Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
    denty
    Ospite

    Predefinito Rutelli:"Meno tasse e meno cortei o addio ceto medio"

    ROMA — Il vice-presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, chiede una svolta nell'azione di governo: «Per riconquistare il ceto medio dobbiamo abbassare le tasse a cominciare dall'Ici. E i cortei anti-Bush e anti-Tav ci mettono in difficoltà con i moderati. I risultati delle amministrative lo dimostrano ampiamente».
    «La manutenzione del governo non basta. L'attesa che risultati positivi dell'economia rovescino la tendenza critica espressa oggi dalla maggioranza degli italiani è velleitaria». E ancora: «Il risultato elettorale delle amministrative segnala uno spostamento a destra nell'orientamento dei ceti medi. E se è vero che il centro-sinistra è stato storicamente minoranza tra i professionisti, gli artigiani e i piccoli imprenditori stavolta il rischio è di essere tagliati fuori». Il vice-presidente del Consiglio Francesco Rutelli guarda con preoccupazione ai mutamenti profondi della società, li confronta con l'azione di governo e ne vede i gravi ritardi. Per recuperare pensa di utilizzare i prossimi giorni, quelli che portano all'approvazione del Dpef, per imprimere una svolta che parta dalla politica economica. «Nelle economie moderne i ceti produttivi sono cresciuti quantitativamente e fanno la maggioranza. E la radice delle nostre difficoltà nel Nord d'Italia sta proprio qui. Senza una svolta, senza un rapido recupero di fiducia anche il processo del Partito Democratico ne sarà colpito ».

    Una svolta? Ma non è l'ennesimo, generoso ma inutile tentativo dei riformisti di imprimere una velocità diversa al governo Prodi? Ricordo una fase due che non si è mai inverata. E rammento anche il conclave di Caserta e un dodecalogo pressoché lunare.
    «Sono consapevole dei problemi. E pronto a prendermi tutte le responsabilità che mi toccano. E ripeterò a lei alcune delle critiche che ho pronunciato in questi giorni nelle riunioni politiche e di governo».

    Avrete parlato molto di questione settentrionale, ma secondo un sociologo molto apprezzato nel centro-sinistra come Ilvo Diamanti comincia ad esserci un problema di consenso anche nelle regioni rosse.
    «Purtroppo è così. Se guardo i risultati di Pistoia, di Quarrata, di Parma o di Todi trovo la conferma di queste analisi. In queste città dove c'è un diffuso benessere i ceti che ne sono protagonisti non trovano alcuna interlocuzione nelle politiche nazionali del centro-sinistra, che pure sono state all'origine della qualità della vita di quei territori. Per noi tutto ciò equivale a un rischio strategico».

    Quello di rappresentare solo una parte ristretta della società?
    «Ristretta socialmente e culturalmente. Se penso alle crescenti difficoltà che incontra il nostro rapporto con il mondo cattolico, a quelle con i ceti medi, se vedo i moderati di questo Paese di fronte alle manifestazioni contro Bush o contro i treni ad alta velocità, la conclusione è fin troppo semplice: si rischia uno spostamento strutturale della rappresentanza politica. Le difficoltà del centro-sinistra non risiedono nel mancato impegno della sinistra radicale».

    Rifondazione sostiene che in parecchi non se la sono sentita di votare per un governo che non aveva risarcito i meno abbienti.
    «Ci sono mancati dei voti alle amministrative per disillusione, ma una coalizione larga sa fare dei compromessi e motivare ceti sociali e pezzi di opinione della sinistra. Non dimentico che chi ha un reddito fisso non ha avuto una busta paga più pesante. Anche per questo era giusto firmare il contratto del pubblico impiego e adesso deve scattare l'attuazione dell'accordo per l'efficienza e il merito negli uffici pubblici. Dobbiamo saper interloquire con tutta la società, ma se una buona parte dell'Italia moderata smette di fidarsi di noi vuol dire che stiamo sbagliando».

    Per parlare ai moderati bisogna affrontare il tema tasse. E' la parabola vincente del centro-destra in Europa che primeggia in Germania pur dentro la Grande Coalizione, che ha riconquistato un Paese simbolo per la sinistra come la Svezia e che ha sbancato in Francia.
    «Sono convinto che la politica economica sia la leva decisiva per riaprire il confronto con tutto l'elettorato e per costruire anche in Italia uno schieramento di vero centro-sinistra vincente. La sinistra, i socialisti, sono in difficoltà profonda in tutta Europa: la mia analisi degli ultimi anni ha fatto arrabbiare qualche alleato ma era giusta. Allo stesso tempo un Centro solitario non ce la fa e lo dimostrano le difficoltà del mio amico Bayrou in Francia. Resta popolarissimo ma il sistema elettorale gli ha impedito di affermarsi. Da noi già nel Dpef vanno dati segnali non equivoci. E' impensabile, ad esempio, che l'extragettito sia destinato interamente ad accrescere la spesa come richiedono diverse voci della coalizione. Piuttosto l'impegno di ridurre la pressione fiscale deve essere onorato al più presto, deve far parte di un rinnovato patto con l'elettorato popolare ».

    Come si concilia quest'impegno a ridurre le tasse con la lotta all'evasione?
    «Sono due momenti diversi. E comunque sulla lotta all'evasione sappiamo che c'è un costo di impopolarità da pagare, ma siamo compatti. E' una scelta vitale se vogliamo rendere più sano il Paese e corretta la competizione economica. Da troppo tempo, però, rimane senza risposta la mia sollecitazione a Visco e Padoa-Schioppa, perché l'azione del fisco sia più semplice, senza continui aggravi di adempimenti, cambiamenti di norme, moltiplicazione di scadenze. La parola d'ordine è semplificare. Farlo in campo fiscale aiuta il gettito e in campo amministrativo riapre il rapporto con tanti piccoli e medi imprenditori vessati dalle pratiche burocratiche che incombono sopra di loro. Nel Mezzogiorno, più che maggiori finanziamenti ci vogliono meccanismi automatici per dare gli incentivi».

    Continuerà la sua battaglia per ridurre l'Ici?
    «Ci mancherebbe! E l'unico provvedimento che non dà aumento di spesa, riduce la pressione fiscale e taglia gli adempimenti per milioni di famiglie. Senza danno per i Comuni. E' la misura più lineare per ricostruire il consenso anche tra i ceti medi e dimostrare che il governo mantiene gli impegni presi in Parlamento. E poi è tempo di scelte semplici, senza ripensamenti e con una comunicazione efficace».

    Un rigorista potrebbe obiettare però che il debito pubblico va tenuto sotto controllo e non vanno sprecate risorse.
    «Guardi, il deficit scende ben sotto il 3%, il debito può tornare a calare, l'inflazione è ferma, la crescita del Pil torna positiva. E' il momento di recuperare il consenso se vogliamo riprendere slancio nel Paese e leadership in Parlamento. Ci deve aiutare anche un pacchetto di misure concordate con gruppi parlamentari per tagliare i costi della politica e delle istituzioni nazionali e regionali. L'abbiamo promesso. E' tempo di farlo tra Dpef e Finanziaria ».

    Oggi il governo ha annunciato una no stop di trattativa con i sindacati sulle pensioni ma si è anche affrettato a dire che non serve una riforma e bastano aggiustamenti minimi.
    «Le modifiche vanno concordate con il sindacato ma l'obiettivo di lavorare di più penso che sia indispensabile. Ci vuole un graduale innalzamento dell'età pensionabile e vanno rispettati i coefficienti previsti dalla legge Dini. Anche aumenti alle pensioni basse sono maturi: hanno perso drammaticamente potere d'acquisto».

    Le liberalizzazioni però intanto sono state stoppate dalle lobby in Parlamento. Non è esaltante.
    «Penso che vada accolta la proposta del presidente dell'Antitrust Catricalà di istituire un tavolo nazionale delle liberalizzazioni, in questa maniera sarà possibile contrastare l'azione delle lobby e sfidare la destra che finora non ci ha aiutato, non ha proposto nulla ma anzi si è opposta sempre e comunque».

    A proposito di ridimensionamenti l'Alitalia sarà veramente privatizzata oppure si torna all'antico?
    «Venderla è stata una decisione coraggiosa, vedremo alla fine della gara quali indicazioni avrà saputo fornire il mercato e poi tireremo le somme. Noi dobbiamo far ripartire l'Alitalia, non azzerarla ».

    E' riscoppiata la polemica sulla vicenda Unipol. Qual è la sua posizione
    «Quello che dovevo dire l'ho detto due anni fa e lo confermo. Proprio dalle polemiche su quella vicenda può nascere il partito Democratico con il Dna del pluralismo economico. Vogliamo banche forti, aziende forti, cooperative forti e una politica capace di parlare con tutti. Mi scusi: in un Paese dove le recenti fusioni bancarie hanno segnato la fine dell'antica divisione tra finanza cattolica e laica c'è forse qualcuno che si rammarica perché non è spuntata la finanza rossa?».

    Massimo D'Alema però sostiene che chi ha responsabilità nella diffusione delle intercettazioni deve pagare e non esita a sfidare la magistratura.
    «Comprendo l'amarezza di D'Alema per la pubblicazione delle intercettazioni. Qualunque conversazione sbobinata finisce per dare un messaggio fuorviante. L'esigenza è che ci siano regole uguali per tutti».

  2. #2
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    rutelli è sempre più sotto stress.
    la sua strategia antiprodiana dal 2004 fino alle primarie è fallita.
    il suo tentativo di annettersi pezzi di centro e forza italia con una politica centrista e filocuriale è stato un altro fallimento.
    ci sarebbe enorme spazio per una margherita che puntasse ad aggregare il fondamentale consenso dei moderati "iriformisti" che non sono nè comunisti nè di sinistra, ma una borghesia onesta che aspira ad un paese normale in cui autonomi e imprese paghino le tasse tutti per pagarne meno ed i mafiosi e gli operatori economici opachi stiano, se non in galera, almeno lontani dalla politica.

  3. #3
    Mai l'altra guancia
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    Questo figuro otterrebbe maggiori risultati
    se diventasse diacono.

    Il parlar chiaro è per gli amici, no?

  4. #4
    Moderato con i moderati
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    Citazione Originariamente Scritto da denty Visualizza Messaggio
    ROMA — Il vice-presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, chiede una svolta nell'azione di governo: «Per riconquistare il ceto medio dobbiamo abbassare le tasse a cominciare dall'Ici. E i cortei anti-Bush e anti-Tav ci mettono in difficoltà con i moderati. I risultati delle amministrative lo dimostrano ampiamente»..........
    Ahahahahahahah, ne ha di fantasia cicciobello......

  5. #5
    guidulli
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Arthur Visualizza Messaggio
    rutelli è sempre più sotto stress.
    la sua strategia antiprodiana dal 2004 fino alle primarie è fallita.
    il suo tentativo di annettersi pezzi di centro e forza italia con una politica centrista e filocuriale è stato un altro fallimento.
    ci sarebbe enorme spazio per una margherita che puntasse ad aggregare il fondamentale consenso dei moderati "iriformisti" che non sono nè comunisti nè di sinistra, ma una borghesia onesta che aspira ad un paese normale in cui autonomi e imprese paghino le tasse tutti per pagarne meno ed i mafiosi e gli operatori economici opachi stiano, se non in galera, almeno lontani dalla politica.
    Il consenso dei moderati riformisti è già aggregato da Forza Italia, che se non sbaglio al momento è il partito più forte d'italia...

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da guidulli Visualizza Messaggio
    Il consenso dei moderati riformisti è già aggregato da Forza Italia, che se non sbaglio al momento è il partito più forte d'italia...


    ahivoi a forza italia è aggregato perlopiù un consenso populista, anarcoide e poco riflessivo, che segue un padrone illusionista giudicandolo non da quello che fa, ma da quello che dice.

 

 

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