"Fuori i black bloc arrestati, zone d'ombra in crescita pericolosa".

[solox1]

Paolo Graldi su Il Messaggero

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato pesca tra santi e martiri per cercare l'immagine delle forze dell'ordine impegnate dall'alba al tramonto di sabato scorso per contenere e poi contrastare gli assalti dei "no war", mobilitatisi da tutta Italia per macchiare di violenza la visita del presidente americano a Roma. San Sebastiano, serenamente trafitto dai dardi dei suoi aguzzini, è apparso il santo giusto per sintetizzare l'accaduto. Con un elogio alla pazienza e alla professionalità di chi, per evitare il peggio, ha subito «sputi, insulti, sassi, corpi contundenti: di più non avrei potuto chiedere».

Poi, il ministro azzarda una previsione venata di cauto scetticismo: «Spero che i numerosi reati non restino impuniti». Il processo per direttissima agli otto arrestati conforta in qualche modo l'obbligo giudiziario di trattare i violenti presi sul fatto almeno con la stessa terapia che si deve e si dovrà utilizzare per gli ultras che seminano il panico fuori e dentro gli stadi. Va appena notato che, pur confermando la congruità delle accuse, i giudici hanno seguito la strada meno impegnativa rimettendo tutti gli imputati in libertà. A luglio, quando ci sarà il processo, vedremo il seguito.

Qualcuno ha osservato che, tutto sommato, i tafferugli che volevano movimentare (insanguinare?) la giornata romana di Bush sono poca cosa, che poteva andare assai peggio e non resta dunque che rallegrarsi dei limitati danni. Insomma, poteva scapparci il morto e si contano "solo" undici feriti tra carabinieri e poliziotti e uno tra i manifestanti. C'è di che rallegrarsi del danno contenuto.

Ma, domanda, il problema sta nel bilancio delle vittime o è qualcosa di più ampio?
Indizi sparsi e tuttavia convergenti fanno ritenere che da una generica effervescenza dei gruppuscoli dell'antagonismo militante e dell'anarchismo bellicoso appoggiato dai centri sociali si stia passando, magari con il sostegno morale esterno di qualche voce delle ali estreme della sinistra radicale che siede in Parlamento, ad una fase che mette in calendario sfide continue, quasi si volessero attuare piccole prove generali di guerriglia non-stop. Anche la manifestazione dell'Aquila sotto le finestre del carcere dov'è rinchiusa la Lioce (delitto D'Antona e Biagi) della scorsa settimanava iscritta nel solco di una ripresa vivacissima delle ostilità pubbliche e anche occulte. Ricompaiono le scritte bellicose dove "è lo Stato il terrorista" e si riaffacciano nei cortei, per sgusciarne fuori al momento opportuno, soggetti certamente molto male intenzionati, in "divisa" da guerriglia e con adeguate dotazioni: bottiglie, spranghe, fumogeni, sampietrini e quant'altro serva ad ingaggiare battaglie di strada.

Abbiamo già visto e già patito nella nostra storia non più recente, ma ancora con tutte le sue ferite aperte, il crescere e l'affermarsi della violenza. Una violenza dapprima aperta, sfacciata, rozza: assalti alle vetrine, cassonetti bruciati, auto date alle fiamme, insomma tutto l'armamentario della guerriglia. Erano prove generali, in molti casi. Quegli stessi volti coperti nei cortei che finivano per mettere a ferro e a fuoco le città italiane trent'anni fa, ci hanno poi mostrato, dopo tante lacrime e sangue, il volto di terroristi irriducibili, feroci quanto deliranti, sospinti da patologie politiche che comprendevano la speranza di raggelare la democrazia nel nostro Paese.

La malapianta del terrorismo ha vissuto, dopo la sua sconfitta, di rari e tuttavia dolorosi rigurgiti (D'Antona e Biagi citati per tutti) ma queste zone d'ombra restano da sorvegliare con la massima attenzione. Qualche volta si ha proprio la sensazione che gli assalti programmati alle forze dell'ordine si avvalgano di una "ragione" contingente ma siano anche agili manovre direclutamento degli elementi ritenuti adatti a far carriera nella nuova eversione.

Così, al di là dei timori di cui tener conto, c'è l'elementare constatazione che piccoli o meno piccoli gruppi di violenti non possono in alcun modo pensare di dettar legge sulla legge. Il diritto a manifestare è talmente praticato nel nostro Paese (e più di ogni altra città Roma sopporta spesso con rassegnata pazienza i danni collaterali delle strade chiuse per il passaggio dei cortei) che non se ne discute neppure più: altro è utilizzare questo diritto per prendere o pretendere la piazza e farne il teatro di attacchi alla polizia e ai carabinieri.

Da Venezia a Roma, nel viaggio di andata, dalla stazione Tiburtina verso il Nord, nella notte del ritorno, due otrecento giovani minacciosi e violenti hanno dettato modi e tempi del traffico ferroviario italiano, coinvolgendo decine di migliaia di passeggeri nel loro copione di contestazione violenta.

E' ingenuo chiedere che questo non debba più accadere. Troppe volte questo auspicio è finito in archivio assieme alla memoria di chi ha commesso anche reati gravissimi. E' necessario ricordare alle forze politiche di governo, a tutte quelle forze politiche che a vario titolo hanno responsabilità di governo, che il Paese è davvero stanco ma non affranto: che questi nodi, se non si saprà scioglierli, verranno al pettine. E, allora, nessuno potrà invocare il martirio e il perdono di San Sebastiano. Perché non basterà più.

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca...lo365848.shtml

[solox1]

assurdo si possono permettere di devastare una citta' attaccare le forze dell'ordine e poi nulla...che schifo

perchè i semplici cittadini quando vedono certe cose non si ribellano e li prendono tutti a calci nel culo?

I dico che ci ripenserebbero bene prima di rifarlo...questi codardi mascherati.

E poi sento qualcuno che dice "ma anche la polizia non si fa vedere in volto e usa il casco" ...certo togliamogli anche il casco cosi' è piu' facile colpirli in testa, ma fatemi il favore

[MaRcO88]

black blok?see...sti cazzoni appena la polizia muoveva mezzo dito scappava già a gambe levate...
ragazzini esaltati da qualcuno di + grande ke non si voleva sporcare le mani?sicuramente...sarebbe meglio ripristinare il servizio d'ordine alle nostre manifestazioni..

[DiegoVerona]

Paolo Graldi su Il Messaggero



Ma, domanda, il problema sta nel bilancio delle vittime o è qualcosa di più ampio?
Indizi sparsi e tuttavia convergenti fanno ritenere che da una generica effervescenza dei gruppuscoli dell'antagonismo militante e dell'anarchismo bellicoso appoggiato dai centri sociali si stia passando, magari con il sostegno morale esterno di qualche voce delle ali estreme della sinistra radicale che siede in Parlamento, ad una fase che mette in calendario sfide continue, quasi si volessero attuare piccole prove generali di guerriglia non-stop.
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca...lo365848.shtml

Parole molto gravi, dette da una persona che tende a soppesarle.
Vediamo se ci saranno reazioni.

[solox1]

Parole molto gravi, dette da una persona che tende a soppesarle.
Vediamo se ci saranno reazioni.

Che reazioni..gli potranno solo dire che ha detto la verita'

[IlikeUSA]

Parole molto gravi, dette da una persona che tende a soppesarle.
Vediamo se ci saranno reazioni.

molto gravi ma anche molto vere

[IlikeUSA]

un'altra chicca bellissima è quella dei forzanovisti infiltrati

[Pisittu]

mortadellas....?sono anarchici,mica vanno a votare!

[solox1]

mortadellas....?sono anarchici,mica vanno a votare!

ok, peccato pero' che qualcuno li appoggia e li difende

[solox1]

un'altra chicca bellissima è quella dei forzanovisti infiltrati