come ha detto Hayek:
"Una società libera richiede una morale sicura che in ultima istanza si riduce al mantenimento della vita: non al mantenimento di tutte le vite,perché potrebbe essere necessario sacrificare vite individuali per preservare altre vite. Pertanto le uniche regole morali sono quelle che portano al calcolo delle vite: la proprietà e il contratto".
Guarda che il problema non è Bruxelles (o Francoforte), ma Londra.
Non dico che “bisogna ridurre il debito perché sennò l’UE ci sgrida”: chi se ne frega di quello che dice Bruxelles, è un cane di pezza che fa ridere i polli. Tanto tutti gli stati hanno i loro scheletri nell’armadio e si riesce sempre a temporeggiare, trattare, rinegoziare, concordare una agenda più morbida, far chiudere un occhio, ecc. Quelli non ci devono fare paura, non contano niente.
Semmai il motivo per cui dobbiamo urgentemente mettere a posto i conti è perché altrimenti a “sgridarci” sono le agenzie di rating: quelle sì che ci possono fare male. Basta che una mattina nella City di Londra gli analisti di Moody's, S&P e Fitch si svegliano e dicono che stiamo facendo scemenze e basta che mettono un meno a destra di una lettera su di un foglio di carta e automaticamente ci bruciano miliardi di euro di interessi passivi da pagare sul nostro debito. Questi sì che devono farci paura, perché ci possono fare male veramente, euro o non euro che ci possa fare da paracadute. E con la politica si può giocare rinegoziare e temporeggiare, con i mercati no perché si rischia di scottarsi.
Non capisco una cosa.
Di fatto , lo "scalone" era stato accettato dalla gente.
Un sistema sociale che dal 1992 aveva senza traumi superato il passaggio dell'età minima della pensione dai 39 - 40 anni ai 57 (17 o 18 anni) per gli statali , cioè una specie di rivoluzione enorme e passata quasi sotto silenzio ,
poteva benissimo ed agevolmente superare altri 3 anni , soprattutto considerando che chi , per scelta personale , non condivideva di lavorare fino a 60 anni , avendone i requisiti ha fatto domanda di pensione quest'anno....
Quindi le persone che non hanno fatto domanda , dalla classe 1950 indietro , vuol dire che hanno fatto comunque la scelta di rimanere al lavoro......
Poi anche qui , il percorso contrario rispetto agli altri paesi europei , che stanno alzando l'età di pensione : che senso ha abbassarla di nuovo (abolendo lo scalone) , da noi ?
Vedo in queste cose la solita politica vecchia , anzi decrepita , della classe dirigente italiana , indietro , come i generali Austriaci che affrontavano Napoleone , di un secolo , un'idea e una battaglia....
N.B. : quei generali sono sia di destra che di sinistra , tanto per evitare equivoci........
Il concetto di stabilizzazione del Debito pubblico Italiano è a dir poco aberrante e per una lunghissima serie di motivi.
1) Il debito è fuori dai limiti ammissibili, 106,7 % del PIL mentre non dovrebbe superare il 70 % ( ad essere buoni).
2) Non è un debito generato da "Investimenti" che possa quindi ritornare sotto forma di crescita ed incrementi del PIL. Ma è un debito generato da spese improduttive.
3) Ai livelli attuali ed ai tassi attuali (non certo i più alti della storia), gli interessi sul debito drenano oltre il 10 % delle entrate dello stato. Stiamo parlando di 70 Miliardi di Euro all'anno !!!!!
4) Per pagare questa enorme mole d'interessi lo stato non investe ed il paese si ritrova con le infrastrutture più vetuste d'Europa
5) Per tenere stabile il debito i Governi sono obbligati a mantenere una pressione fiscale inaccettabile. Ed a tenerla alta anche nei periodi di recessione o stagnazione che in Italia sono storicamente più lunghi che nel resto del mondo.
Quoto. E' la logica del mercato. Chi lavora scapa da un paese dove il mercato è finito e dove le tasse sono razionalmente superiori al margine di guadagno. I riformisti socialisti hanno ormai vinto. L'Italia è ormai un paese Socialista dove cooperative e grandi imprese parastatali brancolano nel pseudomercato corroto dallo stato. Chi crede nella forza del mercato e dei diritti naturali scapa via. Va bene così. Possiamo continuare a essere Italiani anche fuori dall'Italia Comunista. Che Prodi e compagni risolvano da soli, con burocrati, compagni, politici e polizioti i problemi del paese. Secondo me non ci riusciranno. Si tornerà a lavorare in Italia dopo l'ormai iminente, catastrofico crollo. State pur certi che dopo il crollo ci sarà solo una bella Flat Tax del 5 per cento, le pensioni statali, la sanità pubblica, i privilegi e il debito pubblico saranno un incubo lontanissimo....
Su questo invece ho un enorme fiducia. Nei paesi dell'est dopo il Comunismo si è passati a uno stato di libertà abbastanza eficace, seppur non all'altezza dei miei ideali. Non dimenticare però che dopo il crollo del Comunismo tanti statisi sono framentati, vedi ex Jugoslavia e ex Cecoslovacchia. Dopo l'iminente crollo è probabile una serie di scissioni a catena e l'evento di una certa dose di libertà. E' un processo naturale come l'est europeo stesso insegna.