SAN NICOLA LA STRADA – Vede la luce in questi giorni il romanzo “Un’Anima Divisa In Due”, opera prima di Fiore Marro, per le edizioni Giuseppe Vozza, 95 pagine, euro 8.00. Questo romanzo storico di Fiore Marro nasce prima di tutto per un’esigenza che è poi l’esigenza di tanti esponenti neoborbonici come Marro, quella cioè di potere fare comprendere la scelta controcorrente che molti hanno deciso, una opzione per l’amore di un territorio, per ripristinare alcune verità taciute volutamente, per la necessità di raccontare le gesta di chi ha preferito morire pur di difendere il proprio mondo.
Il protagonista del romanzo è Michele Pace ed il romanzo narra la sua storia che è quella di tanti uomini, donne e bambini del sud italico. La vicenda dalla quale trae spunto Marro per narrare le gesta di Michele Pace è quella della guerra fratricida (tra savoiardi e duosiciliani, ma pur sempre italiani) e dell’invasione coatta da parte di chi si è presentato armi in pugno in nome di una falsa familiarità. Attraverso la storia di Michele Pace, l’autore denuncia i soprusi, i raggiri e le angherie che i meridionali subirono all’atto dell’invasione piemontese: l’emigrazione, lo smantellamento delle industrie, il corso forzoso bancario ed anche le biografie di uomini e militari che per difendere la propria Patria, il loro mondo si sono immolati, eroi che i vincitori hanno obliato o peggio marchiato con l’infame appellativo di “briganti”.
Solo attraverso la ricostruzione identitaria dei meridionali si può avere quella rinascita sociale e civica che oggi latita al di qua del Volturno. Bisogna risvegliare il senso d’appartenenza delle genti del sud. Questo è il primo tassello per la ricostruzione del popolo sudico, ricostruzione interrotta quasi centocinquanta anni fa. Questo è il tentativo anche del libro di Fiore Marro, ridare voci e volti ad un popolo abbandonato.
L’amore come percorso, come immaginario filo di Arianna per narrare di uno scempio, perpetrato dai savoia ai danni del Regno delle Due Sicilie e dei suoi inermi e pacifici abitanti.
Il Regno con la laboriosità dei suoi cittadini aveva saputo costruire quanto purtroppo da altri fortemente bramato. Fiore Marro in questo racconto, struggente ed allo stesso tempo epico, ha voluto con un attenta analisi storica narrare della realtà negata e devastata dalle menzogne scritte nei libri di storia dai conquistatori piemontesi.
25/6/2007
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