Dopo due ore mezzo di riunione a palazzo Chigi, il mandato all'Osservatorio per il nuovo tracciato
"Il percorso ancora non c'è" precisa Letta. Ma si lavora sulla "Quinta opzione"
Via libera all'alta velocità Torino-Lione
"Il governo chiederà i finanziamenti Ue"
Il sindaco Chiamparino: "Non un vero accordo ma un importante passo avanti"
Il tavolo politico per la Tav a palazzo Chigi
ROMA - L'alta velocità Torino-Lione si farà. E avrà un nuovo tracciato. Dopo due anni di rinvii l'intesa è arrivata stasera dopo una riunione duranta due ore e mezzo. S'incarica dell'annuncio il sindaco di Torino Sergio Chiamparino: "Oggi è stato compiuto un passo avanti significativo. E' stato conferito un mandato ulteriore all'Osservatorio sulla base dei punti acquisiti per definire uno schema di tracciato da riportare a breve. Al tempo stesso, il governo si assume la responsabilità di lavorare ad una proposta compatibile con i tempi indicati dalla Ue".
Ancora più esplicito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta: "Il tracciato definitivo ancora non c'è ma il governo chiederà i finanziamenti alla Ue". Significa che il progetto esecutivo sarà pronto entro la fine di luglio. In cerca di consenso, dopo dieci mesi di incontri, confronti, studi e analisi, la Tav il percorso ferroviario che unirà velocemente Lione con Torino - muove i primi passi. Con quasi due anni di ritardo ma sicuramente con piedi più solidi rispetto a quelli all'epoca imposti dal governo Berlusconi.
Il tavolo "politico" - Non una riunione decisiva ma sicuramente molto importante. "Spero in un esito positivo di questa riunione e di tutto il progetto della Torino-Lione" aveva detto il premier Prodi avviando l'incontro. Assai affollato. D'altra parte il Professore ha sempre detto che sull'Alta velocità ci doveva essere la massima concertazione.
Dalla "parte" del governo si sono seduti, oltre a Prodi, il vicepremier Francesco Rutelli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, e cinque ministri: Antonio Di Pietro (Infrastrutture), Alessandro Bianchi (Trasporti), Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente), Emma Bonino (Politiche comunitarie), Linda Lanzillotta (Affari regionali). Sempre dalla "parte" del governo si sono seduti il presidente e l'amministratore delegato di Ferrovie, Innocenzo Cipolletta e Mauro Moretti.
Dalla parte dei cittadini, una dozzina di sindaci, capofila Sergio Chiamparino e la presidente della Regione Mercedes Bresso. Sono stati loro i primi a prendere la parola. E a tenerla, tra lo stupore di qualche ministro, per quasi due ore ognuno raccontando quali le posizioni delle rispettive popolazioni.
La "quinta opzione", il nuovo tracciato - Il progetto illustrato a palazzo Chigi da Mario Virano, presidente dell'Osservatorio sull'Alta Velocità Torino-Lione, ha profondamente cambiato il progetto originario, quello che tra novembre 2005 e febbraio 2006 portò i comuni della val di Susa a bloccare valli e strade. Virano prevede un tunnel lungo non più quaranta ma dieci chilometri - il cuore di tutta l'opera - che - soprattutto - uscirà più a sud, a Chiomonte, lontano dall'Alta Val di Susa in origine doveva essere la bocca d'uscita del tunnel. La vecchia linea ferroviaria, che attraversa molti comuni, sarà interrata in modo da permettere la riqualificazione delle aree urbane. L'Alta velocità passerà da Orbassano: il tratto da Chiomonte e Sant'Antonino è previsto su viadotto; tra Sant'Antonino e Trana in tunnel; da Trana a Orbassano di nuovo su viadotto. In sostanza, un intervento più lungo per chilometri ma meno "pesante" sull'ambiente e che - fatto più importante - evita il rischio amianto derivato dalla perforazione del monte Musinè.
Le scadenze - Dopo tanto parlare e riunirsi, Prodi vuole però chiudere questa partita. E fare la Tav. E' uno dei dodici punti su cui aveva chiesto e ottenuto la fiducia della maggioranza a fine febbraio, dopo la crisi. Non si sa come e perchè, Verdi e Comunisti italiani che pure votarono quella fiducia, continuano a nicchiare. E a dire: "Quel progetto non lo vogliamo, nè quello nè altri". Ora però non c'è più tempo. Il 30 luglio è la data ultima per ottenere i fondi della Ue, un miliardo di euro che l'Italia rischia di perdere se per quella data che presenta il progetto esecutivo del tracciato. Ma tutta l'opera costa qualcosa come 15 miliardi di euro. "Questa storia dei fondi Ue è ridicola e strumentale - attacca Gianna De Masi, consigliere provinciale dei Verdi residente a Rivoli - come al solito stanno mistificando le cose per strappare il via libera. Sia chiaro che noi questa opera non la vogliamo".
I blocchi in campo - La Val di Susa, alta e bassa, le sue popolazioni e i suoi amministratori continuano ad essere sempre e comunque "No Tav". Le modifiche al tracciato non bastano e questa alta velocità non s'ha da fare. Sul fronte "sì Tav" - in nome di un miglioramento delle comunicazioni tra l'Europa occidentale con quelle orientale con al centro l'Italia, di un minor impatto ambientale rispetto al traffico su treno e su gomma comunque presente nella zona - il sindaco Chiamparino, la presidente Bresso e i sindaci della Val Sangone.
(13 giugno 2007)
da repubblica.it