LETTERA APERTA AIDIVERSAMENTE ABILI
Amici carissimi,
abbiamo udito migliaia di volte parlare di democrazia, di progresso, di umanesimo, di un’Italia nuova, liberale, democratica, dove la legge è uguale per tutti e tutti hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti.
Ma voi, diversamente abili (e conquesto intendo comprendere tutte le categorie di cittadini che per una ragione o per l’altra sono costretti a condurre un’esistenza di stenti e sacrifici), siete convinti che le suddette affermazioni, domocratico-libertarie, corrispondano al vero? Siete convinti di usufruire degli stessi diritti di ogni altro cittadino normodotato o chi ha, per sua fortuna, uno stabile posto di lavoro o gode di una pensione che gli permette di vivere civilmente? Oppure su quanto vi è stato fin qui detto e assicurato avete diverse osservazionida fare e torti da rimproverare a una classe politica che si è sempre dimostrata indifferente, per non dire ostile,nei vostri confronti?
La storiella delle“pari opportunità” non fa sorridere, ma fa piangere tutte quelle persone che ogni giorno sono costrette a lottare contro le avversità della vita, persone emarginate, ghettizzate, dimenticate da un sistema che in fatto di riforme sociali risulta essere l’ultimo in Europa, un sistema che ha totalmente ignorato quanto sancito dal trattamento di Maastricht.
In questa Italia che si definisce“culla del diritto”, i diversamente abili, sono visti e considerati come un peso per la società, degli esseri improduttivi, inutili che, solo per carità, vengono tollerati e sopportati.
Affermazioni forti le nostre, ma veritiere, anche se qualcuno ci accuserà di fare della demagogia, perché pare impossibile che una intera classe dirigente sia caduta tanto in basso da mascherare la coercizione con blandizie e leggi ipocrite.
Che si tratti di leggi ipocrite velo dimostro citando solamente alcuni esempi:
- <LI class=Stile1>1) Il sistema non vi proibisce di salire sugli autobus pubblici, né sui treni, ma ve li rende inaccessibili; <LI class=Stile1>2) Il sistema non proibisce a voi e alle vostre famiglie di frequentare i centri storici delle città in cui abitate, si limita soltanto (fregandosene dell’articolo 16della Costituzione) di creare zone pedonali vietate a tutte le auto, comprese quelle con il contrassegno dei diversamente abili; <LI class=Stile1>3) Il sistema non vi proibisce di entrare nei bar, nei cinema, nei teatri, nei musei, nei pubblici uffici, fa solo in modo che siano le invalicabili barriere architettoniche, non mai abbattute (le norme di legge non sono altro che specchietti per le allodole) e precludervi l’accesso; <LI class=Stile1>4) Il sistema non vi proibisce di avere una famiglia, però vi assegna una pensione d’invalidità che nemmeno basta per voi soli; <LI class=Stile1>5) Il sistema non vi proibisce di lavorare, ma non impone alle aziende, nel rispetto delle norme vigenti, di assumervi;
- 6) Il sistema non vi proibisce di pensare, tanto quello che voi pensate a esso non interessa un bel niente.
Di citazioni simili se ne potrebbero fare a centinaia e tutti voi lo sapete, come sapete che gli unici aiuti che avete ricevuto sono sempre provenuti non dallo Stato, ma dalla gente di buona volontà, dai cittadini comuni trasformati in volontari e sostenitori della vostra causa.
ORA BASTA. E’arrivato il momento che voi troviate la forza e il coraggio di reagire, la volontà di fare udire la vostra voce e la determinazione di non delegare più nessun politico a rappresentarvi. E’ arrivato il momento di autoeleggervi nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni, nel Parlamento,occupando questi seggi che vi spettano di diritto e, una volta tanto, per pari opportunità. www.medadiversabili.it -- info@medadiversabili.it
Ilpresidente del M.E.D.A. MicheleD’Arcangelo