Il presidente di Confesercenti all'assemblea nazionale dice no ai nuovi studi di settore
Critiche anche all'indulto. Allarme racket, usura e rapine: "Sono oltre 40 mila l'anno"
Venturi, attacco al governo sul fisco
E dalla platea fischi e urla contro Prodi
Marco Venturi
ROMA - Il governo non si aspetti "assenso" sugli studi di settore: "Non basta la disponibilità per la revisione nei prossimi tre anni", il "vero problema rimane il 2006". E tra gli imprenditori del commercio, il "sentimento è quello della diserzione di massa". A disegnare questo scenario è il presidente Confesercenti, Marco Venturi, nel suo discorso all'assemblea nazionale dell'associazione. Pronunciato davanti a una platea agguerrita, che ha lanciato fischi e urla di "Basta, a casa" e "buffoni" all'indirizzo di Romano Prodi.
E' accaduto quando il premier è uscito dalla sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, in compagnia del segretario dei Ds, Piero Fassino, e del ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti. Incalzato dai giornalisti, Prodi ha preferito però non commentare.
Fisco. Nel suo intervento, il leader dell'organizzazione ha spiegato che "tra un intervento retroattivo, inaccettabile e illegittimo sul 2006 e quelli sui tre anni successivi" il peso del fisco, sulle piccole e medie imprese, sarà di 15 miliardi. Insomma, la revisione degli studi di settore viene bocciata su tutta la linea: "Il governo ha alzato l'asticella solo per fare cassa". "Chiediamo al presidente Prodi - ha dichiarato Venturi - di fermare la campagna di attacco alle pmi, con continui controlli fiscali, con la chiusura dell'attività per mancata emissione di qualche scontrino, colpendo anche imprese che rispettano gli studi di settore".
Tesoretto. Secondo Venturi, non va utilizzato per aumentare "la spesa corrente e improduttiva", ma deve "servire a ridurre l'enorme debito pubblico e a rimettere in moto l'economia, attraverso il sostegno a un'imprenditoria vogliosa di fare". "Non basta una crescita intorno al 2% del Pil - ha proseguito - per dissipare dubbi e paure. Ci vuole ben altro per riportare al galoppo un paese come il nostro, che deve recuperare decenni di ritardi, conti fuori controllo, carenze infrastrutturali, arretratezza nel campo della ricerca e dell'innovazione, diffusione della criminalità".
Racket e usura. Per Confesercenti, queste due piaghe costano alle imprese "18 miliardi di euro". Venturi ha anche criticato l'indulto, che "ha liberato delinquenti ed estortori che ritornano davanti ai negozi con il ghigno di chi l'ha fatta franca". L'abusivismo "incomprensibilmente accettato", inoltre, intasca "ben 7 miliardi di euro"; e "poco importa" se dietro di loro "c'è una rete criminale".
Emergenza rapine. I commercianti sono una delle categorie più esposte rispetto all'emergenza sicurezza, che vede crescere il numero delle rapine oltre il tetto delle "40mila l'anno", mentre resta impunita la gran parte dei reati.
Pensioni. "Perché invece di difendere il tabù dell'età non si punta con più determinazione a sconfiggere la marginalità e assicurare un futuro di lavoro e previdenziale anche ai giovani?". Queste le parole di Venturi. Che ha definito "un passo indietro rispetto ai 60 anni" le ipotesi messe in campo dal governo: "Creeranno inevitabili conseguenze sui già dissestati conti dell'Inps e dello Stato".
(19 giugno 2007)