l metodo di elezione del doge era studiato per impedire broglie e corporativismi. Si facevano diverse estrazioni multiple di palline (chiamate "baote") da un'urna. Le palline, metalliche e indistinguibili al tatto, venivano estratte con delle manine di legno, delle specie di pinze, e contenevano il nome del votato. Da queste "baote" deriva la moderna parola ballottaggio. Si facevano inoltre molte estrazioni a cascata, in modo che fosse impossibile (o almeno che occorresse molta fortuna) per corrompere la giuria o fare giuochi di potere per determinare l'eletto. Con un primo ballottaggio veniva sorteggiata una commissione di pochi membri, i quali con un secondo ballottaggio ne eleggevano un'altra più ampia, e poi una più ridotta, e infine una molto più ampia. L'elezione del doge era poi ratificata dal Maggior Consiglio di Venezia; suo compito era presiedere alla Signoria, cioè il Minor Consiglio, cui si affiancavano i Savi per costituire il pien collegio.
Dal Consiglio venivano sorteggiati trenta membri.
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Dei trenta se ne sorteggiavano nove
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I nove ne eleggevano quaranta
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Dei quaranta se ne sorteggiavano dodici
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I dodici ne eleggevano venticinque
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Dei venticinque se ne sorteggiavano nove
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I nove ne eleggevano quarantacinque
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Dei quarantacinque se ne sorteggiavano undici
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Gli undici ne eleggevano quarantuno
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I quarantuno eleggevano il Doge.