Il simpatico giornale di regime, Repubblica, ha deciso di fare un articolo polpettone x continuare a sostenere IL WALTER...ke ne pensate?
Ovviamente io nel 2008 annuncio già che dubito di votare x questi qua
Il sindaco di Roma sulla candidatura: "Scioglierò la riserva mercoledì a Torino"
Veltroni: "Un momento importante"
E sui sondaggi: "Pd almeno al 35%"
ROMA - "E' un momento importante della mia vita. Politica e personale". Così dice Walter Veltroni, dopo tre quarti d'ora di colloquio con il vicepremier Francesco Rutelli al ministero dei Beni Culturali. Argomento del colloquio, la sua candidatura a leader del Pd. Sulla quale il sindaco di Roma scioglierà definitivamente la sua riserva mercoledì prossimo, a Torino, al termine della sua lezione - da tempo in calendario - sulla "bella politica". Ma ormai il sì appare praticamente certo.
"Ho visto adesso un sondaggio - prosegue Veltroni più tardi, braccato dai giornalisti davanti al Campidoglio - in cui si dice che, probabilmente, il Partito democratico può arrivare al 35%. E' esattamente la cifra che mi era capitata di dire qualche settimana fa. Penso che questo sia l'orizzonte al quale il Pd deve guardare, e anche cercare di andare oltre. Un'altra cosa che mi conforta è che il sondaggio dice che l'Unione sarebbe tornata in testa. Questa conferma che se il Pd cresce, cresce anche l'Unione e viceversa. Nella direzione del rafforzamento del governo Prodi". "Spero - conclude quindi il sindaco - che il Pd possa essere un momento importante per il Paese, per tutti noi che finalmente vediamo coronato il sogno del nascente Partito democratico, quali che siano le scelte che si faranno".
E intanto arrivano le prime reazioni alla sua candidatura. Silvio Berlusconi sottolinea che gli ultimi sviluppi sono "il chiaro segnale che stanno pensando al voto. Veltroni non lo possono certo far cuocere, se lo lasciano più di un anno così lo bruciano"; da qui la convinzione del Cavaliere che "si vada alle elezioni ad aprile del 2008". Umberto Bossi liquida la questione con un "contenti loro contenti tutti, ma non capisco come possa prendere voti al Nord" (Veltroni invece spiega di aver scelto Torino per comunicare mercoledì la sua decisione proprio "perché è una grande città del Nord, del lavoro e una grande città italiana"). Per il presidente dei senatori di Alleanza Nazionale Altero Matteoli, "è significativo il fatto che mentre al governo vi sono autorevoli personalità si debba ricorrere a Veltroni: è la dichiarazione del fallimento di questo governo". Infine, Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale il candidato in pectore è "una persona di qualità".
Ma l'ipotesi del candidato unico crea divisioni fra i coordinatori del "Comitato dei 45" che deve mettere a punto le regole che porteranno all'elezione del segretario e dell'Assemblea costituente del Pd. A separare Ds e Dl da un lato e ulivisti dall'altra sarebbero le modalità con cui procedere all'elezione, ovvero la possibilità che il candidato alla segreteria possa essere sostenuto da una o più liste collegate. La posizione di Soro e Migliavacca è che ogni singolo candidato possa essere sostenuto da più liste collegate, mentre per Barbi questa soluzione svuota di significato le primarie. E dopo le pressioni dell'Ulivo, potrebbe presentarsi anche un'altra candidatura alle primarie di ottobre: quella di Pierluigi Bersani, ministro per lo Sviluppo economico, che in queste ore sta valutando seriamente l'ipotesi.
Ma neppure ai prodiani piace la soluzione "candidato unico e più liste collegate". "L'idea che si possa strutturare un partito per correnti, nascondendosi dietro all'unanimità sulla candidatura del segretario, rappresenta l'esatto contrario della concezione di un partito nuovo", dice il ministro Giulio Santagata.
Entusiasta, invece, si dice Francesco Rutelli. "Non può che farmi piacere" la grande convergenza sul nome di Veltroni, spiega, perché "abbiamo un antico rapporto di stima e amicizia. Però tocca a lui parlare, e parlerà presto".
Il segretario dei Ds Piero Fassino invece non smentisce le voci secondo cui dopo l'eventuale elezione di Walter Veltroni a segretario dei Pd potrebbe aprirsi un rimpasto di governo in cui lui occuperebbe la poltrona di vice-premier, ma al momento, ha spiegato questa mattina da Bruxelles, ogni decisione è prematura e in ogni caso spetta a Romano Prodi.