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Discussione: mozione sul lavoro

  1. #1
    Obama for president
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    Predefinito mozione sul lavoro

    Negli ultimi anni l’Italia è approdata ad un sistema produttivo post-fordista, fondato sulla flessibilità del mercato del lavoro.
    Obiettivo della politica dovrà essere quello di essere in grado di contribuire in maniera determinante a governare la flessibilità, ridurre i livelli di precarietà, contrastare con forza il lavoro nero, tutelare i lavoratori anche sotto l’aspetto degli infortuni e delle c.d. “morti bianche”.
    Le nuove esigenze del mercato del lavoro, non possono far dimenticare che è ben diverso richiedere maggiore flessibilità nel rapporto di lavoro -concetto che non esclude la prospettiva del lavoro a tempo indeterminato, ma anzi, tende in prospettiva a stabilizzare il rapporto lavorativo- rispetto al perseguire il progressivo aumento del fenomeno della precarizzazione, che tende al contrario ad escludere la trasformazione del rapporto di lavoro da determinato ad indeterminato.
    noi crediamo che si dovrà agire con forza per il raggiungimento di un’occupazione che sia allo stesso tempo piena e buona: per la parte attinente alla regolamentazione dei rapporti di lavoro, tipici ed atipici, per quanto concerne gli interventi diretti al miglior funzionamento del mercato del lavoro, per l’accessibilità al lavoro da parte dei giovani e delle donne, e per il sostegno anche nella discontinuità dei tragitti lavorativi.
    Per questo è necessaria una radicale riforma dell’intero sistema di organizzazione del mercato del lavoro, e non soltanto sulla legge 30/2003: pensiamo ad una legislazione che torni a considerare il lavoro a tempo indeterminato quale contratto “normale”, e le altre forme contrattuali quali eccezioni alla regola. E’ quindi indispensabile che il datore di lavoro che voglia utilizzare forme di lavoro flessibili, non sostenga per queste un costo di gran lunga inferiore a quelle collegate ad un normale contratto di lavoro: la flessibilità va considerata in termini di svantaggio per il lavoratore e di vantaggio per il datore di lavoro, che dovrà quindi farsi carico di tale “valore aggiunto”, anche con il superamento delle differenze dei costi contributivi fra il lavoro subordinato normale e le collaborazioni o le parasubordinazioni.
    E’ altresì necessario monitorare l’utilizzo dei contratti di lavoro a termine per arginare i reiterati abusi che si continuano a verificare: tali contratti non possono derogare né al requisito di un oggettivo carattere temporaneo delle prestazioni richieste, né a quello di una limitazione del numero di tali contratti rispetto alla soglia numerica complessiva.
    Va inoltre proseguito il progressivo ampliamento delle tutele fondamentali, sia normative che economiche, ai cosiddetti co.co.co. e co.co.pro, a quelle “zone grigie” che di fatto vengono utilizzati come lavoratori dipendenti, senza nessuna di quelle tutele economiche o previdenziali che normalmente sono attribuite ai dipendenti stessi.
    crediamo che bisogna porsi come obbiettivo primario quello della tutela del lavoro non limitandosi al solo lavoratore dipendente, ma diventando punto di riferimento, per tutti quei soggetti che operano nel mondo del lavoro anche in forme diverse.
    Per tale motivo riteniamo sia necessario promuovere attivamente una politica di sgravi fiscali rivolta alle aziende che assumono a tempo indeterminato e ai giovani che decidano di investire sul proprio futuro creando nuove realtà imprenditoriali.

    Le morti sul lavoro oramai sono diventati veri e propri bollettini di guerra. Nel solo 2006 gli infortuni sul lavoro sono stati 1.030.654 di cui mortali 1036. Nei primi due mesi del 2007 il numero non accenna a diminuire con 163.012 infortuni di cui 163 mortali e 4.075 invalidità permanenti.
    Le profonde mutazioni avvenute nel mercato del lavoro in questi anni hanno, ulteriormente deteriorato i livelli di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. La forte competitività oggi esistente in tutti i settori produttivi, e in modo particolare in quello dell’edilizia pubblica e privata, spinge e spingerà sempre più i datori di lavoro alla ricerca di strumenti che consentono l’abbattimento del costo del lavoro.
    Le forme talvolta “spinte” di flessibilità, oggi giorno sempre più utilizzate, si traducono in lavoro irregolare o sommerso o di subappalto, che ha come conseguenza finale quella di ignorare le misure di tutela dei lavoratori.
    Per tutti questi motivi pensiamo che si dovrà sostenere con forza le politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro attraverso un percorso innovativo caratterizzato dalle seguenti azioni:



    1) aumento delle risorse deputate al controllo e alla repressione di forme d’illegalità, prevedendo interventi di formazione in grado di rendere più incisivo e qualificato il lavoro dei tecnici addetti alla sicurezza;
    2) sostegno e valorizzazione reale e concreta alle piccole e medie aziende che intendono certificare su base volontaria il proprio sistema di gestione della sicurezza (OHSAS18000). Per le grandi aziende e per le aziende ad elevato rischio prevedere l’obbligo di certificazione del Sistema di gestione della sicurezza;
    3) inserimento della materia “sicurezza e salute sui luoghi di lavoro” all’interno delle attività scolastiche di 1° e 2° grado e universitarie e nei percorsi di formazione;
    4) creazione di un sistema che assicuri, in settori a particolare incidenza infortunistica, una maggiore certezza delle responsabilità e la presenza delle sole aziende in regola, introducendo strumenti che consentano di valutare l’idoneità delle aziende che lavorano negli appalti utilizzando come parametro il rispetto delle norme di salute e sicurezza sul lavoro;
    5) creazione della scheda di sicurezza personale a punti sia per l’azienda sia per il singolo lavoratore. Il sistema potrebbe essere lo stesso già utilizzato per il codice della strada che prevede un punteggio massimo di partenza che può diminuire ogni qualvolta vengano commesse palesi violazioni in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro, in aggiunta alle altre sanzioni penali ed amministrative. Questo sistema innovativo in materia di lavoro potrebbe aumentare la consapevolezza dei singoli circa la responsabilità oggettiva;
    6) rivedere la modalità di elezione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza all’interno delle grandi aziende che oggi giorno coincide con il ruolo del Rappresentante sindacale. Pensiamo sia opportuno che il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza venga eletto direttamente dai lavoratori e possa poter operare anche in ambiti aziendali diversi.

  2. #2
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    mozione o legge delega?

  3. #3
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    bellissima mozione la sottoscrivo

  4. #4
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    Sottoscrivo e presento!

 

 

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