Originariamente Scritto da
capitan Cilento
Lo stato borbonico era un regime illiberale.
Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.
Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali. Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere). Altre industrie di stato stavano a Nocera, Pagani, Salerno, Cava dei Tirreni ed a San Giovanni a Teduccio. Non c’era una industria privata.
Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica. Queste misure non erano per tutto il regno ma solo per le zone intorno a Napoli in modo che con questi provvedimenti avendo il consenso delle popolazioni la capitale dei borboni potesse essere difesa del popolino basso in caso s’invasione. Altre zone invece erano trattate male e viste con disprezzo, ad esempio il Cilento che per la sua aspirazione di libertà era ingiustamente chiamato “la terra dei tristi”.
Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.
Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram. Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.
La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.
Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!
capitan Cilento