Pensioni: Giuseppe Gizzi al tavolo di governo

[brunik]

Gizzi, dopo passami gli appunti che te li correggo io.

[kid]

si vabbè: ritrovatemi padoa schioppa, grazie.

[brunik]

chissà don Antonio Cuccurese (del quale la scorsa settimana riscorreva la festosa ricorrenza dell' onomastico, ANCORA AUGURI DON ANTONIO) come è contento.

[Paolo Arsena]

Anche questa sera, carrellata di telegiornati su Gizzi.
Sempre al solito posto, alle trattative di governo. Credo che l'amico Giuseppe si stia facendo la scorza. Se torniamo in auge, lo facciamo ministro!

[brunik]

E' l'uomo piazzato da Cuccurrese nella stanza dei bottoni

[McFly]

I miei doverosi complimenti al Gizzi!!

[Paolo Arsena]

Peccato che la rigorosa professionalità di Giuseppe non gli abbia consentito finora una divulgazione dello stato della trattativa dal suo interno, e di esporre qualche approfondimento sul rapporto governo-sindacati.
Magari avremo modo di parlarne più in là, quando le nostre discussioni ci porteranno sul tema.

[Paolo Arsena]

Comunico che il ministro Gizzi è ancora oggi a doppia pagina sul Corriere, in un'immagine di repertorio.

[kid]

la Voce Repubblicana pubblica domani un articolo del ministro Gizzi

di Giuseppe Gizzi*

Ho letto con grande interesse l’articolo del segretario della Federazione Giovanile Repubblicana Giovanni Postorino, Destra-sinistra: parole vuote. Ne ho condiviso quasi in toto contenuti ed argomentazioni. Come repubblicano impegnato con altri amici nell’Associazione “Forum per l’Unità dei Repubblicani” - che persegue lo scopo del superamento della diaspora - ho trovato conforto in molti passaggi dell’articolo scritto dal segretario politico dell’FGR. Postorino evidenzia in quest’articolo la crisi di questo bipolarismo, la crisi –non ancora irreversibile- eppure grave del PRI e del mondo repubblicano in generale e il superamento della ancestrale distinzione tra destra e sinistra, come raggruppamento delle forze della conservazione da un lato e del progresso dall’altro. Su quest’ultimo passaggio, riprendendo un articolo di Panebianco - che sottolineava l’incapacità della sinistra di fare proprio il concetto di meritocrazia a causa della perenne interdizione delle forze massimaliste, e della destra che, chiamata al governo in anni recenti non ha saputo dare prova né di mettere mano ad una seria riforma della P.A., né di operare una concreta riduzione delle tasse - Postorino ci dice che se tutto questo è vero, “dire che il PRI è forza politica di sinistra o di destra non vale nulla”. E’ questo il nodo centrale di tutto l’articolo. E cioè che destra e sinistra non sono capaci nell’attuale bipolarismo sclerotizzato di fornire risposte esaustive alle tante domande che salgono dal paese.
La domanda a questo punto è un’altra e cioè, possono i repubblicani (spero uniti) riuscire ad essere di nuovo protagonisti? A vivere di luce propria, senza intrupparsi in modo anonimo in uno dei due poli attuali? Credo di sì. Ma a determinate condizioni.
La prima condizione per fare ciò è proprio l’unità tra essi. Tale condizione rilevata pure da Postorino nel suo articolo, quando evidenzia la necessità di superare “nuovi e vecchi rancori” è necessaria ma potrebbe essere non sufficiente. Da qui deriva una presa d’atto della nostra attuale debolezza intrinseca. Opportunamente, Postorino afferma come sia necessario uno sforzo progettuale nel segno liberaldemocratico, “un prodotto nuovo, con una nuova forma, più dinamica ed un nuovo modo di operare” potrebbe essere la risposta possibile. Aprendosi anche e soprattutto all’intellighenzia, al mondo delle professioni, ai giovani di idee liberali e democratiche, a tutte quelle categorie e ai quei cittadini refrattari all’insalata russa del Partito Democratico o al neo-populismo berlusconiano e dei suoi affini. La cultura liberalmocratica, laica e repubblicana ha tanto da dare a questo paese. Su tanti terreni. E su parole d’ordine nuove. A iniziare da una politica energetica, che riproponga il tema del nucleare, al rafforzamento degli investimenti per la ricerca scientifica, alla lotta per scongiurare l’attuale degrado delle istituzioni a tutti i livelli. Questo solo per citare alcune tematiche. E’ una risposta da Terza Forza? Assolutamente sì. E qui vengo all’unico passaggio dell’articolo del segretario dell’FGR che non condivido. Postorino infatti dice, per quanto riguarda il futuro prossimo, che “per noi repubblicani serve ancora (purtroppo) ragionare in termini di crescita all’interno dei due contradditori poli, e farlo senza il timore di contaminarci”. Mi permetto di dire, non condivido. Perché nel futuro prossimo, cioè nel 2009, ci sono le elezioni europee, e tutti i repubblicani insieme ai liberali e ai riformisti democratici di area ELDR possono scommettere sulla propria esistenza autonoma attraverso un grande rassemblement di queste forze, che punti almeno al mezzo milione di voti. Ciò può essere possibile a patto che si lavori con vigore fin da subito. Che si marchi la propria distanza dagli attuali schieramenti-prigioni. Solo dopo le europee, si potrà a quel punto - verificati i sistemi elettorali vigenti - accertare l’eventuale compatibilità del nostro progetto liberaldemocratico con gli schieramenti in campo. Noi, come Forum per l’Unita dei Repubblicani lavoriamo e lavoreremo sempre più alacremente nella direzione di rilanciare in questo paese la possibilità di un’autonoma presenza dei repubblicani e dei liberaldemocratici nella vita politica italiana. Cordialmente.

*Forum per l’Unità dei Repubblicani

[Paolo Arsena]

Intervento lucido, asciutto, essenziale. Ottimo e condiviso.