Priebke, esce dal carcere (un poco)
Renato Farina su Libero
Ci sono delle sentenze che sono la misura di un popolo e della sua civiltà giuridica. Quella che è stata decisa dalla giustizia militare per Erich Priebke. ci riporta al "Tutti a casa" con Alberto Sordi. Una specie di 8 settembre che non finisce mai. Non si ha il coraggio di essere duri, ma ci si vergogna di essere giusti. Ecco allora la trovata umanitaria che rappresenta il trionfo della caricatura dell'italiano non cattivo ma in fondo vile, per cui tra il bene e il male si sceglie il mediocre. Priebke, che è nato il 29 luglio del 1913, è stato condannato all'ergastolo dalla Cassazione nel 1998, e gli si era concesso di starsene rinchiuso in casa a Roma.
Adesso, per consentirgli di non essere rinchiuso nella bara prima ancora di morire, si è stabilita una specie di scappatoia per cui gli si è concesso una specie di permesso per cui può stare nello studio dell'avvocato e uscire per impellenti necessità a mangiarsi un panino o a bere un caffè nel tramonto romano. Anzi prima, perché deve rientrare presto presto tra le quattro mura.
Qualcuno potrà pure teorizzare che qui c'è di mezzo il genio italiano. La famosa barzelletta per cui alla fine è meglio finire nell'inferno italiano che in quello svizzero. Nel nostro un giorno il diavolo in sciopero, il giomo dopo manca il fuochista, e così via. Ma la vita è anche fatta un po' di dignità, del rigore di decisioni per cui si è disposti a pagare un prezzo dinanzi alla storia. Qui siamo all'eternità dell'8 settembre e del Re in fuga.
D'accordo: molto meglio questa mezza porzione di giustizia dell'eccidio delle Fosse Ardeatine per il quale questo militare è stato condannato. Ci vorrebbe un ge
sto riconciliatore del Capo dello Stato e la concessione della grazia.
Su una misura così per Priebke si era dichiarata anche Rossana Rossanda, con una larghezza di visione che dovrebbe far pensare il presidente Giorgio Napolitano, il cui antico segretario Palmiro Togliatti stragi ancora più gravi ha sottoscritto quando si faceva chiamare compagno Ercoli.
Noi ricordiamo di Priebke la giustizia di piazza che ha deciso la sua sorte: prima dichiarato prescritto, poi condannato a 15 anni, quindi - dinanzi alla sommossa suscitata da questa scelta, perché pareva poco condannare un uomo di 83 a restare detenuto fino ai 98 anni - riportato in carcere a furor di popolo in quanto considerato tuttora «un aggressivo e pericoloso criminale di guerra».
Adesso la libertà con il trucchètto del panino e dei bisognini. Ma deve stare attento lo stesso: capace che qualcuno lo aspetta fuori per stecchirlo. Che Paese.
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forza Capitano campa almeno 120 anni ..............per far "schiattare" di rabbia quelle "serpi velenose".................