Ma chi? Che cosa? quanti delinquenti, 2-300mila? ma piantala, ipocrita del cazzo!
prima di scrivere certe boiate, cerca di informarti... poi, se propri ci tieni, dici la tua. Ma almeno ti risparmi la figura del fesso davanti a tanta gente che magari in quei giorni c'era, e ne ha passate di tutti i colori, colpevole soltanto di aver manifestato in maniera pacifica le proprie idee...
non solo il plauso, ma anche il beneplacito ad agire in un determinato modo. Chi ha avallato - a monte - certi comportamenti è colpevole quanto, se non di più, di chi ha 'fisicamente' manganellato. Ricordiamoci per bene di queste brava gente, di questi politici; e magari evitiamo di votarli un'altra volta..
giovedì, 24 maggio 2007
Lo Stato condannato a risarcire Marina, brutalizzata a Genova
Categoria:dissenso, genova 2001, scritto da noantri
"Alzi la mano chi ha saputo che la settimana scorsa a Genova c'è stata la prima condanna per i pestaggi della Polizia durante il G8 del 2001.
Lo Stato è stato condannato a risarcire Marina Spaccini, 50 anni, pediatra triestina, volontaria per quattro anni in Africa, per il pestaggio che subì da parte della Polizia in via Assarotti, nel pomeriggio del 20 luglio 2001. Marina, come decine di migliaia di militanti cattolici della Rete Lilliput, era seduta, con le mani alzate dipinte di bianco, gridando "non violenza", quando fu massacrata dalla Polizia. Questa si è difesa sostenendo (sic) che non era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco di Marina e i Black Block.
Per il giudice Angela Latella, invece, la selvaggia repressione genovese e la cortina di menzogne sollevata per coprirla e' stata una delle pagine piu' nere di tutta la storia della Polizia di Stato e per la prima volta cio' viene scritto in una sentenza. Non solo, e' ben piu' grave quello che e' scritto nella sentenza genovese. Quelle dei poliziotti non furono ne' iniziative isolate ne' eccessi, ma facevano parte di un disegno criminale. A Genova vi fu un disegno criminale selettivo da parte di apparati dello stato.
Tale disegno era teso a terrorizzare non tanto la sinistra radicale ma il pacifismo cattolico, in particolare la Rete Lilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosa scendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale con la sinistra. Le ragazze e i ragazzi delle parrocchie furono quelli che pagarono il prezzo piu' alto, soprattutto sabato. I loro spezzoni di corteo furono sistematicamente bersagliati dai lacrimogeni e centinaia di loro furono pestati selvaggiamente. Ma, soprattutto decine di migliaia di loro, e le loro famiglie, furono spaventati a morte in una logica pienamente terroristica. Quanti dopo Genova sono rimasti a casa?".
Marina non è stata picchiata da due extracomunitari, magari due temibilissimi rumeni, da tutti indicati come l'unico grande problema delle amministrazioni italiane, bensì da un cumulo barbaro di pezzi di merda italinissimi e dallo Stato armati: poliziotti. Quei poliziotti. E manciate di carabinieri. Perciò non è diventata una notizia del telegiornale, come la povera Vanessa Russo o come tutti gli altri che sono stati scippati, malmenati, abusati, brutalizzati, da assalitori clandestini. Il pestaggio immotivato di Marina è stato sottaciuto, censurato, in quanto perpetrato da personaggi, assai più bastardi degli extracomunitari, ma più di loro impuniti e impunibili. Così com'è stato censurato il fatto che Marina, appunto, ha avuto ragione: condannato lo Stato, condannato il Ministero dell'Interno.
E ora un video. L'obbligo morale è di vederlo, comunque la pensiate. Ci sono delle immagini molto crude (le più crude che mi siano capitate di vedere) perciò, se siete impressionabili, lasciate perdere. Davvero.
http://www.noantri.splinder.com/?from=14
«Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza». Spiega così il suo silenzio iniziale Michelangelo Fournier, uno dei 28 poliziotti imputati a Genova per la ingiustificata e sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il vertice del G8 del luglio 2001
Interrogato in aula dai pubblici ministeri, Fournier ha fornito una nuova versione su quello che aveva visto nella scuola al momento della sua irruzione: non manifestanti già feriti a terra, come aveva detto in un primo tempo, ma veri e propri pestaggi ancora in atto. «Sembrava una macelleria messicana» ha spiegato per dare il senso della scena che vide quando entrò con i suoi uomini.
È la prima volta che un poliziotto, ed in questo caso si tratta di un funzionario di alto livello, ammette che a Genova non solo ci furono i pestaggi della polizia, ma soprattutto che andarono ben oltre qualsiasi limite e furono del tutto ingiustificati.
«Arrivato al primo piano dell'istituto - ha detto - ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra». Nelle dichiarazioni invece rese precedentemente dal poliziotto ai pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini il poliziotto aveva raccontato di aver trovato a terra persone già ferite e non pestaggi ancora in atto. «Sono rimasto terrorizzato e basito - ha spiegato - quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: "basta basta" e cacciai via i poliziotti che picchiavano».
Fournier, sollecitato dalle domande del Pm Francesco Cardona Albini ha aggiunto: «Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze».
Fournier ha poi raccontato di aver assistito la ragazza ferita fino all'arrivo dei militi con l'aiuto di un'altra manifestante che aveva con sè una cassetta di pronto soccorso. «Ho invitato però la giovane - ha raccontato - a non muovere la ragazza ferita perchè per me la ragazza stava morendo».
«La testimonianza resa da Michelangelo Fournier è l'ennesima conferma della necessità di istituire quella commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova, prevista nel programma di governo dell'Unione e che il centrodestra, nella precedente legislatura, ha sempre negato», commenta afferma il vice presidente della Camera e deputato della Sinistra democratica, Carlo Leoni.