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    Predefinito Vite da Patrioti (14): Luigi Rizzo, l'Italia e la Guerra come unico amore

    "Avvicinando il nemico mi accorsi dell'esattezza dell'ipotesi trattandosi di due grosse navi scortate da 8 o 10 cacciatorpediniere che le proteggevano di prora, di poppa e sui fianchi. Decisi di eseguire il lancio alla minima distanza possibile e perciò diressi in modo da portarmi all'attacco passando fra i due caccia che fiancheggiavano la prima nave a una distanza di non oltre 300 metri. I due siluri colpivano la nave scoppiavano quello di dritta fra il primo e il secondo ciminiere, e quello di sinistra fra il ciminiere poppiere e la poppa, sollevando due grandi nuvole di acqua e fumo nerastro. " I siluri essendo preparati pe rl'attacco contro siluranti erano regolati a metri 1,5. La nave non eseguì alcuna manovra per evitare i siluri".




    Nella nostra epoca di froci, nani e ballerine ci risulta difficile credere che siano esistite persone come Luigi Rizzo.
    Uno dei pochi uomini decorato con due medaglie d'oro al valore, volontario fiumano al fianco di Gabriele D'Annunzio, volontario nelle guerre coloniali, e in tutti i conflitti al fianco della nostra bandiera.


    Nacque a Mlilazzo (Messina) l'8 ottobre 1887. Ammesso all'Accademia Navale di Livorno per la frequenza del Corso Allievi Ufficiali di Complemento nel 1907, l'anno successivo conseguì la nomina a Guardiamarina e nel 1912 la promozione a Sottotenente di Vascello. Partecipò al conflitto Italo-turco (1911-1912) e nel primo conflitto mondiale, dal giugno 1915 alla fine del 1916, fu destinato alla difesa marittima di Grado, dove agli ordini dell'ammiraglio Cagni, si distinse particolarmente, ottenendo anche una Medaglia d'Argento al Valore Militare.
    Transitato nella neonata arma dei MAS prese parte a significative missioni di guerra, fra le quali si ricordano:

    Maggio 1917:

    cattura di due piloti di idrovolante austriaco ammarato per avaria; per tale azione ottenne la seconda Medaglia d'Argento al Valore Militare;

    Dicembre 1917:

    affondamento della corazzata guardiacoste austriaca Wien, avvenuto al largo di Trieste, e, nello stesso mese, per le missioni compiute nella difesa delle foci del Piave, venne decorato di una terza Medaglia d'Argento al Valore Militare, ed ebbe la promozione a Tenente di Vascello per meriti di guerra e il passaggio in s.p.e.;

    Febbraio 1918:

    con Gabriele D'Annunzio e Costanzo Ciano partecipò alla Beffa di Buccari, ottenendo la quarta Medaglia d'Argento al Valore Militare;

    Giugno 1918:

    il 10 giugno 1918 al largo di Premuda, attaccò ed affondò la corazzata Szent Istvan. Per questa azione venne insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, tramutata poi, con R.D. 27 maggio 1923, in Medaglia d'Oro al Valore Militare.

    "Volontario fiumano" nel 1919, nel 1920 lasciò il servizio attivo con il grado di Capitano di Fregata. Nel 1929 assunse la presidenza della Società di Navigazione Eola e nel 1936, volontario, partecipò al conflitto italo-etiopico nel grado di Contrammiraglio.
    mori a Milazzo il 27 giugno 1951 per un male incurabile.

    Altre decorazioni a riconoscimenti per merito di guerra:

    Medaglia d'Argento al Valore Militare (Alto Adriatico, novembre 1915);

    Medaglia d'Argento al Valore Militare (Alto Adriatico, maggio 1917);

    Medaglia d'Argento al Valore Militare (Litorale Nord Adriatico, ottobre-novembre 1917);

    Medaglia d'Argento al Valore Militare in commutazione della Medaglia di Bronzo al Valore Militare concessa con R.D. 21-5-1918 (Buccari, febbraio 1918);

    2 Croci di Guerra al Valore Militare




  2. #2
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    Predefinito

    Il 10 Giugno 1918, al largo dell'Isola di Premuda, Luigi Rizzo di Milazzo, con i MAS 15 e 21, comandato da Giuseppe Aonzo, attacca una formazione navale Austriaca ed affonda la Corazzata Santo Stefano..


    "Potevano essere le tre: era ancora notte, ma non più completamente buio. Avevamo il rampino a mare ed incrociavamo sperando di incocciare qualcosa, ma inutilmente.. A lento moto, il tempo non passava mai, sicchè per far venire presto l'alba, mi mettevo di tanto in tanto al timone… Tutto il canale di Luttostrak era stato rampinato: nulla. Non ci rimaneva ormai altro da fare che salpare il rampino e ripiegare sul punto A dove avevamo lasciato le due torpediniere. Così decido: consegno il timone a Gori e gli indico la rotta per il punto A. Prendo un salvagente avvoltolato come cuscino e mi sdraio sul ponte, con la faccia alle stelle. La notte è rugiadosa e mi sento intorpidito: col lieve rullio, le stelle corrono da un capo all'altro del bordo: ed io le inseguo metodicamente, mezzo assopito… Quand'ecco, a dritta, al nord, lontano sull'orizzonte, delle nuvole di fumo! Dalla parte di Pola? Ma allora non possono essere nostre unità: ad ogni modo è da escludere che siano le nostre torpediniere, perché quelle debbono trovarsi a ponente, verso la nostra prora. E poi sono troppo guardinghe e fumo non ne fanno. Dunque i fumi sono nemici. Subito mi viene il dubbio che dalla stazione di vedetta di Gruica abbiano potuto scorgere i Mas: avranno dato l'allarme a Lussin, ed ecco che hanno inviato dei cacciatorpediniere per darmi la caccia. Chiamo Gori e gli mostro il fumo che si fa sempre più manifesto, che si avvicina. Noi stiamo navigando verso il largo e probabilmente chi viene alla nostra ricerca ancora non ci ha scorti…ma io sono impaziente di appurare di che si tratta. Perciò accosto a dritta e dirigo verso il fumo. Noi siamo pronti a tutto: del resto anche se tentassimo di sottrarci a tutta forza, non potendo sviluppare più di venti miglia, una volta avvistati saremmo inseguiti, cannoneggiati, affondati… Meglio approfittare della luce ancora incerta e se possibile farsi sotto ed attaccare… A piccolo moto, seguito dal Mas 21, dirigo incontro al fumo, prendendo la rotta di collisione… Aguzzo lo sguardo ed intravedo le soprastrutture di grosse navi, forse un convoglio? Ma quelle sono corazzate e tutt'intorno delle siluranti! Attento Gori! Avvertire Mas 21 che abbiamo di prua una divisione navale, certamente nemica…Il cuore mi da un tuffo: c'è da fare buona caccia stamane…"

 

 

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