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Discussione: Un regime illiberale!

  1. #1
    capitan Cilento
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    Predefinito Un regime illiberale!

    Lo stato borbonico era un regime illiberale.

    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.

    Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali. Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere). Altre industrie di stato stavano a Nocera, Pagani, Salerno, Cava dei Tirreni ed a San Giovanni a Teduccio. Non c’era una industria privata.

    Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica. Queste misure non erano per tutto il regno ma solo per le zone intorno a Napoli in modo che con questi provvedimenti avendo il consenso delle popolazioni la capitale dei borboni potesse essere difesa del popolino basso in caso s’invasione. Altre zone invece erano trattate male e viste con disprezzo, ad esempio il Cilento che per la sua aspirazione di libertà era ingiustamente chiamato “la terra dei tristi”.

    Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.

    Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram. Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.

    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.

    Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da capitan Cilento Visualizza Messaggio
    Lo stato borbonico era un regime illiberale.

    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.

    Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali. Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere). Altre industrie di stato stavano a Nocera, Pagani, Salerno, Cava dei Tirreni ed a San Giovanni a Teduccio. Non c’era una industria privata.

    Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica. Queste misure non erano per tutto il regno ma solo per le zone intorno a Napoli in modo che con questi provvedimenti avendo il consenso delle popolazioni la capitale dei borboni potesse essere difesa del popolino basso in caso s’invasione. Altre zone invece erano trattate male e viste con disprezzo, ad esempio il Cilento che per la sua aspirazione di libertà era ingiustamente chiamato “la terra dei tristi”.

    Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.

    Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram. Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.

    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.

    Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento


    Come sarebbe contento Neonazionalista!!
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  3. #3
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    ..........................

    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà...........


    capitan Cilento
    ...infatti, il Regno fu ben potato......proprio del progresso e delle libertà!

  4. #4
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    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.

    Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento
    Sò che sarà inutile porti questa domanda , poichè non ti sei mai presatto ad un dibattimento ,come si direbbe a Napoli lanci a petrella e nascondi a manella; Ma te la porrò lo stesso.
    Per caso per progresso intendi sottosviluppo e disoccupazione??
    Perchè se è così ci hai preso in pieno.
    Bravissimo...

  5. #5
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    Lo stato borbonico era un regime illiberale.

    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere..............................Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento
    Infatti nel 1861 sono giunti i liberali e ci hanno liberato. Ma piglio n'c.....

  6. #6
    Gaeta resiste ancora!
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    Lo stato borbonico era un regime illiberale.

    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.

    Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali. Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere). Altre industrie di stato stavano a Nocera, Pagani, Salerno, Cava dei Tirreni ed a San Giovanni a Teduccio. Non c’era una industria privata.

    Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica. Queste misure non erano per tutto il regno ma solo per le zone intorno a Napoli in modo che con questi provvedimenti avendo il consenso delle popolazioni la capitale dei borboni potesse essere difesa del popolino basso in caso s’invasione. Altre zone invece erano trattate male e viste con disprezzo, ad esempio il Cilento che per la sua aspirazione di libertà era ingiustamente chiamato “la terra dei tristi”.

    Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.

    Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram. Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.

    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.

    Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento
    Non infiersco evitando di commentare le VACCATE sul saboia e il caribalto e la loro libertà... di emigrare!
    Sulle industrie, lo sapete che poi dopo l'arrivo dei potatori le industrie nel Regno FURONO FATTE FALLIRE, vd Mongiana e Ferdinandea (in Calabria) la interesssantissima relazione della Pr. Spadaro ?
    Cmq anche in GErnmania lo stato aiutò mlt la nascita delle industrie locali, per non parlare del GIAPPONE, e dello stesso stato italiano che diede un grandissimo aiuto alla nascita e alla frmazione del cosidetto trinagolo industriale. Infine molti imprednitori vennero dall'ester a investire nel Reame, un nome su tutti: WERNER!

    LA terra i contadini e non ai latifondisti che non la usano, mi sembra giusto!

  7. #7
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    Al di là di alcune inesattezze (non si accenna ad esempio agli importanti stabilimenti siderurgici calabresi) l'analisi mi sembra sostanzialmente corretta e interessante.
    Ci sarebbero naturalmente diverse cose che meriterebbero di essere aggiunte, tra di esse citerei il mirabile esperimento di San Leucio, da alcuni definita la prima comunità socialista al mondo.

  8. #8
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    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.
    La politica dei re Borbone era una politica filo popolare, ma non perchè speravano nel popolo per mantenere il potere. La storia ha dimostrato che malgrado la sollevazione popolare del 1860 e degli anni successivi alla fine i Borbone non sono tornatti. Non è vero che erano contro le classi alte.

    Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali.
    Accanto alle industrie statali in settori strategici, c'erano anche industrie private. Magari qualche governo moderno tenesse imprese in settori strategici, al contrario quelle che si hanno si privatizzano, non solo in Italia ma anche in altri paesi.

    Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere).
    Citi proprio Pietrarsa io che sono della zona, e ci ho dedicato una breve monografia. E' vero che la bayard era un modello inglese, ma fu l'unica locomotiva comprata all'estero, già dal 3 ottobre 1839, giorno dell'inaugurazione della Napoli-Portici, c'erano due locomotive in servizio la Bayard e la Vesuvio, quest'ultima già fabbricata a Pietrarsa. Poi nel campo industriale si comincia col copiare ma poi s'inventa sempre di proprio, è quello che fecero i Napoletani che lavoravano in quell'opificio. Nel 1873 una locomotiva fabricata a Pietrarsa vinse la medaglia d'oro all'esposizione universale di Vienna, segno che l'alto grado di specializzazione raggiunto a Pietrarsa che non poteva per questo perdersi in niente, ed infatti i migliori ingenieri napoletani furono quesi deportati a lavorare a Genova per lAnsaldo, fabbrica che fino ad una ventina d'anni fa era leader nella fabbricazione di locomotive e motrici di treni. Una conoscenza che vieniva da lontano dall'opicicio tra Portici e San Giovanni. Hia detto che si vede dal treno. La statua che si vede dopo le fabbriche è quella di S.M. Ferdinando II che è arrivata fino a noi perchè gli operai la misero in salvo per evitare che i bersaglieri la colpisseso dal treno in corsa per sfregio. Quando da ragazzo mi raccontarono questo fatto, conoscendo allora solo la storia ufficiale non potetti fare a meno di chiedermi come era possibile che gli operai di quella fabbrica avessero messo in salvo la statua di un tiranno che invece loro per primi avrebbero dovuto buttare giù, Una domanda che mi ha assillato per anni finchè non ho conosciuto la storia vera.

    Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica.
    Non era fragile solo la nascente industria napolitana, ma anche quelle degli altri paesi senza protezionismo non avrebbero preso forza. Uno stato deve fissare le regole del mercato e deve fare in modo che tutti le rispettino. Un mercato senza regole è peggio di una giungla dove ha la meglio il più infame, quello che cammina sui cadaveri degli altri imprenditori sopraffatti. E' questo il mercato che vuoi? Il sottoscritto no.

    Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.
    La legge che citi esiste veramente entrò in vigore il 12 gennaio 1836 se non erro Antonio Ciano la cita nel suo libro I Savoia ed il massacro del Sud. Non la riporto perchè ci vuole tempo per trascriverla dal libro. Le terre bonificate in Terra di Lavoro non erano poche è furo tutte distribuite ai contadini nullatenenti, Se fossero state date ai borghesi non le avrebbero fatte fruttare.

    Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram.
    Dopo tutta la descirzione che hai fatto questa cosa suona come un complimento, roba da andarne fieri. Tu da destronzo (stronzo di destra) volevi offendere e non ci sei riuscito.

    Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.
    Questa fantasia non so da dove l'hai presa dato che lo Zar di Russia è stato ucciso dai bolscevichi, però Pietrarsa è stata copiata, questo è vero.
    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.
    Arrivo tardi ti hanno già risposto gli altri e non posso che accodarmi.

    il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!
    Il bue che chiama cornuto l'asino se c'è un immaturo sei tu, ma poi chi dovrebbe battere queste forze?

  9. #9
    L'Italia nn esiste
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    Citazione Originariamente Scritto da capitan Cilento Visualizza Messaggio
    Lo stato borbonico era un regime illiberale.

    Questo stato retrivo che impediva l’iniziativa privata e la crescita del ceto medio, si preoccupava solo delle plebe allo scopo di avere le masse ignoranti che appoggiavano i borboni ed i loro lacché a mantenere il potere.

    Ci sono ruderi sparsi in varie parti della Campania a testimonianza della loro ricetta d’industrializzazione. Non bisogna farsi ingannare erano tutte industrie di statali. Un esempio Pietrarsa, in periferia di Napoli, questo complesso si vede dal treno venendo da Agropoli. A Pietrarsa gli operai napoletani fabbricavano locomotive copiando i modelli inglesi (come fanno oggi i cinesi o gli stessi napoletani nel centro storico che copiano le firme del nord e straniere). Altre industrie di stato stavano a Nocera, Pagani, Salerno, Cava dei Tirreni ed a San Giovanni a Teduccio. Non c’era una industria privata.

    Lo stato borbonico occupava tutta l’economia del regno delle Due Sicilie imponeva le sue regole ed opprimeva il mercato. Nella competizione internazionale in economia era per il più becero protezionismo, dazi doganali altissimi per proteggere la fragile industria borbonica. Queste misure non erano per tutto il regno ma solo per le zone intorno a Napoli in modo che con questi provvedimenti avendo il consenso delle popolazioni la capitale dei borboni potesse essere difesa del popolino basso in caso s’invasione. Altre zone invece erano trattate male e viste con disprezzo, ad esempio il Cilento che per la sua aspirazione di libertà era ingiustamente chiamato “la terra dei tristi”.

    Alcuni storici borbonici sostengono addirittura, ma probabilmente non è vero, che Ferdinando II, avesse promulgato una legge con la quale espropriava la terra al ceto medio che la possedeva per distribuirla ai pezzenti che lo appoggiavano affinché la coltivassero, un anatemavero esempio di comunismo! Le poche terre paludose poi bonificate nel casertano furono sempre date ai plebei invece di darle ai ceti che usandole in modo imprenditoriale avrebbero fatto nascere un economia nel mercato agricolo.

    Lo stato borbonico era un regime illiberale, e comunista e bolscevico ante litteram. Si racconta che lo Zar di Russia abbia visitato Pietrarsa e la abbia copiata nel suo paese. Vedendo però quello che è successo il Russia nel 1917 quando i comunisti hanno preso il potere è evidente che i russi da Pietrarsa hanno copiato altro: il regime borbonico.

    La fortuna dell’Italia è stata che Garibaldi e Vittorio Emanuele II hanno liberato il Sud da questo regime illiberale per potare il progresso e le libertà.

    Sotto un altro nome il regime borbonico è sopravvissuto fino al 1991 in Russia. Dopo quella data il comunismo ed il suo sinonimo il borbonismo, sono scomparsi. Queste forze immature e legate a doppio filo da una politica fallimentare non vogliono morire, ma esiste chi le batterà per sempre!

    capitan Cilento
    si certo, poi sono arrivati garibaldi & C e siamo migliorati no??

  10. #10
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    il fatto consiste che ad un certo punto bisognava fare gli italiani.
    ora ci sarebde da dire fatti gli italiani bisogna fare l'italia.
    Ed e' quello che cerchiamo di fare noi.

 

 
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