabi, come pure la parte settentrionale della West Bank [riva occidentale del Giordano, ndt]. Hezbollah ha anche ingaggiato una guerriglia con l’IDF, attaccando da posizioni ben fortificate. Questi attacchi dap arte di unità piccolo e bene armate hanno causato seri problemi all’IDF, specialmente perché sono stati impiegate centinaia di sofisticati missili guidati anticarro (ATGM) di fabbricazione russa. Hezbollah ha distrutto 38 carri armati principali Merkava e ne ha danneggiati 82. Quindici carri armati sono stati distrutti dalle mine anticarro. Hezbollah ha causato altre 65 vittime con l’uso degli ATGM per far crollare gli edifici sulle truppe israeliane che vi si erano rifugiate.
    Dopo la reazione iniziale di Israele, Hezbollah ha proclamato un’allerta militare assoluta. Secondo le stime, Hezbollah possedeva 13.000 missili all’inizio del conflitto. Il quotidiano israeliano Haaretz ha descritto Hezbollah come una fanteria addestrata, specializzata, ben organizzata, ed estremamente motivata che era equipaggiata con il fior fiore dei moderni armamenti provenienti dagli arsenali di Siria, Iran, Russia, e Cina. La rete televisiva satellitare libanese Al-Manar ha riferito che negli attacchi sono stati utilizzati un Fajr-3 e un Ra'ad 1 , missili a combustibile liquido sviluppati dall’Iran.
    Il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha difeso gli attacchi, affermando che Hezbollah aveva "iniziato ad agire con calma, ci concentravamo sulle basi militari di Israele e non abbiamo attaccato alcuna colonia, tuttavia, fin dal primo giorno, il nemico ha attaccato le città libanesi ed ha assassinato dei civili - i militanti di Hezbollah avevano distrutto basi militari, mentre gli Israeliani hanno ucciso dei civili ed hanno designato come bersaglio le infrastrutture del Libano". Hezbollah si è scusata per aver sparso sangue Muslim, ed ha invitato gli Arabi della città israeliana di Haifa a fuggire.
    Il 13 luglio 2006, rispondendo agli attacchi israeliani di ritorsione in cui erano rimasti uccisi 43 civili, Hezbollah per la prima volta ha lanciato dei razzi ad Haifa, colpendo una stazione della teleferica insieme a qualche altro edificio.
    Il 14 luglio 2006 Hezbollah ha attaccato la corvetta INS Hanit, un’imbarcazione missilistica israeliana Sa'ar 5, rafforzando il blocco navale, con quello che si presume sia stato un missile anti-nave C-802 guidato tramite radar. Sono rimasti uccisi 24 marinai e la nave da guerra è stata gravemente danneggiata e poi rimorchiata al porto.
    Il 17 luglio 2006 Hezbollah ha colpito un deposito di riparazione ferroviario, uccidendo ventidue operai. Hezbollah ha sostenuto che questo attacco era diretto ad un grande impianto israeliano per lo stoccaggio di carburante, adiacente alla struttura ferroviaria. Haifa è sede di molti impianti molto preziosi dal punto di vista strategico, come cantieri navali e raffinerie petrolifere.
    Il 18 luglio 2006 Hezbollah ha colpito un ospedale a Safed, nella Galilea settentrionale, ferendo ventitre persone.
    Il 27 luglio 2006 Hezbollah ha teso un’imboscata alle truppe israeliane a Bint Jbeil, uccidendo quarantuno soldati, distruggendo 12 veicoli dell’IDF e tre veicoli blindati, e danneggiandone seriamente altri otto. Gli Israeliani hanno sostenuto di aver anch’essi inflitto pesanti perdite ad Hezbollah.
    Il 3 agosto 2006 Nasrallah ha diffidato Israele dal colpire Beirut promettendo una rappresaglia nei confronti di Tel Aviv nel caso lo facesse. Ha precisato anche che Hezbollah cesserebbe la sua campagna missilistica, se Israele ponesse fine agli attacchi aerei e dell’artiglieria nei confronti di città e villaggi del Libano.
    Il 4 agosto 2006 Israele ha bersagliato i sobborghi meridionali di Beirut, e più tardi nello stesso giorno Hezbollah ha lanciato dei razzi nella regione di Hadera.
    Il 9 agosto 2006 ventitre soldati israeliani sono stati uccisi quando l’edificio in cui si erano messi al riparo è stato colpito da un missile anticarro di Hezbollah, ed è crollato.
    Il 12 agosto 2006 sono stati uccisi 24 soldati israeliani; la più grave perdita israeliana in un sol giorno. Di quei 24 soldati, cinque sono stati uccisi quando Hezbollah ha abbattuto un elicottero israeliano, un record per la milizia. Hezbollah ha affermato che l’elicottero è stato attaccato con un missile Wa'ad .
    Uno degli aspetti più controversi del conflitto è stato l’alto numero di civili morti. E’ in corso una rovente discussione sul numero attuale di civili morti e sulla responsabilità di queste morti.
    Amnesty International e l’Osservatorio per i Diritti Umani hanno accusato Israele di trascurare sistematicamente di fare una distinzione tra combattenti e civili, e questo può costituire un crimine di guerra, ed hanno accusato Hezbollah di commettere crimini di Guerra, uccidendo deliberatamente ed indiscriminatamente dei civili lanciando razzi contro zone abitate.
    Il 24 luglio 2006, il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Jan Egeland ha affermato che la reazione di Israele ha violato il diritto internazionale in materia umanitaria, ma ha criticato anche Hezbollah per aver messo consapevolmente dei civili su un sentiero pericoloso "mescolandoli vigliaccamente... tra donne e bambini". Durante la guerra, gli aerei israeliani spargevano dei volantini invitando i residenti civili ad evacuare o a spostarsi verso nord.
    In risposta ad alcune di queste critiche, Israele ha precisato di aver tentato, dov’era possibile, di fare una distinzione tra persone da proteggere e combattenti ma che, a causa di quei miliziani di Hezbollah travestiti con abiti civili (che commettevano perciò il crimine di guerra della perfidia), ciò non è stato sempre possibile.
    Gli attacchi diretti verso obiettivi civili sono proibiti dal diritto internazionale in materia umanitaria. L’United Nations Development Program (UNDP) (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, ndt) calcolava inizialmente che circa 35.000 abitazioni ed imprese in Libano fossero state distrutte da Israele nel conflitto, mentre un quarto dei ponti stradali o dei cavalcavia del paese fossero stati danneggiati. Jean Fabre, un portavoce dell’UNDP, ha stimato che le perdite economiche complessive per il Libano causate dal conflitto durato un mese tra Israele ed Hezbollah ammontavano "almeno a 15 miliardi di dollari, se non di più". Prima e per tutta la durata della guerra, Hezbollah ha lanciato oltre 4000 razzi non guidati contro centri urbani israeliani, cercando di terrorizzare la popolazione israeliana. Tutto ciò in diretta risposta all’attacco israeliano a quartieri residenziali e al porre intenzionalmente come bersaglio dei civili.
    Amnesty International ha pubblicato un resoconto che afferma che "la distruzione intenzionale diffusa di appartamenti, abitazioni, servizi idrici ed elettrici, strade, ponti, fabbriche e porti, oltre a parecche affermazioni da parte di funzionari israeliani, rivelano una politica punitiva nei confronti sia del governo libanese che della popolazione civile", ed ha richiesto un’indagine internazionale delle violazioni del diritto internazionale in materia umanitaria da parte delle due parti in conflitto.
    Israele si è difesa da tali accuse con le motivazioni che l’utilizzo dap arte di Hezbollah della strade e dei ponti per scopi militari li ha resi degli obiettivi leciti. Però Amnesty International ha affermato che "il vantaggio militare previsto con la distruzione (di infrastrutture civili) dev’essere misurato in vista del probabile effetto sui civili".
    L’Osservatorio per i Diritti Umani ha criticato fortemente Israele per l’impiego di bombe a grappolo troppo vicino ai civili, a causa della loro scarsa precisione ed inaffidabilità, insinuando che possano essersi spinti fino a bersagliare deliberatamente aree civili con tali munizioni. Anche Hezbollah è stata criticata dall’Osservatorio per i Diritti Umani per aver riempito i suoi razzi di cuscinetti a sfere, cosa che "rivela un desiderio di aumentare al massimo le lesioni per i civili"; l’ONU ha criticato Israele per l’uso di munizioni a grappolo e per gli attacchi sproporzionati.
    Amnesty International ha dichiarato che l’IDF ha usato munizioni al fosforo bianco. I dati che riguardano le perdite di Hezbollah sono difficili da accertare, con le denunce e le stime da parte di diversi gruppi e dei singoli, ed oscillano da 43 a 1.000. Il comando di Hezbollah sostiene che 43 dei loro combattenti sono rimasti uccisi nel conflitto, mentre Israele ha calcolato che le loro truppe hanno ucciso 600 combattenti di Hezbollah. Oltre a ciò, Israele ha affermato di avere i nomi di 532 combattenti di Hezbollah deceduti, ma quando Hezbollah li ha sfidati a diffondere la lista, gli Israeliani hanno lasciato cadere la questione. Un funzionario dell’ONU ha stimato che sono stati uccisi 50 combattenti di Hezbollah, ed i funzionari del governo libanese hanno calcolato che ne sono stati uccisi fino a 49.
    Il numero di vittime civili libanesi è difficile da determinare con certezza poiché la maggior parte dei dati pubblicati non fa distinzioni tra civili e militanti, compresi quelli diffusi dal governo libanese. Inoltre, i combattenti di Hezbollah possono essere difficili da identificare, dato che molti non indossano uniformi militari. Tuttavia, è stato ampiamente riferito che la maggior parte dei Libanesi uccisi erano civili, e l’UNICEF ha stimato che il 30% di questi erano bambini sotto i 13 anni.
    Il numero di vittime stimate non include i Libanesi uccisi dalla fine del combattimento dalle mine di terra o dalle bombe a grappolo statunitensi/israeliane inesplose. Secondo il National Demining Office (Ufficio Nazionale per lo Sminamento, ndt), 297 persone sono rimaste uccise e 867 ferite da tali esplosioni.
    I dati ufficiali israeliani che riguardano le truppe dell’IDF uccise oscillano da 116 a 120. Il Ministro degli Esteri israeliano dà due diverse cifre – 117 e 119 – la seconda delle quali comprende due vittime dell’IDF avvenute dopo che il cessate il fuoco è divenuto effettivo. Nel settembre 2006, due quotidiani locali israeliani hanno diffuse informazioni riservate assicurando che il numero di vittime militari israeliane può essere salito fino a circa 540 soldati. Israele rifiuta l’accesso alle sue liste di morti e feriti ad ogni agenzia esterna, ma un esame di tutte le informazioni precise disponibili al 1 gennaio 2007 indica che l’IDF hanno perso un totale di 2.300 morti, 600 dei quali sono deceduti in strutture ospedaliere militari successivamente alla conclusione del combattimento, ed altri 700 sono stati feriti molto gravemente.
    I razzi di Hezbollah hanno ucciso 43 civili israeliani durante il conflitto, inclusi quattro che sono deceduti per infarto durante gli attacchi missilistici. Oltre a ciò, 4.262 civili sono stati feriti – di cui 33 gravemente, 68 moderatamente, 1.388 leggermente, e 2.773 sono stati curati per shock ed ansia.
    Il mese scorso (marzo 2007), il controllore israeliano aveva programmato di diffondere una relazione provvisoria che si supponeva accusasse l’esercito ed Olmert di aver lasciato i civili israeliani virtualmente indifesi durante la guerra del Libano dell’estate scorsa, in cui la guerriglia di Hezbollah ha lanciato una serie ininterrotta di razzi e di missili nel nord di Israele.

    (Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=6301,
    dal sito www.comedonchisciotte.org, traduzione a cura di Cristina Mazzaferro)
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  2. #2
    Klearchos
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    Sono loro i terroristi

  3. #3
    Hic Sunt Leones
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    L'opinione pubblica -italiana e internazionale- si é già scordata tutto.
    La strage di Qana, i bombardamenti sulle colonne di civili in fuga... non se le ricorda più nessuno.

    Che ci volete fare, é la società della comunicazione, tutto scorre, compresi (anzi, SOPRATTUTTO) i crimini.

 

 

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