Padre Bossì è stato sequestrato il 10 giugno nelle Filippine
L'opposizione attacca il governo
«Scarso impegno per il missionario rapito»
Luca Volontè, dell'Udc: «Prodi ha fatto più per Hanefi». La Farnesina: «Adottate tutte le misure. Le polemiche non aiutano»
ROMA - L'opposizione attacca duramente il Governo Prodi la vicenda del missionario italiano rapito lo scorso 10 giugno nelle Filippine. «Su padre Bossi ancora nessuna notizia. Nemmeno dopo l'ennesimo appello del Pime, dopo le false notizie sulle ricerche che sinora sono venute dalla provincia di Zaboanga» ha detto Luca Volontè, dell'Udc, in una nota. «Prodi ha fatto più per Hanefi che per padre Bossi, un'incivile modo di intendere i diritti dei cittadini italiani, una "cristianofobia" di cui si macchia l'Italia». Con Volontè si è schierato anche Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega.
LA FARNESINA - Sul sequestro avvenuto lo scorso 10 giugno nelle Filippine di padre Giancarlo Bossi, la Farnesina ha ribadito in una nota che «sin dall’inizio della vicenda sono state attuate con la necessaria discrezione, giustamente rilevata da qualche commentatore, tutte le misure adottate in analoghi casi che si sono verificati in altre parti del mondo». E rileva che: «Ogni altro clamore mediatico e prese di posizione di carattere generale e iniziative che non hanno relazione con la specifica vicenda rischiano di creare complicazioni non necessarie, rendendo più difficile il compito di quanti stanno operando con impegno e continuità». In particolare, il ministero degli Esteri sottolinea che «non aiutano le polemiche su una presunta carenza di impegno delle istituzioni e degli organismi che stanno seguendo il caso, che tendono ad accreditare l’idea di ’classifiche’ o ’serie’ dei connazionali rapiti all’estero».
01 luglio 2007