Al gruppo Coordinamento Progetto Eurasia
Ai collaboratori della rivista Eurasia
Ai partecipanti al corteo CPE alla manifestazione dl 9 giugno a Roma
A causa di impegni personali non ho potuto venire a Roma per partecipare
alla manifestazione del 9 giugno contro le campagne belliche iniziate dal
regime statunitense.
Con ammarezza nel cuore ed indignazione ho appreso che partecipanti ai
cortei della CGIL e di Rifondazione Comunista non solo hanno permesso alla
polizia di caricariv, ma che vi avrebbero addiritura applaudito. Parlo di
ammarezza nel cuore perché io personalmente, avevo aderito al partito di
Rifondazione Comunista per 12 anni, decidendo poi di non prenderne più la
tessera. Quella decisione fu presa proprio a causa di esperienze analoghe
fatte con questo tipo di comportamento che giudico intellettualmente
devastante oltreché politicamente autodistruttivo.
Se avessi potuto essere a Roma il 9 giugno, per onestà intellettuale non
avrei potuto manifestare assieme a chi chiede un' "altra America",
considerando l'impegno di cambiare l'America una cosa cui dovranno occuparsi
gli americani. Chi chiede il "regime change" per l'America, si mette sullo
stesso piano delle forze che, a furia di avere chiesto un "altro
Afghanistan", un' "altra Iraq", un' "altra Somalia" e di chiedere un "altro
Sudan" e chissà quanti altri di questi "altri" ancora, stanno mettendo il
mondo a ferro e fuoco.
Se avessi potuto essera a Roma il 9 giugno, avrei senz'altro manifestato nel
corteo di chi, tramite le sue pubblicazioni e dibattiti sta dando prova di
avere colto l'importanza di un confronto politico, oltreché intellettuale e
morale, con l'interventismo militare con cui i nostri governi, guidati dagli
USA, stanno cercando di salvare l'insalvabile, cioè, stanno cercando di
imporre manu militari una loro supremazia, distruggendo le nazioni di questa
terra. Se fossi stata a Roma il 9 giugno, avrei manifestato nel corteo del
Progetto Eurasia e ciò prescindendo dalle comprensibili differenza
d'impostazione del medesimo e condiviso confronto politico, che per un
marxista, resterà un'impostazione di classe.
Con i migliori auguri per il Vostro lavoro, Vi saluto.
Susanne Scheidt
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