si, cmq in ste telefonate nn c'è nulla di grave... su su... si evince solo che fassino è un mona
si, cmq in ste telefonate nn c'è nulla di grave... su su... si evince solo che fassino è un mona
penalmente rilevante non vuol dire politicamente rilevante............ faccio finta un momento di dimenticare quanto poco io apprezzi sia Fassino che D'Alema...........per guardare un po la cosa in maniera distaccata e l'unica cosa che riesco a vedere è un segretario di partito che confabula con un banchiere furbetto chiedendogli istruzioni sul come comportarsi...................
Cioe detto questo non c'è nula da dire sposo anche io la tesi della perfetta incapacità fassiniana si forse la politica non è mestiere suo sarebbe meglio se tornasse a fare il peones in parlamento..............perchè sei DS sono quello che sono la colpa è anche sua oltre che di D'Alema ......................
E lo sminuire queste cose appellandosi a non c'è nulla di rilevante è quanto di più ridicolo si possa fare
Fassino è una persona onesta, ma non è capace di fare il leader politico, non è all'altezza del suo ruolo.
[provocazione]craxi aveva ragione, berlinguer torto. i lresto è di conseguenza[/provocazione]
frega niente se non è penalmente rilevante, diceva un pirla greco vissuto 2000 anni che ci sono cose che non sono vietate dalla legge ma lo sono dalla decenza
le consulenze di consorte cosa sono? lo sappimo bene tutti cosa si nasconde dietro la parola "consulenza".
Compagno intercettato
“La giustizia è uguale per tutti”, nelle aule di giustizia si trova scritto dove i giudici non possono leggerlo ed esserne distratti. In anni non lontani, difatti, una volta giunti in possesso d'intercettazioni dalle quali emerge che un indagato, per ipotesi di reato connesse al contenuto della conversazione, è invitato da un suo “referente politico” a non parlare per telefono, ad incontrarsi di persona dovendosi diffidare delle comunicazioni, sarebbe scattata immediatamente la richiesta d'arresto per evitare l'ulteriore inquinamento delle prove.
Il parlamentare, dal canto suo, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia. Se qualcuno avesse protestato (ed io lo avrei fatto), se si fosse detto che quello era un modo incivile di condurre le indagini, sarebbe intervenuto il capo della procura milanese, argomentando che la “pericolosità sociale” viene meno qualora si recidano i legami fra il singolo indagato ed il mondo politico e criminale che lo circonda e protegge, il che può ottenersi solo quando l'arrestato si decida a rendere confessione dei reati da lui commessi e ad indicare, con circostanziata precisione, il ruolo di ciascun complice. Taluno avrebbe protestato (io lo avrei fatto ed ancora lo faccio), ma la sinistra politica sarebbe insorta dicendo: la giustizia vada avanti, nessuno attenti all'autonomia dei magistrati.
All'onorevole La Torre sfugge il nesso fra le sue conversazioni telefoniche, quelle del suo capo corrente, Massimo D'Alema, e la questione morale. Eccolo: essi usarono esattamente lo stesso strumento per azzerare un mondo politico democratico che aveva molte responsabilità, ma che aveva resistito, anche con finanziamenti irregolari, alla potente macchina propagandistica comunista, alimentata con soldi grondanti sangue. Il nesso sta nel fatto che essi hanno agito assai peggio di quel che oggi lamentano di subire, e se ancora hanno dei dubbi su quali furono le alleanze inquietanti di allora, guardino nel proprio governo, e ci troveranno Antonio Di Pietro, guardino nel loro gruppo parlamentare, e ci troveranno Gerardo D'Ambrosio, guardino nel loro gruppo europeo, e ci troveranno Elena Paciotti. Violante no, quello ce l'hanno sempre avuto.
Tralascio le conversazione del povero Fassino, cui nessuno diceva niente ed era costretto a cercarsi in proprio direttive degli scalatori (i furbetti del quartierino, a Ricucci diano almeno i diritti d'autore) dovendo incontrare il presidente degli scalati, dando così un'idea davvero dignitosa ed indipendente della politica. E metto le mani avanti rispetto agli altri carichi di palta che finiranno presto nel ventilatore, affrontando due questioni politiche. La prima riguarda il garantismo, ovvero il rispetto del diritto e delle regole. Noi sappiamo cos'è, quindi siamo pronti, adesso, subito, a difendere la presunzione d'innocenza di ciascuno dei coinvolti. Tutti. Ma fra questi vi sono personaggi politici di primissimo piano che approfittarono bassamente di un giustizialismo forsennato e fascistoide, ed oggi si trovano al potere perché fu eliminata per quella via una classe politica che essi non riuscivano a battere elettoralmente, cioè per via democratica. Ecco, costoro sappiano che se ne devono andare. Non perché intercettati e magari anche indagati (tanto non lo è, uguale per tutti), ma perché la loro immoralità di allora ne rende illegittima la posizione di oggi. Non se ne andranno, naturalmente, così contribuendo a dare l'idea che la politica sia la miserrima arte del rimanere dove ci si trova, anche se s'è smarrita ogni forza e possibilità d'essere utili altro che a se stessi.
Noi non ci abbasseremo mai ad usare oggi le loro armi di allora, ma le loro mani si lordarono quando approfittarono dell'orda giudiziaria per cercare di far dimenticare d'essere gli sconfitti dalla storia. E quando leggo le dichiarazioni dell'avvocato e parlamentare Calvi, il quale sostiene: «come non era difficile prevedere, ed era stato da noi previsto, a Milano il Tribunale si è trasformato in una sorta di circo mediatico illegale nel quale il nostro sistema di garanzie è stato travolto da una farsa indecorosa», cerco incuriosito la data, e scopro con divertito raccapriccio che sono di oggi.
La seconda questione riguarda gli strateghi della “convenienza”. Nel mondo politico ce ne sono molti che sussurrano: non si deve alzare la voce, non si devono creare difficoltà a D'Alema, perché il mandante è Prodi, o, secondo altri, Veltroni. Gattini ciechi, a parte il fatto che se pensate la politica si faccia tutta dentro una certa sinistra potete anche chiudere bottega, ma da quale scuola venite per non accorgervi che l'Italia sta stramazzando e non può sorbirsi un altro decennio fondato sulla melma e la bugia? Ci sono cose che si ha il dovere di dire non perché sono convenienti, ma giuste, non perché utili, ma vere. L'Italia del diritto deve essere rifondata, il che presuppone una certa dirittura morale ed intellettuale della politica. Passi per il necessario cinismo della tattica, ma oltre un certo limite scatta la sindrome di Stoccolma, o la pirlaggine allo stato puro.
Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
pubblicato da Libero
tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=3972
Veleni e furbetti
Annunciate per giorni nel grande mercato italiano delle voci e dei veleni, le intercettazioni telefoniche legate al caso Unipol e all'estate dei "furbetti" sono infine diventate pubbliche, con la formula obliqua per cui gli avvocati possono leggerle ma non fotocopiarle. Il risultato è un gigantesco passaparola - un meccanismo che non è né garantista né garantito - che ha diffuso nomi, cognomi e verbali, in una tempesta che non è giudiziaria, ma politica.
In attesa di conoscere bene le carte, tutte, tre risultati ci sembrano chiari in una vicenda ancora per molti aspetti oscura, come quella dell'assalto al cielo della finanza da parte di Fiorani, Ricucci e Consorte, con la benevola protezione del Governatore Fazio, nella strana estate italiana di due anni fa.
Il primo è che la legge è scritta malissimo, e consente ai magistrati di interpretarla a piacere subordinando la privacy ad altri interessi: dunque la legge ha fallito il suo scopo.
Il secondo è che almeno per il momento non c'è nulla di penalmente rilevante per gli uomini politici coinvolti nelle intercettazioni, e infatti la magistratura non ipotizza alcun reato: e tuttavia la stessa magistratura, autorizzandone la conoscenza, innesca un caso politico-mediatico di grande portata, che rischia di incidere sui fragili equilibri tra maggioranza e opposizione, e dentro la stessa maggioranza.
Il terzo risultato è la conferma di un rapporto molto intimo e dunque del tutto improprio tra il gruppo dirigente Ds e Consorte nel momento in cui Unipol è parte in causa in un'aperta contesa di mercato, con legami che portano fino a Fazio, Fiorani e ai "furbetti".
Questa storia dei verbali ha molti aspetti che non convincono, dunque: ma non sarebbe mai nata, con le speculazioni che ne derivano, se la sinistra ex comunista avesse un'idea più chiara e trasparente del mercato, abbandonasse le vecchie cinghie di trasmissione e la tentazione naïve di crearsi ogni volta un capitalismo a propria immagine e somiglianza: capendo infine che Gramsci e Ricucci, anche in tempi di eclettismo, non possono stare insieme.
(e. m.)
http://www.repubblica.it/2007/06/sez...ditoriale.html
Gramsci chi e' costui? Ricucci lo conosco, ciopppure il numero di telefono....
parliamo anche dei poveri destri indagati
Indagini anche su Brancher (Fi) e Tarolli (ex Udc) Antonveneta: Calderoli indagato a Lodi In tutto coinvolte 50 persone in uno stralcio dell'inchiesta sulla scalata alla banca, tra queste il presidente del Palermo Zamparini I pm di Lodi indagano per appropriazione indebita il vice presidente del Senato Roberto Calderoli (Lega Nord), il senatore di Forza Italia Aldo Brancher, l’ex parlamentare dell’Udc Ivo Tarolli, il presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini, e altre 46 persone nell’ambito di uno stralcio di indagine sulla scalata alla banca Antonveneta. Gli indagati si sarebbero appropriati di somme di denaro grazie alla complicità di ex funzionari della vecchia Bpi con operazioni bancarie tra cui investimenti, disinvestimenti e fidi.
VANTAGGI - Da queste operazioni gli indagati avrebbero tratto die vantaggi mentre le perdite sarebbero state spalmate su clienti ignari della stessa banca. La Guardia di finanza ha effettuato una serie di acquisizioni di carte e documenti nella sede centrale della banca a Lodi. All’origine delle accuse contro Calderoli ci sarebbe un interrogatorio dell’ex numero uno di Bpi, Giampiero Fiorani. Calderoli avrebbe ricevuto denaro contante. Il portavoce di Calderoli, contattato dalla Reuters, ha detto di non essere a conoscenza della notizia.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...onveneta.shtml