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Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Montezemolo contro tutti

    Luca Cordero di Montezemolo se l' è presa con tutti ieri: governo, opposizione, lavoratori pubblici e un po' anche i privati, ossia ce l' ha con tutti loro, che sono fannulloni.
    Gianfranco La Grassa ci spiega invece in un lucido, breve intervento che cosa c'è di miserabile (come sempre quando si parla di politica italiana) nel tramino di Libera & Bella. Buona lettura.

    "La Fiat è una delle principali cellette dell’alveare in cui ronzano le “apine” che accumulano i progetti sempre falliti da 15 anni a questa parte, ma sempre ritentati come sta appunto avvenendo in questi giorni. Era sull’orlo del fallimento, ma Marpionne (pardon, Marchionne) ha fatto il miracolo. Si dice, anzi l’ho letto come sicuro, che il vecchio Fresco vendette i titoli Fiat che gli erano stati dati come parte della liquidazione perché anche lui (e un ad dovrebbe avere accesso ai libri contabili, ai piani pluriennali, alla situazione delle risorse finanziarie e mercantili, ecc.) vedeva un futuro tutto nero. Invece no, arriva il Mago, e tutto va a gonfie vele in un batter d’occhio. Certo è strano che un’azienda, che si sostiene essere ormai in condizioni floride, chieda al governo (per cui invitò a votare tramite il direttore di un giornale su cui ha molta presa) i prepensionamenti, la rottamazione, ecc
    Ciò è molto curioso; evidentemente, però, questo non basta per andare dal rosso al nero di bilancio. Non conosco i trucchi di questi imprenditori – perché nell’azienda di mio padre, quando ci lavorai, ero nel settore tecnico-produttivo, non in quello amministrativo – tuttavia immagino che sia un po’ come i dati Istat sul costo della vita (e, oggi, sui tassi di crescita del Pil). In qualche modo, che non so immaginare (lo ammetto), è stata creata la “realtà virtuale” di un’azienda solida, in pieno sviluppo, che espande le sue quote di mercato all’interno, all’estero, forse anche sulla Luna. Ho letto alcuni mesi or sono un’intervista all’ ad della Toyota (certo, si tratta di un concorrente) il quale, alla domanda sulle prospettive della Fiat, ha sorriso, sornione, e ha detto che aspetta il prossimo biennio prima di pronunciarsi.
    Provo a fare un’ipotesi previsiva. Se le manovre attualmente in atto – quelle di cui ho appena sopra discusso e che penso siano state esposte (in modo mascherato e distorto ovviamente) nella quattro giorni di Milano alla Bocconi – sortiranno infine un buon risultato, allora la Fiat metterà le mani, tramite un governo apertamente amico e controllato dall’establishment di cui sopra, sulle risorse del paese: in forme nuove o che magari ricorderanno invece quelle del regime fascista negli anni ’30 (IRI, ecc.). Se però l’operazione in corso di svolgimento, come credo (e spero), fallisce ancora una volta, è molto probabile che non ci siano altre prove d’appello. Per Intesa-San Paolo, per Unicredit Group, e qualche altro, ci sarà forse ancora “ciccia” da godere; ma la Fiat non se la passerà troppo bene. E allora non so se il Luca riuscirà a “buttarla in politica”, una volta terminata la sua presidenza confindustriale. Tutto da vedere, insomma. Purtroppo, si sta giocando sulla nostra pelle, e stare a vedere non è una gioia."

  2. #2
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    Predefinito Postilla

    E per quanto riguarda il Sig. Luca e la sua azienda, anche i bambini di sei mesi sanno che fin dai tempi della "buonanima" (parlo del "Duce" per chi non avesse capito) la Fiat è sopravissuta mungendo in modo vergognoso le finanze statali e sfruttando quindi non solo i lavoratori dipendenti delle proprie fabbriche ma tutta la classe lavoratrice, dipendente e non, del paese. La serietà vorrebbe che queste banalità che ognuno conosce non fossero ripetute da me ancora una volta ma l’indignazione è una pianta che cresce come la gramigna indipendentemente dai programmi e dalle aspettative. Attendiamo di vedere se in questo paese la capacità di ragionare e il rispetto di se stessi riusciranno ad andare oltre l’istinto di sopravvivenza e il desiderio "di un miserabile benessere" (così Nietzsche parlando dell’"ultimo uomo").

  3. #3
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    Predefinito

    Assai amare, ma come sempre condivisibili, le considerazioni odierne di Gianfranco La Grassa sulle esternazioni di Libera & Bella, considerazioni che meritano senz' altro di essere sintetizzate:

    "Sintomatiche le levate di scudi, bipartisan, contro Montezemolo che ha attaccato i sindacati, ma solo come ballon d’essai per tastare le reazioni, tanto che ha subito dopo ritrattato e, come al solito, "è stato frainteso". Non solo dal centrosinistra si sono levate voci irate, ma pure da Bondi, Cicchitto, Alemanno, ecc. Rotondi (nuova Dc) gli ha dato addirittura del fascista. Intendiamoci bene, si può ben dire "da che pulpito viene la sentenza!"; da uno che è alla testa della Fiat, azienda da decenni e decenni (e già sotto il fascismo) al primo posto nei finanziamenti di Stato, nella famosa "socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti". Sappiamo inoltre bene quali sono i disegni di potere, realmente pericolosi, di gente come lui e come gli altri della Rcs e dintorni.
    Tutto questo è vero e gli si può e deve quindi rispondere a brutto muso. Non però per difendere i sindacati. Bisognava cogliere la palla al balzo per attaccare su entrambi i lati, per dire che sono due delle gang che hanno ridotto l’Italia "alla Chicago anni ‘20". In realtà, il "palloncino-sonda" di Montezemolo è stato utilissimo per gettare luce sulla lotta per bande in Italia. Ceto politico di destra e di sinistra, più quello sindacale, tutti insieme "appassionatamente", si sono sentiti il fiato sul collo, hanno capito che il discredito di cui godono nel paese, e che cresce sempre più, potrebbe travolgerli insieme. E allora scatta il comune riflesso di difesa: finché ci accapigliamo fra noi per chi deruba di più il popolo lavoratore italiano, va bene; ma che nessuno sveli il gioco, che nessuno voglia entrare a gamba tesa in esso. Il gioco è "cosa nostra", non possiamo farci portare via questo autentico "tesoretto" (altro che quello di cui si straparla; si tratta di far man bassa del Pil italiano in tutti i modi affinché il ceto politico-sindacale ne abbia di che vivere lautamente per i secoli dei secoli). Questo hanno pensato i lazzaroni che ancora occupano scranni in ogni dove.
    Montezemolo insegue il centrismo, cioè un nuovo "mondo politico" disegnato sui progetti della GFeID. Non lo appoggiamo certamente. Ma nemmeno ci sogniamo di avere preferenze per i manigoldi e ladri di destra e di sinistra, con i loro prolungamenti sindacali e i loro pennivendoli e scribacchini che si fingono intellettuali di grido. Un’unica massa che succhia il sangue ai lavoratori (non quelli dell’inesistente Classe, bensì di tutti quelli che lavorano); un massa cancerogena, da asportare appena possibile. Che i loro scribacchini e pennivendoli, e i ragazzotti ignoranti del "movimento", dicano pure che siamo qualunquisti, populisti, rossobruni e altre fesserie varie. Se gente simile ci insulta, per noi è miele, sappiamo allora con sicurezza di stare marciando lungo la strada migliore.".

  4. #4
    McFly
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    Ottimo Thread, si postino qui le mirabolanti avventure del nuovo bellachioma o meglio detto alla Strozzi: "Libera e bella"

  5. #5
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    Predefinito

    La Grassa ci svela finalmente da par suo la trama recondita di LCdM, che si sta sviluppando con il lancio di Veltroni e del veltrovuotismo sulla scena politica.
    Ecco un sunto dell' analisi di fase di GLG:

    << Il capo di GF &ID si è subito schierato per Veltroni. Nel marzo dell’anno scorso uscì l’editoriale di Mieli sul Corriere invitando a votare per il centrosinistra, fantasticando sulle meraviglie del possibile (e poi realizzato) governo presieduto da Prodi.
    Dopo un anno di fallimenti continui, e con l’esasperazione crescente di parti consistenti della popolazione, in particolare al nord, si sta cercando di abbandonare Prodi onde tentare l’ultima carta. Montezemolo – il capo della banda di cavallette (la Confindustria in mano a grandi imprese decotte; e la Fiat che, malgrado le meraviglie inventate, apparirà entro due-tre anni, a dir tanto, come una di queste imprese) che corrode l’Italia, dividendo i produttori, lavoratori salariati e sedicenti autonomi, e mettendoli gli uni contro gli altri – si è messo a criticare il governo e a far ventilare l’idea che potesse scendere in campo direttamente. No, non ancora (anzi mai); voleva solo preparare il tavolo da gioco per calare l’ultima carta a disposizione, quella dell’uomo/vuoto pneumatico, del piacione di turno, sufficientemente smollaccione e gelatinoso da assumere la forma che la GFeID vorrà dargli, con ulteriori primarie plebiscitarie e false come quelle di Prodi.
    L’attuale Premier e quello candidato futuro sono l’emblema di una classe dirigente, che è un misto di "banda di Chicago negli anni ‘20" (non è un mio paragone) e di assemblaggio di debosciati dal sangue ormai marcio. Una classe dirigente che dovrebbe far paura a chi ha ancora un briciolo di cervello, perché con loro l’intera Italia finirà come la Cirio e la Parmalat. Adesso puntano su Veltroni, perché giocare direttamente la carta Montezemolo sarebbe un vero azzardo, dopo il quale resterebbe solo da "consegnare i libri contabili in Tribunale" per l’istanza fallimentare. Essendo D’Alema poco piacione, troppo spigoloso per quella congrega di nullafacenti e parassiti che costituiscono l’ossatura dei votanti Ds e Margherita, lo hanno bombardato, e credo proprio ricattato, con la faccenda Unipol-BNL costringendolo ad accettare il suo "naturale" nemico quale "capo". Come già con Prodi, faranno fallimento anche questa volta. Ma se il popolo lavoratore non si sveglia, finirà nel "buco nero" assieme a queste bande di devastatori.
    Dalla destra non ci si può aspettare nulla. Fini e ancor più Casini sperano solo che venga il loro turno di forza d’appoggio alla GFeID. Berlusconi è l’oggettivo nemico di tale banda, ma è della stessa pasta; quindi continua ad inventarsi il pericolo "comunista", con grande sprezzo del ridicolo, perché non ha il coraggio di attaccarla a fondo, andando oltre le punzecchiature di spillo sui "poteri forti" (del resto non ne parla lui ma solo i "suoi" giornalisti). Cosicché resiste alla banda di guastatori, solleticando il lavoro autonomo e la piccola impresa, non potendo però dar loro alcuna prospettiva. Occorre una nuova forza politica che metta in quiescenza Montezemolo & C., faccia infine portare i libri in Tribunale alla sola Fiat e a qualche altra "bufala" similare, spazzi via questi apparati sindacali (quelli della "Triplice", chiariamolo una volta per tutte), interrompa l’urto tra lavoratori salariati e autonomi, mettendo termine alle finte liberalizzazioni semplicemente favorevoli alla grande impresa (in specie della distribuzione) e alla pressione fiscale senza servizi di alcun genere; un rastrellamento di soldi per dare esclusivamente fiato alle imprese fallimentari e/o parassitarie (e succubi del capitale straniero come le "superbanche") della GFeID.
    Si dirà: ma non si vede nulla all’orizzonte, non c’è questa nuova forza. State attenti: la situazione non è la stessa d’allora (niente uscita dalla "Grande Guerra" o dalla crisi del ’29), ma comunque sia il fascismo sia il nazismo sono cresciuti in pochi anni, favoriti da una sinistra socialdemocratica legata mani e piedi alla grande finanza dell’epoca. Si impari la lezione prima del "Diluvio". La sinistra attuale è corrosa da una connivenza diversa, eppure assimilabile a quella di allora. Bisogna picchiare in testa a quelli che confondono i lavoratori (senza difese) con i vertici sindacali, a tutti gli effetti parte di una delle "bande della Chicago anni ‘20".>>

 

 

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